È passato molto tempo dall'ultima volta che ho scritto in questo topic, la lista delle letture fatte è un po' lunghetta.
Dopo "i draghi dell'eden" di Carl Sagan, libro divulgativo un po' datato ma veramente interessante (ho scoperto, fra le altre cose, che gli scimpanzé possono imparare l'ameslan), ho letto, di Alessandro Barbero, "benedette guerre" e "9 agosto 378 il giorno dei barbari", libri stimolanti che consiglio, molto utili per un primo approccio agli argomenti; mi è venuto però qualche dubbio riguardo a ciò che il prof scrive a pag 35 del primo libro, quello sulle crociate:
"dopo un po' muore invece il re lebbroso [Baldovino IV], e Guido di Lusignano è incoronato re di Gerusalemme."
Stando però a quello che si dice su wikipedia a Baldovino IV succede il figlio di Sibilla e Guglielmo lungaspada, ossia Baldovino V, e non Guido di Lusignano.
E poi c'è un altro passo che mi ha creato problemi, cioè:
"Rimangono lì inebetiti, in questo posto che si chiama Hattin, e il giorno dopo si arrendono tutti quanti.
[...]
Fra gli altri c'é anche il vecchio Guglielmo di Monferrato, il nonno del bambino che sta per nascere o che è nato forse in questi mesi; evidentemente è venuto a prendersi cura di questo nipote che un giorno sarà re di Gerusalemme."
Ecco, non capisco davvero chi sia questo "nipote che sta (nel 1187) per nascere" e "che un giorno sarà re di Gerusalemme". Il "vecchio Guglielmo di Monferrato" dovrebbe essere, se non ho capito male, il padre di Guglielmo lungaspada, il quale è a sua volta padre di Baldovino V (il nipote?), che muore però, quest'ultimo, nel 1186, ossia circa un anno prima del 4 luglio 1187, data in cui ha avuto luogo la battaglia di Hattin nella quale il vecchio marchese viene fatto prigioniero dal Saladino.
Va beh...
Poi ho letto, di Platone, il Critone e l'apologia di Socrate; da Plutarco la vita di Catone uticense (per la terza volta); e da Svetonio la vita di Giulio Cesare (per la seconda volta).
Di Marco Aurelio "i ricordi"; scritto sicuramente interessante ma a mio avviso troppo ampio per le poche idee che contiene; gli stessi concetti vengono ripetuti e ribaditi in stile martello pneumatico, il che rende il tutto un tantino logorroico; evidentemente all'imperatore premeva farsi intendere a dovere.
Poi ho deciso di finire una lettura che avevo lasciato in sospeso: "Oblomov", di Goncarov; la prima parte del libro è divertentissima, esattamente come la ricordavo, la parte centrale invece fa venire il latte alle ginocchia: Ol'ga e Oblomov si corteggiano come fossero due tredicenni. La ricomparsa, all'inizio della terza parte, di quello scroccone di Tarànt'ev, che assieme con l'arrivo dell'autunno segna la fine dell'idillio degli amorini, è una vera benedizione.
Momentaneamente sono impegnato invece con la divina commedia; ho deciso di leggerla per intero e non a spizzichi come si fa a scuola; sono arrivato al canto XXI dell'inferno.