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contro la timidezza? PIRANDELLO!
"Quando parli con una persona, in realta' non stai parlando con quella persona, ma con la maschera che ti sei fatto di quella persona, cosi quando una persona parla con te in realta' non sta parlando con te, ma con la maschera che si e' fatto di te, con la persona che crede di conoscere"
Questo che ho scritto e' in sintesi la teoria delle maschere di Pirandello. Credo che se una persona capisse veramente questa teoria e la applicasse a se stesso, smetterebbe all'istante di essere timido. Credo di aver il diritto di poter parlare di queste cose: sono stato anche io timido e lo rimango ancora, anche se molto meno rispetto una volta e quindi so tutto quello che passa in testa ad una persona timida: la paura di sbagliare, di essere giudicati, la bassa autostima.. a me e' bastato un libro per riuscire a cambiare: uno nessuno centomila di Luigi Pirandello. Un libretto di nemmeno 200 paginette, facile da leggere, comprato a 1 euro al supermercato (si trova in formato pdf gratuito su internet). Puo' sembrare monotono sotto certi punti di vista, parla semore delle stesse cose, ma e' un libretto che vi lascera' qualcosa e vi fara' vedere la vita sotto altri punti di vista, ne sono sicuro! Poi ci sono altre cose bellissime sulla filosofia di pirandello: come la teoria sulle trappole: la trappola e' quella cosa che non ti permette di essere te stesso, che ti blocca e non ti fa realizzare. Sono trappole la famiglia, gli amici, la societa'.. due cose sono fondamentali per evadere dalla trappola: l'immaginazione e la follia lucida, ossia fare cose folli, impulsivi ma comunque essere coscenti di quello che si fa e delle conseguenze che si avrebbero Un'altra cosa bellissima sulla filosofia di piarandello riguarda la vita che assume forma: quando la vita e' monotona, segue degli schemi rigidi dettati dalla societa', dalle regole che ci impongono altri o che ci autoimponiamo, allora e' morta. La vita non deve avete forma, ma in costante mutamento, ogni giorno deve essere diverso da quello dopo per avere sempre nuove esperienze e conoscene. Ci sarebbe da parlare per ore di pirandello, dategli un'occhiata e provate a capire il suo modo di pensare. Ne vale davvero la pena :D |
Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
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Quando cresciamo, questo corso d'acqua si cristallizza in poche forme prestabilite, e noi non facciamo che saltare da una parte all'altra per cercare di adattarci a diverse situazioni, senza poter tornare mai più a quel corso d'acqua limpido e mutevole. Una delle poetiche più suggestive a mio avviso. A parte questo, condivido ogni parola di cui sopra :) |
Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
sicuramente Pirandello era il più grande conoscitore del genere umano e faceva lo scrittore e non lo psicologo, ma avrebbe potuto svolgere quest'ultimo ruolo molto meglio di Freud.
ho letto uno nessuno e centomila e devo dire che quando sono in situazioni difficili, penso a quel libro, mi fa capire che non potremo mai piacere a tutti, perché loro ci vedono in 100000 modi diversi. quindi è inutile apparire in modo diverso, perché gli altri cercheranno il difetto anche nella perfezione. |
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Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
Sostanzialmente ha anticipato la scuola di Palo Alto.
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Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
Credo che lo rileggerò perché non ricordo molto...
IL fatto di assumere maschere mi sembra del tutto "normale", noi ci comportiamo in base a delle regole sociali, che molte di queste sono discutibili e ingiuste, però altre ci permettono di salvaguardarci/re noi stessi e gli altri. Queste maschere fanno parte di noi stessi e formano l'identità. E' utopistico il discorso di mostrarci sempre come si è, nella verità assoluta. |
Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
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Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
Pirandello era giunto ad una sostanziale verità sottesa ai rapporti umani: il carattere non è altro che autoconnotazione, autodefinizione o chiamatelo come volete...non appartiene al mondo delle realtà fenomeniche, tangibili, oggettuali e oggettive, non è qualcosa che si vede, si tocca e dunque si definisce senza alcun margine di inesattezza. Il carattere non è qualcosa che possediamo come possediamo in capelli biondi o neri, ma qualcosa di cui ci convinciamo sin dai primi anni di vita e che affonda le sue radici nelle prime impressioni (o "tracce mnestiche, come le chiamava Freud) maturate quando il nostro cervello è ancora all'apice quantitativo delle sue connessioni neurali e non ha subito quel processo di "potatura" che finisce per renderlo qualcosa di apparentemente definitivo, quello che siamo poi soliti definire come carattere e che, erroneamente, reputiamo innato e/o immodificabile, perché è ciò che ci ricordiamo di aver sempre posseduto.
