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23-01-2014, 20:19
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#1
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Intermedio
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Abruzzo-PE
Messaggi: 153
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Intendo dire: come sperate o avete sperato di vivere ? in quale modello di vita vorreste vivere ? o avete qualche altro sogno oltre la vita sociale ?
Per esempio a me piacerebbe andare a vivere in qualche paese povero ed arretrato socialmente, come molti paesi dell' Africa o dell' Asia e vivere senza lavorare, mi piacerebbe stare con una persona tutto il giorno e tutti i giorni, e vivere insieme in sintonia come se fossimo una persona sola, ma sempre restando in solitudine dagli altri. Gli unici problemi da affrontare sarebbero mangiare e bere, poi, sempre e solo in compagnia di questa persona, mi piacerebbe provare a vivere da nomade, fare lunghi campeggi e tutto il resto che mi passa per la testa. Nella società moderna in cui viviamo è impossibile vivere cosi, o meglio, dal punto di vista legale lo è, ma è impossibile trovare gente che voglia fare lo stesso, e non è considerata una cosa normale.
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23-01-2014, 20:34
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#2
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Esperto
Qui dal: May 2009
Messaggi: 512
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vorrei essere senza paura e vivrei di conseguenza.
vorrei avere una vita normale con degli amici e basta ma non ci reisco, credo di essere pazzo.
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23-01-2014, 20:59
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#3
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 2,270
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Una vita con amici, uscite, hobby, ragazze e un buon lavoro mi farebbero felice. Alcune le ho già sistemate, altre devo ancora arrivarci, ma ci arriverò a qualsiasi costo.
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23-01-2014, 21:21
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#4
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Esperto
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 1,112
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Vivere in un minimondo a parte. In un sottoquartiere, in pratica. Diciamo pure in un minivillaggio. E passare 2/4 della giornata a riposare e gli altri 2/4 ad "ora et labora". Con un occupazione tranquilla e priva di responsabilità e di tensioni, che mi mantenga sereno. Non chiedo di più.
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23-01-2014, 21:34
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#5
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Banned
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Circolo dei matti
Messaggi: 1,734
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Libero dalla schiavitù del lavoro.
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23-01-2014, 21:55
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#6
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Messaggi: 2,318
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eliminando ogni logica e pensiero, per me la vita vera dovrebbe essere partire, vivere un mese, un anno o quel che ti pare, in una qualsiasi località, stringere i legami necessari per godersi il posto, mantenersi come ci si riesce, non creare legami troppo dolorosi da interrompere e poi quando si è stanchi partire alla volta di una nuova località.
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23-01-2014, 21:57
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#7
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Banned
Qui dal: Jul 2013
Ubicazione: Torino
Messaggi: 1,451
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Vorrei trovare un buon lavoro che mi piace e poi farei tanti viaggi con i quali conoscere tante persone.. direi quindi niente che non possa benissimo realizzarsi.
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23-01-2014, 22:00
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#8
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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Se la passano male perchè voi ve la passate bene qui, non dimenticartelo, sta bene a tutte che nel terzo mondo la donna faccia turni di 16 ore a fila per un dollaro in fabbrica e che partorisca sotto il bancone per poi buttare il figlio nel cassonetto (no logo Noemi Klein), il problema non è quello, poichè quel sistema finanzia le organizzazioni femminili internazionali che tutti i giorni ne strolgano una (http://www.internetica.it/NucciDonna.htm), il problema è il burqua e lo smutandamento nei paesi arabi, o i diritti alle coppie di fatto (cioè gli alimenti da pagare e la casa da espropriare anche a quei pochi che hanno capito che non ci si può più sposare se non si ha possibilità di comprarsi un'altra casa e pagare a vita questa scelta).
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23-01-2014, 22:02
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,147
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Quote:
Originariamente inviata da Kody
Alcune le ho già sistemate, altre devo ancora arrivarci, ma ci arriverò a qualsiasi costo.
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Occhio alle doverizzazioni. E' più importante stare bene nella testa e poi stare in buone condizioni materiali...le due cose si influenzano reciprocamente, ma è più facile ottenere le seconde con la prima che non viceversa.
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23-01-2014, 22:10
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#10
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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Io ho già fatto quello che volevo e potevo fare, le altre cose non dipendevano da me, ma era potere della donna, e la donna oggi pernsa alle cazzate e alla sua ambizione personale, non alle cose che contano nella vita per essere felici, trascinando anche l'uomo nella merda e costringendolo sostanzialmente a vivere solo di lavoro.
