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24-08-2018, 17:02
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#1
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Avanzato
Qui dal: Apr 2017
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 368
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Io riconosco di essere un caso disperato, di essere una persona che dipende affettivamente ed emotivamente dagli altri, però alla famosa tiritera: "Bisogna imparare ad amare prima noi stessi, che solo così possiamo amare davvero gli altri e farci amare da loro!", o anche robe che leggo su internet del tipo:
"Eccovi un elenco di frasi che indicano l’esistenza di una dipendenza affettiva. Leggetele in moto attendo e obbiettivo, e cercate di capire se vi riconoscete in alcune di loro:
“Ho bisogno degli altri per sentire che valgo qualcosa e che sono degno di ricevere amore“
“Ho bisogno che gli altri mi facciano sentire importante”
“Ho bisogno dell’approvazione degli altri”
“Ho bisogno che gli altri mi facciano felice”
“Ho bisogno di essere in compagnia per non sentirmi vuoto”
“Ho bisogno di essere in compagnia per non annoiarmi”
“Ho bisogno degli altri per sentirmi speciale”
Tutti questi bisogni sono naturali, ma è importante essere in grado, prima di tutto, di soddisfarli da soli. Quando non riusciamo a darci l’amore, l’attenzione e l’approvazione di cui abbiamo bisogno, sviluppiamo una dipendenza ed esigiamo che siano gli altri a darceli."
mi viene sempre da pormi la stessa domanda: come?
Come possiamo amare prima noi stessi, prima degli altri? E soprattutto, in base a cosa, possiamo amarci "da soli"?
Poi, la cosa è resa ancora più difficile, dal momento che viviamo in una società che ti trasmette continuamente il messaggio che se non hai ne amici ne fidanzato/a, allora significa non vali niente e che non meriti amore.
Vi giuro, più ci penso, più non riesco a capire in che modo si può amare noi stessi, avete qualche idea o suggerimento?
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24-08-2018, 17:27
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#2
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Asti
Messaggi: 1,631
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Curare il proprio aspetto, salute e crearsi routine sane (attività fisica, hobby) può essere un buon inizio. Sono cose che si fanno principalmente per se stessi, volendosi quindi bene, ritagliando tempo nella giornata per dedicarvisi e al contempo forniscono una immagine migliore agli altri.
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24-08-2018, 17:34
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#3
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Avanzato
Qui dal: Sep 2008
Ubicazione: Modena
Messaggi: 310
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Immagina che al tuo interno ci siano diverse parti; una parte adulta e una parte bambina (alcuni dicono che ce ne siano tante altre ma il discorso sarebbe complesso). Quando incontri i tuoi limiti dovresti pensare alla tua parte bambina come se fosse una creatura in carne e ossa.
Cosa diresti ad una bambina con quelle difficoltà? "non vali niente e non meriti amore"? o piuttosto cercheresti di darle accoglienza e amorevolezza per aiutarla a trovare coraggio e a crescere? immagina proprio di prenderla per mano e accompagnarla ad affrontare le sue paure.
Mauro Scardovelli parla di questi argomenti in maniera molto chiara su youtube, se vuoi approfondire.
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24-08-2018, 20:57
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#4
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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Parole come amare sé stessi sono piuttosto generiche.
Vogliono dire tutto e niente.
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24-08-2018, 21:09
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#5
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Avanzato
Qui dal: Apr 2017
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 368
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Quote:
Originariamente inviata da Noriko
Parole come amare sé stessi sono piuttosto generiche.
Vogliono dire tutto e niente.
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Comincio a pensarlo anche io ...
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24-08-2018, 22:14
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#6
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,644
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Quote:
Originariamente inviata da SingleHeroine
“Tutti questi bisogni sono naturali, ma è importante essere in grado, prima di tutto, di soddisfarli da soli.”
