Ciao a tutti, ho scoperto questo forum facendo ricerche sulle personalità introverse e la psicologia in generale, e l'ho subito trovato interessante perchè nessun argomento/storia personale è banale e offre diversi spunti importanti su cui riflettere.
Ho 32 anni, sono laureato in ingegneria civile ed abito in Abruzzo, ed ora vi riassumo (per chi la vuole conoscere) la mia storia fino ad oggi.
Ho avuto un'infanzia decisamente felice, forse anche troppo perchè coccolato, viziato, e protetto da entrambi i genitori; non mi hanno mai fatto mancare nulla a partire da giocattoli e capricci forse perchè loro avevano sofferto da bambini e non volevano che io soffrissi come loro. Questo eccessivo volermi bene e proteggermi però mi rendeva molto vulnerabile al di fuori del contesto familiare, infatto spesso quando giocavo con gli altri bambini tendevo a subire le angherie dei bambini più prepotenti e più abituati a difendersi da soli (e spesso a scappare piangendo); e qui secondo me è partita la prima "crepa" sulla mia futura autostima.
Nonostante questo continuavo a trovare la mia tranquillità e sicurezza nel contesto familiare, dove tutti mi volevano bene.
Fino ad arrivare al periodo cruciale dell'adolescenza.. essendo un ragazzo molto educato e semplice (come sono stato educato dalla mia famiglia) mi sono scontrato con il classico gruppetto di bulletti/fighetti della classe che mi hanno tenuto ai margini, e a peggiorare il tutto avevo una cotta per una ragazza della mia classe verso la quale non ho mai avuto il coraggio di dichiarami, nonostante lei stessa a volte sembrava mostrare interesse nei miei confronti (tra l'altro riguardando le mie foto non ero un brutto ragazzo e ripensandoci ho grossi rimorsi). Ma la poca autostima che avevo nonostante ogni anno scolastico che passava volessi dirglielo mi bloccava.
Poi l'università.. devo dire che dopo la disastrosa adolescenza è stato un periodo sereno perchè ho vissuto da solo ed ho conosciuto molte persone nuove che mi hanno fatto maturare e cambiare visione della vita, a parte un periodo in cui ho avuto un pò di depressione poi superata da solo; continuano però i problemi di timidezza ed insicurezza con le ragazze.. quando sono al cospetto di una ragazza piacente mi sento stupido ed insicuro (e non riesco a capire perchè) le ragazze mi "sgamano" al volo la mia insicurezza e.. addio.
Ho tentato qualche improbabile approccio (anche con ragazze non bellissime) ma ho sempre sbagliato tutto perchè o faccio vedere subito che la ragazza mi piace oppure per nasconderlo rischio addirittura di ignorarle o sembrare acido con loro.
Nel frattempo il tempo passa, mi laureo, torno a vivere con la mia famiglia e inizio a lavorare, però questa situazione di timidezza continua a peggiorare sino a ritrovarmi a 32 anni ancora senza una vera storia con una ragazza.
E' evidente quindi che il mio problema principale è la
timidezza d'amore
Adesso sono una persona con una visione abbastanza pessimistica della vita, soprattutto dei rapporti interpersonali; credo che tutto si faccia per interesse, che l'amore non esista e che io comunque non abbia sfruttato le occasioni di avere delle storie con delle ragazze a causa della mia poca autostima e maledetta paura di mettermi in gioco.
Ora mi sto appassionando di psicologia e credo che questo forum mi offrirà degli interessanti spunti di riflessione soprattutto per capire perchè adesso sono come sono.