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21-04-2014, 02:06
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#1
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Pisaurum
Messaggi: 1,045
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"Quando parli con una persona, in realta' non stai parlando con quella persona, ma con la maschera che ti sei fatto di quella persona, cosi quando una persona parla con te in realta' non sta parlando con te, ma con la maschera che si e' fatto di te, con la persona che crede di conoscere"
Questo che ho scritto e' in sintesi la teoria delle maschere di Pirandello. Credo che se una persona capisse veramente questa teoria e la applicasse a se stesso, smetterebbe all'istante di essere timido. Credo di aver il diritto di poter parlare di queste cose: sono stato anche io timido e lo rimango ancora, anche se molto meno rispetto una volta e quindi so tutto quello che passa in testa ad una persona timida: la paura di sbagliare, di essere giudicati, la bassa autostima.. a me e' bastato un libro per riuscire a cambiare: uno nessuno centomila di Luigi Pirandello. Un libretto di nemmeno 200 paginette, facile da leggere, comprato a 1 euro al supermercato (si trova in formato pdf gratuito su internet). Puo' sembrare monotono sotto certi punti di vista, parla semore delle stesse cose, ma e' un libretto che vi lascera' qualcosa e vi fara' vedere la vita sotto altri punti di vista, ne sono sicuro!
Poi ci sono altre cose bellissime sulla filosofia di pirandello: come la teoria sulle trappole: la trappola e' quella cosa che non ti permette di essere te stesso, che ti blocca e non ti fa realizzare. Sono trappole la famiglia, gli amici, la societa'.. due cose sono fondamentali per evadere dalla trappola: l'immaginazione e la follia lucida, ossia fare cose folli, impulsivi ma comunque essere coscenti di quello che si fa e delle conseguenze che si avrebbero
Un'altra cosa bellissima sulla filosofia di piarandello riguarda la vita che assume forma: quando la vita e' monotona, segue degli schemi rigidi dettati dalla societa', dalle regole che ci impongono altri o che ci autoimponiamo, allora e' morta. La vita non deve avete forma, ma in costante mutamento, ogni giorno deve essere diverso da quello dopo per avere sempre nuove esperienze e conoscene. Ci sarebbe da parlare per ore di pirandello, dategli un'occhiata e provate a capire il suo modo di pensare. Ne vale davvero la pena
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21-04-2014, 02:23
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#2
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Intermedio
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: boh
Messaggi: 195
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Quote:
Originariamente inviata da Biomotivato
Un'altra cosa bellissima sulla filosofia di piarandello riguarda la vita che assume forma: quando la vita e' monotona, segue degli schemi rigidi dettati dalla societa', dalle regole che ci impongono altri o che ci autoimponiamo, allora e' morta. La vita non deve avete forma, ma in costante mutamento, ogni giorno deve essere diverso da quello dopo per avere sempre nuove esperienze e conoscene. Ci sarebbe da parlare per ore di pirandello, dategli un'occhiata e provate a capire il suo modo di pensare. Ne vale davvero la pena
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Ricordo ancora quando al liceo facemmo la vita secondo Pirandello, intesa come un corso d'acqua: la vera vita è quella della nascita, quando siamo svincolati da ogni convenzione sociale. Possiamo essere qualunque cosa in qualunque momento, perché non c'è nessuno che ci dice cosa fare e che maschera assumere.
Quando cresciamo, questo corso d'acqua si cristallizza in poche forme prestabilite, e noi non facciamo che saltare da una parte all'altra per cercare di adattarci a diverse situazioni, senza poter tornare mai più a quel corso d'acqua limpido e mutevole. Una delle poetiche più suggestive a mio avviso.
A parte questo, condivido ogni parola di cui sopra
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Ultima modifica di qwerty93; 21-04-2014 a 02:32.
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21-04-2014, 08:39
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#3
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Banned
Qui dal: Mar 2013
Ubicazione: salerno
Messaggi: 711
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sicuramente Pirandello era il più grande conoscitore del genere umano e faceva lo scrittore e non lo psicologo, ma avrebbe potuto svolgere quest'ultimo ruolo molto meglio di Freud.
ho letto uno nessuno e centomila e devo dire che quando sono in situazioni difficili, penso a quel libro, mi fa capire che non potremo mai piacere a tutti, perché loro ci vedono in 100000 modi diversi. quindi è inutile apparire in modo diverso, perché gli altri cercheranno il difetto anche nella perfezione.
