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Vecchio 19-06-2015, 18:02   #61
Avanzato
 

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Originariamente inviata da Ninfee Visualizza il messaggio
La socialità è importante, ma probabilmente le mie paure sono più forti del bisogno di confrontarmi e stare a contatto con gli altri, e quindi il più delle volte riescono ad annullarlo. O questa è semplicemente la scusa che uso per non "mettermi in gioco".

Mi spaventa dovermi esporre. Essendo molto insicura, ho paura del giudizio degli altri, delle critiche, di non essere all'altezza delle aspettative, di apparire fuori luogo.
Ho paura di dare fiducia agli altri, di rendermi più vulnerabile e affezionarmi, per poi essere ferita, o venire messa da parte e esclusa. Oppure ho paura di ferire qualcuno senza magari neanche rendermene conto.
Quoto anche questo ..si può ?
Vecchio 19-06-2015, 18:05   #62
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Originariamente inviata da eVito Corleone Visualizza il messaggio
Non avere il controllo, non sapere cosa fare, il giudizio altrui su di me, il ritrovarmi ad avere a che fare con la mediocrità altrui, la noia, il fallimento.
Temi il giudizio di chi consideri mediocre?
Vecchio 19-06-2015, 18:05   #63
Esperto
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Originariamente inviata da ananke Visualizza il messaggio
Temi il giudizio di chi consideri mediocre?
No, ovviamente, lo temo di chi non lo è, mica tutti lo sono.
Vecchio 19-06-2015, 18:21   #64
Avanzato
 

Ho sempre paura di sembrare inadeguato
Vecchio 19-06-2015, 18:59   #65
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Originariamente inviata da Blue Sky Visualizza il messaggio
Te, Fi
Mio zio è il tuo stesso tipo, parla tantissimo... non riesco a "impormi" nelle conversazioni con lui, non mi fa parlare, nonostante siamo tutte e due introversi.
Però effettivamente Fe/Ti Te/Fi sono ottimi "compagni" perché uno parla di più l'altro ascolta di più, uno è più timido, (sentimentalmente parlando) l'altro meno.
Fidanziamoci dunque. (Fe)
Vecchio 19-06-2015, 19:03   #66
Esperto
 

La desidero ma è molto sfuggente. E spesso e volentieri nemmeno me la posso permettere.

Negli ultimi tempi non evito più, mi sono riabituato a stare in mezzo alle persone, a far parte di un gruppo. Faccio comunque molta molta fatica a crearmi il mio "habitat", cioè quelle condizioni necessarie affinché la socialità prenda piede nel lungo periodo.

Ultima modifica di Mike Patton; 19-06-2015 a 19:05.
Vecchio 19-06-2015, 19:03   #67
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

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Originariamente inviata da DarkRose90 Visualizza il messaggio
Mio zio è il tuo stesso tipo, parla tantissimo... non riesco a "impormi" nelle conversazioni con lui, non mi fa parlare, nonostante siamo tutte e due introversi.
Però effettivamente Fe/Ti Te/Fi sono ottimi "compagni" perché uno parla di più l'altro ascolta di più, uno è più timido, (sentimentalmente parlando) l'altro meno.
Fidanziamoci dunque. (Fe)
Affare fatto
Vecchio 19-06-2015, 19:10   #68
Banned
 

ho come la impressione che mi emarginino come sempre nella mia vita , facevano così al liceo , hanno continuato alla università e non è una mia visione distorta mi avevano proprio emarginato nel gruppo che praticamente avevo contribuito a formare , ora mi accade di nuovo da adulto : i motivi sono diversi e non facili da spiegare ma frequentando poco non incontrandomi oltre alla frequentazione del bar , il fatto che loro siano tutti sposati o meglio accompagnati (al secondo o terzo 'matrimonio' ) mi rende diverso da loro ...
Vecchio 19-06-2015, 19:14   #69
Esperto
L'avatar di Emil
 

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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Tuttavia, la soluzione non può che partire da una scelta cosciente.
Credo piuttosto il contrario. Semmai il cambiamento (che non è detto sia sempre positivo) può arrivare solo dopo un lungo travaglio interiore inconscio perché il più delle volte la coscienza, se non si rifiuta di vedere, interpreta male i "messaggi" del disagio.

