Inizio ad accusare i primi colpi all'autostima dovuti ai colloqui di lavoro.
Qualche tempo fa feci domanda per un lavoro temporaneo estivo di 12 giorni, che consisteva nel posizionarsi vicino a dei cassonetti della spazzatura in sperimentazione per dare informazioni e raccogliere le opinioni degli utenti.
Arrivo al colloquio in una sede sperduta nella campagna bolognese. La selezionatrice è una ragazza attorno alla mia età.
Mi siedo e devo ancora riprendermi dalla camminata veloce fatta prima per non arrivare in ritardo in quanto avevo pure sbagliato l'entrata di questo complesso agricolo, perciò, alla domanda "parlami di te", un po' per l'ansia e un po' per la corsa di prima faccio fatica a parlare in modo naturale (questa cosa della mancanza di fiato mi capita anche in altre situazioni dove devo fare lunghi discorsi "a freddo").
Per fortuna appena prende la parola lei, mi stabilizzo. Dopo aver cercato di evidenziare gli aspetti più rilevanti del mio curriculum per quel determinato lavoro e avendo risposto in modo corretto ad alcune sue domande specifiche che mi ero preparato, arrivano le domande standard che iniziano a mettermi in crisi, del tipo:
- Definisciti caratterialmente:
non me la ero preparata, se penso al mio carattere mi vengono in mente solo carattersitiche negative, tra cui la timidezza, ed è ciò che dico, pur cercando di addolcire il tutto dicendo che è una caratteristica momentanea e che poi passa quando stabilisco un contatto più approfindito con le persone. Non riuscivo al momento a inventarmi una balla plausibile sul mio carattere.
- Un pregio e un difetto:
qui riesco a inventarmi qualcosa, ma inconsapevolmente, credendo che la sincerità sia un elemento apprezzabile, ribadisco il concetto della timidezza come difetto. Due volte in un colloquio, mi sono già scavato la fossa, penso.
- Hai avuto altre esperienze in qui hai avuto contatti con il pubblico?
Qui riesco un po' a mentire perchè a livello lavorativo (che poi sono solo tirocini curriculari) ero in ufficio e non avevo contatti con clienti/pubblico, ma punto sulle esperienze come volontario ad alcuni festival e mento leggermente sulla questione.
- Una situazione problematica sul lavoro e come l'hai affrontata:
Pur avendole fatto notare all'inizio che le mie esperienze lavorative consistevano solo in tirocini curriculari, mi son chiesto se doveva proprio farmi questa domanda. Esito sulla risposta perchè, di fatto, problematiche da gestire personalmente non me ne erano mai capitate. Rispondo genericamente dicendo che sono comuqnue riuscito a risolverla.
- Hai ricevuto critiche e come le hai accolte:
vedi domanda sopra. Al tirocinio curricolare è già tanto se non portavo solo caffè, avrò ricevuto casomai delle osservazioni, banalità, ma anche qui mi invento rispondendo in modo standard come vogliono sentirsi rispondere "le ho ricevute, ho riflettuto sul problema e l'ho usata per migliorarmi per il futuro"
Il colloquio finisce con le solite informazioni tecniche.
Tutto questo per stare sei ore al giorno davanti al cassonetto senza nemmeno l'obbligo di fermare la gente ma di raccogliere solo opinioni se le persone le vogliono rilasciare. Mi sarebbero stati comodi quei 450 euro, comunque, alla fine lo facevo per quello.
Evidentemento sto scrivendo questo perchè ho ricevuto la mail che non mi hanno selezionato e penso proprio perchè non ho dato una bella impressione di me.
Sarei stato in grado di fare quel lavoro, alla fine credo che avrei pure fatto una bella performance sociale perchè in questi casi, riseco a "recitare" il ruolo della persona che svolge quel mestiere e non avrei avuto problemi a rapportarmi con vecchi che venivano a buttare la spazzatura.
Perciò sono deluso e demoralizzato.
Secondo voi, per i prossimi colloqui, la soluzione è mentire spudoratamente?
Cosa devono fare quelli che hanno questi problemi per ottenere un posto di lavoro?
La timidezza è una cosa da nascondere in ogni caso sul lavoro?