mi sono iscritta su questo forum perchè ho problemi a relazionarmi con le persone, non so se questo sia dovuto solo alla timidezza che mi accompagna da sempre o anche dalla derealizzazione che sento nei confronti di tutti e tutto ciò che mi circonda, mi sento sempre due o tre passi indietro dalla realtà, trovo veramente difficile vivere con questa costante sensazione di "irrealtà" di dovermi sforzare in continuazione per cercare di essere presente nelle conversazioni o nelle cose che faccio senza sentirmi cadere e perdere dentro di me. Tutto questo mi provoca una grande frustrazione, perchè mi sento sempre "fuori posto" non presente nella mia stessa vita, perchè è come se non la sentissi davvero "mia".
Da che ne ho memoria ho sempre sofferto d'ansia, si è sempre somatizzata con il vomito già in tenera età. Con il tempo, ho come la sensazione che quest'ansia che mi stringe lo stomaco, si sia trasformata più in nervosismo, come se mi corrodesse dall'interno.
Agli occhi delle persone sono sempre stata la ragazza taciturna, tranquilla, quella quieta e un po' triste, quella che si ricorda "vagamente"; in realtà dentro di me di quieto e di tranquillo non ho niente, il mio non parlare forse è anche un modo per non far esplodere all'esterno la mia irascibilità.
Mi sono sempre vergognata della rabbia che sento, non riesco in nessun modo a liberarmene; forse è dato dal mio carattere permaloso e suscettibile, ho sempre cercato fin da piccola di reprimere questa indole, queste mie caratteristiche non proprio lodevoli.
Probabilmente ho iniziato a temere e imbarazzarmi della mia collera perchè ho avuto un'educazione rigida, i miei genitori erano sempre pronti a punirmi e a farmi sentire mortificata,per questa mia attitudine ad incendiarmi per un niente. Il problema è che questo loro modo di imporre, di richiamarmi, di voler mettere a tacere questa guerra che scoppia, mi ha solo avvilita, mi sento disprezzabile, mi sento da sempre un mostro, la persona sbagliata, che deve essere diversa per forza, che deve essere la signorina calma che sta a sedere composta, col sorriso stampato in faccia e gli occhi accondiscendenti.
Forse è proprio questo continuo fingere, questa continua vergogna, che mi ha allontanato dalla realtà e da me stessa.
Ho cercato in tutti i modi di buttare fuori questa rabbia, ma non ha funzionato niente, all'improvviso la sento che ricresce senza apparente motivo.
Mi sono sempre sentita in dovere di dimostrarmi perfetta, mite, indulgente, sempre a dover essere comprensiva, sempre a dover uccidere quel sano egoismo che ci porta a proteggerci e ad amarci almeno un po'.
Dalle persone non ho mai avuto tutto questo, non ho mai avuto comprensione, non sono mai state tolleranti, non hanno mai capito i miei sbalzi d'umore, dall'essere sempre presente a il bisogno sofferto di ritirarmi.
Non litigo mai, cerco sempre di evitare di far uscire i miei veri pensieri e di perdere il controllo sulla rabbia, quelle poche volte che ho perso il controllo ho avuto crisi di nervi tremende con tremori alle braccia o alla gambe. Ho proprio paura di tremare in quel modo, in quei momenti ho proprio paura di me.
Ho difficoltà a mantenere rapporti duraturi, dopo un po' ho bisogno di ritirarmi nella mia solitudine che sempre mi ha accompagnata, forse perchè è impossibile mantenere maschere a lungo, è come se mi sentissi sempre un'attrice, è un atteggiamento involontario purtroppo, quando vivo certe esperienze o relazioni non me ne rendo nemmeno conto, solo alla fine, quando rimango sola, mi viene alla mente questo pensiero. Anche se vorrei davvero relazioni che durassero per sempre.... Quando sono sola mi sento davvero me stessa (forse... ormai non lo so più), mi sento senza energie, senza volto, senza parole, vuota totalmente, dormo parecchio durante il giorno, anche se faccio sempre e solo incubi, mi sento più viva lì che quando sono sveglia, questo sarà dovuto anche alla depressione che ho da quasi nove anni... Ho alti e bassi, alterno periodo di energia ed entusiasmo, a periodi nerissimi dove la voglia di vivere scarseggia... Altre volte invece ho bisogno di trovare altrove quella sensazione di "conquista" forse perchè il più delle volte il riuscire a stringere amicizie o relazioni amorose le vivo davvero come delle sfide, come una necessità simile al bisogno di rimanere sola.
In questo periodo mi sono isolata dal resto del mondo, lo sguardo delle persone che incrocio per strada mi fa sentire a disagio, forse perchè ho paura che qualcuno riesca a notare il marcio che sento dentro. Anche in questo sono molto duale, come la stragrande maggioranza dei miei pensieri, a volte mi piace sentirmi al centro dell'attenzione, a volte è una necessità, altre volte vorrei solo sparire per sempre, altre volte vorrei solo essere invisibile, a volte questi pensieri li ho contemporaneamente, del tutto contrastanti tra di loro.
Qualche volta ho dubbi anche sul mio orientamento sessuale, da sempre.
Questo mio modo di sentirmi "doppia" mi fa entrare in confusione, non riesco a capire quale pensiero sia vero, quale pensiero sia mio.
Il più delle volte mi comporto esattamente all'opposto dei miei pensieri, non so perchè... non riesco a capire se le mie azioni rispecchiano davvero quello che voglio o no, o se sono addirittura i miei pensieri, dopo aver compiuto quell'azione, ad essere sbagliati e non miei.
Ho pensato spesso al suicidio, il più delle volte la vedo davvero come unica soluzione per avere pace nel cervello... Altre volte è l'apatia a farmi continuare a vivere, non sentendo più niente.
Qualche volta ho come delle amnesie temporanee sul dolore che ho provato per colpa di alcune persone, tanto da sentire la loro mancanza o essere felice se le incontro per strada. Altre volte invece, ho solo quei momenti tremendi che girano per la mia mente.
Non so chi sono, non so cosa sono, non so come fare pace con il cervello.
Che caos... Ci sarebbe tanto altro da dire ma non vorrei annoiarvi
Spero basti come presentazione