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Che strunzeta
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24-08-2018, 22:31
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#7
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Esperto
Qui dal: May 2018
Ubicazione: Genova
Messaggi: 2,704
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Non mi riconosco in nessuna di quelle frasi....anzi direi che al limite sono troppo sbilanciato dall'altra parte ovvero devo fare fronte con una certa anaffettività..non con la dipendenza affettiva.
Ammetto che, quello che cerco a volte è il confronto antagonistico...contro alcuni generi di individui..specialmente negli ultimi tempi che ho trovato una mia strada riguardo i miei interessi e il tempo libero..e questo avviene quando ritengo che la persona di cui voglio fare l'antagonista non si meriti veramente i consensi per abilità ma per altre caratteristiche....che non sto ora ad elencare.
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24-08-2018, 23:00
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#8
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Esperto
Qui dal: Jul 2013
Messaggi: 911
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Sono frasi che dette così non significano nulla.
Si arriva ad amare se stessi quando si fa un determinato percorso in cui vale molto anche l'ambiente circostante. L'autostima non cresce sugli alberi
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24-08-2018, 23:32
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Ma valere qualcosa che significa?
A me sembra abbastanza ovvio che abbia a che fare con gli altri.
Io l'ho sempre detto, è per gli altri si può valere più o meno, e quindi si può cercare di autovalutare come si vien percepiti mediamente, per noi stessi non ha proprio senso questo costrutto qua.
Se ad una persona la fa star male lo scarso valore sociale che le viene attribuito, se è una cosa vera questa del valore che le viene affibbiato, può darsi a piacere il valore che vuole, il problema non lo risolve così.
Se io voglio vendere qualcosa, non basta che dia a piacere a questa cosa un certo valore per poi riuscire a venderla a questo valore qua, dovrebbero essere in buona parte d'accordo anche i possibili compratori.
Per gli altri siamo sempre e comunque cose da usare in certi modi e che possono tornare utili o meno per i loro scopi, in tal senso acquisiamo valore, umano e quel che vi pare, ma è sempre così. Anche la donna che dice di amarci se poi non riusciamo a soddisfare certi bisogni cercherà altrove, quindi alla fine siamo valorizzati così, questo è il valore.
Da solo il valore non serve a nulla se non viene anche riconosciuto, quindi io non mi creo nemmeno il problema, non è che poi ho bisogno di darmi un valore fittizio se l'altro non c'è, non vedo a cosa possa mai servirmi: o per gli altri ho un certo valore o non ce l'ho. La cosa ha senso solo in relazione alle altre persone come il valore di mercato di un oggetto.
Le uniche cose che faccio per me stesso e basta son quelle che mi danno piacere (ad esempio ascoltare musica liberamente, masturbazione, bellezza femminile, conversazioni simpatiche, sesso, cibo, leggere certe cose che mi interessano, film ecc. ecc.) curarmi non mi dà piacere per nulla, lo faccio per sopravvivere alla meno peggio, ottener valore ed avere poi la possibilità di continuare a far certe cose, mai fatto per me stesso questo tipo di cose qua, avessi potuto risparmiarmele, me le sarei risparmiate.
Sono tutti mezzi dipendenti dal contesto e non fini che sono davvero miei e basta e che continuerei a fare anche se sparissero tutti i vincoli circostanti.
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Ultima modifica di XL; 24-08-2018 a 23:59.
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24-08-2018, 23:46
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#10
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Asti
Messaggi: 1,631
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mah, che non si possa prescindere in toto dai feedback esterni ok, ma da qui a dire che non si può costruirsi un briciolo di autostima (o amore per se stessi che dir si voglia) senza per forza dipendere dall'ambiente circostante è una cavolata bella e buona, uno scaricabarile.
Vale anche l'inverso, l'esterno può darti tutta la stima del mondo, ma se tu non credi in te stesso le mille lusinghe te le fai scivolare addosso, le leggi come non veritiere o sin irrisorie.
L'immagine che abbiamo di noi stessi può essere forgiata cercandosi piccoli obiettivi personali o riconoscendo quelli che si sono già raggiunti, esterno o non esterno, focalizzandosi su traguardi concreti e adoperandosi per raggiungerli. Se la situazione è patologica magari passando prima attraverso un appropriato percorso terapeutico.
