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Vecchio 03-01-2012, 15:30   #1
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L'avatar di millina
 

ciao a tutti/e, volevo chiedere chi ha mai provato a curare l'ansia con l'omeopatia, in concomitanza anche con l'antidepressivo. vi ha aiutato? grazie
Vecchio 03-01-2012, 16:02   #2
Avanzato
L'avatar di millina
 

grazie lo stesso . un abbraccio grande.
Vecchio 03-01-2012, 16:03   #3
Esperto
L'avatar di eVito Corleone
 

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Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
A me il medico diede una cura con Lorazepam per l'ansia e Citalopram come antidepressivo, con buoni risultati... cure omeopatiche non ne ho mai fatte, non saprei rispondere.
Non hai riscontrato effetti collaterali?

(Io non ho mai preso questi medicinali)
Vecchio 03-01-2012, 17:13   #4
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L'avatar di ombromanto
 

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Originariamente inviata da millina Visualizza il messaggio
ciao a tutti/e, volevo chiedere chi ha mai provato a curare l'ansia con l'omeopatia, in concomitanza anche con l'antidepressivo. vi ha aiutato? grazie
Ho provato solo l'omeopatia senza risultati soddisfacenti, purtroppo
Purtroppo xchè per il resto mi curo sempre e con successo con l'omeopatia.
La concomitanza non riesce a farti capire cosa funziona o meno.
Potrebbe essere utile un tentativo, cercando però tra le diverse branche un omeopata unicista che riesca a capirti per darti il tuo personale rimedio. Oppure potresti rivolgerti ad un medico che usa la medicina biologica-omotossicologica, che mira principalmente ad eliminare le tossine dal tuo corpo (non sarebbe una cattiva idea).
Resto però convinto che per l'ansia la chimica è più rapida e risolutrice.
Vecchio 03-01-2012, 17:15   #5
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L'avatar di millina
 

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Originariamente inviata da ombromanto Visualizza il messaggio
Ho provato solo l'omeopatia senza risultati soddisfacenti, purtroppo
Purtroppo xchè per il resto mi curo sempre e con successo con l'omeopatia.
La concomitanza non riesce a farti capire cosa funziona o meno.
Potrebbe essere utile un tentativo, cercando però tra le diverse branche un omeopata unicista che riesca a capirti per darti il tuo personale rimedio. Oppure potresti rivolgerti ad un medico che usa la medicina biologica-omotossicologica, che mira principalmente ad eliminare le tossine dal tuo corpo (non sarebbe una cattiva idea).
Resto però convinto che per l'ansia la chimica è più rapida e risolutrice.
in realta sarebbe un tentativo per arrivare a smettere il citalopram e "sostituire" con l'omeopatia....
Vecchio 03-01-2012, 17:23   #6
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L'avatar di ombromanto
 

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Originariamente inviata da millina Visualizza il messaggio
in realta sarebbe un tentativo per arrivare a smettere il citalopram e "sostituire" con l'omeopatia....
sarei la persona più felice sulla terra se per te o per altri tale possibilità fosse fattibile...la sostituzione mi sembra molto difficile...potresti semmai sostituire, su parere medico, il citalopram se non lo sopporti o se non ti aiuta.
Vecchio 03-01-2012, 17:30   #7
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L'avatar di millina
 

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Originariamente inviata da ombromanto Visualizza il messaggio
sarei la persona più felice sulla terra se per te o per altri tale possibilità fosse fattibile...la sostituzione mi sembra molto difficile...potresti semmai sostituire, su parere medico, il citalopram se non lo sopporti o se non ti aiuta.

è proprio con il parere medico che stiamo valutando la cosa. sono quasi 2 anni (se non ho perso il conto) che faccio il "mantenimento" con il citalopram e vorrei riuscire a toglierlo come ho fatto anni fa e magari appunto avere un "pagliativo" omeopatico. questo anche xche nel prossimo futuro voglio avere un figlio e non posso piu prendere antidepressivo. il citalopram mi ha sempre aiutato.
Vecchio 03-01-2012, 17:46   #8
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L'avatar di ombromanto
 

