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Vecchio 10-06-2011, 17:23   #1
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DENTRO DI NOI PASSANDO PER FREUD

Premessa
Prevenzione in ambito psicologico significa incrementare nella popolazione tutti quei fattori psichici di resilience, hardiness e locus of control che permettono alle persone di non sviluppare psicopatologie e problemi emozionali.
Da ciò, interrogarsi, approfondire, comprendere la psiche e ciò che dentro di noi muove le nostre scelte e il nostro comportamento, in una cornice di prevenzione primaria del disagio psichico e del malessere emozionale, è possibile attraverso la costituzione di moderni percorsi operativi per conoscere noi stessi e il mondo che ci circonda.

Considerazioni iniziali
Da sempre l’umanità si è interrogata sullo psichico cercando una cura per l’anima. Ne sono un esempio gli antichi sciamani, considerati detentori di un sapere segreto, figure che si trovano in ogni epoca e civiltà dove, al vecchio saggio, era possibile rivolgersi per risolvere un tormento interiore. Questa figura, evoluta nei secoli, è divenuta patrimonio dei filosofi, impegnati a comprendere sia l’uomo che il senso di comunione tra gli individui, ma anche, patrimonio delle diverse religioni che mirano alla catarsi dell’anima nella concordia con Dio.
Possiamo affermare che anche la psicologia si occupa di anima, ben più di recente rispetto a quanto sopraesposto, ma con la variante e la garanzia di possedere e fornire un punto di vista scientifico sulla complessità della psiche dell’uomo.
La psicologia, vero e proprio sistema teorico e operativo per rapportarsi al mondo, una scienza della realtà fondata sulle informazioni che riguardano il comportamento e l’esperienza degli esseri umani, ha fornito, negli anni, paradigmi e concetti, tra cui, ad esempio, il senso del trauma psicologico, il rimosso, l’inconscio, il complesso di edipo, lapsus che, scoperti all’inizio del secolo dall’osservazione scientifica di Sigmund Freud, per il loro impatto forte, originale e curativo hanno fornito una definizione empirica di psichico, anima e cura dei problemi divenendo, sino ai giorni nostri, patrimonio di tutti e non più di pochi.
Dunque, una società che usa termini psicologici, anche complessi, ridotti a pillole del quotidiano. Ormai, infatti, nessuno dimentica, ma tutti rimuovono, nessuno fa sbagli, ma solo lapsus, mentre l’inconscio imperversa a giustificazione dei peccati della coscienza.
Ma la psicologia si esaurisce con Freud? No, perché da Freud in poi, la scienza psicologica è in continua evoluzione, ampliandosi con tecniche e strumenti, contemporaneamente al diversificarsi dei problemi umani.
Problemi individuali e relazionali che già negli anni ’60, con la frenesia del boom economico e i profondi cambiamenti politici e culturali dovuti alle spinte rivoluzionarie del ‘68 che influenzeranno tutti gli anni ’70, si sono accostati alle modificazioni integrali delle identità di uomo e donna e del nuovo modo di intendere le relazioni tra i sessi; ancora, al consumismo sfrenato degli anni ’80, caratterizzati dalla ricerca spasmodica delle tre S -Soldi, Sesso, Successo- agli anni ’90, dove alla superficialità e al valore dell’immagine si è accompagnata una nuova ricerca di spiritualità e intimità, sino al passaggio al nuovo millennio, dove l’uomo percepisce una scissione tra il rincorrere la superficialità sfrenata dettata dal consumismo e il bisogno di relazioni più profonde e autentiche che soddisfino il suo vero-sé. Un’identità intima che, nell’attualità dei nostri tempi, appare tormentata da fenomeni apparentemente inspiegabili caratterizzati da degrado e aggressività diffusa.
Dunque, in tutti questi anni, si sono accentuati o emersi problemi nuovi che gli uomini e le donne di oggi devono affrontare.
Ad esempio, la ricerca di successo e la parità tra i sessi ha portato a considerare il lavoro come fonte di gratificazione primaria per la persona, ma anche, come investimento emotivo che non sempre gratifica per come ci si aspettava. Il concetto di individualismo e libertà ha sorretto cambiamenti profondi nella famiglia intesa non più in senso tradizionale -con l’emergere di coppie di fatto, coppie omosessuali o il fenomeno dei single- e così, quello che da un lato è risultato essere una conquista nell’espressione del proprio sé, dall’altro, ha determinato un vissuto più intenso di solitudine e un diffuso e a tratti inafferrabile disagio che attraversa l’esistenza nella modernità.
La società dell’apparenza e dell’estetico, la ricerca di successo, l’impoverimento delle relazioni sia in famiglia che all’esterno, i disagi economici e il precariato, hanno condotto all’emergere impressionante di disturbi psicopatologici e utilizzo eccessivo di psicofarmaci e sostanze psicoattive. Senza considerare, inoltre, come la richiesta di emergere al meglio e di contribuire attivamente alla costruzione del proprio futuro, ha condotto ad un carico di responsabilità tale che chi si accosta alla vita con una modalità più timida parte svantaggiato. Mai apparire deboli, mai essere veri.
Disturbi del comportamento alimentare, bullismo, aggressività estesa, depressione, ansia e attacchi di panico, problematiche relazionali, ecc., sono problemi ai quali oggi la psicologia è chiamata a rispondere e tra le nuove modalità operative acquista un posto di primo piano lo strumento della prevenzione primaria, ovvero, intervenire sul disagio prima ancora che questo possa tramutarsi in disturbo psicopatologico conclamato.

