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Vecchio 20-07-2025, 14:00   #1
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Nel corso del tempo la scienza occidentale moderna si è resa sempre più conto dei punti di contatto che emergevano con filosofie, ovvero indagini sull'esistenza, antiche di millenni. Con l'emergere di tali evidenze nel corso del tempo è stata ricomposta l'antica frattura tra la scienza che indaga il mondo fisico e le scuole mistico-filosofiche che non facevano distinzione tra il fisico e il metafisico.
Ad esempio il Principio del sorgere interdipendente di tutti i fenomeni espresso del buddismo si lega perfettamente alla complessa rete di cause e condizioni che uno studioso di fisica rintraccia nella connessione dei fenomeni che costituiscono la realtà della materia.

"I concetti generali sul pensiero umano...messi in evidenza dalle scoperte della fisica atomica, non sono nel numero delle cose completamente nuove, che non si conoscono affatto e di cui non si è mai sentito parlare. Hanno una loro storia anche nella nostra cultura, e un posto più importante e centrale nel pensiero buddista e indù. Ciò che troveremo sarà un'esemplificazione, una conferma, una versione più raffinata della saggezza antica".
J.R. Oppenheimer - Scienza e pensiero comune

"Per trovare qualcosa che corrisponda alla lezione offertaci dalla teoria atomica occorre rivolgersi a quel tipo di problemi epistemologici che già pensatori come Buddha e Lao-tzu hanno affrontato nel tentativo di armonizzare la nostra posizione di spettatori e attori a un tempo del grande dramma dell'esistenza".
N. Bohr - Teoria dell'atomo e conoscenza umana

"Il grande contributo scientifico alla fisica teorica venuto dal Giappone dopo l'ultima guerra può essere un indice dell'esistenza d'un certo rapporto fra le idee filosofiche presenti nella tradizione dell'Estremo Oriente e la sostanza filosofica della teoria dei quanti".
W. Heisenberg - Fisica e filosofia

Un altro esempio sono le conversazioni che ebbero luogo tra D. Bohm, fisico e filosofo, e J. Krishnamurti, filosofo.

Un libro interessante sulla materia, che cerca proprio di indagare il rapporto tra la scienza occidentale e la tradizioni mistiche orientali, è quello che fu scritto nel 1975 da F. Capra, un fisico austriaco, intitolato: Il Tao della fisica.

Se vogliamo un esempio più recente, in ambito italiano, abbiamo il fisico e divulgatore Carlo Rovelli che nel suo libro Helgoland si rifà a Nagarjuna, famoso e antico filosofo indiano, e al suo testo Mulamadhyamakakarika, La via di mezzo, per parlare della mancanza di esistenza intrinseca di ogni fenomeno e quindi della fitta rete di relazioni interdipendenti che costituisce la trama dell'esistenza.


*Quando nel titolo utilizzo il termine misticismo mi riferisco soprattutto alle scuole filosofiche orientali come il Buddismo e il Taoismo o i Veda induisti, questo perché la loro visione dell'esistenza, antica di migliaia di anni, è rimasta stabile fino ai giorni nostri. Esistono punti di contatto anche con la visione dell'esistenza che ebbero alcune scuole di filosofia in Grecia, ad esempio quella di Mileto, tuttavia tali paradigmi in occidente non rimasero stabili nel corso del tempo e in linea generale vennero sostituiti dal dualismo che divise spiritualità e materia, mente e corpo.
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3stm (20-07-2025)
Vecchio 20-07-2025, 15:19   #2
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Con l'emergere di tali evidenze nel corso del tempo è stata ricomposta l'antica frattura tra la scienza che indaga il mondo fisico e le scuole mistico-filosofiche che non facevano distinzione tra il fisico e il metafisico.
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Quando nel titolo utilizzo il termine misticismo mi riferisco soprattutto alle scuole filosofiche orientali come il Buddismo e il Taoismo o i Veda induisti, questo perché la loro visione dell'esistenza, antica di migliaia di anni, è rimasta stabile fino ai giorni nostri. Esistono punti di contatto anche con la visione dell'esistenza che ebbero alcune scuole di filosofia in Grecia, ad esempio quella di Mileto, tuttavia tali paradigmi in occidente non rimasero stabili nel corso del tempo e in linea generale vennero sostituiti dal dualismo che divise spiritualità e materia, mente e corpo.
Si e' ricomposta la frattura ma i pregiudizi moderni restano intatti.

