Quello non verbale è il linguaggio che si è sviluppato con la comparsa degli esseri viventi pluricellulari complessi, presumibilmente nel paleozoico. Quindi è la prima forma di comunicazione apparsa sulla terra. Questo linguaggio, tranne alcune eccezioni rilevabili solo nell'uomo, obbedisce alle emozioni.
Essendo un linguaggio primitivo (nel senso di antico) ed emotivo è sostanzialmente istintivo, automatico.
Mimiche facciali, posture (a eccezioni dei casi dovuta da problemi fisici) e gestualità sono, dunque, l'espressione dello stato emotivo del soggetto.
Nella nostra specie, con l'avvento della capacità del pensiero astratto e della verbalità, l'uomo ha acquisito anche la capacità di simulare alcune espressioni emotive, o di accentuare l'intensità di tali espressioni.
Ci sono forme del linguaggio non verbale comuni a tutte le razze e le culture umane, segno che sono tipiche della specie e di derivazione genetica. Altre forme, invece, sono apprese. Queste ultime sono forme di linguaggio sviluppatesi con l'evoluzione della complessità sociale e lo sviluppo delle diverse culture.
Tuttavia, il linguaggio non verbale, resta fondamentalmente emotivo. La nostra capacità di comprendere le espressioni non verbali è scritta nel nostro dna (questo in tutto il mondo animale).
Ciò fa si che, a esempio, se assumo espressioni facciali non corrispondenti all'emozione reale che provo, gli altri, se prestano attenzione, comprendono che sto falsificando una emozione (pensa alle lacrime della fornero). Allo stesso modo, deve anche esserci corrispondenza tra il significato dell'espressione verbale e linguaggio non verbale.
Fatta questa premessa, vengo al tuo quesito.
Quando siamo in presenza di sofferenze interiori, di ansie sociali, di timidezza, le emozioni non sono generate in primis dall'area limbica, ma dall'area neocorticale del cervello e, in particolare, dai nostri pensieri che condizionano l'attività emotiva (che è limbica).
Da ciò puoi dedurre che se io mi esercito con insistenza e perseveranza nell'assumere posture che trasmettono agli altri positività, finisco col condizionare anche i miei stati mentali e, modificando questi, incido anche sui miei stati emotivi e viceversa.
Le tecniche comportamentiste si poggiano proprio su questo meccanismo.
Tieni, però, presente che questa azione di cambiamento non da risultati immediati, richiede mesi e mesi (a volte anni) di esercizio continuo. Ciò perché si vanno a modificare atteggiamenti, posture, mimiche ecc che definiscono i tuoi tratti caratteriali, perché sono abituali sono anche diventate più che automatiche. Preciso che per definizione il carattere è l'insieme dei comportamenti abituali che hanno acquisito automaticità esecutiva.
|