E così, ad un certo punto, sembrerebbe essermi arrivata: la famigerata crisi di mezz'età, a 35 anni suonati.
E' troppo presto? Sono in anticipo? Se moltiplico 35 x 2 ottengo 70, e non sono proprio sicuro (ma chi lo è, in fondo?) di arrivarci a 70 anni, quindi niente di strano, andiamo avanti!
Guardo al mio passato e cosa vedo? Tante speranze così ingenue e fragili da andare in frantumi e i cui cocci tagliano come rasoi; più cercavo di ricomporre i cocci, più mi tagliavo, più tutto finiva di nuovo in frantumi sotto l'ennesima batosta. Così, in loop per almeno 15 anni. Ti ritrovi esangue e spossato alla fine.
A volte penso ai vecchi
"me stesso" caduti lungo il cammino: è come se avessi condiviso il mio corpo con varie istanze di me, che poi and un certo punto traslocavano o morivano, e lasciavano in uno scatolone alcune cose in eredità al nuovo inquilino. Musica, libri, film, ma anche modi di fare, di reagire alle cose.
Probabile che io stia ancora elaborando il lutto per una di queste dipartite, in cui il povero me di qualche anno fa è stato prima spiaccicato da una martellata per poi essere finito con una stilettata: il fatidico colpo di grazia.
E quindi cosa faccio adesso: guardo davanti a me e penso che le cose possono solo andar peggio, e lo so che non ho strumenti per prevedere il futuro, ma uno si fa l'abitudine alla sfiga e l'abitudine e la sfiga son duri a morire!
Non so se a voi, miei coetanei o giù di lì, stia succedendo qualcosa di simile... fatemi sapere!