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Vecchio 19-06-2015, 11:30   #21
Esperto
L'avatar di Myway
 

Abbiamo letto Jung a quanto pare....
Vecchio 19-06-2015, 11:30   #22
Esperto
L'avatar di varykino
 

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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Ma come mai sono noiosi? Cosa c'è di noioso?
nn lo so le dinamiche proprio , i ruoli che ognuno si costruisce sono sempre gli stessi , è facile inquadrare le persone dopo 2 sec sai che genere di animalazzo c'hai davanti , ma cmq parlo cosi forse perchè ho avuto delle amicizie di sto genere , non lo so mi son sempre adattato io a loro mai loro a me quindi è stato stancante ..... poi non nego che esistano rapporti amichevoli belli e soddisfacenti , probabilmente c è gente che attira delle amicizie come le mie e altri al contrario ..... una buona parte di colpa ce l'avrò pure io per sto pensiero che ho però sinceramente frega nulla della colpa etc...
Vecchio 19-06-2015, 11:34   #23
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Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Non è che ho deciso io di pormi il problema perché una mattina mi sono svegliata e ho deciso di farmi rovinare la vita dalla paura del giudizio.
Dici"non mi porrei",come fosse frutto di una scelta.

E spieghi cose che so, che sanno tutti i fobici.Ma sapere che la gente non passa la vita a fissarti non ti toglie la FS.
Non si guarisce con le consapevolezze.
Figurati, so bene che il problema non sei stata tu a portelo. Sono cose che sorgono nel corso della nostra vita senza e che noi non siamo in grado di controllare. Tuttavia, la soluzione non può che partire da una scelta cosciente. La sicurezza di sé che gli altri hanno, da cosa deriva? Gli altri hanno forse delle qualità oggettive potenti ed universali? Probabilmente no. Quindi su cosa si basano? Su qualcosa si dovranno pur basare. E se scoprissimo su cosa si basano e provassimo ad imitarli?
Vecchio 19-06-2015, 11:35   #24
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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Come mai la socialità vi spaventa? La desiderate? Credete sia superflua? Credete occorra un benessere interiore prima di socializzare?
mi spaventano gli essere umani punto.
Vecchio 19-06-2015, 11:37   #25
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Originariamente inviata da varykino Visualizza il messaggio
nn lo so le dinamiche proprio , i ruoli che ognuno si costruisce sono sempre gli stessi , è facile inquadrare le persone dopo 2 sec sai che genere di animalazzo c'hai davanti , ma cmq parlo cosi forse perchè ho avuto delle amicizie di sto genere , non lo so mi son sempre adattato io a loro mai loro a me quindi è stato stancante ..... poi non nego che esistano rapporti amichevoli belli e soddisfacenti , probabilmente c è gente che attira delle amicizie come le mie e altri al contrario ..... una buona parte di colpa ce l'avrò pure io per sto pensiero che ho però sinceramente frega nulla della colpa etc...
Secondo me non hai avuto molti rapporti sociali. Ti garantisco che avendone avuti molti ultimamente riscontro una enorme diversità nelle persone e scarsa prevedibilità
Vecchio 19-06-2015, 11:38   #26
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Originariamente inviata da Myway Visualizza il messaggio
Abbiamo letto Jung a quanto pare....
Io no Cosa dice Jung?
Vecchio 19-06-2015, 11:38   #27
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L'avatar di Myway
 

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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Figurati, so bene che il problema non sei stata tu a portelo. Sono cose che sorgono nel corso della nostra vita senza e che noi non siamo in grado di controllare. Tuttavia, la soluzione non può che partire da una scelta cosciente. La sicurezza di sé che gli altri hanno, da cosa deriva? Gli altri hanno forse delle qualità oggettive potenti ed universali? Probabilmente no. Quindi su cosa si basano? Su qualcosa si dovranno pur basare. E se scoprissimo su cosa si basano e provassimo ad imitarli?
In genere non servono qualità eccezionali per vivere bene la socialità o chissà quali sforzi superomistici, semplicemente mancano determinati problemi specifici, tipo fs ecc, ci si trova inseriti, cercati, protetti dal branco....nelle situazioni extra sociali molti estroversi hanno lacune , se criticati accusano il colpo ecc
Vecchio 19-06-2015, 11:39   #28
Esperto
L'avatar di Myway
 