Infatti le metafisiche e le mistiche antiche orientali, taoismo buddhismo vedismo, tendevano a una visione unitaria, organica, ma sottolineando che tutto e' spirito, e che la materia alla fine e' un'illusione (questo dice l'induismo del Vedanta in modo esplicito). Mentre per questi scienziati e pensatori moderni, che hanno perso l'esperienza mistica pratica (preghiera, meditazione ecc) e' vero che tutto e' uno, ma alla fine tutto e' materia, e tutto deve essere indagato in modo quantitativo e deterministico.

Per cui alla fine le differenze con gli antichi restano immutate.

Ultima modifica di Mollusco; 20-07-2025 a 15:23.
Vecchio 20-07-2025, 16:20   #3
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Si e' ricomposta la frattura ma i pregiudizi moderni restano intatti.

Infatti le metafisiche e le mistiche antiche orientali, taoismo buddhismo vedismo, tendevano a una visione unitaria, organica, ma sottolineando che tutto e' spirito, e che la materia alla fine e' un'illusione (questo dice l'induismo del Vedanta in modo esplicito). Mentre per questi scienziati e pensatori moderni, che hanno perso l'esperienza mistica pratica (preghiera, meditazione ecc) e' vero che tutto e' uno, ma alla fine tutto e' materia, e tutto deve essere indagato in modo quantitativo e deterministico.

Per cui alla fine le differenze con gli antichi restano immutate.
È vero una parte degli scienziati che si attengono solo al paradigma occidentale si comportano come tu hai descritto, ma sono solo una parte non il tutto.

La materia non è illusoria, illusorio e limitato, è il modo che utilizziamo per osservare l'esistenza. {approfondire qui questa affermazione richiederebbe troppo tempo e i miei limiti intellettuali ed espressivi potrebbero confonderci}

Il passaggio fondamentale è avvenuto quando la fisica è passata dall'indagine macroscopica {ovvero le leggi fondamentali che regolano l'universo, ad esempio la legge di gravitazione universale} all'indagine microscopica e quindi all'avvento della fisica quantistica.

"Nella fisica classica, le domande sulla natura essenziale delle cose trovavano risposta nel modello meccanicistico newtoniano dell'universo il quale, in modo molto simile al modello di Democrito nell'antica Grecia, riduceva tutti i fenomeni al moto e all'interazione di atomi duri e indistruttibili. Le proprietà di questi atomi furono ricavate dalla nozione macroscopica di palle da biliardo e quindi dall'esperienza sensoriale diretta. Non ci si chiedeva se questa nozione si potesse effettivamente applicare al mondo atomico. In realtà, questo fatto non poteva essere indagato sperimentalmente.
Nel Novecento, tuttavia, i fisici furono in grado di affrontare sperimentalmente il problema della natura intima della materia. Con l'aiuto di una tecnologia estremamente raffinata, essi riuscirono a esplorare la natura sempre più in profondità, scoprendo uno dopo l'altro i vari strati della materia, alla ricerca dei suoi mattoni elementari. In tal modo fu dapprima verificata l'esistenza dell'atomo, poi vennero scoperti i suoi costituenti - il nucleo e gli elettroni - e infine i componenti del nucleo - i protoni e i neutroni - e molte altre particelle subatomiche.
I delicati e complessi strumenti della fisica sperimentale modera penetrano in profondità nel mondo submicroscopico, rivelando aspetti della natura del tutto estranei al nostro ambiente macroscopico e rendono quel mondo accessibile ai nostri sensi. Riescono, tuttavia, a renderlo accessibile solo attraverso una catena di processi che terminano, per esempio, nel clic udibile di un contatore Geiger, o in una macchia scura su una lastra fotografica. Ciò che noi vediamo o sentiamo non è mai direttamente il fenomeno che abbiamo indagato, ma sempre e soltanto qualcuna delle sue conseguenze. Il mondo atomico e subatomico sta ad di là delle nostre percezioni sensoriali.
Esplorando l'interno dell'atomo e studiandone la struttura, la scienza oltrepassò i limiti delle nostra immaginazione sensoriale. Da questo punto in poi, essa non poteva più affidarsi con assoluta certezza alla logica e al senso comune. La fisica atomica consentì agli scienziati di dare un primo rapido sguardo alla natura essenziale delle cose. Come i mistici, i fisici ora avevano a che fare con un'esperienza non sensoriale della realtà e, come quelli, dovevano affrontare gli aspetti paradossali di questa esperienza. Da quel momento in avanti, quindi, i modelli e le immagini della fisica moderna divennero simili a quelli della filosofia orientale"
Fritjof Capra

