Il*disturbo da deficit di attenzione/iperattività*(DDAI, in inglese*ADHD*- attention deficit hyperactivity disorder), è un*disturbo del neurosviluppo*caratterizzato da problematiche nel mantenere l'attenzione, eccessiva attività o difficoltà nel controllare il proprio comportamento (impulsività) che non appare adeguato all'età della persona[1][2][3][4]. I sintomi appaiono prima dei 12 anni di età, durano almeno 6 mesi e causano problemi in almeno due contesti (ad esempio a casa, a scuola, al lavoro, negli hobby ecc.)[5][6]. Sulla base dei criteri del manuale diagnostico*DSM-5*si possono distinguere tre manifestazioni di DDAI: DDAI con disattenzione predominante, DDAI con iperattività/impulsività predominanti e DDAI combinato[7]. Il DDAI può quindi presentarsi in tre forme distinte che spesso hanno caratteristiche anche molto diverse tra loro. Ad esempio in chi presenta la variante con predominanza di disattenzione che ha pochi sintomi, o nessuno, di iperattività, irrequietezza e impulsività, il DDAI potrebbe non notarsi. Ciononostante può essere ugualmente compromettente[8]. È possibile che col passare degli anni la diagnosi di DDAI evolva e passi da una manifestazione all'altra[9].
Almeno la metà delle persone con DDAI in*età infantile*e*adolescenziale*continua a soffrirne in*età adulta; il 2-5% degli adulti presenta tale condizione[10][11]. I bambini che presentano un DDAI con caratteristiche di iperattività tendono a mostrare sintomi meno marcati, ad esempio irrequietezza interna, tensione, nervosismo, durante l’adolescenza e l’età adulta*o a non mostrare più questi sintomi continuando però spesso ad avere sintomi inattentivi o di impulsività; questi sono i sintomi più significativi del DDAI in età adulta[12].
Un altro sintomo rilevante del DDAI è la disregolazione della*motivazione. Tendenzialmente chi ha il DDAI è motivato solo o soprattutto sulle attività di suo interesse ma fatica, si annoia, procrastina per quanto riguarda tutto il resto e per questo motivo cambia spesso attività, hobby e lavori. Queste caratteristiche sono causate da disfunzioni neurobiologiche e non da fattori psicologici[13].
Il DDAI porta ad un tasso più alto di*abbandono scolastico*e lavorativo rispetto alla media; altre conseguenze di questo disturbo possono essere*disturbi ansioso-depressivi, disturbi oppositivo-provocatori,*disturbi della condotta,*disturbi del sonno*e del*ritmo circadiano, divorzi più frequenti, maggior rischio di incidenti stradali e*dipendenze*patologiche. In molti casi le conseguenze sono causate direttamente dalla neurobiologia del disturbo, in particolare negli squilibri sonno-veglia (ritmo circadiano) e nelle dipendenze[14][15].
Per il trattamento dei sintomi del DDAI si sono rivelate efficaci terapie comportamentali,*interventi psicoterapeutici, cambiamenti dello stile di vita e dell'alimentazione[16]. Nei casi in cui il disturbo comprometta significativamente il funzionamento personale, sociale, scolastico o lavorativo sono necessari anche dei*trattamenti farmacologici*specifici[17][18
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