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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Io no Cosa dice Jung?
Mi riferivo ai post di Darkrose....la differenza tra intro ed estro...
Vecchio 19-06-2015, 11:39   #29
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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
. E se scoprissimo su cosa si basano e provassimo ad imitarli?
Non ho fatto altro per 30anni.
Il risultato è che adesso non ho più le forze e non riesco più a stare con la gente.
Cercare disperatamente di essere "come gli altri" porta solo infelicità.
Meglio lavorare su altro, per esempio sull'accettazione del proprio io limiti compresi,se non è troppo tardi.
Ringraziamenti da
Sappy (21-06-2015), varykino (19-06-2015), zoe666 (19-06-2015)
Vecchio 19-06-2015, 11:41   #30
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Figurati, so bene che il problema non sei stata tu a portelo. Sono cose che sorgono nel corso della nostra vita senza e che noi non siamo in grado di controllare. Tuttavia, la soluzione non può che partire da una scelta cosciente. La sicurezza di sé che gli altri hanno, da cosa deriva? Gli altri hanno forse delle qualità oggettive potenti ed universali? Probabilmente no. Quindi su cosa si basano? Su qualcosa si dovranno pur basare. E se scoprissimo su cosa si basano e provassimo ad imitarli?
Certamente no. Ogni persona ha i suoi pregi e difetti, eppure alcuni sono insicuri e altri no. Ci sono gli "incapaci" sicuri di sè, e i "bravissimi" insicuri. I due binomi bravura/incapacità e sicurezza/insicurezza bisogna riuscire a tenerli sganciati tra loro. Quindi io posso diventare sicuro di me anche se non sono perfetto. Ed è esattamente questa la chiave di volta della gran parte dei miei problemi, se solo mi entrasse in testa.
Vecchio 19-06-2015, 11:43   #31
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Originariamente inviata da DarkRose90 Visualizza il messaggio
L'introverso è un essere umano esattamente come l'estroverso e necessità di stimoli emotivi/intellettivi (parlare, scambiarsi opinioni, gesti d'affetto, confidarsi, avere rapporti sessuali, ridere) solo che l'estroverso ne ha più necessità e con più continuità nel tempo, perché proietta se stesso sugli altri e solo così capisce se stesso, si riconosce, capisce i propri pensieri. Un estroverso per esempio può non sapere cosa sta pensando finché non dice a voce quello che sta pensando o può non sapere cosa sta provando finché non riversa sugli altri i propri sentimenti mentre, l'introverso invece, può anche se sta da solo sapere cosa sta pensando (dare una forma ai propri pensieri) o sapere cosa sta provando.

Per farti un esempio un'estroverso preferirà studiare in compagnia o partecipare ad una lezione perché così riuscirà a capire meglio quello che sta studiando, attraverso la "proiezione e condivisione dei propri pensieri". Un'introverso può provare una sensazione di "annullamento" se proietta fuori i propri sentimenti, può temere che questi suoi sentimenti possano essere esposti al ridicolo o temere "di non percepirli più con la stessa intensità" quindi preferisce tenerli per se o condividerli con pochi "eletti". Sempre l'introverso può pensare che i propri pensieri(processi logici), che sono suoi e preziosi, se esposti all'opinione degli altri possano perdere di valore o essere screditati, sebbene abbia, come tutti, piacere nel condividere il prorpio punto di vista, lo condivide però solo con pochi eletti, se riesce a trovarli. Questa è la differenza tra estroverso e introverso. L'introverso teme di perdere se stesso se "espone" il proprio mondo interiore e quindi lo custodisce con maggiore gelosia dell'estroverso, che invece ha la forte necessità di portare fuori quello che ha dentro per capirsi.
Concordo perfettamente sulle modalità dell'introverso, ma non con quelle dell'estroverso. Chi è estroverso non ha bisogno di proiettare i suoi pensieri sugli altri in quanto incapace di capire cosa pensa in compagnia: chi è estroverso sta in compagnia in quanto gradisce la compagnia, semplicemente, secondo me. Ha le medesime capacità metacognitive di un introverso, ha la stessa autocoscienza e quant'altro, solo che può tendere ad applicarle di meno in quanto può reputarle meno importanti delle capacità sociali.
Vecchio 19-06-2015, 11:44   #32
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Originariamente inviata da Myway Visualizza il messaggio
Mi riferivo ai post di Darkrose....la differenza tra intro ed estro...
Ah bon
Vecchio 19-06-2015, 11:45   #33
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Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Non ho fatto altro per 30anni.
Il risultato è che adesso non ho più le forze e non riesco più a stare con la gente.
Cercare disperatamente di essere "come gli altri" porta solo infelicità.
Meglio lavorare su altro, per esempio sull'accettazione del proprio io limiti compresi,se non è troppo tardi.
Ti auguro tutto il bene per il tuo cammino verso la felicità, allora
Vecchio 19-06-2015, 11:48   #34
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Originariamente inviata da Blue Sky Visualizza il messaggio
Certamente no. Ogni persona ha i suoi pregi e difetti, eppure alcuni sono insicuri e altri no. Ci sono gli "incapaci" sicuri di sè, e i "bravissimi" insicuri. I due binomi bravura/incapacità e sicurezza/insicurezza bisogna riuscire a tenerli sganciati tra loro. Quindi io posso diventare sicuro di me anche se non sono perfetto. Ed è esattamente questa la chiave di volta della gran parte dei miei problemi, se solo mi entrasse in testa.
Se una persona aderisce costantemente ai propri valori allora è sicura.
Ma quali sono i nostri valori? La bellezza, l'intelligenza? Probabilmente no, se stiamo male applicandoli al mondo.