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23-01-2014, 22:17
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#11
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Principiante
Qui dal: Jul 2013
Ubicazione: Sardegna
Messaggi: 72
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Vorrei solamente vivere come una persona normale,senza tutte le mie paure e poter fare qualcosa nella vita che mi faccia esser orgoglioso della mia esistenza...oltre ad avere una persona d'amare.
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23-01-2014, 23:17
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#12
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Esperto
Qui dal: Dec 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,699
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Preferirei non vivere affatto.
La vita è IL problema, superato il quale non ce ne sono per fortuna altri.
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23-01-2014, 23:28
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#13
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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Quote:
Originariamente inviata da Tararabbumbieee
Preferirei non vivere affatto.
La vita è IL problema, superato il quale non ce ne sono per fortuna altri.
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Si è vero.
Il fatto è che l'uomo pensa, il pensiero non fa parte della vita secondo me, è quello l'equivoco, in certe cose sono con Niezcthe, dovremmo semplicemente riscoprire la nostra natura feroce.
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23-01-2014, 23:42
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#14
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 2,270
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Occhio alle doverizzazioni. E' più importante stare bene nella testa e poi stare in buone condizioni materiali...le due cose si influenzano reciprocamente, ma è più facile ottenere le seconde con la prima che non viceversa.
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Indubbiamente, per questo ho passato due anni ormai a lavorare sulla testa e non a caso mi è arrivato tutto quello che mi è arrivato.
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23-01-2014, 23:48
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#15
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Banned
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 171
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vorrei vivere in un mondo senza soldi,dove tutti si vogliono bene e sono onesti,lo so pura utopia,il male é parte del mondo
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23-01-2014, 23:48
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#16
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Esperto
Qui dal: Dec 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,699
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Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
Si è vero.
Il fatto è che l'uomo pensa, il pensiero non fa parte della vita secondo me, è quello l'equivoco, in certe cose sono con Niezcthe, dovremmo semplicemente riscoprire la nostra natura feroce.
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Secondo me è proprio una cosa "fisica", una questione di entropia e leggi termodinamiche. Quella che noi chiamiamo vita è in realtà nient'altro che morte, ossia un processo di consunzione ed angoscia che inizia con il concepimento e si esaurisce (unica cosa positiva) nel termine della vita. Vita e morte non sono espressioni antinomiche, la morte non è il momento conclusivo della vita: è, piuttosto, l'intero percorso della vita stessa.
Condivido pienamente la posizione tua e di Nietzsche: la coscienza è un virus letale che dagli albori ha sconquassato la nostra specie.
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23-01-2014, 23:59
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#17
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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Quote:
Originariamente inviata da Tararabbumbieee
Secondo me è proprio una cosa "fisica", una questione di entropia e leggi termodinamiche. Quella che noi chiamiamo vita è in realtà nient'altro che morte, ossia un processo di consunzione ed angoscia che inizia con il concepimento e si esaurisce (unica cosa positiva) nel termine della vita. Vita e morte non sono espressioni antinomiche, la morte non è il momento conclusivo della vita: è, piuttosto, l'intero percorso della vita stessa.
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La pensi come Cioran.
Gli animali non hanno il concetto di morte e per questo vivono senza curarsene, dunque non è la morte in sè, ma il pensiero della morte che ci ossessiona e che ovviamente rimuoviamo.
Il pensiero è il problema dell'uomo, poichè lo distoglie dalla vita (che è puro presente) per consentirgli di vedere il futuro (in cui c'è una rimozione:la morte) e ricordare il passato (in cui c'è un trauma anche questo rimosso: la nascita).
Dentro di noi non moriamo e non siamo mai nati, nessuno lo crede veramente possibile, è questo che ci tiene in vita, la ragione ci induce a pensare alla morte e ad escogitare rimedi per rimuoverla dalla mente, ma la nostra parte irrazionale è immortale, per questo le opere d'arte che parlano di assoluto non hanno tempo, è un linguaggio interiore dove il tempo non esiste e nemmeno la morte.
Solo che vivere il presente è più crudele di quanto siamo disposti ad accettare, male si accorda con la nostra natura animale imprigionata, con i nostri principi e le astrazioni compiute nel tempo.
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24-01-2014, 00:06
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#18
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Esperto
Qui dal: Dec 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,699
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Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
La pensi come Cioran.
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Esattamente. Si capisce così tanto quindi?
Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
Gli animali non hanno il concetto di morte e per questo vivono senza curarsene, dunque non è la morte in sè, ma il pensiero della morte che ci ossessiona e che ovviamente rimuoviamo.
Il pensiero è il problema dell'uomo, poichè lo distoglie dalla vita (che è puro presente) per consentirgli di vedere il futuro (in cui c'è una rimozione:la morte) e ricordare il passato (in cui c'è un trauma anche questo rimosso: la nascita).
