salve mi chiamo andrea e ho 52 anni, ma ricordo ancora con orrore le scenate di mia madre, quando , io avrò avuto 9-10-11 anni, litigava con papà e diceva che si voleva uccidere.
Ricordo il dolore profondo che si travasava da lei a me così come ricordo i miei compagni che alle scuole medie mi dicevano che ero un finocchio, forse perchè ero poco aggressivo, e mi hanno fatto passare 3 anni d'inferno. Sempre poco comunque rispetto a quello che subivo in casa a livello psicologico, a livello di trauma. Pochi anni dopo mia madre ci trasferì tutti in umbria, con mio padre rimasto a Cagliari a mantenerci, io facevo il secondo liceo. Conobbi lì una mia compagna di classe e me ne innamorai. L'anno successivo mia madre volle tornare in sardegna , da dove eravamo venuti ma io , invece che tornarmene con loro decisi di rimanere in umbria. Non avevo amici, solo la speranza di questo amore assurdo. Rimasi così solo, al freddo in una stanzetta in affitto. La compagna non mi volle , ma dopo quello che avevo passato, non volevo proprio più rientrare in sardegna. Gli anni sono passati, mi sono laureato a Perugia e oggi svolgo con tanta fatica il mestiere d'insegnante di scuola media. Il rapporto con gli altri? sempre stato un incubo.
A proposito non sono assolutamente brutto e a 20 ero decisamente carino.
Ma quelle che volevo io mi hanno sempre ignorato. Ho sofferto per amore , per solitudine, per i pochi soldi e con gli altri? Boh : una superficialità scambiata per rapporto umano che a me non dava niente. Che altro aggiungere: psicofarmaci, psicoterapia, tutto inutile. Un senso di dolore di vivere imprigionato in una cella fatta solo di angoscia e sofferenza senza un solo spiraglio di luce
Buona notte a tutti.
Bene, se li volete disperati, non fatevi sfuggire l'occasione di accogliermi