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Vecchio 23-03-2011, 18:42   #41
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Originariamente inviata da ciarliera Visualizza il messaggio
Ahahhaah! ti adoro!
Non dire così, potrei smontarmi la testa..
Vecchio 23-03-2011, 22:53   #42
Esperto
 

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Originariamente inviata da anonimo Visualizza il messaggio
Io voglio far pena ad un sacco di gente, in un sacco di modi e per un sacco di motivi.
Voglio far pena anche a voi.
Mi ritrovo a sognare scene in cui la gente è preoccupata per me.
Questo mi da una qualche forma di piacere.
Sembra addirittura che la mia forma relazionale di base sia proprio questa.
Ad esempio io cercherei di far pena ad una ragazza, di farla preoccupare.
Cerco un rapporto madre-figlio, in pratica.
Tutto ciò mi sta abbastanza sulle palle, ma mi viene spontaneo.
Non vogio che questo topic vi faccia pena.
A voi succede?
Guardate che parlo di desideri relativamente pre-consci..
Pena o compassione... sono solo due parole e ognuno le interpreta a modo suo, secondo me... in ogni caso, la parola che qui potrebbe mancare (ma solo formalmente, perché lo scrivi tu stesso che vorresti che qualcuno si preoccupasse di te) è "cura".
Sia la pena, sia la compassione sono sterili se manca l'azione curativa da parte di chi prova pena o compassione. E il termine "cura" ha una ambiguità di fondo che potrebbe sembrare tutt'altro che positivo.

La cura è la preoccupazione prima ancora d'essere la terapia, e prendersi cura di qualcuno siginifica prima di tutto interessarsi, affannarsi, agitarsi, provare dolore, dannarsi, darsi ansia, darsi pena per qualcuno (dopo averla provata per la stessa persona per cui ci si dà pena); l'azione terapeutica si attiva (o si potrebbe attivare) solo dopo questi meccanismi di preoccupazione.

Insomma, io non ci trovo nulla di assolutamente negativo nel tuo desiderio di "fare pena" a qualcuno: è solo un desiderio di stare a cuore a qualcuno (e, guarda caso, l'etimologia probabile di "cura" viene proprio ricondotta alla parola "cuore").

(P.S.: e con questo post torno a scrivere sul forum dopo un periodo di stagnazione delle idee... )
Vecchio 24-03-2011, 01:52   #43
Esperto
L'avatar di Rocky Balboa
 

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Originariamente inviata da ciarliera Visualizza il messaggio
Non si tratta certo di tattiche o strategie per attirare l'aiuto o l'affetto di qualcuno. Diciamo che un po' inconsapevolmente siamo portati ad approcciarci agli altri mettendo avanti i nostri problemi perchè forse ci piace un po' essere messi sotto l'ala protettiva e affettiva di qualcuno. A me piace l'idea che qualcuno possa soffrire per me e prendersi cura di me, anelare il mio affetto e volermi tutelare dalle sofferenze della vita. Un po' come nella Cura di Battiato.
Ripeto, non si tratta di tattiche consapevolmente messe in atto... almeno nel mio caso! Non so se Anonimo è d'accordo.
Ma che qualcuno possa soffrire per me, oppure che vorrebbe prendersi cura di me.. dovuto a stima, affetto, amore o apprezzamento verso la mia persona è un conto.... mi sta benissimo,
anche coloro che aiutano gli anziani oppure i bambini, lo fanno perchè mossi da stima, affetto, amore... verso queste persone, quindi secondo il mio punto di vista, ci sta tutto.

ma suscitare la pietà degli altri, la loro compassione.. è diverso, come dice giustamente NightVision, sembra quasi di essere considerati come persone inferiori e/o sfortunate... viste dall'alto verso il basso, e sempre secondo me, non è una bella cosa, che io personalmente non sopporto.
Vecchio 24-03-2011, 16:08   #44
Esperto
L'avatar di ciarliera
 

