Mi chiamo Andrea, sono uno studente universitario di 24 anni e ho probabilmente scoperto, grazie alla lettura di questo forum, che le problematiche di cui ho sempre sofferto non riguardano solamente me. Tutto è iniziato all'età di 12/13 anni, con l'inizio dell'adolescenza. Ricordo che stavo percorrendo il tragitto per tornare a casa da scuola e d'un tratto, come se fosse scattato un interruttore, la mia mente cominciò ad operare in un modo che fino ad allora mi era del tutto estraneo, tramutando un bambino sereno in un ragazzino ipersensibile all'ambiente, alle critiche e all'approvazione altrui. L'evitamento, l'ansia, la depressione, la paura di non essere accettato dai coetanei sarebbero poi diventati il mio companatico fino ad oggi, rendendo ogni aspetto della vita un autentico tormento e fallimento, dalla scuola alle relazioni, dagli hobby alle brevi esperienze lavorative. Inizialmente avevo sottovalutato questi sintomi ricollegandoli ad un timidezza che ritenevo sarebbe scemata col tempo, ma ora ho contezza che la situazione è ben più grave e difficilmente risolvibile, dato il ventaglio di disturbi che mi affligge; il carattere non si cambia, checché se ne dica. Ciò che veramente mi preoccupa sono la mia abulia e incapacità di affrontare le difficoltà che si presenteranno sicuramente nel corso degli anni, in particolare nel mondo del lavoro; posto che alla solitudine mi sono ormai rassegnato (so che vivrò tutta l'esistenza solo come un cane), quando subirò del mobbing come farò a reagire? Quando dovrò competere sul serio con qualcuno, riuscirò a impormi o resterò un ectoplasma? In un colloquio ce la farò a sorridere e dimostrare di essere la persona che non sono, cercando di supplire a un CV disastrato? Se dovessi cambiare ambiante lavorativo ogni manciata di mesi, riuscirei a reggere e ad adattarmi all'ignoto o collasserei dall'ansia? Nel caso mi accorgessi di sotterfugi e intrallazzi intorno a me, o peggio ancora, mi si chiedesse di esserne connivente, potrei soprassedere oppure il mio senso di giustizia non mi darebbe pace? Ahimè, per quanto possa cercare di illudermi, le risposte a questi quesiti sono per me lapalissiane... Mi auguro che la natura, Dio, il Logos, o qualsiasi forza che governi le leggi di questo universo sia clemente e mi faccia morire il prima possibile; non potrei sopportare una lunga vita.