Come riconoscere i propri valori? Osservando gli altri, capendo chi ammiriamo e poi cercando di capire perché lo ammiriamo e infine applicando questi perché a noi stessi.
Vecchio 19-06-2015, 11:49   #35
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Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Non ho fatto altro per 30anni.
Il risultato è che adesso non ho più le forze e non riesco più a stare con la gente.
Cercare disperatamente di essere "come gli altri" porta solo infelicità.
Meglio lavorare su altro, per esempio sull'accettazione del proprio io limiti compresi,se non è troppo tardi.
Ma questo è giustissimo. E' proprio questo ciò che bisogna fare, e non è certo un obiettivo "minimo" o un ripiego.
Bisogna essere consapevoli dei propri limiti ma allo stesso tempo capire che essi non vanno a distruggere la nostra persona, che abbiamo diritti, qualità e valori indipendentemente dal fatto che riusciamo o no a fare alcune cose invece che altre.
Penso che questa sia praticamente la definizione di autostima, autostima non significa piacersi, significa essere sereni e consapevoli delle proprie caratteristiche, tenendo a mente cosa si ha di buono e quali sono i punti deboli, senza vivere male per questo.
Vecchio 19-06-2015, 12:03   #36
~~~
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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Invece, quando si è introversi, si tende ad essere spaventati dall'io degli altri, si ha paura che il proprio mondo interiore venga risucchiato dal mondo degli altri, quando invece questo pensiero è spesso disfunzionale.
Non è un pensiero disfunzionale, è semplicemente quello che accade.
Per via di un rapporto di forze, non perché gli altri siano fagocitanti, anche se a volte lo sono davvero.


Sembra che io mi sia esclusa dal discorso ma in realtà anche io posso dare queste sensazioni ad un altro, possiamo darcele a vicenda, non dipende solo da me né solo dall'altro, anche se. . .
Diciamo che a volte tutta la delicatezza e l'attenzione del mondo non bastano a colmare l'insicurezza dell'altro.

Ultima modifica di ~~~; 19-06-2015 a 12:07.
Vecchio 19-06-2015, 12:07   #37
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Originariamente inviata da ~~~ Visualizza il messaggio
Non è un pensiero disfunzionale, è semplicemente quello che accade.
Per via di un rapporto di forze, non perché gli altri siano fagocitanti, anche se a volte lo sono davvero.
La disfunzionalità non sta nel concetto (l'integrazione nel mondo degli altri) ma nel modo in questo concetto è espresso (essere fagocitati, annichiliti, annullati).
Ovviamente quando si sta con altri si crea un ambiente sociale condiviso, ma non per questo ci sono rinunce o che. Anzi, c'è un guadagno per tutti.
Ringraziamenti da
Blue Sky (19-06-2015)
Vecchio 19-06-2015, 12:12   #38
Esperto
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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Come mai la socialità vi spaventa? La desiderate? Credete sia superflua? Credete occorra un benessere interiore prima di socializzare?
Della socialità in generale mi preoccupano le aspettative che la società ha verso il singolo, il giudizio e le conseguenze: esclusione e critiche/prese in giro, oltre a certi ambienti e persone che si impongono in maniera aggressiva (verbalmente e/o fisicamente).
Nelle amicizie importanti invece mi preoccupa non essere all'altezza dell'affetto che mi dimostrano o di ciò che gli amici fanno per me, oltre alla difficoltà nell'aprirmi veramente e confidare certe cose, tra cui alcune del passato che mi han fatto stare malissimo. Ho anche la perenne preoccupazione/ossessione che la gente voglia farmi del male o mettermelo in quel posto, probabilmente per via del mio passato.
Comunque nonostante tutto desidero la socialità e non la rifuggo, mi richiede molte energie ma cerco di mettercela tutta.
Metto questo impegno perché personalmente ritengo importantissima e necessaria la sfera sociale per la persona, é ciò che permette confronto e arricchimento, oltre a conforto e completezza quando si trovano le persone giuste. Poi ovviamente capisco quanto possa essere più o meno difficile in base al singolo fobico.
Ringraziamenti da
cancellato15306 (19-06-2015), morgana (19-06-2015)
Vecchio 19-06-2015, 12:15   #39
~~~
Esperto
L'avatar di ~~~
 

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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
La disfunzionalità non sta nel concetto (l'integrazione nel mondo degli altri) ma nel modo in questo concetto è espresso (essere fagocitati, annichiliti, annullati).
Ovviamente quando si sta con altri si crea un ambiente sociale condiviso, ma non per questo ci sono rinunce o che. Anzi, c'è un guadagno per tutti.
È una sensazione tangibile che è la causa del rintanamento di molti, non può essere messa in discussione perché è una sensazione chiara. Nel senso, non si discute del giudizio altrui che potremmo non sapere mai veramente, si riconosce una propria sensazione e ci si sente indifesi.

Se si sta male evidentemente ci sono sia le rinunce che il poco guadagno.
Vecchio 19-06-2015, 12:17   #40
Principiante
 

mi spaventava il giudizio, il sentirmi inferiore, il disagio, anche se era irrazionale, per così dire avevo paura della paura. In generale credo che il fobico abbia paura della relazione perchè teme di venirne danneggiato, che nella relazione ci venga rubato qualcosa.
Ringraziamenti da
GreySkies (19-06-2015), Vargtar90 (19-06-2015)
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