Considerazioni conclusive
Dall’ansia alla depressione, dall’anoressia agli attacchi di panico, dalle insicurezze personali all’assertività esagerata, dalla solitudine metropolitana al falò delle vanità, dall’avere tutto-e-subito alla scalata in discesa, dal ri-farsi col bisturi al ri-prendersi con gli psicoattivi, dall’essere di buon’umore al sentirsi completamente spossati l’indomani è indubbio che oggi, gli uomini e le donne che vivono nella modernità della globalizzazione, sono chiamati a gestire un oscuro, cieco, muto, diffuso, inafferrabile malessere che invade l’esistenza di ciascuno.
Quante volte capita nella vita di avere dei momenti dove le cose che succedono sembrano essere più pesanti o dove le decisioni che la vita porta a dover prendere sembrano essere insormontabili? Stress, ansia, relazioni interpersonali insoddisfacenti, problemi sul lavoro, a scuola, in famiglia, questi e molti altri disagi sono spesso causa di un affaticamento emotivo.
Prevenire non significa soltanto informare là dove ci sia il pericolo e il rischio dello sviluppo di un disagio, ma significa anche, informare a largo spettro su tutto ciò che può portare a quell’affaticamento emozionale personale e dei nostri cari che, se non colto ed elaborato, amplia il problema sino a tramutarlo in un vero e proprio disturbo psicopatologico.
Il fine della prevenzione primaria, infatti, non è quello di intervenire sul disagio psichico, sul malessere emozionale e sul sintomo per migliorare la qualità della vita, ma è andare a monte cogliendo i primissimi segnali del disagio fornendo una cornice e una risposta davvero adeguata.
Dai risultati emersi sulle esperienze di “psicologia e dintorni” è possibile affermare che numerosi cittadini affollano il web, cercano di trovarsi a proprio agio dappertutto e con chiunque, sperimentano il nomadismo culturale accomunati dall’avere uno sguardo più ampio sulle cose della vita e su se stessi.
Una comunità del mondo che sfugge ad ogni definizione ma che condivide valori come il rispetto, la solidarietà e l’obiettivo di raggiungere la realizzazione personale coincidente con una società migliore.
Da ciò se ne è dedotto come la modernità che pone aspetti intollerabili quali, relazioni vuote, ipocrite, false, opportuniste, o ancora, tanti e troppi modelli da seguire, oggetti da possedere, capacità e competenze da mostrare, cose da fare, seguire percorsi di vita caratterizzati dal dovere essere necessariamente aggressivi, bellissimi, bravissimi, indipendenti affettivamente, capaci di fare tutto, subito, al meglio e meglio degli altri, oltreché gestire le problematiche sociali derivanti dalla disoccupazione e dalla precarietà nel lavoro, minano, nell’uomo di oggi, il senso di stabilità e solidità psicologica della considerazione di sé, dell’autostima e del riuscire a raggiungere l’autonomia.
Per questo, molti considerano l’importanza dell’avere successo, essere i numeri uno, essere in forma, raggiungere i propri scopi anche a sacrificio di altri, possedere criteri di potenza, fascino, successo sociale e personale, come elementi che perturbano un sano equilibrio a favore di un insostenibile svuotamento.
Il disagio metropolitano occidentale contemporaneo, che nelle sue forme estreme rivela carenze esprimibili solo attraverso condotte al limite del rischio e dell’addiction, richiede alla psicologia interventi mirati alla promozione dell’espressione di tutta quella serie di sentimenti che producono benessere e gioia quali, tenerezza, affetto, senso di appartenenza e solidarietà condivisa.

Perché vivere è un’esigenza fondamentale, vivere significa essere.

Dott. ssa Emilia Wanderlingh

http://www.palermoweb.com/psicologia/intro.asp
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