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		|  23-12-2012, 17:13 | #1 |  
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		|  23-12-2012, 17:26 | #2 |  
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			Un breve sunto?
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		|  23-12-2012, 17:27 | #3 |  
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					Originariamente inviata da Novak  Un breve sunto? |  Sono venti minuti, andiamo!
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		|  23-12-2012, 17:37 | #4 |  
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			A mio parere non ha molto senso, ma, in ogni caso, una possibile sintesi è questa: Preve opera una critica all'ateismo come innesto culturale nel magma della società capitalista, in quanto si risolve in un nichilismo propedeutico alla stessa (società capitalista) e si ritrova persino a preferire il filosofo (non il Papa) Ratzinger al pensiero spicciolo di Odifreddi - questo perché la sua (di Preve) prospettiva è comunitarista ed anticapitalista. Inoltre, inserisce una valida critica al concetto di Dio in senso heideggeriano, richiamando l'ente divino ad una identità con l'essere, e così tornando ai greci, paradossalmente aggirando l'evoluzione del medesimo concetto attuata dal Cristianesimo (e qui si sente, a mio parere, l'influenza coeva di Galimberti). Considero, infine, scontata la lettura tragica del nichilismo nietzschiano, ma non poteva mancare in una riflessione sull'ateismo.
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		|  23-12-2012, 17:40 | #5 |  
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			i teisti credono che ci sia un dio (fuori di loro)gli atei credono che non ci sia un dio
 
 dio c'è (mudestamént)
 
 è un fenomeno (qualcosa che avviene)
 
 e non è di proprietà di nessuno stato, corporazione, chiesa, football club
 
 è la dimensione della coscienza
 se la usi la trovi
 e non hai bisogno di proiettarla su nessuna cosa fuori di te
 
 non è un caso che tutti i mistici (seri) ti dicono:
 
 se cerchi dio lo puoi trovare solo dentro di te
 
 appunto
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		|  23-12-2012, 17:43 | #6 |  
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			Aggiungo che è innegabile il pericolo, anzi il dato, dell'ateismo funzionale, socialmente, al cupio dissolvi dell'umanità nel regno del mercato e della tecnica ma, personalmente, preferisco sbattere la testa contro il muro della mia impotenza, ontologica e strumentale in senso euristico, piuttosto che scegliere la facile via dell'aggiramento dell'ostacolo, come un po' fa Preve.
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		|  23-12-2012, 17:44 | #7 |  
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					Originariamente inviata da Herzeleid  A mio parere non ha molto senso, ma, in ogni caso, una possibile sintesi è questa: Preve opera una critica all'ateismo come innesto culturale nel magma della società capitalista, in quanto si risolve in un nichilismo propedeutico alla stessa (società capitalista) e si ritrova persino a preferire il filosofo (non il Papa) Ratzinger al pensiero spicciolo di Odifreddi - questo perché la sua (di Preve) prospettiva è comunitarista ed anticapitalista. |  Sì, più o meno mi ci ritrovo, mi sembra anche abbastanza evidente che la perdita di valori spirituali sia funzionale in ottica giustificativa (e non solo ovviamente) ad un sistema basato sull'esasperazione del consumo materiale.
 
	Quote: 
	
		| Inoltre, inserisce una valida critica al concetto di Dio in senso heideggeriano, richiamando l'ente divino ad una identità con l'essere, e così tornando ai greci, paradossalmente aggirando l'evoluzione del medesimo concetto attuata dal Cristianesimo (e qui si sente, a mio parere, l'influenza coeva di Galimberti). Considero, infine, scontata la lettura tragica del nichilismo nietzschiano, ma non poteva mancare in una riflessione sull'ateismo. |  Quì non so che dire, quel poco di filosofia che ricordo non mi permette di inquadrare decentemente la cosa, però mi incuriosisce pertanto dopo un'occhiata al video la dò.
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		|  23-12-2012, 17:50 | #8 |  
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			l'ateismo nei giorni nostri ha perso tutto il suo fascino, era bello nell '800 quando era una novità oltraggiosa per i poteri forti, ora va di moda   |  
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		|  23-12-2012, 17:51 | #9 |  
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					Originariamente inviata da evitante  gli atei credono che non ci sia un dio |  L'ateo non crede che ci sia un Dio: la posizione dell'avverbio non è solo una questione di semantica. Per questo, meglio ancora: l'ateo non crede.
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