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02-08-2010, 23:26
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#1
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Intermedio
Qui dal: Aug 2006
Messaggi: 172
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Mi ripeto per l'ennesima volta ..non soffro della vostra patolgia pur essendo timido (anche se so che non e' la stessa cosa).
La mia domanda e' questa...ed e' una pura curiosita'.Io fino ai 18-19 anni ero cosi timido che ancora faccio fatica a crederlo. Oddio adesso non sono uno spavaldo..non mi diletto ad intrattenere ''le folle'' raccontando barzellette'' ...pero' sono diciamo molto migliorato.
Quello che ho notato leggendo qua e' la e' che ( correggetemi se sbaglio) siete molto impauriti nell'avvicinare l altro sesso ,oltre alle varie situazioni sociali.
La mia domanda e' questa...l'evoluzione della malattia non porta in qualche modo ad una ''guarigione spontanea'' con l avanzare dell'eta'??
Sto chiedendo cosa dice la letteratura a prosposito di questo disturbo.
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02-08-2010, 23:33
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#2
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,761
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Quote:
Originariamente inviata da logger99
La mia domanda e' questa...l'evoluzione della malattia non porta in qualche modo ad una ''guarigione spontanea'' con l avanzare dell'eta'??
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NO! Risposta semplice. Più gli anni passano più il male diventa opprimente
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02-08-2010, 23:35
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#3
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Messaggi: 577
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Non credo, da quanto ho capito l'età media del forum è sulla trentina
Ma ovviamente si spera che la cosa vada migliorando come è successo a te
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02-08-2010, 23:44
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#4
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Messaggi: 1,078
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come mai questa curiosità?
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02-08-2010, 23:50
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#5
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Banned
Qui dal: Jul 2009
Messaggi: 2,912
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Meno contatti hai con gli altri, meno contatti vuoi avere.
Più passa il tempo, più il tutto peggiora.
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03-08-2010, 00:15
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#6
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Come molte malattie fisiche, la Fobia Sociale ed il Disturbo di Personalità Evitante, se non curate precocemente tendono a peggiorare. Quanto all'avvicinare l'altro sesso, non c'è nulla da capire: la malattia entra in contrasto con un istinto basilare.
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03-08-2010, 09:02
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#7
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Avanzato
Qui dal: Jul 2010
Messaggi: 333
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Non credo che conti l'età, ad esempio io ho superato la 30ina, mi ritengo un ex social fobico, lo sono stato fino a 4-5 anni fa, ora sono un timido con una soglia più bassa rispetto a prima. Come ho fatto? Ho superato la paura del sociale perchè ho dovuto affrontare le cose per "forza", ora ho la responsabilità di accudire una persona ammalata, quindi devo avere per forza una vita sociale.
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05-08-2010, 14:17
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#8
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,153
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io ho 22 anni sono migliorato nel senso he da ragazzino ero di una timidezza estrema,cioe prima avevo 10 conoscenti,ora 100 che so,prima avevo un amico ora ne ho qualcuno....in questo senso....pero' lindole e' quella....
fore si puo' migliorare davvero se uno si trova ad affrontare situazioni di diffcolta' estreme come malattie,cose cosi' dove uno e' costretto per sopravvivere a fare certe cose...
pero' questi miglioramenti vanno a fasi alterne,a volte ti illudono e dopo ti fai pu male perche a volte pensi di essere vicino ai normaloni che hanno fatto 2000 cose piu di te...e poi ti accorgi che ce un mare....
io credo si possa vivere una vita dignitosa accetandosi pero' e' con le donne che la fobia o dep che e' levoluzione della fobia...crea i maggiori problemi...
perche non te lo so spiegare,quello che ti posso dire e' che il problema del fobico principale e' la testa paranoica che imprigiona il corpo,e con le donne tutto cio aumenta,le paranoi salgono al doppio,il triplo,molte illogiche senza senso...e quando la struttura' e radicata non so piu che dire e' un grosso guaio...
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05-08-2010, 14:34
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#9
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Il fatto che non ci sia una proporzinalità lineare tra il passare del tempo e il miglioramento della fobia sociale non va però imputato alla naturo del disturbo della fobia sociale, ma a fattori estranei, che in sostanza classificherei in due classi:
1) la mancanza di creatività e passionalità nel soggetto socialfobico nello sperimentare, proprio con lo spirito di un imprenditore o di uno sperimentatore, le tecniche e i modi per rendere a lui soddisfacenti le proprie prestazioni sociali.
2) i difetti della comunicazione umana, che è ancora meccanica, perchè condizionata da un linguaggio extra-verbale e da dinamiche psicologiche inconsapevoli e spontanee, in modo che chi compensi la mancanza di quelle abilità con un'espressività più artificiosa non trova un ambiente favorevole.