Il resto è autocommiserazione e fatalismo, di persone che hanno preso quintalate di badilate in faccia "dall'esterno" e che comunque sono consce del proprio valore ne è pieno il mondo.
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25-08-2018, 06:20
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#11
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Efits
L'immagine che abbiamo di noi stessi può essere forgiata cercandosi piccoli obiettivi personali o riconoscendo quelli che si sono già raggiunti, esterno o non esterno, focalizzandosi su traguardi concreti e adoperandosi per raggiungerli.
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Ma anche questa filosofia degli obiettivi raggiunti condizione sine qua non per avere valore... Da dove viene fuori?
Perché se io non raggiungo certi obiettivi non ho valore? Perché io dovrei darmelo in base a questo questo valore?
Anche questa cosa non è mai una cosa che facciamo da soli, acquisisce senso in base alle persone che abbiamo attorno.
Io sto descrivendo solo le cose come stanno.
Dire che una persona si svalorizza da sola per me nella stragrande maggioranza dei casi è falso, può capitare che la persona non ha caratteristiche innate piacevoli e non si adatta o non fa certe cose per acquisirlo questo valore in senso sociale agli occhi di certi altri significativi (per i più svariati motivi) auto valutando poi uno scarso valore sociale, ma questa è una verità ben diversa dalla prima in cui sembra quasi che una persona per sport voglia darsi un certo valore o un cattivo voto.
Quote:
Il resto è autocommiserazione e fatalismo, di persone che hanno preso quintalate di badilate in faccia "dall'esterno" e che comunque sono consce del proprio valore ne è pieno il mondo.
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Che significa essere consci del proprio valore?
A me sembra che capiti che una persona semplicemente riesce a tirarsi fuori da questo giochetto qua del valore, separa il valore sociale, quello che produce quella che si chiama autostima da altri interessi. Anche se io non ho valore, fame ce l'ho lo stesso e cerco sempre di mangiare cose che mi piacciono... Cose del genere non c'entrano nulla col valore.
Stessa cosa per certe cose che danno piacere, le si cerca indipendentemente dal valore sociale.
Se scegli un obiettivo per acquisire valore sei ancora immerso nel giochetto, se scegli qualcosa e la fai perché ti piace farla, che gli altri ti dicano che sei una mezza sega a farla o non raggiungi certi standard, cosa te ne può fregare visto che l'attività si esaurisce in sé? Non è in base alla coscienza del proprio valore che si continuano a fare certe cose secondo me, vale l'esatto contrario, le si sarebbe fatte indipendentemente da tutte le attribuzioni di valore o disvalore.
Non è che un serial killer continua ad ammazzare persone perché è conscio del proprio valore e fa queste cose perché sa che la svalorizzazione sociale dei suoi atti è meno forte del valore che si auto attribuisce. Agisce perché questa è una cosa sua, è davvero indipendente dal valore.
Chiaro che se è una cosa che non richiede cooperazione risulta maggiormente indipendente dal valore che ti vien dato.
Questa filosofia degli obiettivi e dell'essere consci del proprio valore sembra la pubblicità di quei prodotti cosmetici "Perché io valgo", ma perché se non vali... Che succede?
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Ultima modifica di XL; 25-08-2018 a 07:01.
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25-08-2018, 06:40
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#12
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
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Quote:
Originariamente inviata da Hallucigenia
Quando si è delle merde purtroppo non è possibile,c'è poco da fare.
Non ameró mai un fallito,uno che non ha raggiunto alcun obiettivo concreto e che non ha una vita normale
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25-08-2018, 10:32
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#13
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Esperto
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Banned
Messaggi: 18,249
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Quote:
Originariamente inviata da Hallucigenia
un calciatore dilettante che si crede CR7 sempre dilettante rimane.
