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Vecchio 29-09-2013, 15:48   #1
Principiante
L'avatar di LessNardo
 

Non servono né psicologi costosi né inutili farmaci. Seguite il mio ragionamento e capirete come si guarisce, secondo me.

La timidezza esiste da sempre, dalla preistoria.
Timidi si nasce, non si sa se per ereditarietà o per sfortuna ma, timidi si nasce.
Il contesto in cui cresci (educazione, esperienze ecc…) determinerà se la tua timidezza resterà tale, diminuirà, scomparirà del tutto o, nel peggiore dei casi, si tramuterà in fobia sociale.
Per esempio, Leopardi era un fobico sociale. Si sa. Basta leggere la sua vita o qualche sua opera e si capisce all’istante.
Ma perché era fobico? Rispondendo a questa domanda capiremo come si guarisce…

ERA FOBICO PERCHÉ POTEVA SOPRAVVIVERE ANCHE SENZA SOCIALIZZARE.

Ricordiamoci che l’uomo è pur sempre un animale. E che la sopravvivenza è quella che guida tutti i nostri pensieri e i nostri gesti (anche se non ci si pensa esplicitamente tutti i giorni ma è proprio così). Nella preistoria un timido, non poteva permettersi di essere fobico, doveva socializzare con gli altri per poter cacciare, mangiare ecc… Leopardi era fobico perché poteva sopravvivere “tranquillamente” anche senza la socializzazione; era di famiglia benestante, non era obbligato a uscire di casa e soprattutto aveva un passatempo che riteneva migliore dell’amicizia: i libri.

Noi fobici esattamente come lui, abbiamo, nel terzo millennio ancor di più, passatempi che sostituiscono amici e socializzazione: computer, libri, videogiochi, televisione ecc… Facciamo solamente le cose che ci servono strettamente per sopravvivere e quando le facciamo, andiamo nel panico (spesa, università, patente, andare dal medico ecc…) . Inconsciamente anche la riproduzione, essendo animali, è sopravvivenza della specie (per questo nonostante siamo fobici, cerchiamo sempre una donna/un uomo con cui stare).

Detto questo,

PER GUARIRE DOBBIAMO FAR SI CHE LA SOCIALIZZAZIONE DIVENTI NECESSARIA ALLA NOSTRA SOPRAVVIVENZA.

Come? Dite voi. Ho pensato a due modi, molto estremi ovviamente, ma credo siano gli unici:

1) Andare via di casa per un mese (o più), da soli, in un’altra città (sia in Italia che all’estero va bene). In questo modo la socializzazione diventa fondamentale: cercare lavoro (all’estero è più facile ), cercare un alloggio, chiedere informazioni ecc… Quando ne va della tua vita, la socializzazione diventa un gioco da ragazzi e scopri, che non è per niente male.
2) Non usare per un mese (o più) nessun passatempo: no videogiochi, no libri, no televisione, no computer e internet, qualche volta il telefono (chiamare o mandare messaggi sì, giocarci no) ecc…

Riassumendo, per guarire dalla FS (non dalla timidezza eh, per la timidezza serve molto meno ) bisogna: TIRARE FUORI LE PALLE!!! (ANCHE SE SEI FEMMINA ). TROVARE IL CORAGGIO DI VIVERE!!! SCAPPARE DI CASA!!! RISCHIARE!!! AGIRE!!!

Altrimenti saremo infelici, per sempre…



PS: io ancora non ci sono riuscito, si sa che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare
Vecchio 29-09-2013, 16:21   #2
Banned
 

si mi sa che hai ragione, e da un pò di tempo che penso a sta cosa, di andarmene di casa e cavarmela da solo, non lo faccio xchè non ho nemm un euro in tasca se avessi un gruzzoletto da parte per poter vivere qualche mese fuori l'avrei fatto subito....io credo che se siamo messi veramnte alle strette senza aiuto dei genitori e senza nulla di sicuro ci avventureremo in situazioni nuove, riguardo i passatempi che abbiamo a disposizione oggi non e cosi, io preferirei fare altro pittosto che stare al pc, infatti soffro molto a stare a casa, ma la fobia sociale e talmente forte che mi impedisce, ma io credo che se ero messo alle strette veramente qualcosa farei, o per lo meno crecherei di agire
Vecchio 29-09-2013, 16:28   #3
Banned
 