La prima classe è un problema che va imputato al soggetto socialfobico che non usa il suo intelletto per perfezionarsi, la seconda classe è un problema da imputare alla società, cioè agli individui che compongono la società che, collettivamente, non fanno il patto sociale di modificare la comunicazione umana.
Consideriamo il caso in cui un socialfobico non appartenga alla classe 1, cioè abbia la volontà di usare il suo intelletto per migliorare la propria fobia sociale. Essendo però l'ambiente sociale appartenente alla classe 2, dovrà comunque faticare a guarire il suo disturbo, perchè nonostante il suo impegno e buona volontà, l'ambiente gli più attrito che favore. Quindi, più è diffusa la classe 2, più il soggetto della classe 1 dovrà impegnarsi, più la classe 2 è esigua, più il soggetto della classe 1 vedrà premiato il suo impegno.
In pratica comunque siamo in una specie di manicomio, perchè viviamo in un mondo in cui è considerato normale il fatto che non si possa comunicare tutto a tutti in modo che tutti capiscano tutto di tutti: manca infatti la volontà, perchè manca un'etica che abbia il postulato morale che è importante che ci sia una comunicazione perfetta. Così ci si accontenta di una comunicazione in massima parte meccanica, così lo sforzo del socialfobico dovrebbe essere acquisire quelle abilità meccaniche, che sono anche difficili da individuare, figuriamoci per un socialfobico che non abbia una grossa capacità di analisi e una grossa passione che alimenti il suo impegno.
Essendo in un manicomio, sarà più difficile superare il disturbo della fobia sociale, ma non impossibile.
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05-08-2010, 15:01
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#10
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Banned
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: tre metri sotto terra
Messaggi: 1,645
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Il fatto che non ci sia una proporzinalità lineare tra il passare del tempo e il miglioramento della fobia sociale non va però imputato alla naturo del disturbo della fobia sociale, ma a fattori estranei, che in sostanza classificherei in due classi:
1) la mancanza di creatività e passionalità nel soggetto socialfobico nello sperimentare, proprio con lo spirito di un imprenditore o di uno sperimentatore, le tecniche e i modi per rendere a lui soddisfacenti le proprie prestazioni sociali.
2) i difetti della comunicazione umana, che è ancora meccanica, perchè condizionata da un linguaggio extra-verbale e da dinamiche psicologiche inconsapevoli e spontanee, in modo che chi compensi la mancanza di quelle abilità con un'espressività più artificiosa non trova un ambiente favorevole.
La prima classe è un problema che va imputato al soggetto socialfobico che non usa il suo intelletto per perfezionarsi, la seconda classe è un problema da imputare alla società, cioè agli individui che compongono la società che, collettivamente, non fanno il patto sociale di modificare la comunicazione umana.
Consideriamo il caso in cui un socialfobico non appartenga alla classe 1, cioè abbia la volontà di usare il suo intelletto per migliorare la propria fobia sociale. Essendo però l'ambiente sociale appartenente alla classe 2, dovrà comunque faticare a guarire il suo disturbo, perchè nonostante il suo impegno e buona volontà, l'ambiente gli più attrito che favore. Quindi, più è diffusa la classe 2, più il soggetto della classe 1 dovrà impegnarsi, più la classe 2 è esigua, più il soggetto della classe 1 vedrà premiato il suo impegno.
In pratica comunque siamo in una specie di manicomio, perchè viviamo in un mondo in cui è considerato normale il fatto che non si possa comunicare tutto a tutti in modo che tutti capiscano tutto di tutti: manca infatti la volontà, perchè manca un'etica che abbia il postulato morale che è importante che ci sia una comunicazione perfetta. Così ci si accontenta di una comunicazione in massima parte meccanica, così lo sforzo del socialfobico dovrebbe essere acquisire quelle abilità meccaniche, che sono anche difficili da individuare, figuriamoci per un socialfobico che non abbia una grossa capacità di analisi e una grossa passione che alimenti il suo impegno.
Essendo in un manicomio, sarà più difficile superare il disturbo della fobia sociale, ma non impossibile.
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IN CONCLUSIONE possiamo dire che c'è un certa " asocialità ambigua " da parte dei soggetti B nei confronti dei soggetti A, i quali non permettono a questi di inserirsi nel contesto sociale poichè non considerati all'altezza per svolgere delle prestazioni sociali che li mettano a proprio agio ...
ok, dopo questa vado a comprarmi il parrucchino di EINSTEIN
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05-08-2010, 15:24
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#11
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da ajMcwill
IN CONCLUSIONE possiamo dire che c'è un certa " asocialità ambigua " da parte dei soggetti B nei confronti dei soggetti A, i quali non permettono a questi di inserirsi nel contesto sociale poichè non considerati all'altezza per svolgere delle prestazioni sociali che li mettano a proprio agio ...