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Originariamente inviata da Rocky Balboa Visualizza il messaggio
ma suscitare la pietà degli altri, la loro compassione.. è diverso, come dice giustamente NightVision, sembra quasi di essere considerati come persone inferiori e/o sfortunate... viste dall'alto verso il basso, e sempre secondo me, non è una bella cosa, che io personalmente non sopporto.
Io invece lo gradisco. Sono conscia dei miei litimiti, perchè dovrei apparire diversa da ciò che sono? Sono fragile, soffro, ho i miei drammi personali. A me fanno piacere sti sentimenti di compassione e pena umana, mi confortano. E poi noto una cosa: i termini "poveretta", "poverina" molta gente li considera in senso dispregiativo. Ma perchè non proviamo invece a entrare nell'ottica della bontà, del conforto, della cura, della carità umana. L'orgoglio non porta da nessuna parte.
Io sono orgogliosa di far pena e di provare pena per chi soffre, ecco
Vecchio 24-03-2011, 17:36   #45
Esperto
 

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Originariamente inviata da PriccoPracco Visualizza il messaggio
Un giorno stavo guardando L'UOMO TIGRE e ci fù una frase nel cartone che mi colpì in maniera assurda: "meglio essere odiati che commiserati"
Tanti nemici, tanto onore... ho sentito da qualche parte... non sono del tutto d'accordo, ma più che essere commiserati o derisi, meglio quella frase...
Vecchio 24-03-2011, 17:38   #46
Esperto
 

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Originariamente inviata da stone Visualizza il messaggio
Quando fai pena a qualcuno, vengono fuori quei consigli irritanti che tutti ci siamo sentiti dare
Esatto... quindi meglio evitare di prestare il fianco!
Vecchio 24-03-2011, 18:25   #47
Esperto
L'avatar di Rocky Balboa
 

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Originariamente inviata da ciarliera Visualizza il messaggio
Io invece lo gradisco. Sono conscia dei miei litimiti, perchè dovrei apparire diversa da ciò che sono? Sono fragile, soffro, ho i miei drammi personali. A me fanno piacere sti sentimenti di compassione e pena umana, mi confortano. E poi noto una cosa: i termini "poveretta", "poverina" molta gente li considera in senso dispregiativo. Ma perchè non proviamo invece a entrare nell'ottica della bontà, del conforto, della cura, della carità umana. L'orgoglio non porta da nessuna parte.
Io sono orgogliosa di far pena e di provare pena per chi soffre, ecco
quello di cui tu parli, l'ho scritto sopra, nel pezzo che hai tagliato...
hai omesso la comprensione... che secondo me è uno dei fattori principali che spinge (o che dovrebbe) spingere delle persone a prendersi cura o aiutare altre, insieme ad altri sentimenti che ho scritto nell'ultimo post, e tutto questo mi va bene,

ma per come sono fatto io, se non noto niente di tutto questo, mi faccio da parte...

io sono orgoglioso di essere compreso, e di comprendere chi soffre, ecco
Vecchio 24-03-2011, 18:53   #48
Esperto
 

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Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
Tanti nemici, tanto onore... ho sentito da qualche parte... non sono del tutto d'accordo, ma più che essere commiserati o derisi, meglio quella frase...
Secondo me dipende sempre da chi ci commisera o ci deride, e le due cose non vanno sempre di pari passo, anzi... se è la sagra della frase fatta, potrei rilanciare con "Chi disprezza, compra"... (see, magari! )

Comunque, l'essere deriso è cosa assolutamente diversa dall'essere commiserato: peggiore come gesto, ma assolutamente opposto al "commiserare"...
Insomma, cerchiamo di mettere le cose in chiaro: voler essere commiserati non significa voler essere disprezzati.

