zoe666

Bluevelvet93

Ho finito Storia della follia nell'età classica di Foucault. Mi aspettavo qualcosa di diverso visto che ne ho sentito parlare come di un libro fondamentale per l'antipsichiatria. Comunque lui contorto e fumosissimo, quindi pessimo nella scrittura. Proverò sicuramente altri suoi testi, magari prima leggendomi l'introduzione di Catucci (che però ho letto che per qualcuno è essa stessa contorta e che si capisce al massimo dopo aver letto Foucault ), però per ora una discreta delusione. Adesso penso che per quanto riguarda la saggistica andrò su:



Sulla narrativa invece sono ancora alle prese con il boss finale: Proust.

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Non so, pagine di varii libri contemporaneamente

Hor

Come molti francesi, Foucault non è accessibilissimo nei testi che ha pubblicato quando era ancora in vita.
Se vuoi qualcosa di molto chiaro per capire e seguire il suo pensiero, soprattutto quello della maturità, ti consiglio i corsi che ha tenuto al Collège de France, Feltrinelli ne ha pubblicati diversi (forse tutti, ma potrei sbagliarmi).

Bluevelvet93

Eh, il potere psichiatrico. Corso al Collège de France (1973-1974) era proprio uno di quelli che mi interessava.

Angus

A me non dispiacque, nonostante il linguaggio "evocativo". A parte il contorsionismo, cosa ti ha deluso?

Bluevelvet93

Beh, io mi aspettavo una critica puntuale alla psichiatria ma francamente non ho trovato nulla di tutto ciò (ok, un tempo i metodi per trattarla erano ridicoli ma nulla che sia attualizzabile alla della psichiatria anche solo di gran parte del Novecento). D'altra parte si chiama "Storia dell follia" e da quel punto di vista effettivamente mantiene le promesse; sono io che cercavo altro. Poi tieni conto che un problema è che essendo scritto in maniera contorta ne ha risentito anche la comprensione: a un certo punto sono proprio partito col pilota automatico solo per finirlo e senza prestarci attenzione.

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maquindi, stringi stringi, che diceva Focò?

Bluevelvet93

Che la percezione dei folli è cambiata diverse volte nel corso della storia.

Angus

Questo è un "bell"'articolo alla Focò sulla psichiatria (non solo ma anche):

http://www.ultrafilosofia.com/2017/0...ia-dellessere/

Hor

Niente paura, di Julian Barnes.
Credevo fosse una riflessione sulla morte e mi interessava per questo, invece dalle prime pagine sembra una specie di autobiografia. Ma magari dopo cambia.

gaucho

Mia madre oggi dal nulla mi ha dato un libro di Leo Buscaglia sull’amore.

Così, de botto, senza senso

Brutto Vero

Ieri ho letto tutto d'un fiato "Correndo attraverso Pechino" di Xu Zechen, molto carino. Peccato non ci siano altre sue opere tradotte in italiano o inglese.

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Cancelletto

Piacersi non piacere. Libro regalato dalla mia cugina prefe, ha detto che ha subito pensato a me quando lha visto, i regali più belli

Abuela

La vegetariana non so se mi è piaciuto, ma direi più no che sì. Non ho voglia di interrogarmi troppo

Leggo Sonata a Kreutzer

Kanon

TenenteDan

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Ma per antipsichiatria cosa si intende di preciso?
Nel senso che si è contrari ai farmaci, alla medicalizzazione?
E cosa viene proposto come alternativa?

Hor

L'antipsichiatria è un movimento della seconda metà del '900 che criticava fortemente com'era gestita allora la psichiatra, ovvero in modo autoritario, coi medici che trattavano i pazienti come meri oggetti, come pacchi postali, da gestire e smistare nei manicomî, dove spesso l'unica preoccupazione era disciplinare e gestire i "pazzi" in modo che stessero calmi, imbottendoli di sedativi, usando metodi di contenzione (le famigerate camicie di forza), o la terapia elettroconvulsiva (l'elettroshock) come punizione per chi non si adeguava alle necessità di gestione dell'istituzione. Altro punto criticato dall'antipsichiatria era la tendenza della psichiatria a considerare in modo rigido e assoluto la "normalità" e la "anormalità", con la seconda da sopprimere in modo da ricondurre il "pazzo" alla prima, anche ricorrendo alla forza. Secondo molta antipsichiatria invece normalità e anormalità sono relative al periodo storico e al luogo geografico, per questo non vanno concepite in maniera assoluta o rigidamente normativa, come invece faceva la psichiatria, che si configurava solo come un modo per imporre ai devianti le norme comportamentali della maggioranza.
Secondo me e per quel che ho visto anche frequentando in prima persona gli ambienti della psicologia e della psichiatria, molte delle critiche rivolte dall'antipsichiatria alla psichiatria erano fondate, anche perché prima degli anni Settanta (in Italia prima dell'attività di Franco Basaglia) i "malati di mente" erano trattati davvero malissimo, di solito rinchiusi per sempre nei manicomî dove venivano trattati con metodi meno che umani.
Adesso molte cose sono cambiate in meglio, basti pensare che una volta i bambini autistici (parlo di un esempio che mi riguarda) venivano messi nei manicomî sin da piccoli perché giudicati "ineducabili", mentre adesso si parla di neurodiversità, si cerca di comprendere la loro condizione, di venir loro incontro, di costruire ambienti favorevoli, di trovare metodi per far comunicare autistici e non autistici.
Certo, secondo me c'è comunque ancora diversa strada da fare, perché alcuni pregiudizî verso chi ha problemi mentali persistono anche nella psichiatria attuale.