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un dilettante che si crede CR7 pero darà il suo massimo e arriverà sicuramente a esprimere tutto il suo potenziale .... uno che nn ci crede magari si fa di metanfetamina il sabato sera e nn diventa manco un giocatore dilettante decente
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25-08-2018, 13:29
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#14
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Asti
Messaggi: 1,631
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L'autostima, come dice il termine stesso, è il valore che noi stessi ci attribuiamo, non quello che ci attribuiscono gli altri che è solamente una delle variabili su cui è possibile costruirla.
Altre variabili sono riuscire a raggiungere traguardi, obiettivi, realizzazioni personali di cui parlavo prima e di cui al mondo esterno può bellamente fregare una mazza.
Portando esempi personali, di cui di recente ho già parlato in un altro thread, io mi ritengo soddisfatto di me stesso (perlomeno più di un tempo, i problemi sono ancora tanti) perchè rispetto ad anni fa riesco a fare cose che prima mi erano impossibili quali badare alla cura personale, comprarmi dei vestiti da solo, andare da un parrucchiere senza avere un mezzo attacco di panico, allenarmi con costanza in palestra. Pensi forse che se vado a dire in giro "oh gente, mi compro i vestiti da solo!" qualcuno mi faccia i complimenti? Eppure il semplice riuscirci, vedendo una progressione da una situazione precedente che mi creava disagio, l'autostima me la ha aumentata.
Così come trovo gratificazione e mi sento meglio con me stesso quando invece che spostare un peso da 14kg in palestra ne uso uno da 16. Prima non ci riuscivo, ora ci riesco, sto migliorando grazie al mio impegno-->sto bene. Prima avevo una massa grassa di X, ora la ho di Y, mi vedo meglio. Ma nessuno mi derideva prima per il sovrappeso e nessuno mi fa i complimenti ora per come sono, semplicemente mi vedo meglio io.
Non mi importa assolutamente nulla che per altri queste siano cose da poco, ininfluenti o scontate, hanno valore per me e quindi mi fanno sentire una persona migliore di prima.
Lavorativamente parlando mi sento soddisfatto di me stesso quando riesco a fare un piccolo affarino nelle compravendite in campi che abitualmente non mastico e su cui mi sono impegnato ad imparare il mercato, non per la cifra in sè che non mi cambia una mazza, non perchè ad altri freghi qualcosa che io ora sia in grado di stimare correttamente i francobolli coreani, ma perchè è una cosa che prima ignoravo e ora so fare e il merito di questo traguardo è solo mio e dell'impegno che ci ho messo.
Ora ho fatto esempi "tangibili", inerenti alla mia situazione personale, ma può valere in ogni santo campo o frangente voi reputiate importante per voi stessi, anche meno "concreti". Uno può avere autostima nell'essere consapevole del proprio livello culturale, ad esempio, o dei propri valori morali (attivismo, volontariato, modo di porsi col prossimo).
La somma di tutte le varie esperienze che facciamo va a formare l'autostima, anche le più stupide. Quasi ogni cosa che facciamo può essere messa in questa prospettiva, non solo i riconoscimenti o disconoscimenti che arrivano nel rapportarsi con gli altri.
Ma poi le cose sono interconnesse, una persona che cerca di migliorarsi, che si pone obiettivi e cerca di raggiungerli, che si impegna in quello che fa viene generalmente vista anche dalla società in modo positivo, capace di sacrificio e impegno, con interessi, in divenire.
Al contrario chi ha idea che la propria condizione sia immutabile e perlopiù derivante da fattori non sotto il suo controllo viene generalmente mal vista.
Poi vabbè, se il vostro io ideale è CR7 (intesa come persona che eccelle a livello mondiale nel suo campo, di fama internazionale, che guadagna milioni di dollari in un giorno) grazie al cazzo che il vostro io percepito va sotto le suole, bisogna comunque rimanere nel reale e raggiungibile, non ci si può paragonare alle eccellenze per definizione.
Quote:
Potrebbe essere un disturbo anche quello, se prendi quintalate di badilate significa che vali poco.