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21-04-2014, 10:31
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#4
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Pisaurum
Messaggi: 1,045
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Quote:
Originariamente inviata da qwerty93
A parte questo, condivido ogni parola di cui sopra
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Pirandello miglior maestro di vita che abbia mai letto
Quote:
Originariamente inviata da mattia pascal
ho letto uno nessuno e centomila e devo dire che quando sono in situazioni difficili, penso a quel libro, mi fa capire che non potremo mai piacere a tutti, perché loro ci vedono in 100000 modi diversi. quindi è inutile apparire in modo diverso, perché gli altri cercheranno il difetto anche nella perfezione.
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Stesso motivo. Subito dopo averlo letto mi ha dato e continua a darmi una gran voglia di essere me stesso e di fare tutto quello che voglio, fregandome anche se ho tutti contro. Se una cosa la si vuole e non fa male a nessuno, perche' non farla?
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Ultima modifica di Biomotivato; 21-04-2014 a 10:35.
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21-04-2014, 11:17
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#5
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,208
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Sostanzialmente ha anticipato la scuola di Palo Alto.
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21-04-2014, 15:03
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#6
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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Credo che lo rileggerò perché non ricordo molto...
IL fatto di assumere maschere mi sembra del tutto "normale", noi ci comportiamo in base a delle regole sociali, che molte di queste sono discutibili e ingiuste, però altre ci permettono di salvaguardarci/re noi stessi e gli altri.
Queste maschere fanno parte di noi stessi e formano l'identità.
E' utopistico il discorso di mostrarci sempre come si è, nella verità assoluta.
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21-04-2014, 15:14
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#7
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,734
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Quote:
Originariamente inviata da Biomotivato
"Quando parli con una persona, in realta' non stai parlando con quella persona, ma con la maschera che ti sei fatto di quella persona, cosi quando una persona parla con te in realta' non sta parlando con te, ma con la maschera che si e' fatto di te, con la persona che crede di conoscere"
Questo che ho scritto e' in sintesi la teoria delle maschere di Pirandello. Credo che se una persona capisse veramente questa teoria e la applicasse a se stesso, smetterebbe all'istante di essere timido. Credo di aver il diritto di poter parlare di queste cose: sono stato anche io timido e lo rimango ancora, anche se molto meno rispetto una volta e quindi so tutto quello che passa in testa ad una persona timida: la paura di sbagliare, di essere giudicati, la bassa autostima.. a me e' bastato un libro per riuscire a cambiare: uno nessuno centomila di Luigi Pirandello. Un libretto di nemmeno 200 paginette, facile da leggere, comprato a 1 euro al supermercato (si trova in formato pdf gratuito su internet). Puo' sembrare monotono sotto certi punti di vista, parla semore delle stesse cose, ma e' un libretto che vi lascera' qualcosa e vi fara' vedere la vita sotto altri punti di vista, ne sono sicuro!
Poi ci sono altre cose bellissime sulla filosofia di pirandello: come la teoria sulle trappole: la trappola e' quella cosa che non ti permette di essere te stesso, che ti blocca e non ti fa realizzare. Sono trappole la famiglia, gli amici, la societa'.. due cose sono fondamentali per evadere dalla trappola: l'immaginazione e la follia lucida, ossia fare cose folli, impulsivi ma comunque essere coscenti di quello che si fa e delle conseguenze che si avrebbero
Un'altra cosa bellissima sulla filosofia di piarandello riguarda la vita che assume forma: quando la vita e' monotona, segue degli schemi rigidi dettati dalla societa', dalle regole che ci impongono altri o che ci autoimponiamo, allora e' morta. La vita non deve avete forma, ma in costante mutamento, ogni giorno deve essere diverso da quello dopo per avere sempre nuove esperienze e conoscene. Ci sarebbe da parlare per ore di pirandello, dategli un'occhiata e provate a capire il suo modo di pensare. Ne vale davvero la pena
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Non ho mai letto questo libro, ma non mi hai fatto venire la voglia.