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Originariamente inviata da millina Visualizza il messaggio
è proprio con il parere medico che stiamo valutando la cosa. sono quasi 2 anni (se non ho perso il conto) che faccio il "mantenimento" con il citalopram e vorrei riuscire a toglierlo come ho fatto anni fa e magari appunto avere un "pagliativo" omeopatico. questo anche xche nel prossimo futuro voglio avere un figlio e non posso piu prendere antidepressivo. il citalopram mi ha sempre aiutato.
è l'ansia generalizzata il problema principale o sono gli attacchi di panico, la fobia sociale, il doc, ecc?
Vecchio 03-01-2012, 17:50   #9
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L'avatar di millina
 

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Originariamente inviata da ombromanto Visualizza il messaggio
è l'ansia generalizzata il problema principale o sono gli attacchi di panico, la fobia sociale, il doc, ecc?
sindrome ansioso/depressivo con attacchi di panico. le fobie derivano dall'ansia....ma non è fobia sociale o perlomeno non ai massimi livelli
Vecchio 03-01-2012, 17:55   #10
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L'avatar di millina
 

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Originariamente inviata da Nocebo Visualizza il messaggio
mi sa che l'omeopatia ha solo effetto placebo...solo alcuni principi erboristici hanno qualche validità, ovviamente ben inferiori agli psicofarmaci


diciamo che sarebbe per non rimanere completamente "scoperta"....
Vecchio 03-01-2012, 18:04   #11
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L'avatar di ombromanto
 

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Originariamente inviata da millina Visualizza il messaggio
sindrome ansioso/depressivo con attacchi di panico. le fobie derivano dall'ansia....ma non è fobia sociale o perlomeno non ai massimi livelli
In ogni gravidanza ed ogni bambino che viene al mondo è esposto a dei rischi di malformazioni o altro. Non per questo bisogna rinunciare, un figlio resta sempre il dono più bello. Sono convinto che chi ti segue conosce cosa sia più giusto fare. Una terapia a basso dosaggio che serve a sollevarti dall’angoscia e dall’ansia non è controindicata. Diversamente una madre con uno stato ansioso/depressivo può influenzare negativamente la crescita del feto.I farmaci non sono tutti vietati in gravidanza, si possono utilizzare quando servono a curare una malattia e quando sono gestiti da un medico esperto al corrente della situazione.
Vecchio 03-01-2012, 18:10   #12
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L'avatar di millina
 

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Originariamente inviata da ombromanto Visualizza il messaggio
In ogni gravidanza ed ogni bambino che viene al mondo è esposto a dei rischi di malformazioni o altro. Non per questo bisogna rinunciare, un figlio resta sempre il dono più bello. Sono convinto che chi ti segue conosce cosa sia più giusto fare. Una terapia a basso dosaggio che serve a sollevarti dall’angoscia e dall’ansia non è controindicata. Diversamente una madre con uno stato ansioso/depressivo può influenzare negativamente la crescita del feto.I farmaci non sono tutti vietati in gravidanza, si possono utilizzare quando servono a curare una malattia e quando sono gestiti da un medico esperto al corrente della situazione.
si tutto quello che dici è corretto, ma diciamo che nei primi mesi e sconsigliabile prendere qualsiasi tipo di farmaco. poi se un bambino deve nascere con problemi, la natura non si puo evitare ma se si possono dimnuire non è meglio. so bene che l'ansia in se il bambino lo sente, con o senza farmaci ma diciamo che spero di evitarli almeno quando sara il momento , ce l'ho fatta per anni a stare senza, vorrei ancora riuscirci...
Vecchio 03-01-2012, 20:07   #13
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L'avatar di ombromanto
 

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Originariamente inviata da millina Visualizza il messaggio
si tutto quello che dici è corretto, ma diciamo che nei primi mesi e sconsigliabile prendere qualsiasi tipo di farmaco. poi se un bambino deve nascere con problemi, la natura non si puo evitare ma se si possono dimnuire non è meglio. so bene che l'ansia in se il bambino lo sente, con o senza farmaci ma diciamo che spero di evitarli almeno quando sara il momento , ce l'ho fatta per anni a stare senza, vorrei ancora riuscirci...
prova 3 g. di omega 3 al giorno del tipo distillati e purificati (per aumentare tono dell'umore) + 500 mg. - 1 g. di inositolo in compresse gastroresistenti (per ansia e attacchi di panico)..per molti sembra funzionare bene.
Vecchio 03-01-2012, 20:43   #14
Avanzato
L'avatar di millina
 

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Originariamente inviata da ombromanto Visualizza il messaggio
prova 3 g. di omega 3 al giorno del tipo distillati e purificati (per aumentare tono dell'umore) + 500 mg. - 1 g. di inositolo in compresse gastroresistenti (per ansia e attacchi di panico)..per molti sembra funzionare bene.


ma sei un medico?
Vecchio 03-01-2012, 20:55   #15
Esperto
L'avatar di D. Vecio
 

Spiego perché sono contro l'omeopatia e non la ritengo né scienza né medicina.