in sostanza secondo me e che siamo abituati troppo a dipendere dai genitori, una volta non era cosi, ho te la sbrigavi da solo arrivato ad una certa età o non mangiavi. infatti i casi di fobia sociale non erano cosi tanti, la fobia sociale si e sviluppata di più adesso
Vecchio 29-09-2013, 16:51   #4
Avanzato
L'avatar di ConLeStelle
 

Quote:
Originariamente inviata da LessNardo Visualizza il messaggio
Riassumendo, per guarire dalla FS (non dalla timidezza eh, per la timidezza serve molto meno ) bisogna: TIRARE FUORI LE PALLE!!! (ANCHE SE SEI FEMMINA ). TROVARE IL CORAGGIO DI VIVERE!!! SCAPPARE DI CASA!!! RISCHIARE!!! AGIRE!!!

Altrimenti saremo infelici, per sempre…

Attento, qui non si può dire di TIRARE FUORI LE PALLE!!!

Cmq condivido in parte il tuo ragionamento, soprattutto nel dire che una spinta incredibile a uscire dalla fs è quella di percepire e credere che la socializzazione sia qualcosa di necessario e fondamentale non per sopravvivere (secondo me) ma per vivere bene.

NOn sono molto d'accordo sui tuoi metodi, perchè io sono andata via di casa a 1000km da casa a 18 anni e pur dovendo gestirmi tutto io (casa, ecc) questo non ha contribuito a farmi uscire dal problema, sicuramente ti dà una svegliata che male non fa, ti aiuta a crescere, ma fa poco alla fs.

Credo che ognuno debba trovare la via che gli consenta di ritenere la socializzazione fondamentale per un'alta qualità della vita.
Vecchio 29-09-2013, 16:51   #5
Esperto
L'avatar di Kody
 

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Originariamente inviata da LessNardo Visualizza il messaggio
La timidezza esiste da sempre, dalla preistoria.
Timidi si nasce, non si sa se per ereditarietà o per sfortuna ma, timidi si nasce.
Falso. Io ero timido, comincio a non esserlo più. Se fosse scritto nel DNA potrei cambiarlo solo con una modifica genetica, che ovviamente non ho fatto ed ancora mi pare non esista.

Io ero sociofobico e le due opzioni che hai dato tu come soluzione alla fobia sociale sono la prima ottima e la seconda buona, ma entrambe derivano da un'altra cosa ancora e cioè affrontare le novità, uscire dalla zona di comfort, crescere.

Tuttavia bisognerebbe prima capire che il proprio modo id reagire all'esterno è sbagliato e distruttivo, sostituendolo a pensieri più funzionali a questa vita.
Vecchio 29-09-2013, 17:01   #6
Avanzato
L'avatar di ConLeStelle
 

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Originariamente inviata da Baren Visualizza il messaggio
in sostanza secondo me e che siamo abituati troppo a dipendere dai genitori, una volta non era cosi, ho te la sbrigavi da solo arrivato ad una certa età o non mangiavi. infatti i casi di fobia sociale non erano cosi tanti, la fobia sociale si e sviluppata di più adesso
Vero, ma non tutti i mammoni sono sociofobici...
Vecchio 29-09-2013, 17:07   #7
Esperto
L'avatar di Kody
 

Quote:
Originariamente inviata da Zetta89 Visualizza il messaggio
Come disse un mio amico tempo fa parlando delle ragazze, la timidezza nel approcciarle ecc, "l'unica cosa che devi fare è sbatterci la testa, ci devi provare anche se fai delle figure di mer..", infatti ha ragione, è poi bisogna dire che non si guarisce mai completamente, però ci si può migliorare e limitare questa nostra paura
E certo che aveva ragione, è banale come soluzione, ma difficilmente applicabile per un fobico/tmido.