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O che non riesci a mostrare quello per cui vali davvero.
"Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido" .cit
Tuttavia sì, è anche possibile che vi sia un disturbo in senso opposto, non è da escludersi in senso assoluto
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Ultima modifica di Efits; 25-08-2018 a 13:41.
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25-08-2018, 13:47
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#15
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
L'autostima, come dice il termine stesso, è il valore che noi stessi ci attribuiamo, non quello che ci attribuiscono gli altri che è solamente una delle variabili su cui è possibile costruirla
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Falso secondo me.
L'autostima è l'autovalutazione del proprio valore sociale, non è un attribuirsi un valore a piacere, altrimenti non vedo perché dovrebbe essere bassa.
Se sono io che liberamente mi attribuisco valore in modo indipendente, perché mai dovrei attribuirmi uno scarso valore?
Per me è già a monte che non possono reggere queste formulazioni.
Il valore di mercato di una certa cosa lo stipuli con gli altri, non da solo, il grosso di questo valore non lo decidi affatto tu, la tua valutazione risulta praticamente insignificante nel fissare questo valore, non vedo perché quando poi si passa alle persone la regola dovrebbe per magia cambiare.
Faccio un esempio semplicissimo che ho fatto anche altre volte.
Se ho una scassarola di auto ed io la valuto quanto una ferrari (perché magari ci sono legato affettivamente ed è l'unica che possiedo) questo non implica mica che riuscirò a venderla effettivamente a questo prezzo qua.
L'autostima è una valutazione soggettiva del proprio valore di mercato, matrimoniale, lavorativo e così via, per questo viene fuori un valore finito e confrontabile con quello altrui che può risultare anche basso.
Può essere anche falsata se si hanno credenze false in relazione a come si è valutati mediamente effettivamente, ma questo non c'entra nulla.
Se io valuto quanto vale un oggetto in termini di mercato, la valutazione la faccio io da solo ma è vincolata comunque dal contesto, non è che valuto a piacere, bisogna andare a controllare le altre persone quanto son disposte a spendere per il tale oggetto (ed è questa poi la variabile davvero determinante).
Non è una delle variabili questa per stabilire il valore di qualcosa, direi che è la "più pesante".
Gli esseri umani diventano oggetti valutabili come altre cose, possono tornare più utili o meno utili per altre persone, questo dà alle persone un qualche valore d'uso proprio come le cose. C'è la persona più utile fino a quella più inutile e dannosa per diversi altri.
Il valore di un oggetto è un qualcosa di sociale, ha a che fare con gli scambi ecc. ecc.
Vale la stessa regola per gli esseri umani, diventano oggetti scambiabili e quindi confrontabili e valutabili, per questo per me il soggetto in quanto tale per sé non ha alcun valore slegato dal contesto, la sua vita non è utile alla persona stessa che si autovaluta, la propria esistenza è un fine e non un mezzo, non ha alcuna utilità né risulta scambiabile con altro per il soggetto.
Può tornare utile a mia moglie valutarmi in quanto marito e pensare di potermi scambiare con qualcun altro di migliore, può tornare utile a mia madre sacrificare me stesso a mio fratello in un contesto difficile perché potrebbe reputarlo più promettente, ma che senso potrebbe mai avere per me scambiare me stesso con qualcun altro o valutarmi peggiore in sé?
Può aver senso per me in termini strategici solo cercare di capire mia moglie come mi valuta, mia madre come mi valuta e così via per correre magari ai ripari in certe situazioni in cui posso rimetterci il matrimonio, la pelle e così via.
E' più sano non darselo proprio un valore in modo indipendente da quello sociale visto che è un costrutto fallace che in fin dei conti non atterra in nulla.
Perché mai io dovrei chiudermi da solo in una gerarchia in cui viene qualcun altro prima di me? Perché da solo dovrei fare una scemenza del genere?
