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20-03-2022, 00:55
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#1
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Esperto
Qui dal: Sep 2016
Messaggi: 2,053
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Quote:
Ho conosciuto e conosco persone irl che soffrono di fs o simili, quindi anche persone che non hanno vita sociale, mai avute relazioni sentimentali, etc ma…come dire…è come se non ne fossero consapevoli, vanno avanti, sono "felici" così, non si fanno neanche tanti problemi, non sanno neanche cosa significa il termine "psicologia", "ansia" o altro, non sanno nulla. Pur subendo da sempre tutti gli effetti negativi della situazione, in termini di carriera, lavoro, amici (dipende), etc.
Ho conosciuto anche utenti online che per la prima volta "scoprivano" piattaforme come questo forum, con queste tematiche e mi hanno raccontato che era come una sorta di pillola rossa, prendere consapevolezza che tutta la loro situazione non era normale, erano problemi veri e propri e questi problemi avevano dei nomi (e che non erano i soli ad avere questi problemi).
Ho come l'impressione che prendere (più) consapevolezza di tutto ciò porti a farsi più domande, a confrontare di più con gli altri e a vivere la cosa in maniera (più) negativa.
Cosa ne pensate?
Conoscete persone del genere?
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20-03-2022, 01:25
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#2
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Esperto
Qui dal: May 2021
Messaggi: 2,091
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Io ne sono consapevole perchè ero seguito da neuropsichiatri fin da bambino, ma per anni mi sono chiuso in casa ignorando quella diagnosi, solo la consapevolezza inevitabile della prima età adulta ti fa impazzire davvero, ti fai domande e ti metti in discussione, la crisi esistenziale è inevitabile con certi vissuti. Preferivo non sapere e vivere nelle nuvole, ma la visione del mondo cambia ahimè.
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20-03-2022, 18:32
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#3
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,136
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Se non fossi stato iscritto qui non avrei mai saputo di essere asperger.colgo l'occasione per ringraziare il contatto che tiro fuori l'argomento.meno male che esistono siti del genere.vivere senza sapere di avere un problema può essere positivo in apparenza,ma il problema non te lo fa affrontare e superare mai.
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20-03-2022, 19:37
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#4
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,470
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Bisogna distinguere anche una rappresentazione ossessiva (slegata dai propri vissuti e dalle proprie emozioni) delle proprie difficoltà. Questa non è una vera "consapevolezza", che richiede già un discreto contatto e comprensione della realtà, ma solo un atteggiamento speculare e funzionalmente equivalente alla negazione.
Peraltro, aggiungo che la definizione che si dà dei propri vissuti (un tratto di carattere, una patologia psichica, una patologia psichiatrica, un vizio, ecc.) dipende parecchio dal contesto in cui si vive e si è vissuti, e influisce sulla vita presente e futura. Ad esempio, dichiararsi affetti da una patologia psichica è un handicap rilevante nelle relazioni, molto più del definirsi "timidi" o "esigenti". E' comprensibile e per niente stupido preferire pensare a un tratto caratteriale.
Nonostante il tamtam della psicoterapia, il concetto di patologia psichica continua a essere malfamato (anche grazie agli psichiatri, che riconducono tutto a una patologia del cervello) e scegliere di attribuirsene una ha un costo che non è sciocco prendere in considerazione.
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Ultima modifica di Angus; 20-03-2022 a 19:48.
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20-03-2022, 20:38
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#5
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Esperto
Qui dal: Sep 2016
Messaggi: 2,053
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
Bisogna distinguere anche una rappresentazione ossessiva (slegata dai propri vissuti e dalle proprie emozioni) delle proprie difficoltà. Questa non è una vera "consapevolezza", che richiede già un discreto contatto e comprensione della realtà, ma solo un atteggiamento speculare e funzionalmente equivalente alla negazione.
Peraltro, aggiungo che la definizione che si dà dei propri vissuti (un tratto di carattere, una patologia psichica, una patologia psichiatrica, un vizio, ecc.) dipende parecchio dal contesto in cui si vive e si è vissuti, e influisce sulla vita presente e futura. Ad esempio, dichiararsi affetti da una patologia psichica è un handicap rilevante nelle relazioni, molto più del definirsi "timidi" o "esigenti". E' comprensibile e per niente stupido preferire pensare a un tratto caratteriale.
