Sto male, sto male da anni ormai, non ricordo nemmeno più quando è iniziata. Sto a letto, ho raccolto ciò che resta delle mie facoltà mentali per mettere in piedi questo sfogo, perchè di questo si tratta, non avendo nessuno con cui confidarmi. Provaci, dicevano. Io ci ho provato. Una persona mi ha aiutato a ritrovare quella scintilla necessaria per andare avanti. Sembrava che le cose fossero cambiate per sempre. Mi illudevo ancora. Quella persona mi ha abbandonato, la fiamma si è spenta. Ciò che resta è solo fumo e cenere di ciò che poteva essere e non è stato. Sono solo, abbandonato a me stesso. Questa non è la solita cantilena di un cuore spezzato. È un grido disperato, forse una richiesta d'aiuto. Quanto vorrei poter dimenticare, "andare avanti", come spesso diceva lei, ma non posso. Sono bloccato, incastrato nei labririnti malati della mia psiche, dove i pensieri sono vaghi e cupi e inutili. Vorrei avere un motivo per svegliarmi al mattino, vorrei un amico, vorrei essere felice, vorrei rendere fiero mio padre, vorrei smettere di essere un cazzo di fallito. Mi sento tanto triste quanto insignificante. Ho deciso di dedicare questi pochi minuti per scrivere qui, dopo un po' di tempo, nella speranza di trovare non compassione bensì comprensione. Per il momento questo mi basta. Sono stanco di essere quello strano, quello diverso, quello triste, quello timido che non parla e si limita ad osservare.
Sono stanco di vivere