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19-06-2015, 18:02
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#61
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Avanzato
Qui dal: Oct 2014
Ubicazione: veneto
Messaggi: 340
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Quote:
Originariamente inviata da Ninfee
La socialità è importante, ma probabilmente le mie paure sono più forti del bisogno di confrontarmi e stare a contatto con gli altri, e quindi il più delle volte riescono ad annullarlo. O questa è semplicemente la scusa che uso per non "mettermi in gioco".
Mi spaventa dovermi esporre. Essendo molto insicura, ho paura del giudizio degli altri, delle critiche, di non essere all'altezza delle aspettative, di apparire fuori luogo.
Ho paura di dare fiducia agli altri, di rendermi più vulnerabile e affezionarmi, per poi essere ferita, o venire messa da parte e esclusa. Oppure ho paura di ferire qualcuno senza magari neanche rendermene conto.
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Quoto anche questo ..si può ?
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19-06-2015, 18:05
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#62
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,268
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Quote:
Originariamente inviata da eVito Corleone
Non avere il controllo, non sapere cosa fare, il giudizio altrui su di me, il ritrovarmi ad avere a che fare con la mediocrità altrui, la noia, il fallimento.
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Temi il giudizio di chi consideri mediocre?
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19-06-2015, 18:05
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#63
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,043
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Quote:
Originariamente inviata da ananke
Temi il giudizio di chi consideri mediocre?
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No, ovviamente, lo temo di chi non lo è, mica tutti lo sono.
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19-06-2015, 18:21
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#64
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Avanzato
Qui dal: Mar 2011
Ubicazione: Puglia
Messaggi: 280
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Ho sempre paura di sembrare inadeguato
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19-06-2015, 18:59
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#65
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 753
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Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky
Te, Fi
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Mio zio è il tuo stesso tipo, parla tantissimo... non riesco a "impormi" nelle conversazioni con lui, non mi fa parlare, nonostante siamo tutte e due introversi.
Però effettivamente Fe/Ti Te/Fi sono ottimi "compagni" perché uno parla di più l'altro ascolta di più, uno è più timido, (sentimentalmente parlando) l'altro meno.
Fidanziamoci dunque. (Fe)
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19-06-2015, 19:03
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#66
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 5,188
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La desidero ma è molto sfuggente. E spesso e volentieri nemmeno me la posso permettere.
Negli ultimi tempi non evito più, mi sono riabituato a stare in mezzo alle persone, a far parte di un gruppo. Faccio comunque molta molta fatica a crearmi il mio "habitat", cioè quelle condizioni necessarie affinché la socialità prenda piede nel lungo periodo.
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Ultima modifica di Mike Patton; 19-06-2015 a 19:05.
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19-06-2015, 19:03
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#67
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
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Quote:
Originariamente inviata da DarkRose90
Mio zio è il tuo stesso tipo, parla tantissimo... non riesco a "impormi" nelle conversazioni con lui, non mi fa parlare, nonostante siamo tutte e due introversi.
Però effettivamente Fe/Ti Te/Fi sono ottimi "compagni" perché uno parla di più l'altro ascolta di più, uno è più timido, (sentimentalmente parlando) l'altro meno.
Fidanziamoci dunque. (Fe)
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Affare fatto
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19-06-2015, 19:10
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#68
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,398
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ho come la impressione che mi emarginino come sempre nella mia vita , facevano così al liceo , hanno continuato alla università e non è una mia visione distorta mi avevano proprio emarginato nel gruppo che praticamente avevo contribuito a formare , ora mi accade di nuovo da adulto : i motivi sono diversi e non facili da spiegare ma frequentando poco non incontrandomi oltre alla frequentazione del bar , il fatto che loro siano tutti sposati o meglio accompagnati (al secondo o terzo 'matrimonio' ) mi rende diverso da loro ...
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19-06-2015, 19:14
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#69
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Quote:
Originariamente inviata da Fluviale
Tuttavia, la soluzione non può che partire da una scelta cosciente.