Questo non lo capisco, non so proprio che senso abbia fare questa cosa, dirsi di aver valore perché si fa questo e quell'altro quando poi magari questo e quell'altro non vengono riconosciuti socialmente. Perché le si fa queste cose se si sa che non vengono riconosciute? Per darsi valore? E' tutta una cosa che non può reggere.
Se piace fare queste cose non serve dirsi di aver valore quando le si fa. Si agisce non solo per acquisire valore ma per altri motivi slegati dal valore.
Per gli altri io sono una cosa, qundi qualcosa di valutabile che può avere maggiore o minor valore rispetto ad altre cose, per me stesso io non sono una cosa. Non sono autovalutabile, posso al più conoscere come vengo valutato in quanto cosa.
Questa legge qua secondo me è davvero basilare e bisogna stamparsela nella mente.
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Ultima modifica di XL; 25-08-2018 a 14:46.
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25-08-2018, 14:31
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#16
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Asti
Messaggi: 1,631
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Il valore te lo attribuisci riconoscendo di avere delle qualità (o riconoscendo di non averne, in caso di autostima sotto le suole). Tutti lo facciamo, è parte dell'essere umano avere una immagine di sè.
Se per te le uniche qualità che contano sono quelle che vedono gli altri e che possono essere messe in un curriculum, per me sei tu a sbagliare prospettiva e demandare a terzi di stabilire quanto tu valga come persona. Valore che in questo caso risulterebbe variabile a seconda del contesto di riferimento, moda, periodo, umore e simpatie di chi ti circonda...
Se tuttavia hai una visione così meccanica dei rapporti tra persone, riducendo tutto a un "do ut des" capisco che siano punti di vista difficilmente conciliabili, ma inizierei a prendere in considerazione che forse non è la migliore filosofia di vita da seguire.
@Hallucigenia Vale il discorso già fatto in precedenza, invece di mettere il focus su cosa al momento non riesci a fare proverei a dar più peso a cosa sei in grado di fare e adoperarti su cosa puoi imparare o migliorare.
Io pure non guido perchè mi mette ansia sebbene abbia la patente, amen, punterò su altro o proverò a riprenderci un minimo di confidenza quando e se me la sentirò, ma non per questo non valgo nulla.
Ad ogni modo a me ci sono voluti anni per iniziare ad avere un briciolo di autostima e se nel 2012 mi avessero detto le stesse cose avrei reagito in maniera analoga. Probabilmente non sono la persona più adatta per cercare di dare imput in tal senso, col senno di poi posso solo continuare a ribadire quanto scritto nel primo messaggio, ossia che "il fare" aiuta tanto. O perlomeno a me ha aiutato tanto.
Temo comunque che il discorso sia un po' deragliato dai binari iniziali del thread, nel caso me ne scuso.
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25-08-2018, 14:52
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#17
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Efits
Se per te le uniche qualità che contano sono quelle che vedono gli altri e che possono essere messe in un curriculum, per me sei tu a sbagliare prospettiva e demandare a terzi di stabilire quanto tu valga come persona. Valore che in questo caso risulterebbe variabile a seconda del contesto di riferimento, moda, periodo, umore e simpatie di chi ti circonda...
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Ma secondo te se in un curriculum scrivo che mi masturbo guardando film pornografici, cosa che magari mi piace e conosco una discreta filmografia, all'interlocutore interesserà solo perché interessa a me?
Può variare a seconda del contesto di riferimento il proprio valore ma non è indipendente dal contesto, io ho detto solo che dipende dal contesto e non ha alcun senso in termini indipendenti darsi un valore.
Io dico che potrei interessarmi a qualcosa perché magari mi piace, ma questo cosa c'entra poi col mio valore?
Questa cosa ha senso in modo indipendente dal mio valore sociale o relativo a questo o quel contesto per me.
Perché dovrei raggiungere un qualche obiettivo se poi questa cosa non mi piace farla in sé e so che probabilmente non verrà mai riconosciuta da nessuno?
La motivazione per agire dove dovrei andarla a prendere? Dovrei ragionare sul fatto che mi do un valore da solo se faccio certe cose? Ma questa cosa che senso ha? Delle cose magari le si fanno perché piace farle, non per darsi un qualche valore.