Nonostante il tamtam della psicoterapia, il concetto di patologia psichica continua a essere malfamato (anche grazie agli psichiatri, che riconducono tutto a una patologia del cervello) e scegliere di attribuirsene una ha un costo che non è sciocco prendere in considerazione.
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I fanatici della teoria della redpill (o come si chiama)?
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20-03-2022, 20:43
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#6
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,470
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Quote:
Originariamente inviata da Alakazam
I fanatici della teoria della redpill (o come si chiama)?
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No, per me anche dire "evito i rapporti perché ho la fobia sociale" è una cosa ossessiva.
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20-03-2022, 20:52
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#7
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Esperto
Qui dal: Sep 2016
Messaggi: 2,053
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La fs non è qualcosa legata ad un particolare periodo della propria vita. Chi ce l'ha, ce l'ha da molto tempo più o meno.
La paura, l'ansia, le paranoie, etc sono queste le cose che sono molto evidenti.
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21-03-2022, 14:05
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#8
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Messaggi: 132
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Quote:
Originariamente inviata da Alakazam
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Fino ai 24 non ero consapevole, avevo più vita sociale anche se facevo fatica ad aprirmi con gli altri, credevo solo che il mio problema fosse la timidezza.
Poi pian piano crollò tutto quanto, iniziai a rinchiudermi sempre di più in me stesso a smettere di uscire e socializzare, ed è stato li che arrivò la consapevolezza di essere sbagliato.
Adesso mi rendo conto di essermi cacciato in un bel pasticcio, la mia vita è diventata un incubo fatta solo di doveri e basta, ormai non ricordo più cosa significhi il piacere, la felicità. Ho un vuoto incolmabile che non si riempirà mai più, delle ferite incurabili.
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22-03-2022, 01:33
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#9
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Esperto
Qui dal: Jan 2021
Messaggi: 2,300
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Non ho mai avuto una diagnosi, ma credo che sia semplice timidezza, anche perché non ho paura di entrare in un bar, di andare nei supermercati ecc.
Stare in mezzo ad altri non mi causa ansia, solo se mi trovo insieme ad altri coetanei mi sento a disagio...ma per altri motivi, la fobia sociale non
c entra in questo caso.
Cmq conosco un paio di persone che sono molto introverse, ma non sò quale sia la loro diagnosi...ammesso che siano mai andate da un professionista... ma probabilmente se ne sbattono e vanno avanti.
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Ultima modifica di Dark97; 22-03-2022 a 01:47.
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22-03-2022, 02:46
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#10
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Messaggi: 132
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Quote:
Originariamente inviata da Dark97
Non ho mai avuto una diagnosi, ma credo che sia semplice timidezza, anche perché non ho paura di entrare in un bar, di andare nei supermercati ecc.
Stare in mezzo ad altri non mi causa ansia, solo se mi trovo insieme ad altri coetanei mi sento a disagio...ma per altri motivi, la fobia sociale non
c entra in questo caso.
Cmq conosco un paio di persone che sono molto introverse, ma non sò quale sia la loro diagnosi...ammesso che siano mai andate da un professionista... ma probabilmente se ne sbattono e vanno avanti.
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Anch'io come te non mi faccio problemi ad entrare in un locale perché so che me ne starò in disparte, la fobia arriva quando sto seduto insieme ad altre persone
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22-03-2022, 11:51
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#11
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Intermedio
Qui dal: Feb 2022
Ubicazione: nello spazio
Messaggi: 250
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le "amicizie" che ho sono tutte con persone che in qualche modo hanno una fs, depressione o comportamenti fuori dalla norma (no relazioni sentimentali, difficoltà varie)
alcune di loro mi sembrano comunque così felici e piene di speranza, come se la vita avesse qualcosa da riservare anche per loro
sai, quelle persone che credono alla frase "prima o poi anche a te capita, arriverà il tuo turno..." bla bla bla
e io le invidio
perché vivono in una loro bolla in cui probabilmente non si rendono nemmeno conto che hanno dei problemi
invece io sono qui a dannarmi quotidianamente, rimuginando su ogni mio minimo difetto e comportamento, sul mio aspetto, il mio passato
c'è un abisso fra chi è consapevole e non
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22-03-2022, 12:09
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#12
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,136
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Io prima delle diagnosi avevo capito che non avevo una mente normale,una persona intelligente lo capisce.e senza le diagnosi oggi vivrei peggio visto che stavo entrando in un buco nero a cavallo della pandemia,e il rischio di autodistruggersi c'era con difficoltà economiche di salute,sociali,familiari,ho voluto una diagnosi a tutti costi.per ripartire e sapere dove mettere mano.infatti quest anno va decisamente meglio.anche perché fare peggio degli ultimi 4 anni non ci voleva molto.poi se uno vuole vivere come in un limbo senza consapevolezza può farlo.ma secondo me è peggio,e un palliativo.