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Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
Me ne ricorderò quando dovrò broccolare una ragazza:D
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Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
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Cosi vitangelo (protagonista del libro) si trova dall'avere soldi e una buona famiglia all'essere preso per pazzo da tutti, perche' nessuno riusciva piu' a identificarlo nella maschera che ognuno si era fatto del vitangelo che conosceva. Quote:
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Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
E' giust'appunto uno dei libri che dovevo leggere per le vacanze.
Appena letto scrivo un post. |
Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
Tra l'altro la vita di Pirandello è stata segnata dalla malattia mentale della moglie, persona che ha amato con sincerità in una società dove il matrimonio veniva combinato, che l'ha costretto, suo malgrado, a separarsene facendola ricoverare in un surrogato di un manicomio
Sono breve perché uso Tapatalk e uno smartphone |
Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
ricordo ancora la prof d'italiano dirci che nel Fu Mattia Pascal si capiva l'impossibilità di fuggire dalla società, metafora delle gabbie che noi ci costruiamo ecc. poi scopro che nel finale il protagonista si chiude in una biblioteca: il mio sogno! Capìi di essere diverso dagli altri, ecco.
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Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
I rapporti umani e sociali sono fondati su meccanismi interattivi e dinamici, come faceva presente Watzlawick, non esistono i ruoli e le etichette senza che ambedue le parti in causa vi si riconoscano e concorrano unitamente alla costituzione delle stesse. In parole povere: se in una relazione tra due individui o tra gruppi sociali si vengono a creare ruoli di dominatori e dominati, di vittime e di carnefici, è perché c'è chi si identifica nel prevaricatore e chi nel prevaricato. Le cose si fanno sempre in due.
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Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
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Quello che invece dici tu è un'altra cosa. Ma è vero che Muttley non aveva specificato cosa intendesse. Se intendeva anche le dinamiche che portano a guerre, vessazioni, invasioni e cose così, ci sarebbero da fare dei distinguo ma a me pare che il discorso funzionerebbe sostanzialmente male; a quel punto sottoscriverei il tuo punto di vista. Se arriva uno più grosso di me, con una pistola e mi spara non è che io abbia dato il mio assenso a essere vittima... |
Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
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Non mischiamo il livello psicologico con quello materiale...sono già incappato in obiezioni del tipo "se uno ti punta una pistola non puoi dire che...ecc" e francamente mi sono stancato di rispondere. Quote:
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Re: contro la timidezza? PIRANDELLO!
Guarda, la mia filosofia di vita ha tanti punti in comune con quella di Pirandello, di cui sono un grande estimatore. Soprattutto la società vista come una trappola per tutti gli uomini, e pochi si accorgono di essere incatenati, privi della libertà di scegliere come vivere. Io sto cercando di eliminare questi vincoli imposti dalla umanità, dalle convenzioni sociali ecc... siamo già sottoposti alla legge della natura, non c'è bisogno di limitare così drasticamente la nostra libertà.
Questi ragionamenti mi hanno permesso di essere tutto sommato soddisfatto della mia vita... spesso penso che c'è tanta gente che si trova in trappola senza saperlo, o lo sa e fa finta di nulla... so benissimo che non sarei felice a vivere come loro, anzi starei molto peggio, quindi non invidio affatto buona parte dell'umanità. Ciò nonostante mi accorgo di sentire il bisogno, quasi istintuale, di relazionarmi con altre persone, di confrontarmi con loro. E la timidezza costituisce un grosso freno, come se dentro di me da piccolo la gabbia avesse posto le prime sbarre e ora devo liberarmene... ho alcuni ideali ma poi quando mi tocca agire faccio tutt'altro e questo non va bene. |
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