Non regge per me. Ma è evidente che non regge.
Intervengo in questo forum non certo per ricevere ringraziamenti o per acquisire valore sociale, sono motivato da altro per questo poi magari riesco ad agire più liberamente, sono solo i miei interessi che mi spingono a fare, né il valore, né l'autovalore né roba del genere. Questo io suggerirei, di uscire fuori dal problema... Perché bisogna amarsi? Che significa questo amarsi? Niente alla fine, l'amore non è riflessivo o si ama o si viene amati, mittente e ricevente devono essere diversi.
Masturbarsi è qualcosa di ben distinto dal far l'amore con se stessi, si può far l'amore solo con qualcun altro, punto.
E la stessa cosa vale con l'amore. Per masturbarti o agire o far cose non c'è bisogno che esista una relazione d'amore con te stesso, è un costrutto fallace anche questo.
Io dico ad una persona "cerca quel che ti piace ed agisci in tal senso, i tuoi interessi vengono prima di tutto il resto, prima della tirannia dei valori, dell'amore e così via". Per provar piacere nel far qualcosa non devi essere importante o migliore di altri in qualche senso. Se si riesce a far questo poi si riesce a stare davvero meglio.
Questa cosa qua può equivalere o meno allo stare immobili, muoversi o non muoversi diventa un'altra cosa irrilevante, dipende poi dagli interessi individuali quali sono.
I propri interessi per me son slegati dal valore della propria persona (costrutto relativo ai contesti sociali) e sono le uniche parti che appartengono solo a noi, alla nostra unicità. Autostimarci non rappresenta un nostro interesse in sé.
Io dico che non ha proprio senso amare sé stessi, quindi non è un qualcosa che dipende dagli altri o che bisogna raggiungere prima di essere amati, è un falso problema come quello di darsi un valore antecedente a quello sociale prima di ricevere quest'ultimo.
Per ottenere un qualche valore sociale non bisogna darsene uno positivo prima a piacere, bisogna essere e fare ben altro, per essere amati non bisogna amare se stessi, bisogna essere e fare ben altro.
Questo potrebbe far uscire dall'immobilismo perché non si presuppone che bisogna già avere a monte quel che si desidera ricevere.
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Ultima modifica di XL; 25-08-2018 a 15:50.
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25-08-2018, 16:14
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#18
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Esperto
Qui dal: Jun 2018
Ubicazione: Milano
Messaggi: 1,263
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Due considerazioni personali
1) Noi e solo noi siamo responsabili del nostro agire e dei risultati che esso porta.
Essendo noi l'unica variabile che possiamo controllare, rimettersi nelle mani di qualcuno significa abdicare ad anche il minimo controllo che possiamo avere sugli eventi e quindi sul nostro benessero.
2) Amare se stessi significa essere consapevoli del fatto che le nostre scelte ci rispecchino ed essere quindi in armonia tra quel che esterniamo e quel che vorremmo essere.
Quindi penso che per star bene bisogna essere in grado di rimettere a se stessi e solo a se stessi ogni possibilità di benessere, il tutto in armonia tra quel che siamo e come ci comportiamo.
Può sembrare confuso ma penso che la spontaneità che porta ad essere "il più simile possibile a noi stessi" sia il concetto dietro l'amarsi. E penso sia fondamentale.
Insomma non amarsi per questa o quella caratteristica, ma perchè ci comportiamo totalmente come vorremmo.
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25-08-2018, 18:15
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#19
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Esperto
Qui dal: Jul 2013
Messaggi: 911
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Andatelo a dire alla mia autostima
quando faccio un colloquio di lavoro comportandomi semplicemente per come sono fatto e mi trattano come un mezzo ritardato
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25-08-2018, 18:37
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#20
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Messaggi: 3,303
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è una reazione a catena : desiderio-delusione-perdita di autostima-non conto niente-guardo gli altri
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