Ultima modifica di Mock Turtle; 25-03-2011 a 00:23.
Vecchio 24-03-2011, 20:51   #49
Intermedio
L'avatar di ASPIRANTErocker
 

io faccio pena
Vecchio 25-03-2011, 13:09   #50
Esperto
L'avatar di ciarliera
 

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Originariamente inviata da Rocky Balboa Visualizza il messaggio
quello di cui tu parli, l'ho scritto sopra, nel pezzo che hai tagliato...
hai omesso la comprensione... che secondo me è uno dei fattori principali che spinge (o che dovrebbe) spingere delle persone a prendersi cura o aiutare altre, insieme ad altri sentimenti che ho scritto nell'ultimo post, e tutto questo mi va bene,

ma per come sono fatto io, se non noto niente di tutto questo, mi faccio da parte...

io sono orgoglioso di essere compreso, e di comprendere chi soffre, ecco
Per me comprensione, compassione, volersi prendere cura, provare pena, sono pressocchè sinonimi :P e ci vedo solo del positivo in tutto ciò.
Recentemente mi è capitato di piangere davanti a delle persone, avrei voluto un abbraccio. Non l'ho avuto. Queste persone si sono giustificate dicendo che temevano che un abbraccio sarebbe stato indice di compassione e pena nei miei confronti, e temendo un mio moto d'orgoglio me l'hanno negato.
Io invece l'avrei voluto, penso che una persona che prova pena per te sia una risorsa preziosa.
Vecchio 25-03-2011, 13:16   #51
Esperto
 

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Originariamente inviata da Mock Turtle Visualizza il messaggio
Secondo me dipende sempre da chi ci commisera o ci deride, e le due cose non vanno sempre di pari passo, anzi... se è la sagra della frase fatta, potrei rilanciare con "Chi disprezza, compra"... (see, magari! )

Comunque, l'essere deriso è cosa assolutamente diversa dall'essere commiserato: peggiore come gesto, ma assolutamente opposto al "commiserare"...
Insomma, cerchiamo di mettere le cose in chiaro: voler essere commiserati non significa voler essere disprezzati.
Sì, ma voler essere commiserati io lo trovo un po' infantile, mi scusino gli utenti che non la pensano così, io non voglio essere compatito, la gente o mi accetta per quello che sono o niente.
Poi sono d'accordo con te che essere compatiti o derisi sono due cose diverse, ma hanno in comune una carattarestica: chi ti deride o commisera non ha grande stima di te... chi ti deride ti mette in ridicolo e ti umilia, chi ti commisera a me sembra che sottointenda "povero sfigato!"... no, io non ci sto a questa ennesima svalorizzazione della mia persona.
Vecchio 25-03-2011, 13:23   #52
Esperto
 

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Originariamente inviata da ciarliera Visualizza il messaggio
Per me comprensione, compassione, volersi prendere cura, provare pena, sono pressocchè sinonimi :P e ci vedo solo del positivo in tutto ciò.
Recentemente mi è capitato di piangere davanti a delle persone, avrei voluto un abbraccio. Non l'ho avuto. Queste persone si sono giustificate dicendo che temevano che un abbraccio sarebbe stato indice di compassione e pena nei miei confronti, e temendo un mio moto d'orgoglio me l'hanno negato.
Io invece l'avrei voluto, penso che una persona che prova pena per te sia una risorsa preziosa.
Io rispetto i tuoi sentimenti, però rimango su posizioni diametralmente opposte. Se si tratta di dare conforto ad una persona che lo cerca io sono il primo ad offrirmi per fornirglielo... lo stesso discorso non vale per me, evito di dimostrare le mie debolezze, salvo che con persone fidatissime, proprio per evitare compassioni.
Alle medie a volte per delle angherie subite non sai quante volte avrei desiderato piangere, ma non l'ho fatto per non dare soddisfazioni a chi mi era ostile ma anche, in misura minore, per sentirmi dire "poverino!" per me sarebbe stata un'ulteriore fonte di imbarazzo in quanto avrebbe sottolineato la mia debolezza.
Certo, per le persone che l'avessero fatto avrei provato stima, perchè magari provavano realmente solidarietà verso di me.
Ma la questione era mia e con il mio orgoglio.
Vecchio 25-03-2011, 13:35   #53
Esperto
L'avatar di ciarliera
 