Io comunque dalla FS ne sono guarito del tutto ed ora comincio ad abbattere la timidezza. Io credo fermamente nel poter guarire del tutto è GUARIRO' DEL TUTTO, a qualsiasi costo
Vecchio 29-09-2013, 17:24   #8
Banned
 

Complimenti, finalmente un thread di idee e che si può sviluppare con risposte intelligenti e interessanti


comunque sì, credo che tu e gli altri abbiate ragione. Anche se nei casi gravi o comunque difficili non si guarisce del tutto, fare come dici tu sveglia e aiuta. Insomma, sicuramente vivere lontano da casa magari all'estero, trovarsi un lavoro ecc. aiuta, è ovvio. Magari non ti fa guarire ma aiuta per forza. Sono anche d'accordo sul concetto di fondo, e cioè sul fatto di dover essere in determinate situazioni per socializzare facilmente. Sicuramente se avessi dovuto lottare tra la vita e la morte come un bambino che vive in paesi disagiati per tutta la ma infanzia e adolescenza, non avrei certamente avuto il tempo di farmi paranoie o pensare. Ed è vero cosa dici, cioè che quando bisogna socializzare se non si è gravemente colpiti dalla fs allora si socializza. Se uno che ha paura di parlare ad una ragazza per salvarsi la vita deve attirare l'attenzione di una ragazza alla fine lo farà, non si lascerà morire. Ecco forse avremmo bisogno di vivere, vivere nel senso di provare sulla nostra pelle cosa vuol dire faticare, rischiare la vita tutti i giorni....dopo forse penseremmo ma sai che prima esageravo ecc....alla fine noi stiamo male perchè pensiamo troppo, stiamo qua a farci mille castelli di carta analizzando anche sentimenti irrazionali che non si possono analizzare, se facessimo una terapia d'urto come dici tu non avremmo tempo di farne.
Vecchio 29-09-2013, 18:04   #9
Esperto
L'avatar di Equilibrium
 

Sono andato via di casa, con me ha funzionato, ma un mese è davvero poco, ci vogliono anni e comunque qualche strascico lo si porta sempre dietro, poi non so se ce una correlazione tra fobia sociale e introversione, ma io che sono stato sempre introverso ho proprio il bisogno di stare parecchio tempo per i cavoli miei. Ecco la fobia sociale penso che la si possa superare al 90 %, ma il lato caratteriale, come l introversione non credo.
Io comunque consiglierei di andare da un terapeuta, se non altro perche on gli anji i problemi si cronicizzano e diventa piu difficile estirparli, la propriam vita si adatta al problema, ci si abitua e le abitudini sono una brutta bestia.
Vecchio 29-09-2013, 18:12   #10
Esperto
L'avatar di barclay
 

Quote:
Originariamente inviata da Equilibrium Visualizza il messaggio
comunque qualche strascico lo si porta sempre dietro, […] con gli anni i problemi si cronicizzano e diventa piu difficile estirparli
Verissimo: gli strascichi e l'aver cominciato tardi a curarsi creano grossi ostacoli
Vecchio 29-09-2013, 18:38   #11
Esperto
L'avatar di Equilibrium
 

Quote:
Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Verissimo: gli strascichi e l'aver cominciato tardi a curarsi creano grossi ostacoli
Mi dispiace, se ti puo consolare basta dare un occhiata la fuori non ce ne uno che mi sembri normale, poi bisognerebbe dare una definizione di normale che accontenta tutti, ma non ce... ognuno ha i suoi problemi e i sui strascichi, il peccato piu grande sarebbe riconoscere il problema e non farci na mazza.
Vecchio 29-09-2013, 19:41   #12
Intermedio
L'avatar di MacMillan
 

