Ho trascorso alcuni mesi lavorativi in Albania con un capo con evidenti problemi di narcisismo overt, efficace nel portare "numeri", ma probabilmente sbolognato là da Milano perché molto "pesante" da affrontare nel quotidiano.
Difficile la convivenza, nonostante colleghi che stimavo, e su imbeccata di un mio ex collega che stimo (purtroppo stimavo), mi dice che c'è un'altra azienda che cerca un profilo tipo il mio in Italia, io volevo tornare, la paga è bassina, ma ... torno.
Il nuovo capo è sulla sessantina, persona molto colta (mi colpisce molto, mi piacciono le cose così), ma non mi tornano i conti. Un'impiegata si è dimessa, strana dimissione, un'altra segue ogni cazzata che lui dice, pedante, anche se è palesemente viziata dalle paranoie del momento.
Ha dei momenti in cui perde il controllo, la situazione è proprio strana, non ha senso, minaccia licenziamenti, diventa molto scurrile, furente, irrazionale, è assolutamente esagerato nei giudizi, provocatore, instabile. Crea momenti di imbarazzo, di disagio.
Il tutto intervallato da momenti di sostanziale lucidità, gradevolezza, tatto, dicorsi di buon senso (ma tremendamente ipocriti, ecc.).
Una simile situazione ha fatto implodere tutti i miei contrasti interni e mi ha fondamentalmente dato la spinta per chiedere aiuto a un terapeuta.
L'unica cosa buona e costruttiva in tutta la faccenda.
Però è davvero pesante lavorare in quel contesto, con un pazzo più pazzo di quello che ho lasciato, il quale tutto sommato non era così difficile da gestire,e che con me era leggermente più "soft" che con gli altri.
Inoltre non è soddisfatto delle mie prestazioni, e NON intendo assolutamente soddisfarlo.
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Faccio il mio e fottiti.
Ho avuto dei discreti trascorsi professionali in altre circostanze, ma ero pagato decorosamente.
Quindi: ritorno in Italia con tutti gli oneri, trasloco costoso, contratto d'affitto abbastanza vincolante, un lavoro assolutamente insoddisfacente, un capo pazzo, una collega che crea difficoltà, la possibilità tutt'altro che remota di un licenziamento, il mercato del lavoro che non risponde, una psicoterapia costosa appena iniziata.
Quel che resta della famiglia contenta che ho trovato lavoro abbastanza vicino a casa, e guai a mollarlo, e io che inoltre provo una profonda vergogna per essere caduto così in basso, per ritrovare un altro schizzato, per aver sbagliato tempi e metodi (di nuovo), per aver dato ascolto a una persona in buona fede, ma che mi ha gettato direttamente nelle fauci del nulla, camaleonticamente vestito da opportunità.
Voi vedete dei modi per sistemare la cosa?
Non mi sono mai sentito così in gabbia, così sconfitto, così zero.