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Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
Io rispetto i tuoi sentimenti, però rimango su posizioni diametralmente opposte. Se si tratta di dare conforto ad una persona che lo cerca io sono il primo ad offrirmi per fornirglielo... lo stesso discorso non vale per me, evito di dimostrare le mie debolezze, salvo che con persone fidatissime, proprio per evitare compassioni.
Alle medie a volte per delle angherie subite non sai quante volte avrei desiderato piangere, ma non l'ho fatto per non dare soddisfazioni a chi mi era ostile ma anche, in misura minore, per sentirmi dire "poverino!" per me sarebbe stata un'ulteriore fonte di imbarazzo in quanto avrebbe sottolineato la mia debolezza.
Certo, per le persone che l'avessero fatto avrei provato stima, perchè magari provavano realmente solidarietà verso di me.
Ma la questione era mia e con il mio orgoglio.
Anch'io rispetto la tua posizione... però penso che di fronte ai sentimenti, alle emozioni, l'orgoglio vada messo da parte. Soffrire, piangere, non è da deboli. Per me tu sei un po' vittima della cultura del "vero uomo" che non deve piangere, che non deve tenere le braccia scese come i deboli, che non deve dar "soddisfazione" agli altri con le lacrime.
Io non penso che gli altri possano godere vedendo una persona che soffre. Sì, forse un bullo potrebbe goderci. Però lasciamo stare i tempi della scuola. Io se adesso piango sono contenta di leggere negli occhi degli altri della compassione per la mia condizione. E non mi sento debole. I sentimenti e le emozioni, positive o negative che siano, per me possono essere soltanto punti di forza, mai di debolezza.
Vecchio 25-03-2011, 13:45   #54
Esperto
 

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Originariamente inviata da ciarliera Visualizza il messaggio
Anch'io rispetto la tua posizione... però penso che di fronte ai sentimenti, alle emozioni, l'orgoglio vada messo da parte. Soffrire, piangere, non è da deboli. Per me tu sei un po' vittima della cultura del "vero uomo" che non deve piangere, che non deve tenere le braccia scese come i deboli, che non deve dar "soddisfazione" agli altri con le lacrime.
Io non penso che gli altri possano godere vedendo una persona che soffre. Sì, forse un bullo potrebbe goderci. Però lasciamo stare i tempi della scuola. Io se adesso piango sono contenta di leggere negli occhi degli altri della compassione per la mia condizione. E non mi sento debole. I sentimenti e le emozioni, positive o negative che siano, per me possono essere soltanto punti di forza, mai di debolezza.
No, non ti preoccupare non voglio essere il "macho-man" della situazione, è solo che io ho preso troppe batoste nella mia vita e le prendo tuttora, certo il bullismo è relegato alle medie, ma le angherie le si possono subire in qualsiasi luogo, quindi cambia poco, anche se mi sono abituato a rispondere agli attacchi.
Questa condizione in me forse ha fatto sparire la voglia di ricevere compassione, che è stata sostituita da spirito di rivalsa e di lotta... probabilmente è questo stato di cose che mi spinge a certi ragionamenti.
Vecchio 25-03-2011, 14:32   #55
Esperto
 

La gente là fuori non è quasi mai empatica con chi soffre. Anzi sfruttano ogni debolezza per attaccarti o al limite ti tengono a distanza, sia mai che la tua sofferenza possa contagiarli.
Io ho smesso di cercare la comprensione altrui, mi sono rotta di restare delusa.
Vecchio 25-03-2011, 15:07   #56
Esperto
L'avatar di Confusion
 

No...io non voglio far pena a nessuno piuttosto me ne resto solo.
Cmq il voler fare pena è una branca del vittimismo autodistruttivo ed è un modo per attirare l'attenzione.
Io quando sono molto giù fantastico (ma poi non lo farei mai...sono solo fantasie) su come levarmi di torno o andando a vivere chissà dove o levandomi di torno in senso stretto.
Ieri fantasticavo di riempire la vasca da bagno di acido cloridrico in modo tale che rimanesse di me solo lo scheletro e lasciare una lettera in cui spiego che piuttosto che far pena alla gente o non essere accettato preferisco annientarmi.
Immagino queste cose molto teatrali e perchè? perchè più teatrale è la cosa, più scena fà, più attenziona attira.
E' un meccanismo autodistruttivo ma egoistico al tempo stesso.
Ma non lo farei mai: sarebbe un darla vinta a chi mi ha voltato le spalle e inoltre darei un dolore inutile a chi mi ha sempre sostenuto.