Quote:
Originariamente inviata da LessNardo Visualizza il messaggio

1) Andare via di casa per un mese (o più), da soli, in un’altra città (sia in Italia che all’estero va bene)
Quoto al massimo . Viaggiare mi ha aiutato tantissimo, aumentato la mia autostima e mi ha permesso di superare parecchi blocchi importanti. Ci vuole coraggio, tanto aggiungerei, ma gli sforzi che si fanno per prendere una decisione simile, sono ripagati abbondantemente con gli interessi. Non si scappa ragazzi, se si vuole cercare di stare meglio servono le palle quadrate, altrimenti non succederà mai nulla, terapie e farmaci non bastano, a volte penso siano persino dannose (tranne in casi di malattia conclamata ed evidente, come disturbi schizofrenici, paranoie, ossessioni radicate e persistenti, attacchi di panico etc etc). Il coraggio, soltanto il coraggio è la salvezza. Agiamo valorosamente e staremo meglio oppure moriremo sul campo di battaglia, ipotesi molto preferibile che morire asfissiati nel proprio immobilismo e nella propria sfiducia.
Vecchio 29-09-2013, 21:26   #13
Esperto
L'avatar di Novak
 

Quoto l'andare in un'altra città*.
Iniziando l'università da fuorisede ho cominciato il mio percorso verso una vita normale, però ho affiancato a questo la psicoterapia, e non concordo quando dici che non serve.

*senza star via tutta la settimana, circa 3 giorni - 3 giorni e mezzo, ho pur sempre bisogno dei miei spazi e lassù (o meglio dire quassù) alla lunga la compagnia stufa
Vecchio 29-09-2013, 21:41   #14
Banned
 

il mio sincero pensiero?
mi sparo nelle balle a leggere il 3d


l'unica soluzione non è non coltivare hobby (il che farebbe probabilmente cicatrizzare la fobia) ma coltivarli e pian piano uscire e abbattere i muri


vabè
Vecchio 29-09-2013, 21:43   #15
Banned
 

ps (lo scrivo in piccolo e avverto di non leggere per le persone sensibili)
probabilmente andandomene di casa così a cazzo mi suiciderei dopo un po'
Vecchio 29-09-2013, 22:01   #16
Banned
 

anzi porto un esempio concreto, però si parla di schizoide, ma comunque uno GIA' abituato a viaggiare

eh insomma inizia la terapia di gruppo con me, si lamenta di tutto, non riesce a parlare con sua mamma
un giorno trova una morosa che gli trova un lavoro vicino a casa sua ci va

E SOTTOLINEO, in quella zona ci aveva già vissuto

bene....


lavoro da 12 ore filate senza sosta in un ristorante
non lo regge
litiga con la morosa
lei lo lascia
si trova senza una casa

insomma finisce ricoverato in psichiatria



foss io mod un 3d così lo chiuderei



EDIT: la psicologa lo aveva predetto

Ultima modifica di reknub; 29-09-2013 a 22:06.
Vecchio 29-09-2013, 22:39   #17
Odd
Esperto
L'avatar di Odd
 

Quote:
Originariamente inviata da caratteriale Visualizza il messaggio
Ciò che si dice in questo topic è elementare e spesso le cose elementari si dimenticano in quanto "scontate": per questo più tempo si passa su questo forum e più la situazione peggiora, diventando sempre più vittime e artefici di distorsioni antisociali e proiezioni inutili. Fatto sta che la maggior parte di noi qui appartiene alla classe media, alcuni di noi da bambini sono cresciuti in appartamenti isolati senza adeguate possibilità di socializzazione (per fortuna non io -.-) con una famiglia esclusiva e poco dedita agli ospiti (idem); tutto questo grazie alla perdita del senso di comunità, all'individualismo e alla scontata presenza del benessere nella quale sono cresciuti la maggior parte dei figli (ovvero noi) della maggior parte dei genitori attuali. Siamo una generazione di viziati,di gente che subisce bullismo e si ritira in un antro buio per poi elaborare ingegnose teorie di riscatto alternativo. Che bello, poi,quando le orecchie adolescenti incontrano quei mediocri gruppi musicali "mangiabambini" che professano diversità e si palesano promotori di un'estetizzazione della diversità ancora più dannosa per una situazione in cui si dovrebbe pensare di meno e agire di più. Il senso della diversità? ..Per la maggior parte si tratta di semplice, superfluo e tristemente noto ego.