ok, dopo questa vado a comprarmi il parrucchino di EINSTEIN
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Non è che ci sia un'emarginazione. Gli stessi soggetti B stanno a disagio a contatto con i soggetti A, il loro emarginarli è una forma di difesa, perchè non sanno come gestire i soggetti A, e viceversa. La causa è l'abitudine ad affidarsi alla comunicazione spontanea meccanica, cioè farsi trascinare dalle gratuite abilità comunicative date dalla natura, per non impegnarsi, invece, a usare una comunicazione completa con un linguaggio totalmente autoconsapevole, consapevolezza di tutti i segnali del corpo, delle dinamiche di feedback nella comunicazione, ma chissenegrega, tanto abbiamo il pilota automatico datoci gratis dalla natura, cioè la comunicazione extra-verbale meccanica, chi ce lo fa fare di pilotare noi la comunicazione? Peccato però che non tutti hanno il pilota automatico, quindi la comunicazione umana non è giusta.
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05-08-2010, 15:48
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#12
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Banned
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: tre metri sotto terra
Messaggi: 1,645
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Non è che ci sia un'emarginazione. Gli stessi soggetti B stanno a disagio a contatto con i soggetti A, il loro emarginarli è una forma di difesa, perchè non sanno come gestire i soggetti A, e viceversa. La causa è l'abitudine ad affidarsi alla comunicazione spontanea meccanica, cioè farsi trascinare dalle gratuite abilità comunicative date dalla natura, per non impegnarsi, invece, a usare una comunicazione completa con un linguaggio totalmente autoconsapevole, consapevolezza di tutti i segnali del corpo, delle dinamiche di feedback nella comunicazione, ma chissenegrega, tanto abbiamo il pilota automatico datoci gratis dalla natura, cioè la comunicazione extra-verbale meccanica, chi ce lo fa fare di pilotare noi la comunicazione? Peccato però che non tutti hanno il pilota automatico, quindi la comunicazione umana non è giusta.
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sta di fatto che hai detto che quella dei soggetti B è difesa, come quella dei soggetti A nel non affrontare le situazioni sociali. In tal caso viene a emergere un'asocialità da entrambe e due le parti ma per differenti motivi.
La meccanicità da parte del linguaggio dei soggetti B è pari all'automatismo e praticità con cui svolgono le semplici funzioni quotidiane. Dovendosi confrontare con i soggetti A i quali hanno un altro modo di apportarsi, molto più lento e meno pratico, i soggetti B li evitano di conseguenza...
stronzate a parte c'è anche il bel senso di superiorità e un comportamento superficiale da parte dei soggetti B, per concludersi in compiacimento nel poter trattare sotto i plantari delle scarpe un altro simile della propria razza: DA QUI SE NE RICAVA IL POTERE
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05-08-2010, 16:19
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#13
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 7,623
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"l'evoluzione della malattia non porta in qualche modo ad una ''guarigione spontanea'' con l avanzare dell'eta'??"
Penso di no.
Ci possono essere dei miglioramenti ma solo con tanta forza di volontà..
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05-08-2010, 17:50
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#14
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Avanzato
Qui dal: Jul 2010
Messaggi: 333
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Da un sito ho letto questo: "L'età d'esordio del disturbo si colloca generalmente tra i 15 e i 25 anni mentre la richiesta d'intervento psicologico o psichiatrico avviene in media dopo 10 anni di malattia ed è spesso determinata dall'insorgenza di complicanze quali depressione o abuso di alcolici".
http://www.psichiatria-online.it/fobia_sociale.asp
Infatti, a me è comparsa intorno a quell'età, non è da molto che viene diagnosticata la fobia sociale, prima veniva considerata solo come semplice timidezza esagerata. E come dice l'articolo l'aiuto si chiede dopo anni.
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05-08-2010, 18:08
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#15
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Banned
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: tre metri sotto terra
Messaggi: 1,645
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Quote:
Originariamente inviata da jackv
da un sito ho letto questo: "l'età d'esordio del disturbo si colloca generalmente tra i 15 e i 25 anni mentre la richiesta d'intervento psicologico o psichiatrico avviene in media dopo 10 anni di malattia ed è spesso determinata dall'insorgenza di complicanze quali depressione o abuso di alcolici".
http://www.psichiatria-online.it/fobia_sociale.asp
infatti, a me è comparsa intorno a quell'età, non è da molto che viene diagnosticata la fobia sociale, prima veniva considerata solo come semplice timidezza esagerata. E come dice l'articolo l'aiuto si chiede dopo anni.
