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25-03-2011, 21:03
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#61
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Banned
Qui dal: Jan 2010
Messaggi: 2,056
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Oh, ma qualcuno mi spiega - in modo chiaro - che cos'è la dignità?
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25-03-2011, 21:33
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#62
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Banned
Qui dal: Dec 2010
Messaggi: 2,132
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Quote:
Originariamente inviata da anonimo
Oh, ma qualcuno mi spiega - in modo chiaro - che cos'è la dignità?
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uhahah...in modo chiaro non credo che ci riuscirei :P
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25-03-2011, 22:28
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#63
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: Brianza
Messaggi: 1,038
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Quote:
Originariamente inviata da shady74
Sì, ma voler essere commiserati io lo trovo un po' infantile, mi scusino gli utenti che non la pensano così, io non voglio essere compatito, la gente o mi accetta per quello che sono o niente.
Poi sono d'accordo con te che essere compatiti o derisi sono due cose diverse, ma hanno in comune una carattarestica: chi ti deride o commisera non ha grande stima di te... chi ti deride ti mette in ridicolo e ti umilia, chi ti commisera a me sembra che sottointenda "povero sfigato!"... no, io non ci sto a questa ennesima svalorizzazione della mia persona.
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Eh... ecco i disagi dovuti alla mancanza di telepatia fra gli esseri umani!
Il problema, credo, è dovuto al significato personale che si dà ai termini "compassione" e "commiserazione", niente di più... cioè, se per "commiserare qualcuno" o "compatire qualcuno" si intende il "disprezzare qualcuno", allora io non sono d'accordo, perché parlerei SOLO di "disprezzare qualcuno"... almeno, questa è la mia idea...
"Compatire" e "commiserare" nel loro significato etimologico sono tra le azioni più distanti dal disprezzo che potrebbero esistere... insomma, se io disprezzassi veramente qualcuno, cercherei di provare quello che prova questa persona? Passi per "commiserazione" (in cui c'è effettivamente il termine "miseria", anche se è una miseria "in compartecipazione", un po' del tipo: "Il fato ti è stato avverso? Allora voglio condividere il tuo destino per non lasciarti da solo!" certo, un po' un comportamento da Madre Teresa, ma vabè... ), ma "compatire" no, non ha nulla a che vedere col disprezzo...
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25-03-2011, 22:33
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#64
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Ok, mi avete convinto, fondiamo il Club della Compassione e iniziamo a compatirci a vicenda?
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25-03-2011, 22:36
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#65
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: Brianza
Messaggi: 1,038
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Quote:
Originariamente inviata da PriccoPracco
Non sono d'accordo.
Se non si ha la dignità di se stessi, se ne perde pure la stima, o meglio l'autostima.
Se non si reascisce è logico risultare dei perdenti.
Lottare e reagire per arrivare ad avere stima e fiducia di se stessi, non per apparire vincenti agli occhi degli altri.
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Due domande:
1. non tutti in questo forum hanno un alto livello di autostima. Ciò vuol forse dire che tutti quelli che hanno un basso livello di autostima non hanno la dignità di sé stessi?
2. " risultare dei perdenti" = " essere dei perdenti"?
Secondo me, no.
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25-03-2011, 22:38
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#66
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: Brianza
Messaggi: 1,038
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Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher
Ok, mi avete convinto, fondiamo il Club della Compassione e iniziamo a compatirci a vicenda?
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(e anche col forum nuovo i 10 caratteri sono obbligatori...)
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25-03-2011, 22:43
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#67
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Principiante
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 50
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Quote:
Originariamente inviata da Mock Turtle
Due domande:
1. non tutti in questo forum hanno un alto livello di autostima. Ciò vuol forse dire che tutti quelli che hanno un basso livello di autostima non hanno la dignità di sé stessi?
2. " risultare dei perdenti" = " essere dei perdenti"?
Secondo me, no.
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1-La dignità è il rispetto di sé stessi. Chi non possiede autostima non si rispetta, perciò una grande dignità di sé non ce l'ha.
2-Questa è una domanda interessante. Mi piacerebbe capire quanto l'idea di "perdente" è collegata con l'approvazione sociale. Termini come "vincente" e "perdente" implicano l'esistenza di una qualche sorta di gara. La gara in questo caso qual è?