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Credo piuttosto il contrario. Semmai il cambiamento (che non è detto sia sempre positivo) può arrivare solo dopo un lungo travaglio interiore inconscio perché il più delle volte la coscienza, se non si rifiuta di vedere, interpreta male i "messaggi" del disagio.
E comunque bisogna sempre prendere in considerazione il fatto che la guarigione trova terreno fertile se si possiedono gli strumenti necessari per interpretare il proprio male. Ed anche i fattori ambientali e sociali fanno la loro parte.
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Ultima modifica di Emil; 19-06-2015 a 19:22.
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19-06-2015, 19:35
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#70
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
Credo piuttosto il contrario. Semmai il cambiamento (che non è detto sia sempre positivo) può arrivare solo dopo un lungo travaglio interiore inconscio perché il più delle volte la coscienza, se non si rifiuta di vedere, interpreta male i "messaggi" del disagio.
E comunque bisogna sempre prendere in considerazione il fatto che la guarigione trova terreno fertile se si possiedono gli strumenti necessari per interpretare il proprio male. Ed anche i fattori ambientali e sociali fanno la loro parte.
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Va bene. Ma da qualche parte dobbiamo pure iniziare...
Anche se è molto complicato, è assolutamente fattibile.
Io fino a dicembre 2014 a stento uscivo. Adesso ho vari gruppi di amici e mi fa piacere averli. Certamente, il cambiamento partito da dicembre 2014 si è preparato da agosto 2013 circa, con riflessioni, esperienze.
Però la spinta decisiva l'ho dovuta dare io. Una volta che presi coscienza dell'importanza della presenza di altre persone nella mia vita, ho cercato di massimizzare la loro presenza e di trovarne i lati positivi. Il risultato è ottimo.
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19-06-2015, 19:47
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#71
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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La socialità (se forzata) non è sempre il rimedio. Per alcuni può essere di gran lunga peggio del male.
Perché il problema è proprio di non riuscire a riconosce chi e che cosa sia bene.
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19-06-2015, 19:51
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#72
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,398
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
La socialità (se forzata) non è sempre il rimedio. Per alcuni può essere di gran lunga peggio del male.
Perché il problema è proprio di non riuscire a riconosce chi e che cosa sia bene.
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se si sta a disagio in mezzo agli altri si può sopportare se i benefici superano il disagio, anche se ci sono pochi benefici e tanto disagio, ma se è praticamente solo disagio a che serve ?
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19-06-2015, 19:53
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#73
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
La socialità (se forzata) non è sempre il rimedio. Per alcuni può essere di gran lunga peggio del male.
Perché il problema è proprio di non riuscire a riconosce chi e che cosa sia bene.
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Il rimedio è capire il valore della socialità. A quel punto non è più forzata.
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19-06-2015, 20:15
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#74
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Il rimedio è capire il proprio valore.
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19-06-2015, 20:17
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#75
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Non è sufficiente. Si può comprendere il proprio valore, ma si inizia a imporsi su tutti perché si pensa di essere superganzi, più ganzi degli altri, se non si comprende il valore della socialità.
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19-06-2015, 20:23
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#76
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Quote:
Originariamente inviata da Fluviale
Non è sufficiente. Si può comprendere il proprio valore, ma si inizia a imporsi su tutti perché si pensa di essere superganzi, più ganzi degli altri, se non si comprende il valore della socialità.
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A me pare già più che sufficiente. Se capisco il mio valore forse ne posso dare anche a ciò che mi circonda senza troppa rabbia per esempio.
Per valore intendo coltivare se stessi nella propria individualità che non esclude affatto la relazione con gli altri ma anzi crea i presupposti per l'autenticità: non mi devo sforzare di essere un altro, di negarmi per essere insieme agli altri (per essere come gli altri mi vogliono).
Se per questo dovrò pagare qualcosa in termini di socialità ben venga.
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19-06-2015, 20:29
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#77
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
A me pare già più che sufficiente. Se capisco il mio valore forse ne posso dare anche a ciò che mi circonda senza troppa rabbia per esempio.
