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		|  05-01-2015, 21:23 | #1 |  
	| Esperto 
				 
				Qui dal: Dec 2014 Ubicazione: Milano 
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			COME HO SUPERATO LA MIA FOBIA SOCIALE - (tradotto…: http://youtu.be/C9eI9eIYNkU 
Che dire. Sembra la mia storia. Ma raccontata meglio.
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				 Ultima modifica di Da'at;  01-11-2015 a 19:59.
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		|  05-01-2015, 22:29 | #2 |  
	| Banned 
				 
				Qui dal: Nov 2014 
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			Qui tutti che guariscono. Avessi un buon carisma ed uno buona parlantina credo che mi potrei godere la vita a pieno.  Se non hai carisma ed uno buona personalità, anche sconfiggendo l' ansia non vai da nessuna parte purtroppo.
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		|  05-01-2015, 22:37 | #3 |  
	| Esperto 
				 
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			Già tirato fuori questo video sul forum.Per sconfiggere l'ansia sociale bisogna sconfiggere l'ansia sociale, come sempre ahahah
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		|  05-01-2015, 22:40 | #4 |  
	| Esperto 
				 
				Qui dal: Dec 2014 Ubicazione: Lombardia 
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					Originariamente inviata da Weltschmerz  Già tirato fuori questo video sul forum.Per sconfiggere l'ansia sociale bisogna sconfiggere l'ansia sociale, come sempre ahahah
 |  è vero   
hai paura a parlare con la gente? ti do io la soluzione a tutti i tuoi problemi: parla con la gente. 
Detta così mi sembra a dir poco semplicistica. 
Comunque c'è del vero, penso che sia il concetto di esposizione proprio della terapia cognitivo-comportamentale.
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		|  05-01-2015, 22:42 | #5 |  
	| Esperto 
				 
				Qui dal: Dec 2014 Ubicazione: Milano 
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					Originariamente inviata da Sputafuoco95  Qui tutti che guariscono. Avessi un buon carisma ed uno buona parlantina credo che mi potrei godere la vita a pieno.  Se non hai carisma ed uno buona personalità, anche sconfiggendo l' ansia non vai da nessuna parte purtroppo. |  Ma dai! Fa nò inscì! (non fare cosí!) 
La prima cosa, la seconda e anche la terza, è volersi bene. Accettarsi, senza pretendere da noi stessi "numeri da circo" che da altri non pretenderemmo mai. 
Ti sarà capitato di ammirare una persona "normale", che non era né il re della foresta né un eloquente oratore. Era solo un amico. 
Ti sarà anche capitato di innamorarti di qualche ragazza, e scommetto che non tutte avevano vinto il concorso di reginetta della scuola, non tutte erano rappresentanti di istituto, non tutte erano atlete olimpiche di ginnastica artistica o arrivate alla finale del premio Campiello. 
Erano persone normali. 
Perché è cosí facile voler bene agli altri, senza un particolare motivo fuorchè il fatto che ricambino, ma quando si tratta di amarci sembra quasi che se potessimo ci bulleremmo da soli? 
Amare è una cosa semplice, prova!    |  
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		|  05-01-2015, 22:45 | #6 |  
	| Esperto 
				 
				Qui dal: Dec 2014 Ubicazione: Milano 
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	Quote: 
	
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					Originariamente inviata da Blue Sky  è vero   
hai paura a parlare con la gente? ti do io la soluzione a tutti i tuoi problemi: parla con la gente. 
Detta così mi sembra a dir poco semplicistica. 
Comunque c'è del vero, penso che sia il concetto di esposizione proprio della terapia cognitivo-comportamentale. |  propriamente. Il fatto è che sembra molto piú semplice affliggersi in un dolore cronico, anzichè affrontare un dolore acuto. 
Quando accetti che l'unico modo per uscirne è fare qualcosa di veramente doloroso, solo allora riesci a trovare le energie necessarie a fare questo sforzo immenso.
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		|  05-01-2015, 22:59 | #7 |  
	| Esperto 
				 
				Qui dal: Nov 2012 Ubicazione: Toscana 
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			In parte mi ritrovo in questa descrizione, ho superato tanti miei limiti esponendomi a situazioni che normalmente evitavo, l'ho fatto gradatamente e a volte ci sono stato costretto dalle circostanze. Il lavoro ad esempio per me ha rappresentato una vera palestra, mi ha sradicato da casa, mi ha permesso di conoscere posti nuovi, di viaggiare, di abituarmi al confronto giornaliero con problemi di vario genere da risolvere. 
Il mio percorso di miglioramento è comunque ben lontano dal concludersi, sono altresì abbastanza scettico riguardo alla possibilità concreta di arrivare alla risoluzione definitiva di questo tipo di problematiche, non credo sia possibile.
 