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21-04-2014, 15:17
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#8
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,208
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Pirandello era giunto ad una sostanziale verità sottesa ai rapporti umani: il carattere non è altro che autoconnotazione, autodefinizione o chiamatelo come volete...non appartiene al mondo delle realtà fenomeniche, tangibili, oggettuali e oggettive, non è qualcosa che si vede, si tocca e dunque si definisce senza alcun margine di inesattezza. Il carattere non è qualcosa che possediamo come possediamo in capelli biondi o neri, ma qualcosa di cui ci convinciamo sin dai primi anni di vita e che affonda le sue radici nelle prime impressioni (o "tracce mnestiche, come le chiamava Freud) maturate quando il nostro cervello è ancora all'apice quantitativo delle sue connessioni neurali e non ha subito quel processo di "potatura" che finisce per renderlo qualcosa di apparentemente definitivo, quello che siamo poi soliti definire come carattere e che, erroneamente, reputiamo innato e/o immodificabile, perché è ciò che ci ricordiamo di aver sempre posseduto.
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21-04-2014, 15:21
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
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Me ne ricorderò quando dovrò broccolare una ragazza
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21-04-2014, 20:36
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#10
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Pisaurum
Messaggi: 1,045
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Quote:
Originariamente inviata da Noriko
Credo che lo rileggerò perché non ricordo molto...
IL fatto di assumere maschere mi sembra del tutto "normale", noi ci comportiamo in base a delle regole sociali, che molte di queste sono discutibili e ingiuste, però altre ci permettono di salvaguardarci/re noi stessi e gli altri.
Queste maschere fanno parte di noi stessi e formano l'identità..
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Noi cerchiamo spontaneamente delle maschere e finiamo sempre per segliere sempre le stesse (la maschera per come dobbiamo comportarci a scuola, a lavoro, tra gli amici..) e questo e' normalissimo, possiamo dire che le maschere ci aiutano sotto molti punti di vista. La realta' e' che queste maschere soffocano l'identita', portare le maschere non mostra chi siamo realmente e questo e' il punto centrale del libro.
Cosi vitangelo (protagonista del libro) si trova dall'avere soldi e una buona famiglia all'essere preso per pazzo da tutti, perche' nessuno riusciva piu' a identificarlo nella maschera che ognuno si era fatto del vitangelo che conosceva.
Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac
Non ho mai letto questo libro, ma non mi hai fatto venire la voglia.
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Scaricatelo in formato pdf e prova a leggerti solo le prime pagine, e' un libro che influenza veramente il modo di pensare. Provaci
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Ultima modifica di Biomotivato; 21-04-2014 a 20:39.
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20-08-2014, 21:37
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#11
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Messaggi: 926
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E' giust'appunto uno dei libri che dovevo leggere per le vacanze.
Appena letto scrivo un post.
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20-08-2014, 21:46
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#12
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Banned
Qui dal: Jun 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 9,206
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Tra l'altro la vita di Pirandello è stata segnata dalla malattia mentale della moglie, persona che ha amato con sincerità in una società dove il matrimonio veniva combinato, che l'ha costretto, suo malgrado, a separarsene facendola ricoverare in un surrogato di un manicomio
Sono breve perché uso Tapatalk e uno smartphone
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21-08-2014, 00:26
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#13
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Esperto
Qui dal: Dec 2010
Ubicazione: Provincia di Roma
Messaggi: 585
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ricordo ancora la prof d'italiano dirci che nel Fu Mattia Pascal si capiva l'impossibilità di fuggire dalla società, metafora delle gabbie che noi ci costruiamo ecc. poi scopro che nel finale il protagonista si chiude in una biblioteca: il mio sogno! Capìi di essere diverso dagli altri, ecco.
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21-08-2014, 10:12
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#14
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,208
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I rapporti umani e sociali sono fondati su meccanismi interattivi e dinamici, come faceva presente Watzlawick, non esistono i ruoli e le etichette senza che ambedue le parti in causa vi si riconoscano e concorrano unitamente alla costituzione delle stesse. In parole povere: se in una relazione tra due individui o tra gruppi sociali si vengono a creare ruoli di dominatori e dominati, di vittime e di carnefici, è perché c'è chi si identifica nel prevaricatore e chi nel prevaricato. Le cose si fanno sempre in due.
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21-08-2014, 13:58
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#15
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Le cose si fanno in due solo nel caso in cui c'è un sadico e un masochista, ma le relazioni in cui ci sono rapporti di potere non sono costituite sempre da persone masochiste.