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25-03-2011, 22:57
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#68
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Banned
Qui dal: Dec 2010
Messaggi: 2,132
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Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher
Ok, mi avete convinto, fondiamo il Club della Compassione e iniziamo a compatirci a vicenda?
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Ma per piacere ..o per pietà?
Quote:
Originariamente inviata da Mock Turtle
Due domande:
1. non tutti in questo forum hanno un alto livello di autostima. Ciò vuol forse dire che tutti quelli che hanno un basso livello di autostima non hanno la dignità di sé stessi?
2. "risultare dei perdenti" = "essere dei perdenti"?
Secondo me, no.
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1. Bè per come la vedo io chi non ha la dignità di se stesso si disprezza. Come fai a stimarti se ti fai schifo?
2.No, vabbè ho sbagliato a scrivere...uff intendevo essere :P
http://www.fobiasociale.com/stabilir...77/#post502200
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25-03-2011, 23:01
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#69
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Quote:
Originariamente inviata da Caliban
Questa è una domanda interessante. Mi piacerebbe capire quanto l'idea di "perdente" è collegata con l'approvazione sociale. Termini come "vincente" e "perdente" implicano l'esistenza di una qualche sorta di gara. La gara in questo caso qual è?
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Quoto quoto, la mia opinione è che in questo caso vogliono farci credere a tutti i costi di star partecipando a una gara che in realtà non c'è.
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25-03-2011, 23:13
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#70
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Banned
Qui dal: Dec 2010
Messaggi: 2,132
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Quote:
Originariamente inviata da Caliban
1-La dignità è il rispetto di sé stessi. Chi non possiede autostima non si rispetta, perciò una grande dignità di sé non ce l'ha.
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Esattamente era quello che volevo dire, ma sono un ciuccio
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25-03-2011, 23:15
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#71
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Principiante
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 50
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Ti dirò, secondo me la gara esiste eccome. Il punto è che molti per timore, vergogna, insicurezza, rifiutano di parteciparvi, si isolano e finiscono per sentirsi dei perdenti. Probabilmente non è possibile recuperare la fiducia in sé stessi stando lontani dalla gente e dalla società. Forse bisogna solo armarsi di coraggio e mettersi in gioco.
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25-03-2011, 23:20
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#72
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Quote:
Originariamente inviata da Caliban
Ti dirò, secondo me la gara esiste eccome. Il punto è che molti per timore, vergogna, insicurezza, rifiutano di parteciparvi, si isolano e finiscono per sentirsi dei perdenti. Probabilmente non è possibile recuperare la fiducia in sé stessi stando lontani dalla gente e dalla società. Forse bisogna solo armarsi di coraggio e mettersi in gioco.
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Non sono d'accordo. Senza regole, senza obiettivi univoci validi per tutti, come si fa a parlare di gara? E chi fa l'arbitro?
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25-03-2011, 23:49
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#73
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Principiante
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 50
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E' vero, non si tratta di una gara "standard" come potrebbe esserlo una partita di calcio o una corsa ad ostacoli. Le regole sono poco chiare e in parte espresse tacitamente, però di fatto esistono , così come esistono gli arbitri, che sono rappresentati dal giudizio critico delle persone, dalla disapprovazione sociale o, in casi estremi, dalla legge.
Per giudicare se una persona è vincente o perdente esistono centinaia di criteri e di canoni (ricchezza, intelligenza, cultura, posto di lavoro, conoscenze...potrei continuare per ore) che poi coincidono con gli obiettivi che ognuno cerca di realizzare nella vita. E' vero che esistono anche numerosi sottocampi, nei quali alcuni valori possono essere considerati a scapito di altri che vengono invece disprezzati. Nonostante questo, esistono sempre degli standard molto generali di successo sociale a cui tutti - a parte rare eccezioni - tendono ad uniformarsi.
Uno può scegliere se partecipare a questo gioco molto complesso oppure isolarsi. Ma io sono convinto che soltanto una percentuale irrisoria di chi si ritira lo faccia per una scelta libera e consapevole. I più lo fanno per sfiducia nelle proprie capacità.