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lo si chiede dopo anni perchè vuol dire che lo si chiede in un punto di esasperazione, e all'esasperazione ci si arriva dopo un po' di tempo ( dopo un bel po' )
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05-08-2010, 18:26
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#16
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Avanzato
Qui dal: Jul 2010
Messaggi: 333
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Quote:
Originariamente inviata da ajMcwill
lo si chiede dopo anni perchè vuol dire che lo si chiede in un punto di esasperazione, e all'esasperazione ci si arriva dopo un po' di tempo ( dopo un bel po' )
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Infatti, io mi ero isolato, sempre chiuso in casa e mi venne una forte depressione, ma all'epoca non si parlava ancora di fobia sociale, così mi mandarono dal neurologo, mi disse solo che l'ansia e la depressione era scatenata anche dalla timidezza. Poi navigando in rete ho scoperto che avevo sofferto di fobia sociale, quando già ne ero uscito da un bel pò.
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05-08-2010, 19:22
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#17
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Intermedio
Qui dal: Aug 2006
Messaggi: 172
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Quote:
Originariamente inviata da starlight
come mai questa curiosità?
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semplicemente perche' la timidezza ''esasperata'' mi ha causato non pochi problemi in eta' adolesecenziale.Avendo avuto questo tratto in comune con voi ed essendo uscitone (parzialmente) spontaneamente..mi chiedevo se potesse accadere cosi anche per voi.Io rimango del parere che per uscirne bisogna buttarsi ''nella fossa dei leoni''...dopo questa esperienza non dico che si diventa estroversi ,perche' il vostro istinto non vi porta ad esserlo .In qualche modo NON NE SENTITE IL BISOGNO...penso io.Siete in sostanza piu' ''passivi''..ma perche' siete in grado di sentire maggiormente.
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Ultima modifica di logger99; 05-08-2010 a 19:25.
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05-08-2010, 19:33
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#18
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Intermedio
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: Bologna
Messaggi: 216
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Quote:
Originariamente inviata da logger99
Mi ripeto per l'ennesima volta ..non soffro della vostra patolgia pur essendo timido (anche se so che non e' la stessa cosa).
La mia domanda e' questa...ed e' una pura curiosita'.Io fino ai 18-19 anni ero cosi timido che ancora faccio fatica a crederlo. Oddio adesso non sono uno spavaldo..non mi diletto ad intrattenere ''le folle'' raccontando barzellette'' ...pero' sono diciamo molto migliorato.
Quello che ho notato leggendo qua e' la e' che ( correggetemi se sbaglio) siete molto impauriti nell'avvicinare l altro sesso ,oltre alle varie situazioni sociali.
La mia domanda e' questa...l'evoluzione della malattia non porta in qualche modo ad una ''guarigione spontanea'' con l avanzare dell'eta'??
Sto chiedendo cosa dice la letteratura a prosposito di questo disturbo.
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Piuttosto c'é un rassegnamento al problema con ulteriore scoraggiamento e chiusura in se stessi. Tuttavia l'uomo, per sua natura, difficilmente rinuncia ai suoi bisogni (anche sociali) quindi è facile che, chi soffre di ansia sociale, finisca col fare ricorso a qualche sostanza per appagare questi bisogni (alcol, benzodiazepine, sostanze stupefacenti etc.). Soppiantare queste sostanze con farmaci 'classici' è una prova che fanno tutti riponendo grandi speranze. Solo raramente, però, i farmaci classici riescono a dare una valida alternativa alle sostanze (chiamate in gergo 'bombe'). Io, dopo anni di svariati tentativi, sono riuscito a trovare un rimedio ottimo, addirittura migliore dell'alcol al quale mi affidavo con sicurezza, non senza essere consapevole dei suoi effetti dannosi e, spesso, imbarazzanti.
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05-08-2010, 20:07
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#19
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Avanzato
Qui dal: Jul 2010
Messaggi: 333
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Quote:
Originariamente inviata da logger99
semplicemente perche' la timidezza ''esasperata'' mi ha causato non pochi problemi in eta' adolesecenziale.Avendo avuto questo tratto in comune con voi ed essendo uscitone (parzialmente) spontaneamente..mi chiedevo se potesse accadere cosi anche per voi.Io rimango del parere che per uscirne bisogna buttarsi ''nella fossa dei leoni''...dopo questa esperienza non dico che si diventa estroversi ,perche' il vostro istinto non vi porta ad esserlo .In qualche modo NON NE SENTITE IL BISOGNO...penso io.Siete in sostanza piu' ''passivi''..ma perche' siete in grado di sentire maggiormente.
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Come hai detto tu, mi son buttato nella fossa dei leoni, all'inizio è stata dura, ma poi mi sono abituato, ma un sottofondo c'è in alcune situazioni.
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05-08-2010, 20:33
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#20
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Quote:
Originariamente inviata da logger99
Io rimango del parere che per uscirne bisogna buttarsi ''nella fossa dei leoni''
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Se butti un bambino in acqua: - impara a nuotare perché altrimenti affogherebbe,
- gli viene un'attacco di panico ed affoga.
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