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22-03-2022, 18:04
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#13
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,738
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Ti rispondo in generale. Non sono convinto che pensare ad un problema e affrontarlo quando ancora non è esploso, sia utile. Ad esempio a me non piacerebbe parlare della futura morte dei miei genitori, anche se venissi sollecitato sotto il mantra del "prima o opi succederà". Oppure a livello sessuale sto meglio quando non penso al mio basso value. Pensare a cose brutte magari ti prepara a brutte vicende, ma ti farà vivere nella tristezza. Vale la pena?
Diversa è invece l'accusa di misoginia per le questioni sulla redpill e le varie dinamiche di potere sessuale, perché lì prima di tutto puoi evitare di leggere le discussioni, e poi uno non è che può fare finta che Gesù Cristo è morto di fame.
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22-03-2022, 18:05
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#14
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,738
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Quote:
Originariamente inviata da Dark97
Non ho mai avuto una diagnosi, ma credo che sia semplice timidezza, anche perché non ho paura di entrare in un bar, di andare nei supermercati ecc.
Stare in mezzo ad altri non mi causa ansia, solo se mi trovo insieme ad altri coetanei mi sento a disagio...ma per altri motivi, la fobia sociale non
c entra in questo caso.
Cmq conosco un paio di persone che sono molto introverse, ma non sò quale sia la loro diagnosi...ammesso che siano mai andate da un professionista... ma probabilmente se ne sbattono e vanno avanti.
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Introversione e sbattersene sono agli antipodi.
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22-03-2022, 18:10
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#15
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,738
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Quote:
Originariamente inviata da _Luna_
le "amicizie" che ho sono tutte con persone che in qualche modo hanno una fs, depressione o comportamenti fuori dalla norma (no relazioni sentimentali, difficoltà varie)
alcune di loro mi sembrano comunque così felici e piene di speranza, come se la vita avesse qualcosa da riservare anche per loro
sai, quelle persone che credono alla frase "prima o poi anche a te capita, arriverà il tuo turno..." bla bla bla
e io le invidio
perché vivono in una loro bolla in cui probabilmente non si rendono nemmeno conto che hanno dei problemi
invece io sono qui a dannarmi quotidianamente, rimuginando su ogni mio minimo difetto e comportamento, sul mio aspetto, il mio passato
c'è un abisso fra chi è consapevole e non
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Credo che quella bolla sia di natura chimica. Se ti accorgi di quanto sia attinente il mito di Sisifo, il rischio di depressione aumenta di parecchio; ma se non ti accorgi o ti accorgi solo a livello puramente razionale-superficiale, secondo me è dovuto a qualche molecola che inibisce le sostanze più cattive.
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22-03-2022, 18:35
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#16
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Esperto
Qui dal: May 2021
Messaggi: 2,091
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Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac
Credo che quella bolla sia di natura chimica. Se ti accorgi di quanto sia attinente il mito di Sisifo, il rischio di depressione aumenta di parecchio; ma se non ti accorgi o ti accorgi solo a livello puramente razionale-superficiale, secondo me è dovuto a qualche molecola che inibisce le sostanze più cattive.
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Ciò che scatena la depressione è prendere consapevolezza di chi sei e del nonsenso dell'esistenza a mio parere, io quando vivevo nella bolla somatizzavo tanto con stanchezza cronica e ansia, ma non pensavo al suicidio come dai 24 anni in poi, appunto quando ho cambiato visione del mondo e mi sono messo in discussione.