Quello che mi aspetto non è una completa e utopistica guarigione, credo che sia più ragionevole aspirare a ridurre il più possibile gli effetti "invalidanti" che l'ansia sociale ha sulla mia vita, imparare a gestirla, a godere dei momenti di svago e ad assaporare i momenti migliori della mia vita. 
 
Quella che abbiamo di fronte è una sfida lunga una vita, con l'obiettivo di stare sempre meglio, non ritengo appropriato usare termini come "guarigione" e "sconfitta".
 
Questo è il mio pensiero    |  
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		|  05-01-2015, 23:02 | #8 |  
	| Esperto 
				 
				Qui dal: Jan 2012 Ubicazione: £ 
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				      | 
			
			Tutte esattezze le tue osservazioni... non fanno una piega... come quelle di kody... ma il problema rimane fortemente sogettivo, contesto familiare, attitudini, ambiente, e anche la chimica e i neurotrasmettitori del cervello sono sogettivi... prendi 10 persone con ansia sociale e portale dal medesimo psicoterapeuta cognitivo comportamentale... quale sarebbe il risultato? Tempistica a parte, Guarigione per tutti? Nel forum penso ci siano molti che seguono varie terapie... ad esempio,  stessi farmaci per x persone ma spesso con esperienze e  risultati diversi...
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		|  05-01-2015, 23:37 | #9 |  
	| Esperto 
				 
				Qui dal: Sep 2012 
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					Originariamente inviata da Marco.Russo  . 
Perché è cosí facile voler bene agli altri, senza un particolare motivo fuorchè il fatto che ricambino, ma quando si tratta di amarci sembra quasi che se potessimo ci bulleremmo da soli? 
Amare è una cosa semplice, prova!   |  il fatto è che quasi tutti noi siamo stati abituati a critiche, offese, insulti, pesantezze.. è difficile quando si è talmente abituati...
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		|  06-01-2015, 00:05 | #10 |  
	| Esperto 
				 
				Qui dal: Aug 2013 Ubicazione: Roma 
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			ok, una volta sconfitta l'ansia sociale ditemi come si fa a sconfiggere l'asocialità, che è cosa ben più complicata e radicata    |  
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		|  06-01-2015, 11:06 | #11 |  
	| Esperto 
				 
				Qui dal: Aug 2013 Ubicazione: Roma 
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					Originariamente inviata da Joseph  E' vero, perché è un emozione (l'ansia sociale) che è diventata così forte da dover essere messa in sottofondo (inconscio) per poter continuare, un minimo, a interagire con gli altri e poter, sostanzialmente, andare avanti.
 Il primo passo è riportarla alla luce, ammettere che l'asocialità è solo ansia sociale che per qualche motivo abbiamo trovato più conveniente incasellare in altro modo.
 A quel punto la si risolve come una qualsiasi ansia sociale. Che è difficile, ma un conto è abbattare un nemico in vista, un conto è abbatterne uno che non si sà dov'è, in questo senso comprendo il tuo ritenerla una cosa difficile.
 Anche perché se lo guardo, il nemico/difetto, a quel punto non mi posso raccontare più che non c'è. Questo mi responsabilizza, mi fà girare le scatole verso me stesso nel caso non mi senta la voglia/forza di porre rimedio, mi và a colpire nell'amor proprio, ecc...
 
 E' un'operazione molto difficile, perché è causata da un disagio molto grande, talmente grande che per poter tirare avanti si è dovuto nasconderlo e dargli un altro nome.
 |  Troppo difficile, rimando a tempi migliori in cui sarò più ispirato    
La mia asocialità dipende da diversi fattori, ma più che altro ho notato che, certo è brutto a dirsi, gli altri, a parte rare persone, non mi sono di nessuna utilità.  
Posso uscire con qualcuno, posso stare relativamente bene 1 o 2 ore, ma poi? Nessuno riuscirà a risolvere i miei dilemmi, primo fra tutti il fatto che bisogna lavorare per forza per campare e che i lavori fanno tutti schifo, o se non fanno schifo sono precari o sottopagati.  
Nessuno riuscirà ad insegnarmi a sapermi relazionare col prossimo nel modo giusto, allora preferiscono starmene da solo, pensando di riuscire ad ottenere più risposte, oppure per non soccombere troppo nel confronto col prossimo, anche se da questo punto di vista sto imparando ad accettarmi di più.
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		|  06-01-2015, 11:18 | #12 |  
	| Esperto 
				 