Dentro di noi non moriamo e non siamo mai nati, nessuno lo crede veramente possibile, è questo che ci tiene in vita, la ragione ci induce a pensare alla morte e ad escogitare rimedi per rimuoverla dalla mente, ma la nostra parte irrazionale è immortale, per questo le opere d'arte che parlano di assoluto non hanno tempo, è un linguaggio interiore dove il tempo non esiste e nemmeno la morte.
Solo che vivere il presente è più crudele di quanto siamo disposti ad accettare, male si accorda con la nostra natura animale imprigionata, con i nostri principi e le astrazioni compiute nel tempo.
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Anche qui concordo, purtroppo il caso ha voluto che io nascessi uomo, per di più un uomo con il lato del pensiero particolarmente accentuato, cosa questa che se da un lato mi impedisce mi uccidermi (il pensiero è identità, e io sono troppo attaccato all'identità per riuscire a separarmene togliendomi la vita), dall'altro mi impedisce tuttavia di vivere. Ecco perciò che resto nel mezzo, come il fu Mattia Pascal, a ritrovarmi vivo per la morte e morto per la vita...
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24-01-2014, 00:31
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#19
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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Quello che ti impedisce di ucciderti è il tuo spirito di conservazione, e già questo dimostra che la vita esista come istinto vero e proprio o come forza che agisce autonomamente.
Agendo autonomamente e istintivamente non è possbile che tale forza abbia uno scopo nel senso che intendiamo con la ragione, se non di esistere semplicemente perchè esiste di fatto.
La morte non è la fine della vita (che va ben oltre a noi e alla nostra influenza sulla materia e l'essenza del tutto cosmico), ma la sua assenza in realtà, esattamente come il male è assenza di bene e non qualcosa di diverso, con caratteristiche proprie, in tale senso è ipotizzabile che la morte non esista affatto in natura, sia una concezione prettamente umana e solo questo se ne preoccupi.
Cioran ha detto sempre che l'unica cosa che non possono toglierti è il pensiero di ucciderti, come forma di libertà o di liberazione, e lui sosteneva fosse terapeutico pensarlo e crogiorarsi ogni tanto per poi capire che non era quello il giorno giusto (non lo è mai, vogliamo vivere per sempre).
Trovo interessante che chi è sottoposto ad una qualche forma di punizione e sorveglianza nella società, come i detenuti, sia controllato in modo che gli sia impedito di farsi del male, è incredibile come nessuno trovi che sia una ulteriore crudeltà imposta a chi non ha più una vita da vivere, non avere nemmeno la scelta della morte.
I desideri che rendono felici le persone sono conosciuti, ma vengono negati, questo è il segreto del potere, e il motivo per il quale le persone non si sentono appagate e realizzate nell'esistenza, a volte sono rimossi o negati, a volte posti come carota attraverso condizionamenti intellettuali e un continuo uso di tenciche subliminali e controllo della psicologia di massa.
Il bambino è più felice normalmente poichè soddisfa tali desideri naturali, il lavaggio del cervello a cui è sottoposto perchè diventi un individuo sociale crea un disastro interiore di proporzioni sconcertato ed ha del miracoloso a mio avviso che il mondo non sia dominato dalla più totale e delirante follia.
Istintivamente quando ti è negato di potere soddisfare i desideri naturali emerge una rabbia, un senso di frustrazione e facilmente un conflitto interiore.
Pochè la società proibisce che tali sensazioni scaturiscano nell'aggresisvità che non ritiene opportuna, chi è particolarmente frustrato e disallineato con il proprio ego interiore rivolge a se stesso la rabbia e e il dolore che assorbe dal proprio conflitto.
Non c'è un rimedio particolare a tutto questo, chi è fortunato trova il modo di ingannarsi, chi lo è meno non ci riesce.
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24-01-2014, 00:41
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#20
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Super Moderator
Qui dal: Jun 2013
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 7,566
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Quote:
Originariamente inviata da Mirrorpriors
Vivere in un minimondo a parte. In un sottoquartiere, in pratica. Diciamo pure in un minivillaggio. E passare 2/4 della giornata a riposare e gli altri 2/4 ad "ora et labora".
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Fino a qui, la penso proprio come te.
Per quanto riguarda il lavoro, invece mi piacerebbe fare qualcosa di costruttivo ed avere qualche responsabilità.
'come vorreste essere ?'
Rispondendo a parte a questa domanda, vorrei essere sempre quello che sono, cioè quello che non sembro o dimostro di essere quasi mai.
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