Quote:
Originariamente inviata da Onizuka
Così parló Zharatustra, di Nietzsche. Mi sta colpendo parecchio.
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Che stranissima coincidenza. Lo sto leggendo anch'io, e di colpo tutti ne parlano. Bellissimo il brano sugli ultimi uomini.
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"«Che cos'è l'amore? Che cos'è la creazione? Che cos'è il desiderio? Che cos'è la stella?» ‑chiede l'ultimo uomo, e ammicca.
La terra è diventata piccola e su di lei saltella l'ultimo uomo che rende tutto piccolo. La sua razza è inestinguibile come quella della pulce di terra; l'ultimo uomo vive più a lungo di tutti.
«Noi abbiamo inventato la felicità» ‑ dicono gli ultimi uomini, e ammiccano.
Hanno abbandonato le regioni dove la vita era ardua: giacché si ha bisogno di calore. Si ama pure il vicino e ci si strofina contro di lui, giacché si ha bisogno di calore.
Ammalarsi e diffidare è da loro considerato peccaminoso: si procede circospetti. Stolto chi incespica ancora nelle pietre e negli uomini!
Un po' di veleno di tanto in tanto: procura sogni piacevoli. E molto veleno alla fine, per una morte piacevole.
Si lavora ancora perché il lavoro è un passatempo. Ma si fa in modo che il passatempo non logori.
Non si diventa più poveri o ricchi: è troppo molesto l'uno e l'altro. Chi vuole ancora governare? Chi ancora obbedire? L'uno e l'altro è troppo molesto.
Nessun pastore e un solo gregge. Ognuno vuole la stessa cosa, ognuno è uguale: chi sente in modo diverso, entra spontaneamente in manicomio.
«Un tempo tutto il mondo era pazzo» ‑ dicono i più sagaci, e ammiccano.
Si è intelligenti e si sa tutto quello che è accaduto: così lo scherno non ha fine. Si litiga ancora, ma ci si riconcilia presto ‑ altrimenti si guasta lo stomaco.
Si ha il proprio piacerucolo per il giorno e il proprio piacerucolo per la notte: ma si apprezza la salute.
«Noi abbiamo inventato la felicità» ‑ dicono gli ultimi uomini, e ammiccano. ‑"