Ho sempre preferito chiamarla "disturbi d'ansia sociale" a causa della presenza di un
continuum, cioè un insieme di varietà non separate da confini netti, che sfumano gradualmente con un climax dall'una all'altra. Si comincia dalla semplice timidezza, alla fobia sociale specifica, poi quella generalizzata, infine il disturbo evitante di personalità (quest'ultimo è causa di dibattito tra i medici, nel senso che alcuni lo vedono come punto più grave dell'ansia/fobia sociale, altri invece come disturbo a sé ma molto simile).
Per quanto ve ne siano di comuni, possono poi essere differenti i sintomi per gravità (nei singoli) ma anche per distribuzione, così che diviene anche difficile calcolare nel complesso delle situazioni sociali: Tizio arrossisce e balbetta; Caio ha un'elevata ansia anticipatoria e ha il timore di dir qualcosa di sbagliato; Ermenegilda si vergogna a mangiare o bere di fronte ad altri e non parla con estranei, ecc.
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Originariamente inviata da euridice_
Sto andando dalla psicologa, ho fatto solo 2 incontri, e vorrei chiedervi se è giusto farmi dire la diagnosi o se di solito la dicono
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Analogamente a quanto riferisce Darby Crash, ti dirò che anche secondo la mia esperienza uno psicologo tendenzialmente non la dice, ed è raro lo faccia; è lo psichiatra che la fa.
Posti di fronte alla domanda, gli psicologi sono evasivi, ti diranno che sono "solo etichette", la quale suona sempre come una strategia atta ad eludere la questione senza rispondere, né convince mai.
Credo lo facciano per evitare che il paziente si identifichi col disturbo e risulti restio ad uscirne o far passi al di fuori. E' pure comprensibile, non fosse che solitamente questi ha già maturato una profonda concezione di sé come anomalo e diverso dall'infanzia o adolescenza, ne conosce i sintomi vivendoli, sicché nasconderglielo è un po' come ignorare l'elefante nella stanza.
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Originariamente inviata da Syd90
Come osi chiedere della fobia sociale sul forum dei brutti
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Non posso non quotarti. ^^