Le diluizioni in omeopatia si misurano in CH, corrispondenti a una quantità del medicinale di 1/100 dopo la diluizione, una diluizione quantificata di 1CH in altre parole corrisponde a 1 goccia di medicinale su 99 di solvente (acqua fresca). Una diluizione di 2CH corrisponde a 1 goccia su 10000 di solvente. Nell'omeopatia si arriva fino a diluizioni di 12CH, addirittura fino a 30CH.

Facciamo il conto della serva.

In una mole di sostanza ci stanno un numero di avogadro di molecole, circa 6*10^23.

Una mole di acqua corrisponde a circa 18 grammi, supponendo ora che la nostra medicina omeopatica in provetta senza essere diluita corrisponda a questi 18 g più o meno conterrà 6 10^23 molecole di solo medicinale.

Se si diluisce di 12CH questa quantità di medicinale si troverà un numero di molecole di medicinale nella nostra bellissima medicina omeopatica pari a 6 10^23/(100)^12 = 6 10^23/10^24 = 6/10.

Nella nostra medicina omeopatica avremo una quantità di molecole di medicinale < 1, non avremo nemmeno una molecola di medicinale insomma.

Quindi l'omeopatia è assolutamente inutile. Ed è per questo che non vi cercano di curarvi il cancro con queste robacce ma i sintomi influenzali leggeri dove basta soltanto mangiare e bere a modo per guarire.

Tolto questo se il disagio è psicosomatico potreste trarne vantaggio dall'intruglio omeopatico, ma a quel punto non è la medicina che funziona ma è il fatto di sapere che vi state "curando".
Vecchio 03-01-2012, 22:49   #16
Esperto
L'avatar di amarlena
 

cure omeopatiche...bah ci ho provato mah ....nulla
n 1 bisogna crederci
n 2 ritengo che visti i tempi di azione piuttosto lunghi bisogna partire da una condizione non proprio disperata, quindi bisogna essere lontani dai momenti di crisi.
Vecchio 04-01-2012, 14:07   #17
Avanzato
L'avatar di ombromanto
 

[QUOTE=D. Vecio;665693]Spiego perché sono contro l'omeopatia e non la ritengo né scienza né medicina........