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22-03-2022, 18:39
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#17
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Esperto
Qui dal: Dec 2019
Ubicazione: Monsters in the parasol
Messaggi: 2,695
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A che serve essere consapevoli? Comunque la vita di tutti i giorni ti da la consapevolezza di essere uno scarto prendendoti regolarmente a calci nelle palle sin dal primo vagito. Nascere come me menomato nel corpo e nel cervello ma non abbastanza da essere riconosciuto tale e la vita diventa peggior condanna. Da fuori sembri normale e con le stesse opportunità degli altri ma dentro c'è un abisso sepolcrale di nulla. Troppo "normale" per avere i riguardi che la società ha verso chi ha certe menomazioni e troppo menomato per essere accettato in una vita normale. L'unica soluzione è una morte veloce, ma essere menomati significa anche non avere abbastanza coraggio per farlo. Si aspetta che la natura faccio il suo corso, ma nel frattempo si arranca nell'agonia.
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25-03-2022, 08:32
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#18
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,192
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Più che consapevolezza a me sembra solo un'appiccicare un'etichetta a una situazione. Se una persona vive come vive magari lo sa, non c'è bisogno di un tizio con gli occhiali che gli dica "il tuo modo di vivere si chiama X".
Ad esempio sadismo e masochismo credo che esistessero già a livello sessuale molto prima che qualcuno gli appiccicasse queste etichette, non sono così sicuro che avere un'etichetta con cui chiamare un modo di vivere e pensare corrisponde ad avere maggior consapevolezza di qualcosa.
E' come credere che il fatto che io abbia un nome mi renda più consapevole di chi sono.
Quando anche s'è chiamata "fobia sociale" o "disturbo evitante" una serie di sintomi e modi di comportarsi comuni a diverse persone perché questa cosa dovrebbe rendere più consapevoli di cosa si pensa e cosa si fa?
Qua alla fine magari non è la consapevolezza di cosa o chi si è che risulta importante, è riuscire a conoscere in modo persuasivo un sistema che ci faccia stare abbastanza bene e che si riesca ad attuare.
Questa consapevolezza mi sa che uno potrebbe non raggiungerla mai o magari è proprio inesistente questo sistema, non è poi così sicuro che questi tizi che si mettono a catalogare tutto con le loro (inutili) etichette abbiano in mano qualcosa di utile in tal senso.
Gli stati melanconici accentuati esistevano già molto prima che gli psichiatri gli associassero certe etichette e la letteratura dimostra che le persone erano tutt'altro che inconsapevoli di quel che pensavano e come vivevano.
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Ultima modifica di XL; 25-03-2022 a 18:38.
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25-03-2022, 10:05
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#19
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,589
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Sicuramente la presa di consapevolezza può avere un effetto negativo perché ci si inserisce in una categoria e questo può scoraggiare la spontaneità, o le speranze di migliorare.
Però è anche vero, secondo me, che la consapevolezza è una buona pratica in tutto, e avere una maggiore conoscenza dei propri processi interiori aiuta a riconoscerli, a capirne l'entità, e ad affrontarli. Se invece ci si scontra con le difficoltà ma non si sa dare loro un nome si rischia di ingigantirle, e di dire genericamente "sono sbagliato".
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25-03-2022, 10:25
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#20
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Esperto
Qui dal: Dec 2019
Ubicazione: Monsters in the parasol
Messaggi: 2,695
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Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky
Però è anche vero, secondo me, che la consapevolezza è una buona pratica in tutto, e avere una maggiore conoscenza dei propri processi interiori aiuta a riconoscerli, a capirne l'entità, e ad affrontarli. Se invece ci si scontra con le difficoltà ma non si sa dare loro un nome si rischia di ingigantirle, e di dire genericamente "sono sbagliato".
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Qual' è in concreto la differenza fra il sentirsi sbagliati e l'esserne consapevoli? In entrambi i casi è un vicolo cieco che porta direttamente alla morte passando per una vita orribile. Poi ci sono gli handicappati non riconosciuti tali ma accusati di accidia che vengono messi al rogo e crocifissi.
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