Ora di offro due citazioni una di un filosofo e storico giapponese, l'altra di un fisico occidentale, nota quanto si somigliano lo loro affermazioni.

"La contraddizione, che tanto sconcerta i modo di pensare ordinario, deriva dal fatto che dobbiamo usare il linguaggio per comunicare la nostra esperienza interiore, la quale per sua stessa natura trascende le possibilità della lingua."
D.T. Suzuki

"I problemi del linguaggio sono qui veramente gravi. Noi desideriamo parlare in qualche modo della struttura degli atomi...ma non possiamo parlare degli atomi servendoci del linguaggio ordinario."
W. Heisenberg

Ultima modifica di insiemealvento; 20-07-2025 a 16:42. Motivo: al termine della citazione di Capra avevo scritto "occidentale" al posto di "orientale"
Vecchio 21-07-2025, 21:02   #4
idk
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Troppo vago e dispersivo il discorso impostato così. In occidente ci arrivano dei concetti molto raffazzonati dello sconfinato mondo delle discipline orientali. Non può essere altrimenti, il nostro retaggio culturale è di stampo positivista, l'importante è esserne coscienti. Così lo yoga diventa una suggestiva ginnastica esotica, il mindfulness e la meditazione trascendentale delle tecniche di biohacking per renderci più produttivi e concentrati.
Ringraziamenti da
Mollusco (21-07-2025)
Vecchio 21-07-2025, 22:27   #5
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Quando nel titolo utilizzo il termine misticismo mi riferisco soprattutto alle scuole filosofiche orientali come il Buddismo e il Taoismo o i Veda induisti, questo perché la loro visione dell'esistenza, antica di migliaia di anni, è rimasta stabile fino ai giorni nostri. Esistono punti di contatto anche con la visione dell'esistenza che ebbero alcune scuole di filosofia in Grecia, ad esempio quella di Mileto, tuttavia tali paradigmi in occidente non rimasero stabili nel corso del tempo e in linea generale vennero sostituiti dal dualismo che divise spiritualità e materia, mente e corpo.
Ci sarebbero delle precisazioni da fare a proposito dell'Occidente e della sua filosofia. In realta' la piu' grande e coerente scuola di pensiero occidentale di matrice non-dualista sta si' in Grecia, ma secondo me non e' quella di Mileto: questa e' legata ancora ad elementi simbolici difficili da decifrare per noi (acqua, aria, fuoco), senza contare che la conosciamo solo per via di frammenti.

Invece segnalerei la scuola neoplatonica: Plotino, Porfirio, Ammonio Sacca, Proclo, di cui abbiamo tutti gli scritti e che si esprime in modo razionale e perfettamente comprensibile per noi moderni (la teoria dell'Uno). Senza contare che il Cristianesimo orientale, quello che oggi chiamiamo Ortodossia, si e' sempre basato su questa visione filosofica, per cui a rigori, abbiamo a che fare con una scuola occidentale che ha attraversato la cultura europea per secoli.

