Prendo spunto dalla definizione che Jung dà alla distinzione tra estroversi ed introversi:
A differenza di quel che avviene oggi, Introverso ed Estroverso nel discorso di Jung non riguardano una valutazione della persona, non servono a esprimere un giudizio. Servono, piuttosto, a descrivere due modi diversi di relazionarsi con l’oggetto, cioè con il mondo esterno (...) Colui che si immedesima, esce in certo qual modo da sé stesso verso l’oggetto, l’altro si ritrae in certo qual modo dall’oggetto o si arresta di fronte a esso e ci pensa su. Il primo si chiama tipo “estroverso”, perché in un certo senso si volge all’esterno verso l’oggetto; il secondo si chiama tipo “introverso”, perché in un certo senso si distoglie dall’oggetto, si ritira in sé stesso e riflette sull’oggetto (...) A differenza dell’introverso, il tipo estroverso trova soddisfazione e pienezza essenzialmente in fattori esterni. Egli è rivolto verso l’ambiente, lo osserva e si adatta a esso. È più attratto dai fatti, dalle persone, le sue energie vanno in direzione esterna, non interna.
Voi che rapporto avete con gli oggetti? Supponiamo che abbiate la passione per le armi (è solo un esempio):vi mostrano una colt m1911, cosa iniziate a pensare? Vi soffermate sulle caratteristiche tecniche, balistiche, sul materiale usato per fabbricarla, su come piacerebbe a voi usarla e modificarla andando a "smanettarci" su? Oppure riflettete sull'oggetto e vi autorappresentate al poligono mentre sparate e vi immaginate quanto potreste essere bravi e attirare l'altrui ammirazione o viceversa scarsi ed di conseguenza attirare l'altrui derisione?
Non so se mi sono spiegato: vi focalizzate sull'oggetto, sulla realtà esterna (qualunque essa sia), o la soggettivizzate rendendola parte di una narrazione interiore in cui voi siete coinvolti?