E comunque bisogna sempre prendere in considerazione il fatto che la guarigione trova terreno fertile se si possiedono gli strumenti necessari per interpretare il proprio male. Ed anche i fattori ambientali e sociali fanno la loro parte.

Ultima modifica di Emil; 19-06-2015 a 19:22.
Vecchio 19-06-2015, 19:35   #70
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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
Credo piuttosto il contrario. Semmai il cambiamento (che non è detto sia sempre positivo) può arrivare solo dopo un lungo travaglio interiore inconscio perché il più delle volte la coscienza, se non si rifiuta di vedere, interpreta male i "messaggi" del disagio.

E comunque bisogna sempre prendere in considerazione il fatto che la guarigione trova terreno fertile se si possiedono gli strumenti necessari per interpretare il proprio male. Ed anche i fattori ambientali e sociali fanno la loro parte.
Va bene. Ma da qualche parte dobbiamo pure iniziare...
Anche se è molto complicato, è assolutamente fattibile.
Io fino a dicembre 2014 a stento uscivo. Adesso ho vari gruppi di amici e mi fa piacere averli. Certamente, il cambiamento partito da dicembre 2014 si è preparato da agosto 2013 circa, con riflessioni, esperienze.

Però la spinta decisiva l'ho dovuta dare io. Una volta che presi coscienza dell'importanza della presenza di altre persone nella mia vita, ho cercato di massimizzare la loro presenza e di trovarne i lati positivi. Il risultato è ottimo.
Vecchio 19-06-2015, 19:47   #71
Esperto
L'avatar di Emil
 

La socialità (se forzata) non è sempre il rimedio. Per alcuni può essere di gran lunga peggio del male.
Perché il problema è proprio di non riuscire a riconosce chi e che cosa sia bene.
Vecchio 19-06-2015, 19:51   #72
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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
La socialità (se forzata) non è sempre il rimedio. Per alcuni può essere di gran lunga peggio del male.
Perché il problema è proprio di non riuscire a riconosce chi e che cosa sia bene.
se si sta a disagio in mezzo agli altri si può sopportare se i benefici superano il disagio, anche se ci sono pochi benefici e tanto disagio, ma se è praticamente solo disagio a che serve ?
Vecchio 19-06-2015, 19:53   #73
Banned
 

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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
La socialità (se forzata) non è sempre il rimedio. Per alcuni può essere di gran lunga peggio del male.
Perché il problema è proprio di non riuscire a riconosce chi e che cosa sia bene.
Il rimedio è capire il valore della socialità. A quel punto non è più forzata.
Vecchio 19-06-2015, 20:15   #74
Esperto
L'avatar di Emil
 

Il rimedio è capire il proprio valore.
Vecchio 19-06-2015, 20:17   #75
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Non è sufficiente. Si può comprendere il proprio valore, ma si inizia a imporsi su tutti perché si pensa di essere superganzi, più ganzi degli altri, se non si comprende il valore della socialità.
Vecchio 19-06-2015, 20:23   #76
Esperto
L'avatar di Emil
 

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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Non è sufficiente. Si può comprendere il proprio valore, ma si inizia a imporsi su tutti perché si pensa di essere superganzi, più ganzi degli altri, se non si comprende il valore della socialità.
A me pare già più che sufficiente. Se capisco il mio valore forse ne posso dare anche a ciò che mi circonda senza troppa rabbia per esempio.

Per valore intendo coltivare se stessi nella propria individualità che non esclude affatto la relazione con gli altri ma anzi crea i presupposti per l'autenticità: non mi devo sforzare di essere un altro, di negarmi per essere insieme agli altri (per essere come gli altri mi vogliono).
Se per questo dovrò pagare qualcosa in termini di socialità ben venga.
Vecchio 19-06-2015, 20:29   #77
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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
A me pare già più che sufficiente. Se capisco il mio valore forse ne posso dare anche a ciò che mi circonda senza troppa rabbia per esempio.