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25-03-2011, 23:50
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#74
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Ebbasta, finitela, sono allergico alle gare.
No, davvero, ci si dovrebbe fare un ragionamento lungo ma non credo sia scontato vedere la vita come un set di campi da gioco. Poi ognuno fa come crede eh.
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27-04-2015, 22:15
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#75
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Esperto
Qui dal: Feb 2009
Ubicazione: Roma
Messaggi: 964
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Quote:
Originariamente inviata da shady74
Alle medie a volte per delle angherie subite non sai quante volte avrei desiderato piangere, ma non l'ho fatto per non dare soddisfazioni a chi mi era ostile ma anche, in misura minore, per sentirmi dire "poverino!" per me sarebbe stata un'ulteriore fonte di imbarazzo in quanto avrebbe sottolineato la mia debolezza.
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Stessa cosa che pensavo io. Ricordo, in particolare, durante il primo anno di università, un litigio con una collega e "amica" (che era stata anche una mia compagna di liceo per 5 anni) in cui lei mi urlò in faccia: "Non ti sopporto più", "Ti prendono tutti per il culo, io sono l'unica che ti si caca e hai pure il coraggio di dire che non mi sopporti?", "Mi fai schifo", " Ti chiamo per uscire perché mi fai pena", "Sparati", "Esci da casa mia, non ti voglio più vedere". Immagina lo sforzo che ho dovuto fare, oltre che per non piangere, per non spararle io!
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27-04-2015, 22:40
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#76
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Principiante
Qui dal: Mar 2015
Messaggi: 29
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Quote:
Originariamente inviata da cristinapinti
"Ti chiamo per uscire perché mi fai pena",
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Dio,questo è tremendo,nel senso come crudeltà da dire a una persona.Insomma se uno non vuole vedere una persona non se la fila,ma una volta che cerca di starle vicino ed uscire con lei,lo dovrebbe fare per solidarietà,invece di dirgli apertamente che lo fa solo perchè fa pena.Se me lo dicessero,con un tono convinto,cioè non compassionevole ma di chi lo dice apposta per farti star male,penso che non mi riprenderei più dalla botta psicologica.
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28-04-2015, 00:05
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#77
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Esperto
Qui dal: Feb 2009
Ubicazione: Roma
Messaggi: 964
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Quote:
Originariamente inviata da michalestadter
Dio,questo è tremendo,nel senso come crudeltà da dire a una persona.Insomma se uno non vuole vedere una persona non se la fila,ma una volta che cerca di starle vicino ed uscire con lei,lo dovrebbe fare per solidarietà,invece di dirgli apertamente che lo fa solo perchè fa pena.
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Il bello, invece, è che lei si credeva buona perché era sempre meglio degli altri che non mi si cacavano mai (che poi non era vero!)
Quote:
Originariamente inviata da michalestadter
Se me lo dicessero,con un tono convinto,cioè non compassionevole ma di chi lo dice apposta per farti star male,penso che non mi riprenderei più dalla botta psicologica.
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Infatti io, dopo 12 anni e mezzo, non mi sono ancora ripresa! Pensa che mentre mi urlava in faccia quelle cose metteva pure in mezzo un'altra "amica" (sempre compagna di liceo per 5 anni) per telefono, che poi mi disse davanti a lei: "Tu veramente vuoi finire come quella poveraccia di Sabrina?" (Sabrina era la ragazza che veniva più presa per il culo nella classe)
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28-04-2015, 09:10
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#78
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Principiante
Qui dal: Apr 2015
Messaggi: 84
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Quote:
Originariamente inviata da Rose
La gente là fuori non è quasi mai empatica con chi soffre. Anzi sfruttano ogni debolezza per attaccarti o al limite ti tengono a distanza, sia mai che la tua sofferenza possa contagiarli.
Io ho smesso di cercare la comprensione altrui, mi sono rotta di restare delusa.
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Esatto tentar di far pena è semplicemente inutile, chi ha dei problemi non vuole essere ulteriormente appesantito con i problemi di qualcun altro, e chi è felice non vuole che la propria felicità venga intaccata dall'infelicità di qualcun altro.
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Ultima modifica di lizbon; 28-04-2015 a 10:53.
Motivo: chiuso per necroposting
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