Samuel Hanemann, geniale medico tedesco vissuto a cavallo fra il XVIII e
il XIX secolo, deluso dalla medicina dei suoi tempi -tutta purghe e salassi e elevatissima mortalità- dalla quale si era allontanato perché insoddisfatto, si trovò a tradurre (per sopravvivere) l'opera di un medico scozzese (certo Cullen), il quale descriveva come gli operai addetti alla lavorazione della china sviluppassero una serie di sintomi morbosi: febbre, artralgie, simili a quelli che Hanemann aveva imparato a curare in pazienti che ovviamente non erano venuti a contatto con la china stessa.
“Forse che una stessa sostanza che nel sano provoca una malattia, può
curarla se somministrata ad un malato, il quale pur non essendo mai venuto
in contatto con quella sostanza presenta sintomi simili a quelli da essa
provocati?”
Questa fu la domanda che Hanemann si pose, e, per trovare una risposta,
cominciò a effettuare una serie di “esperimenti” sulle persone a lui più
vicine: amici, parenti e collaboratori divennero le sue “cavie”. Ad essi
Hanemann faceva assumere, sovente in maniera ripetitiva, sostanze di varia
origine ed estrazione, provenienti spesso dal mondo vegetale, ma anche da
quello minerale, se non addirittura prodotti di derivazione biologica. La
sperimentazione poteva durare anche diversi giorni. Gli interessati dovevano
annotare minuziosamente tutti i sintomi fisici oggettivi e anche soggettivi,
nonché sintomi riferibili alla sfera psichica: paure, emozioni, sogni. Il
risultato di questo lavoro è quella che si chiama PATOGENESIA = origine
della malattia. In pratica Hanemann si proponeva di provocare delle malattie
artificialmente indotte in persone sane, tenendone un elenco dei sintomi, in
modo tale che se avesse poi ritrovato quegli stessi disturbi in persone
malate, cioè nella patologia spontanea, sarebbe stato in grado di curarle
somministrando la stessa sostanza. L'omeopatia si basa su alcuni principi fondamentali:
1) SIMILITUDINE, dei sintomi presenti nella malattia "vera" con quelli della
malattia “provocata”.
2) DILUIZIONE E DINAMIZZAZIONE del rimedio: le sostanze che verranno usate
per curare vengono diluite (in questo modo secondo Hanemann perderebbero
ogni effetto tossico; non dimentichiamo che molte sono dei veleni, a dose
ponderale), e inoltre subiscono una serie di “agitazioni” definite con il
termine tecnico “succussioni”, per cui diventano “DINAMIZZATE” cioè
acquistano POTERE TERAPEUTICO: la parola “dinamis” in greco significa
infatti “forza” o “potenza”. I due processi sono strettamente correlati, per
cui spesso si parla solo di “potenze” omeopatiche, sottintendendo “diluite e
dinamizzate”. La sola diluizione non sarebbe sufficiente comunque a
determinare l'effetto terapeutico. I tipi di diluizioni più comunemente
usate in omeopatia sono le HANEMANNIANE E LE KORSAKOWIANE. Le prime possono essere a loro volta distinte in decimali (1 parte di sostanza + 10 parti di solvente -per lo più una soluzione idro-alcoolica), dette anche DH e in
centesimali o CH (la sigla significa centesimale secondo Hanemann) in cui 1
millilitro della sostanza iniziale viene diluito in 99 millilitri di
solvente, subendo ogni volta un certo numero di scosse, in modo da
realizzare quanto detto sopra. È interessante notare che per realizzare
queste hanemanniane ogni volta che si procede nella diluizione dovrebbe
essere utilizzata una nuova bottiglia.
Nelle forme commerciali più comunemente utilizzate siamo abituati a vedere
dei granuli: si tratta infatti di granuli di lattosio o zucchero di latte
(sostanza neutra dal punto di vista omeopatico), sui quali viene “spruzzata”
la diluizione-potenza desiderata, in modo che i granuli ne rimangano
impregnati e possano poi veicolare e conservare nel tempo gli effetti
terapeutici. In un contesto culturale dove si reclama l'immediata scomparsa
dei sintomi sgradevoli (“dottore, la prego, ho un terribile raffreddore, me
lo deve stroncare entro domani”), può non essere facile accettare l'idea che
prima di stare meglio si potrebbe attraversare una fase di riacutizzazione
sintomatologica, successiva alla somministrazione di un rimedio omeopatico
ben scelto, conosciuta col nome di “aggravamento omeopatico”. Certo che
spetta al medico, che segue il caso, valutare ove si possa trattare di un
fenomeno per così dire positivo, o di qualche cos'altro. Però, quando si
verifica, può servire addirittura per avere ulteriore conferma di una
appropriata scelta. Così come dopo la grandine torna il sereno, dopo
l'aggravamento omeopatico, se tale è, deve tornare la salute. Un vero
aggravamento omeopatico è caratterizzato sempre da una riacutizzazione dei
sintomi fisici, a cui “stranamente” si accompagna una sensazione di
benessere psicoemozionale. La valutazione di questi aspetti è naturalmente
molto importante e delicata e solo un attento esame può permettere una
corretta interpretazione dei sintomi.
Nell'ambito dell'Omeopatia si definiscono perciò UNICISTI gli omeopati che ritengono esista per ogni persona una sola sostanza capace di curarla, la cui somministrazione può essere ripetuta anche a distanza di molto tempo, generalmente ad alta o ad altissima potenza. Tale sostanza deve riassumere in sé la maggior parte delle caratteristiche fisiche, mentali ed emozionali del paziente in esame, essergli cioè “somigliantissima”, per cui viene definita il SIMILLIMUM.
Altri ritengono possibile l'utilizzo anche di molti rimedi somministrati
però separatamente, a variabile intervallo l'uno dall'altro, e si
definiscono PLURALISTI: la scelta del rimedio è suggerita dalla
sintomatologia di quel momento, la quale può anche cambiare, alla luce del
“panta rei” di Eraclito e “dell'ogni giorno è diverso” (Lucio Anneo Seneca).
Altri ancora ritengono opportuno utilizzare CONTEMPORANEAMENTE più sostanze con azione sinergica, in modo da agire sulla totalità dei sintomi, e dare un sollievo ai vari disturbi che fanno parte del quadro, perché ad ogni sintomo corrisponde un rimedio: si definiscono COMPLESSISTI.
COME FUNZIONA L'OMEOPATIA: come può una sostanza a dosaggi così bassi da non essere più chimicamente presente nella soluzione - infatti oltre le DH 22 e le 12 CH si supera il numero di Avogadro, per cui non ci sono più molecole!
- avere proprietà terapeutiche? Coloro che non credono nell'omeopatia
sicuramente risponderanno: “perché si tratta di un PLACEBO” cioè di un
effetto basato sulla suggestione favorita dalle aspettative del paziente.
Bisogna fare alcune considerazioni: la metodica è utilizzata con risultati
soddisfacenti anche sui neonati, sulle piante, sugli animali (tanto è vero
che esiste una fiorente scuola di omeopatia veterinaria): sostenere
l'ipotesi della suggestione in questi casi risulta difficile. Certo non si
tratta di un meccanismo chimico, se di chimica non ce n'è: un meccanismo
cioè basato sull'interazione di una molecola su un recettore di membrana. In
questo caso è la fisica che può proporre ipotesi interpretative: qualche
anno fa era stato proposto un modello definito “della memoria dell'acqua”
(l'acqua avrebbe conservato in base all'orientamento delle sue molecole e
alla loro polarità elettrica una sorta di impronta della sostanza iniziale).
Inoltre la fisica quantistica riconosce un'importanza alle energie
cosiddette “deboli” cioè a vibrazioni elettromagnetiche di bassissima
intensità (ma non per questo inesistenti) specifiche per ogni sostanza,
capaci di innescare fenomeni di “risonanza” da cui un'amplificazione del
segnale elettromagnetico, scomodando persino la celebre equazione di
Einstein.