Per valore intendo coltivare se stessi nella propria individualità che non esclude affatto la relazione con gli altri ma anzi crea i presupposti per l'autenticità: non mi devo sforzare di essere un altro, di negarmi per essere insieme agli altri (per essere come gli altri mi vogliono).
Se per questo dovrò pagare qualcosa in termini di socialità ben venga.
Capisco ciò che vuoi dire, ma mettiamo che io, per esempio, ottenga soddisfazione nella mia individualità. Quindi tutto ciò che ha a che fare con le categorie Sé ed Oggetto.

Divento: bello, intelligente, sapiente, muscoloso, interessante (categoria: Oggetto).
Divento: assertivo, competitivo, ottengo ciò che voglio (categoria: Sé).
Ma poi? Non è forse un equilibrio instabile e fragile?
E gli altri di cui lamentiamo la presenza? Come potranno essere attratti da noi se non coltiviamo i valori della categoria Altri? Rimarremo soli, e la nostra essenza di animale sociale rimarrà insoddisfatta. Tutti i nostri valori delle categorie Sé ed Oggetto si riveleranno del tutto inutili nel procurarci le numerosissime soddisfazioni sociali di cui necessitiamo per vivere bene, e ricomincerà una ricerca di qualcos'altro e la sofferenza.

Capire che noi valiamo è un primo passo importante. Ma se i valori che ci attribuiamo sono instabili... la situazione rimane oscura.
Vecchio 19-06-2015, 20:51   #78
Esperto
L'avatar di Emil
 

Ecco, tutto ciò che hai citato è esattamente quello che non intendevo dire.

La competitività, la bellezza, i soldi...ecc insomma l'affermazione sociale come status elevato rispetto alla mediocrità che sta intorno è proprio uno di quegli aspetti sociali che contestavo perché costantemente sottesi dall'ideologia che qualsiasi cosa fatta per raggiungere quel posto in alto è valida se si seguono le regole (pre) stabilite del gioco. E le relazioni non fanno eccezione.
Vecchio 19-06-2015, 20:55   #79
Banned
 

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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
Ecco, tutto ciò che hai citato è esattamente quello che non intendevo dire.

La competitività, la bellezza, i soldi...ecc insomma l'affermazione sociale come status elevato rispetto alla mediocrità che sta intorno è proprio uno di quegli aspetti sociali che contestavo perché costantemente sottesi dall'ideologia che qualsiasi cosa fatta per raggiungere quel posto in alto è valida se si seguono le regole (pre) stabilite del gioco. E le relazioni non fanno eccezione.
Posso mettere qualsiasi valore oggettivo e del sé al posto di quelli.

Categoria: Oggetto. Saper disegnare cartine, conoscere in maniera raffinata tutta la musica classica, saper costruire nel dettaglio il proprio albero genealogico, conoscere i meandri della fisica quantistica, riuscire finalmente a fare 150 km al giorno in bicicletta.
Categoria: Sé. Riuscire a battere tutti in un determinato videogioco a tempo, laurearsi nella propria materia preferita con voti superiori a quelli di tutti, diventare il professore più rinomato nella propria materia, vincere il premio nobel per la letteratura.

Tutte queste cose possono anche venire dal profondo, ma da sole... da sole non bastano. Anzi, dovrebbero essere subordinate ai valori della categoria Altro ( o della categoria Coppia e Famiglia ) per funzionare.
Vecchio 19-06-2015, 21:04   #80
Esperto
L'avatar di Emil
 

Mah, gli ultimi esempi rientrano nel campo di conoscenze personali che non mi pare interferiscano con le relazioni in generale. Hai citato degli interessi, degli hobby o delle ambizioni...

Ci tengo comunque a precisare che non ho mica negato l'importanza dell'altro. Però la tua ipotetica scala gerarchica mi pare un poco forzata e scricchiolante.

Una persona che ha raggiunto una vera indipendenza psicologica coltiva la relazione ma se questa per qualche ragione viene a mancare, pur soffrendo, porta avanti la sua esistenza che non dipende in maniera assoluta da quella relazione o da altre.

La dipendenza non è mai di buon auspicio.
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