Sindone, lo scritto più antico: “Serviva a truffare i fedeli”
La Sindone è un falso: scoperto un antico documento che ...
La Sindone sarebbe un falso medievale. L'ultima ...
È curioso sia proprio io a scriverlo, avendo un livello di ateismo "
over nine thousand", ma ci sarebbe qualcosa da precisare, ché la notizia non mi pare sia proprio questa, risulti un pochino distorta e rappresentativa di un certo modo di fare giornalismo.
Non c'è alcuna conferma che sia un falso (né Nicola d'Oresme avrebbe mai potuto darla): piuttosto quella di Nicola nei suoi Problemata è una delle prime testimonianze scritte a noi pervenute su di essa, che riporta fosse già ben nota e girassero dubbi e critiche su di essa. Fosse stato un falso palese, di certo pellegrini e fedeli non sarebbero pervenuti in massa a venerarla e lasciando donazioni, né sarebbe essa giunta sino in Torino, avrebbe avuto la fortuna che ha avuto, e sarebbe stata discussa anche oggi.
Né nei fatti eran tanto nuovi questi dubbi, considerata la vicenda del “processo di Lirey” che già stava tenendosi e che si sarebbe conclusa poco dopo; in generale poi i movimenti e posizioni iconoclaste, i non pochi intellettuali che han criticato il fiorente mercato di reliquie ed il loro eccessivo culto, finanche le novelle di Boccaccio ed i racconti di Chaucer che satireggiano sul fenomeno (frate Cipolla, il Pardoner).
Un focus sulle prime vicende della sindone:
1353: il cavaliere Goffredo di Charny porta in Francia la sindone e fa costruire a Lirey una chiesetta, cui la dona.
1355-1357: la sindone viene ripetutamente esposta dai canonici della chiesa di Lirey ai fedeli.
1370 circa: ne parla Nicola d’Oresme nella sua opera, additandola come falso ed inganno da parte degli ecclesiastici.
1389: il vescovo di Troyes scrive all’antipapa Clemente VII contestando la sindone, sostenendo che già il suo predecessore Enrico di Poitiers se ne sia occupato, abbia individuato l’artista che l’aveva realizzata e vietato ostensioni pubbliche.
1390: l’antipapa Clementre VII emette una bolla con cui ne permette l’esposizione ma ordina ai canonici di Lirey di «...dire ad alta e chiara voce, al fine di far cessare ogni frode, che la Sindone non è il vero sudario di Gesù Cristo ma una figura o una sua rappresentazione».