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Vecchio 27-09-2019, 22:58   #1
Principiante
 

Dopo l'esperienza del lavoro non mi sono ancora ripresa del tutto, anche se solo da questo mese non ho più tanti dolori e patimenti come fino a 2/3 mesi fa, forse anche grazie all'antidepressivo e ansiolitico per quando proprio sento che sto per impazzire dall'ansia e nervoso.

Solo che mi è quasi tornata la paura di uscire di casa, paura delle persone, che tanto incontrerò sempre persone stronze e che non mi devo fidare di nessuno.

Non so come approcciarmi alle persone, soprattutto se con quelle dovrò passarci del tempo insieme, tipo nei gruppi di lavoro. Tanto mi prenderanno poi subito di mira perché sono brutta e molto timida ancora a 30 anni.. quindi cosa si fa per sopportare e non finire sempre in esaurimento dopo pochi mesi?

Cercare di mettersi subito sulla difensiva e in un angolo? E fregarsene di quello che dicono alle spalle e non, incassando tutto? Parlare solo se è strettamente necessario?

Cercare invece un dialogo (e parlare di cosa poi?) anche con chi si vede subito che ci guarda come esseri inferiori e come dei poveretti da compatire, che stanno solo aspettando un passo falso per attaccare? E visto che sbaglio spesso e non sono abbastanza intelligente e furba contro i "forti" sarebbe come andarsela a cercare..

Quindi come ci si deve mettere?
Ringraziamenti da
bukowskiii (28-09-2019), Nightlights (27-09-2019), thevenin (27-09-2019)
Vecchio 27-09-2019, 23:47   #2
Esperto
L'avatar di Nightlights
 

mi hai creato ansia con questo post (non è una critica, è perchè sto passando più o meno una fase simile)
Ringraziamenti da
debb_ (28-09-2019)
Vecchio 28-09-2019, 09:27   #3
Principiante
 

La mia idea è quella di approcciarsi agli altri a cuor sereno, evitando che quella
sia la meta (a meno che non si è degli estroversoni socialoni che
vivono di questo ma anche nel loro caso il discorso che voglio fare vale). Evitando che essi abbiano l'esclusiva con noi, loro non devono essere
l'esclusiva altrimenti vi si inizia a dipendere molto velocemente ed inconsciamente ed è lì che sono guai veri perchè ci si rende vulnerabili ed in balia dell'altro per ogni cosa. Pensa ai bambini. Quando pensano al loro gioco se ne fregano altamente di tutto ciò che gli è intorno, anzi richiamarli all'attenzione non puo' altro che infastidirli e snervarli. Un bambino, anche timido, sapendo di avere a disposizione il suo gioco quando vuole e che quindi il suo mondo interiore è apposto si fa meno problemi a socializzare perchè non è quello l'obiettivo, l'obiettivo è un altro. Poi chiaramente la vita, anche se l'obiettivo è uno o anche più di uno non si riduce mai a questo ma dovremo avere a che fare anche con l'altro per tutto il corso di essa e con gli eventi, cose che non ci andranno bene e che possono bloccarci ma è giusto così.
L'unica cosa da fare è viverla preparati, per quanto si puo' dedicandovi tempo e risolvendo il proprio io interiore perchè ognuno di noi è nato con delle predisposizioni se ci pensa bene, ognuno di noi sa di essere più bravo o anche molto bravo in alcune cose piuttosto che in altre e che ci sono cose che se ci mettiamo a farle non ci stancano minimamente, anzi le potremmo fare per ore senza il minimo sforzo. Questa è la nostra natura, siamo nati per svilupparci in tal senso, infatti potremmo forse non avremmo nemmeno problemi purtroppo però la vita ci porta anche a questo a snaturarci appunto perchè non siamo soli al mondo su un eremo a fare il cazzo che ci pare ma abbiamo a che fare con l'altro, il lavoro, gli obblighi... vivendo la nostra vita all'incontrario sviluppiamo i disagi.
Per questo bisogna coltivare il proprio orto nonostante tutto, se ci si pensa bene le nostre giornate sono costellate di tante piccole cose anche banali e che se svolte richiedono un tempo minimo ed uno sforzo minimo e magari una sola di queste cose non ci dice nulla ma se individuiamo quelle giuste, le sommiamo e le inseriamo all'interno della nostra routine alla fine finiranno per crearci soddisfazione e chissà... magari anche altro, se uno diventa particolarmente bravo in qualcosa puo' finire anche per guadagnarci con quella cosa, trovarvi uno sbocco oggi ve ne sono di assurdi...
Ad ogni modo, per rispondere alla tua domanda credo che se la tua indole è quella di parlare poco tu debba parlare quanto ti senti e se ti viene fatto presente basta rispondere che sei fatta così, che è il tuo modo di essere ed è anche un bene perchè non sei finta ma reale e ti risparmi un sacco di disagi ed inadeguatezze nei tempi a venire.
Se non sei di molte parole allora ascolta molto, fatti vedere insomma partecipe e coinvolta e attenta a quello che dicono e quando te la senti, quando senti di voler dire qualcosa riguardo un determinato argomento fallo. Se ti sforzi di parlare troppo e sei tendente all'ansia va a finire che consumi subito tutte le tue energie e mantenere dei rapporti con gli altri in questa maniera finisce per sfinirti, invece devi usarle bene e dosarle queste energie.
Solo alcuni spunti, riflessioni chiaramente sono tutte cose queste che riguardano anche me il che mi porta a rifletteci sopra. Spero di averti almeno un po' aiutato. Io ora come ora passo, preferisco stare in mia compagnia.
Ringraziamenti da
debb_ (28-09-2019)
Vecchio 28-09-2019, 13:19   #4
Principiante
 

Grazie per le risposte!

E' anche che non penso di "meritarmi" un lavoro, mi sento incapace in ogni cosa soprattutto se si è in gruppo. Non so lavorare con gli altri.

Poi magari penso a chi è madre o padre, con famiglia e non riesce a trovare lavoro e magari loro potrebbero fare molto meglio quel lavoro di me.. insomma sono incompatibile proprio con il lavoro
Vecchio 28-09-2019, 15:28   #5
Esperto
L'avatar di Green Tea
 

Hai trovato un nuovo lavoro? Cosa farai?
Personalmente non ho mai visto nessuno essere preso di mira sul lavoro, si tratta più di avere a che fare con quello o quella che fa della "simpatia" la sua arma vincente. Solitamente si calmano se li ignori o dimostri di essere immune al loro modo di fare.

La cosa più difficile per me è stringere amicizie, tutte le persone che ho conosciuto tenevano separata la vita personale e lavorativa.
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