Non condanno tanto la nostra situazione (per quanto, spesso, pateticamente ingigantita ed "egotizzata") ma condanno ancora di più chi CRITICA senza alcuna cognizione di causa in quanto non trova altra scusa a cui attaccarsi, senza chiedersi se il disagio effettivamente c'è, se è vero ed è sentito; senza peraltro approfondire il confine entro il quale il disagio subisce la suddetta estetizzazione . Inutile sottolineare per l'ennesima volta che ci sono persone che convivono con un costante e profondo senso di disagio.

E naturalmente, quanto più il disagio si manifesta, tanto più siamo portati a dare ad esso importanza.
In questo modo non ci si rende conto del momento in cui può diventare utile ridimensionare l'importanza di tali stati d'animo.

La fobia sociale non può quindi considerarsi una malattia con precisi sintomi e situazioni in quanto influenzata da svariati fattori, pertanto sono sempre più convinta che gli psicofarmaci per curarla siano inutili e nocivi.

Quando, oltre alla fobia sociale entra in gioco la spesso conseguente depressione, diventa difficile attuare regole semplici come quelle descritte. Come dice LessNardo, tra il dire e il fare c'è tanto, a mio parere troppo: cambiare delle abitudini non è uno scherzo, specialmente se non si ha la forza nemmeno per fare le solite cose.

Fortuna che almeno i Cure li ho scoperti tardi. O forse fortuna no, come diceva Verdone in un filmone storico, "ma magari fosse fascio, almeno avrebbe preso 'na posizione una volta nella vita". Comunque.

La prima parte di questo post sono io, senza le parentesi - però direi più famiglia elusiva, che esclusiva, o forse escludente o evitante, ricadiamo sempre lì - oltretutto mi han detto che un po' di genetica di fondo in queste cose c'è, e in effetti ci credo anche se come sempre si ridistribuisce a caxxo nelle generazioni successive; un motivo in più per non fare figli, o per farne e farsi un culo quadro per renderli più diversi possibili da sé stessi. Ma divago.
Dicevo, se guardo all'indietro, come al capo sfumato di un ombra che finisce lontano, e scorro con lo sguardo fino ai miei piedi, vedo troppa neutralità.

E ricongiungendomi al post di apertura, non so bene ancora che farci: vorrei cambiare, sì, ma credo che servirebbe a poco o nulla. Cambiare vita non vuol dire cambiare sé stessi, non scherziamo, al massimo vuol dire crearsi più occasioni, che è sempre meglio che restare immobili, neutri. Sulla seconda con me non ha funzionato: per inerzia ho reso sempre più aridi i miei "divertimenti", che in fin dei conti sono attività normali nella vita di qualcuno: videogiochi, libri, film, internet in quel senso, quasi più nulla. Per inerzia ripeto, e non ha portato a nulla se non ad affondare sempre un po' di più.
Quindi, tornando al post quotato, mi tocca finire con le stesse parole: quando arrivi a fare fatica, ma proprio fatica fisica, alle sole intenzioni verso le cose abituali... come puoi andare oltre.

Che poi io, onestamente, sono il primo che non so per quale illusione ci crede, ma ci crede davvero, all'idea di un cambiamento semplice del proprio fluire.
Vecchio 29-09-2013, 22:59   #18
Esperto
L'avatar di Boston
 

Bel thread, propositivo, che può portare a spunti interessanti

Credo anch'io che l'andar via di casa possa essere una bella spinta, una molla per cambiare modo di vivere.
Pensando alla mia situazione, mi rendo conto di essere ormai ingessato nell'immagine che chi mi circonda ha di me. C'è una sorta di paura di cambiare.

Uscendo di casa e andando a vivere altrove, specialmente in città, si ha la possibilità di partire da zero.

Certo, ci sono anche i contro e una serie di difficoltà, però credo che prima o poi (quando me lo potrò permettere), questo tentativo lo farò.
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