Io personalmente credo nel karma ma penso anche che sia una specie di legge sottostante che convive con la nostra normale percezione dei nessi di causalità. Per esempio, anche io non me la passo troppo bene; mio padre mi disprezzava, mio fratello fa continue prepotenze economiche in famiglia che mia madre gli lascia fare, amici ne ho solo uno e quattro o cinque conoscenti profondi. Lavoro zero, affetti zero, casa che è uno sgabuzzino, un aspetto fisico anonimo e ora anche iniziano i problemi di salute.
Penso che il karma abbia agito dalle vite passate; ho commesso le stesse azioni; rubato alla famiglia, fatto del male a quello che era mio padre in chi sa quale vita. L'effetto è stato quello di farmi nascere con un carattere debole del quale tutti possono approfittare, brutto esteticamente perché risultato della rabbia nelle vite passate (queste coppie causa-effetto sono codificate e si trovano nei testi buddhisti). Ma questo equivale a dare un calcio a un pallone: gli si dà la traiettoria iniziale, però posso sempre spostarmi, cercare di prenderlo e deviare il tiro altrove. E questo, fuori di metafora, è quello che possiamo fare noi con la nostra normale percezione dei nessi di causalità: in parole povere parto tra gli ultimi, nel senso che laddove una persona normale riesce ad avere 10 conoscenti con cui andare a feste e uscire io, a causa del mio carattere derivante dal karma, posso averne uno o due con cui andare a musei o altre pallose attività. Ma il karma non mi impedisce di fare uno sforzo e cercare di averne 4 con cui fare un giro in montagna. Possiamo in qualche misura migliorare la nostra condizione ma a partire da uno stato che abbiamo creato in passato e che ci "getta" nel contesto in cui nasciamo, carattere compreso.
Comunque questa è la teoria dei testi buddhisti raccontata ai sociofobici; la realtà è che personalmente sento la mia vita così soverchiata da eventi tristi e negativi che ho finito con paragonare la mia situazione a uno che sta cercando di svuotare un transatlantico che affonda usando un cucchiaino. Alla fine uno si siede da qualche parte e aspetta che tutto finisca. Vedo la mia vita come una espiazione e dato che i testi insegnano che gli effetti di un karma possono proseguire per molte vite, ho fondato timore che le prossime chi sa quante centinaia saranno come questa. Poi forse l'essere che sono ora rinascerà come un Andrea Iannone o un Rocco Siffredi chi sa dove e chi sa quando. Ma anche se è collegato a me dalla continuità della coscienza individuale, non sarò l'"io" di ora in nessun modo. La stessa cosa di non avere un ricordo di un periodo della vita: è esattamente come non essere esistiti mai.
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