Per valore intendo coltivare se stessi nella propria individualità che non esclude affatto la relazione con gli altri ma anzi crea i presupposti per l'autenticità: non mi devo sforzare di essere un altro, di negarmi per essere insieme agli altri (per essere come gli altri mi vogliono).
Se per questo dovrò pagare qualcosa in termini di socialità ben venga.
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Capisco ciò che vuoi dire, ma mettiamo che io, per esempio, ottenga soddisfazione nella mia individualità. Quindi tutto ciò che ha a che fare con le categorie Sé ed Oggetto.
Divento: bello, intelligente, sapiente, muscoloso, interessante (categoria: Oggetto).
Divento: assertivo, competitivo, ottengo ciò che voglio (categoria: Sé).
Ma poi? Non è forse un equilibrio instabile e fragile?
E gli altri di cui lamentiamo la presenza? Come potranno essere attratti da noi se non coltiviamo i valori della categoria Altri? Rimarremo soli, e la nostra essenza di animale sociale rimarrà insoddisfatta. Tutti i nostri valori delle categorie Sé ed Oggetto si riveleranno del tutto inutili nel procurarci le numerosissime soddisfazioni sociali di cui necessitiamo per vivere bene, e ricomincerà una ricerca di qualcos'altro e la sofferenza.
Capire che noi valiamo è un primo passo importante. Ma se i valori che ci attribuiamo sono instabili... la situazione rimane oscura.
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19-06-2015, 20:51
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#78
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Ecco, tutto ciò che hai citato è esattamente quello che non intendevo dire.
La competitività, la bellezza, i soldi...ecc insomma l'affermazione sociale come status elevato rispetto alla mediocrità che sta intorno è proprio uno di quegli aspetti sociali che contestavo perché costantemente sottesi dall'ideologia che qualsiasi cosa fatta per raggiungere quel posto in alto è valida se si seguono le regole (pre) stabilite del gioco. E le relazioni non fanno eccezione.
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19-06-2015, 20:55
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#79
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
Ecco, tutto ciò che hai citato è esattamente quello che non intendevo dire.
La competitività, la bellezza, i soldi...ecc insomma l'affermazione sociale come status elevato rispetto alla mediocrità che sta intorno è proprio uno di quegli aspetti sociali che contestavo perché costantemente sottesi dall'ideologia che qualsiasi cosa fatta per raggiungere quel posto in alto è valida se si seguono le regole (pre) stabilite del gioco. E le relazioni non fanno eccezione.
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Posso mettere qualsiasi valore oggettivo e del sé al posto di quelli.
Categoria: Oggetto. Saper disegnare cartine, conoscere in maniera raffinata tutta la musica classica, saper costruire nel dettaglio il proprio albero genealogico, conoscere i meandri della fisica quantistica, riuscire finalmente a fare 150 km al giorno in bicicletta.
Categoria: Sé. Riuscire a battere tutti in un determinato videogioco a tempo, laurearsi nella propria materia preferita con voti superiori a quelli di tutti, diventare il professore più rinomato nella propria materia, vincere il premio nobel per la letteratura.
Tutte queste cose possono anche venire dal profondo, ma da sole... da sole non bastano. Anzi, dovrebbero essere subordinate ai valori della categoria Altro ( o della categoria Coppia e Famiglia ) per funzionare.
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19-06-2015, 21:04
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#80
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Mah, gli ultimi esempi rientrano nel campo di conoscenze personali che non mi pare interferiscano con le relazioni in generale. Hai citato degli interessi, degli hobby o delle ambizioni...
Ci tengo comunque a precisare che non ho mica negato l'importanza dell'altro. Però la tua ipotetica scala gerarchica mi pare un poco forzata e scricchiolante.
Una persona che ha raggiunto una vera indipendenza psicologica coltiva la relazione ma se questa per qualche ragione viene a mancare, pur soffrendo, porta avanti la sua esistenza che non dipende in maniera assoluta da quella relazione o da altre.
La dipendenza non è mai di buon auspicio.
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