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					Originariamente inviata da Blue Sky  Detta così mi sembra a dir poco semplicistica.Comunque c'è del vero, penso che sia il concetto di esposizione proprio della terapia cognitivo-comportamentale.
 |  Sì, peccato che tanto non c'è proprio nulla da guadagnare nell'esporsi.
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		|  06-01-2015, 11:28 | #13 |  
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				Qui dal: Dec 2011 
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				      | 
			
			Nel mio caso l'asocialità si manifesta come incapacità di approfondire i rapporti, non ho haimè molto interesse (o voglia di costruirne) per i rapporti intimi, a volte mi pesano  anche quelli che già ho, però al contempo sento un forte desiderio di socialità, che si scontra con la non voglia e l'incapacità di stabilire altri rapporti profondi oltre quelli che ho già. Non so dunque come espletare questo mio bisogno di socialità che rimane inespresso gettandomi in uno stato nevrotico e depressivo perenne.
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				 Ultima modifica di Stefania90;  06-01-2015 a 11:31.
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		|  06-01-2015, 12:55 | #14 |  
	| Esperto 
				 
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					Originariamente inviata da Stefania90  Nel mio caso l'asocialità si manifesta come incapacità di approfondire i rapporti, non ho haimè molto interesse (o voglia di costruirne) per i rapporti intimi, a volte mi pesano  anche quelli che già ho, però al contempo sento un forte desiderio di socialità, che si scontra con la non voglia e l'incapacità di stabilire altri rapporti profondi oltre quelli che ho già. Non so dunque come espletare questo mio bisogno di socialità che rimane inespresso gettandomi in uno stato nevrotico e depressivo perenne. |  
Ma questa incapacità di approfondire i rapporti è anche insicurezza,paura di non essere all'altezza?Te lo chiedo perché è una costante della mai vita sulla quale mi interrogo e dalla quale con molta fatica sto provando a venirne fuori.
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		|  06-01-2015, 13:10 | #15 |  
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					Originariamente inviata da Stefania90  Nel mio caso l'asocialità si manifesta come incapacità di approfondire i rapporti, non ho haimè molto interesse (o voglia di costruirne) per i rapporti intimi, a volte mi pesano  anche quelli che già ho, però al contempo sento un forte desiderio di socialità, che si scontra con la non voglia e l'incapacità di stabilire altri rapporti profondi oltre quelli che ho già. Non so dunque come espletare questo mio bisogno di socialità che rimane inespresso gettandomi in uno stato nevrotico e depressivo perenne. |  Ho lo stesso problema   |  
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		|  06-01-2015, 13:14 | #16 |  
	| Esperto 
				 
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					Originariamente inviata da Stefania90  Nel mio caso l'asocialità si manifesta come incapacità di approfondire i rapporti, non ho haimè molto interesse (o voglia di costruirne) per i rapporti intimi, a volte mi pesano  anche quelli che già ho, però al contempo sento un forte desiderio di socialità, che si scontra con la non voglia e l'incapacità di stabilire altri rapporti profondi oltre quelli che ho già. Non so dunque come espletare questo mio bisogno di socialità che rimane inespresso gettandomi in uno stato nevrotico e depressivo perenne. |  Si esattamente quello che sento io. Mi sento bloccato quando devo approfondire un rapporto. Infatti i miei rapporti sembrano fermarsi ad un livello superficiale. Sembra più mancanza di voglia ed incapacità, nonostante abbia un grande bisogno di socialità, che la paura propria del fobico, però qualche timore a livello inconscio ce l'ho senz'altro.
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		|  06-01-2015, 13:28 | #17 |  
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					Originariamente inviata da Marco.Russo  Amare è una cosa semplice, prova!   |  non è  affatto semplice... questo però non vuol dire che  sia impiossibile
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		|  06-01-2015, 14:02 | #18 |  
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					Originariamente inviata da syd_77  Troppo difficile, rimando a tempi migliori in cui sarò più ispirato    
La mia asocialità dipende da diversi fattori, ma più che altro ho notato che, certo è brutto a dirsi, gli altri, a parte rare persone, non mi sono di nessuna utilità.  
Posso uscire con qualcuno, posso stare relativamente bene 1 o 2 ore, ma poi? Nessuno riuscirà a risolvere i miei dilemmi, primo fra tutti il fatto che bisogna lavorare per forza per campare e che i lavori fanno tutti schifo, o se non fanno schifo sono precari o sottopagati.  
Nessuno riuscirà ad insegnarmi a sapermi relazionare col prossimo nel modo giusto, allora preferiscono starmene da solo, pensando di riuscire ad ottenere più risposte, oppure per non soccombere troppo nel confronto col prossimo, anche se da questo punto di vista sto imparando ad accettarmi di più. |  
mi sembra di capire che tu i rapporti con gli altri li guardi col fine di utilità.. ma cosi non ha sempre senso....  
 
