Anna11

Potrebbe essere una cosa scontata, ma personalmente continuo a stare male ad ogni frecciatina, commento, allontanamento delle persone nei miei confronti.
Penso sia tutto dovuto alla mancanza di autostima e di forza per potermi difendere. Ma, mi sorge spontaneo chiedere, finirà mai questo dolore costante?

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NatoMorto

No

Franz86

Imparando a non farsele piacere per primi ed evitanto tutto.
Funziona, ma c'è da chiedersi se la soluzione non appartenga alla serie "rimedi peggiori del male".

Altrimenti bisogna fingere, fingere di non accusare i colpi e fingere di non essere quel che si è, e al contempo lavorare con l' intento di cambiarsi per quel che si può: immagino funzioni così.

Masterplan92

.

XL

Ma in concreto se avessi autostima e forza cosa faresti per difenderti?

Keith

Si penso che sia un rimedio peggiore del male, si finisce per crearsi il vuoto cosmico intorno, però mi piace il ragionamento al contrario "Io a te non piaccio? No! Sei tu che non piaci a me".

Moonwatcher

Ti piace perché sei un passivo - aggressivone come il Franz.

Keith

ahahah, in realtà un po' lo sono, però pensavo fosse un ragionamento d'attacco "ti schifo io prima che mi schifi tu", mettere le mani avanti per non cadere indietro

Delta80

Io l’ho accettato perché vivo senza avere nessuna socialità dunque nemmeno più mi rendo conto cosa significa piacere o non piacere alle persone

Masterplan92

Io da un po' di anni oscillo tra la voglia di socializzare e la voglia di restare solo..

Xchénnpossoreg?

Secondo me bisogna sviluppare una corazza per andare avanti.
Certo c'è da stabilire quale materiale usare per il confezionamento.
Di solito l'ironia e l'autoironia aiutano tanto, ti permettono di vedere il mondo da una prospettiva diversa.

Purtroppo certi commenti fanno male perché toccano nel profondo e vanno a sfiorare la parte più tosta di noi stesse/i: l'insicurezza.
L'insicurezza è un mostro gigantesco e spaventoso. Passa il tempo a giudicare dall'alto del suo trono e ci fa sentire molto vulnerabili.
Mica facile conviverci.
Soluzioni? Bah, come prima cosa occorre farla scendere dal piedistallo, è facile criticare tutto e tutti da lassù.
E una volta a tu per tu dovremo scardinare qualche sua certezza. Come? Giocando con lei, destabilizzandola.
L'insicurezza (continuo a ripetere la stessa parola ma è il periodo dell'antistaminico, sono giustificata ) detesta non essere presa sul serio, vedrai come ci resterà male .
Riuscire a sorridere (non dico ridere) di una paura è tanto. Significa essere sulla buona strada per vivere meglio anche in presenza di lanciatori seriali di frecciatine.
Ricordati, i mostri possono diventare mostriciattoli fastidiosi ma gestibili. Sei più forte di loro

Equilibrium

Bisogna abbandonare la mentalità da dipendente e assumere un mentalità da imprenditore.

Maximilian74

Ci sono dentro fino al collo in questo disagio.
Per quanto mi riguarda ho anche una forte componente di evitamento verso molte situazioni, anzi alcune situazioni sinceramente non mi sono mai interessate, neanche da ragazzino /ragazzo.
Anche voi?

Delta80

Si anch’io , ci sono situazioni che evito fin da ragazzo perché nemmeno le desidero , sono proprio evitante, senza contare il fatto che comunque non riuscirei a viverle e gestirle emotivamente

Maximilian74

Loro vogliono i deficienti facsimili a questo video https://youtu.be/633r5bdIzLg

Warlordmaniac

No, è il segnale che ti manda l'inconscio per avvisarti che se sei in difficoltà potresti non avere aiuti esterni. Più accumuli esperienze e meno questi colpi sono decisivi

StacyFreak

Ti capisco, ma a pensarci anche a noi capita che non piacciano alcune persone...o no? Questa è l'unica analogia che mi sembra alleviare un po' la sofferenza... anzi a me non piace quasi nessuno, eppure i rifiuti mi infastidiscono e mi turbano. Bisogna accettarlo e basta, così come tutte le cose che vanno accettate, che fondamentalmente sono quelle contro cui non si può fare nulla, se non uno sforzo mentale.

Devi credere più in te stessa e meno negli altri, facile a dirsi lo so, ma prima o poi ce la si può fare... bisogna essere ciechi come i credenti, avere fede in sé stessi senza titubare.

Franz86

In effetti pensavo un po' troppo a me stesso ( che non sono passivo-aggressivo, Moon evidentemente proietta ) quando scrivevo il post.

Comunque l' ideale sarebbe riuscire a combinare le due strategie, adattarsi con finzioni e sotterfugi vari nelle situazioni che si riescono in qualche modo a gestire senza subire troppo, ed evitare proprio dove non c'è verso di venirne a capo, perché anche intestardirsi può diventare molto nocivo.
Il problema è che senza un qualche tipo di sostegno esterno può essere estremamente difficile capire quale sia la giusta misura in entrambe le cose, per cui è molto più facile prendere la tangente e rendersi conto che si è finiti fuori strada quando ormai lo si è proprio parecchio.

Blue Sky

Non c'è un modo vero e proprio per accettare il fatto di non piacere alle persone.

Se uno vuole cercare un modo per agevolare il fatto di piacere agli altri, non è semplice. In alcuni contesti (ad esempio il lavoro) si può riuscire a valorizzare una parte di sè e risultare efficaci, e apprezzati, ma grazie a una qualità parziale, come può essere la grinta verso l'obiettivo, oppure la precisione, oppure l'altruismo, o il colpo di genio, o altro.
Quando invece si tratta di mettere in gioco te stesso per intero, come per le amicizie o l'amore, non c'è niente che si possa fare per agevolare il fatto di piacere: non puoi mostrarti che per tutto ciò che sei, e se non piaci non piaci.

Come accettarlo... non è facile, e si può anche non riuscirci mai. Bisogna fare molta forza sul fatto di accettare le proprie caratteristiche, anche qualora non piacessero nemmeno a noi stessi. Il concetto è che bisogna riuscire ad accettare sè stessi anche se non ci si piace.
Parallelamente a questo, cercare di migliorarsi ogni giorno, un passo alla volta.

Blue Sky

Concordo, assolutamente.
Una spinta di miglioramento personale è sempre opportuna, così come un sano e onesto spirito autocritico.