Sono una donna di quarant'anni e non ho mai superato il problema della solitudine.
Mi sono sempre sentita estranea, aliena e per superare la distanza che mi separava dagli altri, sin da bambina mi sono rifugiata nel mio mondo immaginifico, che ho coltivato come un giardino.
Non mi sono sposata e non ho avuto figli. L'intimità mi faceva paura, ma sono diventata consapevole delle mie difficoltà relazionali soltanto negli ultimi anni.
A lungo ho imputato alla sfortuna la colpa del mio malessere.
Da bambina sono stata vittima di bullismo e sul lavoro di mobbing.
Di me hanno sempre detto che ero "strana", nel senso più offensivo del termine.
Dopo l'ultimo episodio d'isolamento e di denigrazione da parte di un gruppo di colleghe sono crollata in una depressione profonda, che è stata causa di astensione dal lavoro per malattia.
Ora sono seguita da uno specialista, ma la sensazione di impotenza che provo non mi abbandona.
Vorrei potermi confrontare con persone che sperimentano le mie stesse difficoltà, con la speranza di poterci vicendevolmente aiutare e sostenere nell'ardua ricerca di risposte alle domande che ci poniamo.