per dire.. io cerco di godermeli, non li valuto a fini come migliorarmi ma solo come (si spera) piacevole compagnia/passa tempo
 
anche io non sopporto di stare 3-4 al giorno a socializzar... sono introverso e pretendo i miei spazi               cerca di socializzare secondo le tue necessita: ti va di socializzare per 1-2 orette ? BENE, allora fai solo 1-2 orette !
 
la conoscenza rimane sul superficiale ? BENE.  ok 
 
io penso che l'asocialità dipende dall'abitudine(esperienze) e predisposizione genetica...
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		|  06-01-2015, 14:12 | #19 |  
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		| 
					Originariamente inviata da Ansiaboy  mi sembra di capire che tu i rapporti con gli altri li guardi col fine di utilità.. ma cosi non ha sempre senso....   |  Non è proprio così, probabilmente mi sono spiegato male o in modo troppo sintetico. Volevo dire che non riesco a gioire della presenza degli altri perché non sto bene con me stesso avendo delle questioni irrisolte, infatti anche io con quei rari amici/conoscenti che ho cerco di starci 1-2 ore al massimo, se sto di più inizio ad estranearmi e a pensare alle mie cose e a pensare che in quel momento potrei fare altro o trovare risposte ai miei quesiti (che ovviamente poi non trovo    ma non penso sia solo incapacità mia, è proprio che non ci sono soluzioni).
 
	Quote: 
	
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					Originariamente inviata da Ansiaboy  io penso che l'asocialità dipende dall'abitudine(esperienze) e predisposizione genetica... |  ho sempre pensato che dipenda dalla predisposizione genetica, perché io così, a parte qualche intervallo, sono sempre stato, e in famiglia mia non hanno problemi di ansia sociale, ma neanche sono dei socialoni..anzi.
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		|  06-01-2015, 14:26 | #20 |  
	| Esperto 
				 
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	Quote: 
	
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					Originariamente inviata da syd_77  Non è proprio così, probabilmente mi sono spiegato male o in modo troppo sintetico. Volevo dire che non riesco a gioire della presenza degli altri perché non sto bene con me stesso avendo delle questioni irrisolte, infatti anche io con quei rari amici/conoscenti che ho cerco di starci 1-2 ore al massimo, se sto di più inizio ad estranearmi e a pensare alle mie cose e a pensare che in quel momento potrei fare altro o trovare risposte ai miei quesiti (che ovviamente poi non trovo    ma non penso sia solo incapacità mia, è proprio che non ci sono soluzioni).
 
ho sempre pensato che dipenda dalla predisposizione genetica, perché io così, a parte qualche intervallo, sono sempre stato, e in famiglia mia non hanno problemi di ansia sociale, ma neanche sono dei socialoni..anzi. |  
beh ma è pieno di insicuri o con questioni mentali irrisolte che bene o male ci stan volentiari in compagnia degli altri (anche se magari non per chissà quanto)
 
comunque non date mai retta a chi dice che "gli umani son fatti per socializzare, quindi bisogna sforzarsi di socializzare", sono immense stonzate.
 
esiste la variabilita genetica (predisposizione) e le abitudini(esperienze): in diversi documentari sulle scimmie/ ma anche sui lupi c'erono gli individui più solitari, più abituati a stare soli e anche i sociofobici che magari venivano perculati dal resto del gruppo
 
mi son quasi commosso a leggere di un lupo omega che veniva bullizzato da tutto il branco però c'era un altro membro del branco che lo difendeva sempre e che quando il lupo omega e quest'altro del branco si isolavank dal branco l'omega sprizzava di felicità e diventava molto più sicuro    |  
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