Ultima modifica di Confusion; 25-03-2011 a 15:09.
Vecchio 25-03-2011, 15:21   #57
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Originariamente inviata da zucchina Visualizza il messaggio
io comprendo e spesso ho condiviso questi "sogni" e desideri, pochi anni fa avevo delle fantasie estreme in questo senso, così come mi rendo conto che non sono qualcosa di positivo in una persona ormai adulta, anzi!...magari sono il sintomo di una prolungata carenza di condivisione affettiva, unita ad autostima pari a 0, che fa regredire a un carattere così debole e dipendente, tipo un neonato non autonomo che aspetta di ricevere le cure, scaricando la responsabilità del proprio benessere-non benessere su chi lo accudisce...rapporto affettivo più immaturo mi sa che non esiste...si sogna di ottenere l'affetto incondizionato e le cure grazie alla propria debolezza, ma così non si è persone complete da poter ricambiare i bisogni dell'altra persona, costruire rapporti affettivi maturi dove si sta insieme per piacere e non per bisogno. e se il rapporto rischia di interrompersi, ci si mette a strisciare per riottenere l'affetto tramite la compassione, oppure consapevole di non valere nulla, si lascia andare nel vuoto con la passiva speranza di essere risalvato... insomma, sarò anche molto autocritica, ma per certi versi lo trovo disgustoso, o comunque, da cambiare crescendo a poco a poco con fatica, senza farsi sopraffare da queste fantasie inutili che sono solo un circolo vizioso di debolezza...
Descrizione straordinaria.. Comunque non credo che nel mio caso io possa cambiare chissà quanto: si tratta di una roba radicata.. Cioè, il cosiddetto "rapporto maturo" per me non sarebbe soltanto ansiogeno, ma soprattutto non mi darebbe ciò che ci si aspetta da un rapporto: piacere.. Non riuscirei a trarre piacere da un rapporto maturo..
Vecchio 25-03-2011, 16:45   #58
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Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
Tanti nemici, tanto onore... ho sentito da qualche parte... non sono del tutto d'accordo, ma più che essere commiserati o derisi, meglio quella frase...
Poverino, che peccato, solo al pensiero che 2 persone confabulano queste parole riguardo me, mi fa incazzare.

Voler far pena significa secondo me non voler reagire.
Essere odiati è una conseguenza che può capitare reagendo.

Voler far pena a qualkuno è un modo per perdere la propria dignità.
Vecchio 25-03-2011, 20:00   #59
Esperto
L'avatar di ciarliera
 

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Originariamente inviata da PriccoPracco Visualizza il messaggio
Voler far pena a qualkuno è un modo per perdere la propria dignità.
La dignità è il male (non cit.). Dignità si trasforma in dare valore a se stessi cercando sempre di risultare vincenti agli occhi degli altri, anche quando in realtà si è solo miserabili perdenti.
Vecchio 25-03-2011, 20:52   #60
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Originariamente inviata da ciarliera Visualizza il messaggio
La dignità è il male (non cit.). Dignità si trasforma in dare valore a se stessi cercando sempre di risultare vincenti agli occhi degli altri, anche quando in realtà si è solo miserabili perdenti.
Non sono d'accordo.
Se non si ha la dignità di se stessi, se ne perde pure la stima, o meglio l'autostima.
Se non si reascisce è logico risultare dei perdenti.

Lottare e reagire per arrivare ad avere stima e fiducia di se stessi, non per apparire vincenti agli occhi degli altri.
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