Quote:
Originariamente inviata da XL
La simulazione permette alla macchina di associare ad un input (di un computo ammissibile) lo stesso output dell'altra, questo immagino significa simulare, non potrà di certo fare le stesse ed identiche cose, altrimenti non si parlerebbe di simulazione. Ovviamente la simulazione non permette di avere lo stesso tempo di calcolo (il tempo in termini teorici lo si misura a scatti che si conteggiano, non è il tempo reale effettivo, perché poi le macchine reali potrebbero metterci meno tempo a far qualcosa e più tempo a fare altro, dipende poi da come sono costruite effettivamente a livello ingegneristico).
In ogni caso molti problemi non si sa se le macchine deterministiche non possono risolverli comunque abbastanza velocemente, è ancora aperta la questione relativa ai problemi P e quelli NP, non si sa se questi due insiemi coincidono.
L'approccio diverso oltre a permettere di fare calcoli in modo più veloce cosa permette di fare in più?
La rivoluzione c'è di sicuro, ma la vedo più come una rivoluzione ingegneristica che informatica.
|
" le unità dell’informazione quantistica che sono codificati non da 1 o 0 ma dallo stato quantistico in cui si trova una particella o un atomo che può avere contemporaneamente sia il valore 1 sia il valore 0, per altro in una varietà di combinazioni che producono differenti stati quantistici (una particella può essere per 70% allo stato 1 e per il 30% allo stato 0, o 40% e 60%, o 15 e 85…). "
"– il principio di sovrapposizione dal quale deriva, come abbiamo visto, la possibilità per le particelle di trovarsi contemporaneamente in più stati diversi (e quindi al qubit di poter essere sia 1 sia 0 simultaneamente, finché il suo stato non viene “letto” e quindi codificato). La sovrapposizione di stati, nella fisica quantistica, rappresenta l’esistenza simultanea di tutti gli stati possibili di una particella o un’entità fisica prima della sua misurazione (ciò significa che prima che venga misurato, un qubit può essere sia 0 sia 1). Solo con la misurazione è possibile definire in modo preciso la proprietà del qubit (ed è questo uno degli aspetti più critici che ancora non ha reso il computer quantistico disponibile su larga scala: le particelle sono instabili e la loro misurazione è molto complessa, a cui va aggiunto il fatto che l’instabilità delle particelle genera calore che, ad oggi, può essere controllato solo con avanzati sistemi di raffreddamento per portare i circuiti vicino al cosiddetto zero assoluto oppure utilizzando “ioni intrappolati” o il raffreddamento magnetico – vedi più avanti in questo servizio, ndr): prima che avvenga la misurazione, quindi, gli stati dei qubit co-esistono e possono essere visti come una specie di “nuvola di probabilità”; questa nuvola collasserà e diventerà uno stato definito nel momento in cui verrà misurata (è lo stesso principio forse noto ai più come equazione di Schrödinger, oppure come “l’esperimento del gatto nella scatola”)."
fonte:
codice:
https://www.ai4business.it/intelligenza-artificiale/computer-quantistico/