Ultima modifica di Mollusco; 21-07-2025 a 22:42.
Vecchio Ieri, 11:11   #6
XL
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*Quando nel titolo utilizzo il termine misticismo mi riferisco soprattutto alle scuole filosofiche orientali come il Buddismo e il Taoismo o i Veda induisti, questo perché la loro visione dell'esistenza, antica di migliaia di anni, è rimasta stabile fino ai giorni nostri. Esistono punti di contatto anche con la visione dell'esistenza che ebbero alcune scuole di filosofia in Grecia, ad esempio quella di Mileto, tuttavia tali paradigmi in occidente non rimasero stabili nel corso del tempo e in linea generale vennero sostituiti dal dualismo che divise spiritualità e materia, mente e corpo.
Esistenza intrinseca non si capisce bene cosa sia. E' l'esistenza da sola che per come è pensata determina un oggetto ben delimitato (nel senso di distinguibile), relazionato con gli altri sì, ma separato. O dici che esistere non significa nulla, e togliamo di mezzo tutto, oppure sono solo chiacchiere.
Il quantificatore esistenziale è strettamente legato all'idea che questi oggetti sono distinguibili, se salta a monte questa cosa non è che salta l'esistenza intrinseca, salta per aria il concetto stesso di esistenza e di identità.
Secondo me ci sono grossi fraintendimenti anche sul significato della negazione. Negare un'affermazione significa che può verificarsi qualsiasi altra cosa esclusa quella che viene affermata, ora anche la fisica che sembra più assurda 'sto principio non lo fa cadere mai davvero, se un organismo un ente o altro, oltre a certi stati ne ha altri, quando si nega che sia in un certo stato ed è vero questo, ricadrà in uno degli altri stati, se c'è uno stato "sovrapposto" ci sarà pure quest'altro tra gli esiti possibili che verificano l'asserto negato, perché anche lo stato sovrapposto è nettamente distinguibile da quelli non sovrapposti, non viene violato mai il principio di non contraddizione davvero. Secondo me anche la logica ad oggetti in fin dei conti non si riesce mai ad eliminarla davvero, si ricade sempre in modelli dove ci sono entità esistenti che sono in relazione tra loro in certi modi. Per quanto si rigiri la frittata io vedo che sempre qua si va a parare. Lo stato sovrapposto non è uno stato che viola il principio di non contraddizione non è uno stato dove sono veri contemporaneamente A e la negazione di A, perché a rigore in questo stato non abbiamo A, ma questo stato verifica la negazione di A! Tra le situazioni che possono verificare la negazione di A, ci andrà a finire pure lo stato sovrapposto, se questo è uno stato possibile.
Che un oggetto sia ben separato e delimitato non significa che debba avere collocazione spaziale e roba simile, ma che sia ben distinguibile dal resto, se è confuso a rigore è l'oggetto stesso a non esistere, non è che ha un'esistenza non intrinseca, non è attribuibile proprio l'esistenza stessa perché è confuso col resto, non c'è un'entità separata, quindi di cosa si predica l'esistenza? Di niente a rigore di logica se si vuol far valere un minimo di logica.
Si vuol continuare a dire che esiste la cosa ma contemporaneamente che è confusa e non distinguibile da altro, per me non regge. Puoi dire che un oggetto non ha una delimitazione spaziale, non ha confini spaziali e così via, ma a livello logico deve essere per forza ben separato da altri oggetti in maniera tale che le identità dell'oggetto indicato e quelle di altri oggetti siano separate e distinte, se no di cosa parliamo? Come lo indichiamo quell'ente se a monte non esiste nulla per separarlo, e soprattutto distinguerlo dal resto? Per rendere comprensibile qualcosa finiremo sempre con il ridefinire tutto in modelli dove poi l'identità torna ad essere comprensibile.
Spirito e materia sono una cosa sola? Bene anche in questo caso però poi devi dire spirito = materia, e se poi puoi pesare la materia, puoi pesare pure lo spirito visto che sono la stessa cosa. Se lo spirito non ha attributi che ha la materia e viceversa, spirito e materia sono due cose diverse per forza! Se no davvero non si capisce più niente.
O dobbiamo arrivare a dire quelle assurdità tipo spirito e materia sono una cosa sola e due contemporaneamente? Che so tipo il dogma della trinità dove si afferma che una sola entità è tre entità? E' uno e trino... Ma che significa?

Ultima modifica di XL; Ieri a 11:38.
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