Psiche, cara femminista, se non ti piace il post di Fini leggiti la risposta di Silvia Truzzi, il giorno dopo sempre su Il Fatto.
Anzi, lo posto qui, forse perché non hai Il Fatto.
FATTI di VITAÉdi Silvia Truzzi
UOMINI, IL BUIO
OLTRE LA SIEPE
I n questo spazio, che il sabato ospita la rubrica Battibecco, ieri
Massimo Fini ha scritto un’invettiva contro le donne, costituendosi
alla prima riga: “Sono una razza nemica”. Afflitte, proveremo qui, con
indulgenza, a rassicurarlo. Dice che abbiamo “la lingua biforcuta”, non
accorgendosi delle troppe malvagità che il “maschio scrivens” ci
dedica nel suo articolo. E poi: “L’uomo è diretto, la donna trasversale.
L’uomo è lineare, la donna serpentina. Per l’uomo la linea più breve
per congiungere due punti è la retta, per la donna l’a ra b e s c o ”.
Dobbiamo sentirci in colpa perché non siamo banali? “Al suo
confronto il maschio è un bambino elementare che, a parità di
condizioni, lei si fa su come vuole”: ma, cher ami, non si può
prendersela con il “nemico” se ha affinato meglio l’arte della pugna.
Certo: più difficile attrezzarsi per la battaglia, più semplice urlare al
raggiro. Capitolo lacrime: pare si abbia - noi e voi - in dotazione il
medesimo apparato di secrezione. Se ne produciamo in quantità
maggiore è perché tendiamo a non spaventarci appena si affaccia
un’emozione, come se fosse il babau. In più le lacrime migliorano la
trasparenza ottica. E non è un male avere sguardi nitidi: così, quando
ci guardate negli occhi (quando lo fate) si vede meglio. “Sul sesso
hanno fondato il loro potere mettendoci dalla parte della domanda”.
Naturalmente, per una legge economica, non è chi detiene l’offerta a
dettare la domanda. Il potere comunque non è un peccato, basta
usarlo bene. Le signore che con lo sciopero del sesso fanno finire la
guerra del Peloponneso nella “L i s i s t ra t a ” di Aristofane, insegnano.
Sempre sul tema dell’eros: “La cosa interessa e piace molto più a lei
che a lui. Il suo godimento è totale, il nostro solo settoriale, al limite
mentale”. Sul piacere in effetti sembra sia vero: due fonti di godimento
sono più di una (il pontefice massimo della sessualità, il dottor
Sigmund, però sosteneva che quello clitorideo è infantile). È
sull’interesse che si fatica a condividere l’affermazione, specie se
giunge dal rappresentate di un genere che spesso -più che dal cervello -
sembra farsi guidare da quell’organo che procura il piacere. É stata un
terribile fitta al cuore - causa di un capogiro e conseguente
mancamento - scoprire nel seguito dell’articolo che “da quando si
sono finalmente “l i b e ra t e ” sono diventate insopportabili. Han
perso, per qualche carrieruccia da segretaria, ogni femminilità,
ogni dolcezza, ogni istinto materno nei confronti del marito o
compagno che sia, e spesso anche dei figli quando si degnano
ancora di farli”. Ma no, le carrierucce non sono da segretaria. Ci
vengono “concessi” anche ruoli diversi. Talvolta capita anche di
avere, nei giornali, la responsabilità di servizi e pagine: tra cui
perfino questa, quella dei commenti del “Fa t t o ”. E lo facciamo
volentieri, perfino quando capita di dover titolare qualche
corbelleria. Sul diritto di famiglia che accorda - in caso di
separazione - il privilegio di tenersi figli e casa, bisognerebbe
scrivere un trattato. Son cose che si sanno (tipo: i figli è bene che
non siano costretti a cambiare casa, oltre che dinamiche
familiari). Dovremmo davvero essere più generose dopo che lui,
tra il filo interdentale e lo spazzolino, accidentalmente ci ha detto:
“Scusa cara, volevo dirti che sto con Jessica da due anni. Sai, non ti
amo più”. Anzi, “non ti amo più” non viene nemmeno proferito:
l’amore è scansato come una terribile sfiga. È un sentimento
pericoloso, inutile e nocivo: si rischia la “dipendenza”. Ma è la
conclusione che svela la resa dei Fini: “Basta. Meglio soddisfarsi da
soli dietro una siepe”. Oltre la siepe c’è, notoriamente, il buio.
s
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Questo articolo della Truzzi è desolantemente triste.
Si nota che cerca di difendere l'indifendibile.