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Leggendo da esterno non coinvolto nella discussione mi pare che il riferimento era alle normali dinamiche interpersonali. Un esempio calzante mi sembrano quelle donne che vogliono redimere il violento, lo sposano e trascorrono il resto della vita con vessazioni e lividi. Anche livelli così estremi rientrano secondo me tra le dinamiche che aveva in mente Muttley.
Quello che invece dici tu è un'altra cosa. Ma è vero che Muttley non aveva specificato cosa intendesse. Se intendeva anche le dinamiche che portano a guerre, vessazioni, invasioni e cose così, ci sarebbero da fare dei distinguo ma a me pare che il discorso funzionerebbe sostanzialmente male; a quel punto sottoscriverei il tuo punto di vista. Se arriva uno più grosso di me, con una pistola e mi spara non è che io abbia dato il mio assenso a essere vittima...
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21-08-2014, 14:43
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#16
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,208
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Le vittime di continue vessazioni in ambito scolastico o lavorativo non si identificavano affatto in questo ruolo di vittima e non ci prendevano affatto gusto masochisticamente, visto che certe volte di punto in bianco, alcune di queste persone hanno compiuto delle stragi nei posti dove sono state emarginate (nel caso in cui riescono a procurarsi delle armi).
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Non c'è solo il masochismo, mai sentito parlare del concetto di coazione a ripetere?
Quote:
Originariamente inviata da XL
Una pecora non solo viene mangiata dal lupo, deve pure sentirsi dire che in fin dei conti è lei che l'ha voluto questo in quanto pecora? Se non c'è un lupo o dei predatori la pecora non viene divorata da nessuno, perciò non è affatto vero che le cose si fanno in due o che l'esser pecora implica in sé l'"esser divorata".
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Non mischiamo elementi irrelati tra di loro, ovvero il piano psicologico o quello materiale. Un conto è essere vittima di un ladro, un assassino o uno stupratore, un conto è sentirsi vittima di giochi psicologici o presunte marginalizzazioni relazionali. Ti sei mai chiesto come mai esistono leggi contro l'omicidio, il furto, lo stupro ma non esiste una precisa legislazione con l'insulto? Un conto è il bullismo verbale attuato verso individui in età vulnerabile, un conto è il mobbing, il quale non si limita alla semplice vessazione psicologica ma sfocia in atti concreti, materiali di offesa verso l'individuo (decurtazione di stipendio, demansionamento ecc.).
Non mischiamo il livello psicologico con quello materiale...sono già incappato in obiezioni del tipo "se uno ti punta una pistola non puoi dire che...ecc" e francamente mi sono stancato di rispondere.
Quote:
Originariamente inviata da pokorny
Leggendo da esterno non coinvolto nella discussione mi pare che il riferimento era alle normali dinamiche interpersonali. Un esempio calzante mi sembrano quelle donne che vogliono redimere il violento, lo sposano e trascorrono il resto della vita con vessazioni e lividi. Anche livelli così estremi rientrano secondo me tra le dinamiche che aveva in mente Muttley.
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Esattamente quello che volevo esprimere
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21-08-2014, 16:38
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#17
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Principiante
Qui dal: Jun 2014
Ubicazione: Cosenza
Messaggi: 17
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Guarda, la mia filosofia di vita ha tanti punti in comune con quella di Pirandello, di cui sono un grande estimatore. Soprattutto la società vista come una trappola per tutti gli uomini, e pochi si accorgono di essere incatenati, privi della libertà di scegliere come vivere. Io sto cercando di eliminare questi vincoli imposti dalla umanità, dalle convenzioni sociali ecc... siamo già sottoposti alla legge della natura, non c'è bisogno di limitare così drasticamente la nostra libertà.
Questi ragionamenti mi hanno permesso di essere tutto sommato soddisfatto della mia vita... spesso penso che c'è tanta gente che si trova in trappola senza saperlo, o lo sa e fa finta di nulla... so benissimo che non sarei felice a vivere come loro, anzi starei molto peggio, quindi non invidio affatto buona parte dell'umanità.
Ciò nonostante mi accorgo di sentire il bisogno, quasi istintuale, di relazionarmi con altre persone, di confrontarmi con loro. E la timidezza costituisce un grosso freno, come se dentro di me da piccolo la gabbia avesse posto le prime sbarre e ora devo liberarmene... ho alcuni ideali ma poi quando mi tocca agire faccio tutt'altro e questo non va bene.
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