La stessa distinzione energia-materia, visto che tutto ciò che si oppone al
nulla è energia allo stato puro, viene a cadere, e quella che i nostri sensi
sono abituati a percepire come materia non è altro che un aspetto
“sensibile” dell'energia. Queste considerazioni ci rendono molto più
disponibili a speculare oltre le apparenze, come nel mito della caverna
(Platone).

Il processo di guarigione in omeopatia segue una precisa dinamica, definita
dalle leggi enunciate da Costantino Hering: la guarigione procede dall'alto
in basso, dall'interno all'esterno, dagli organi più importanti a quelli
meno importanti, in senso cronologico inverso all'ordine di apparizione dei
sintomi. Questa non è una disquisizione “accademica” ma un punto
fondamentale della terapeutica omeopatica (e non). Infatti capire se un
paziente si sta aggravando oppure sta migliorando (nonostante la comparsa di
sintomi sgradevoli), è una cosa di primaria importanza per la corretta
gestione del caso e per avere conferma o meno di una corretta prescrizione
del rimedio.

Per fare qualche esempio potremmo dire che un dolore ad un ginocchio, se
prima c'era un dolore toracico, esprime un miglioramento; una rinite è meno
grave di una bronchite, un problema della pelle è meno grave di quello di un
organo interno (cuore, polmone, fegato ecc.). Inoltre se nel corso della sua
vita il paziente aveva sofferto di disturbi per cui aveva accusato
nell'ordine una cefalea, una gastrite, una calcolosi della colecisti con
relativa colica, egli attraverserà uno “strano” periodo in cui tornerà a
manifestarsi prima una colica epatobiliare, poi una gastrite, e infine un
mal di testa. Potrà facilmente evidenziare un'eruzione cutanea, una
dermatite, espressione di questa forza esonerativa centrifuga, e
probabilmente avrà l'impressione di sentirsi “meglio” dal punto di vista
psico-emotivo.
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