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Vecchio 11-10-2016, 20:21   #3001
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L. Tolstoj, Anna Karenina Credo di essere pronta per leggerlo
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Vecchio 11-10-2016, 20:33   #3002
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Koto ovvero i giovani amanti dell'antica città imperiale, Yasunari Kawabata.

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L. Tolstoj, Anna Karenina Credo di essere pronta per leggerlo
Buona fortuna.
Ringraziamenti da
Yumenohashi (11-10-2016)
Vecchio 11-10-2016, 20:44   #3003
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Koto ovvero i giovani amanti dell'antica città imperiale, Yasunari Kawabata.



Buona fortuna.
Ho letto varie recensioni che dicevano che e' piu' scorrevole di quello che sembra, speriamo. Comunque mi ha da sempre affascinato
Vecchio 11-10-2016, 21:04   #3004
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Ho letto varie recensioni che dicevano che e' piu' scorrevole di quello che sembra, speriamo. Comunque mi ha da sempre affascinato
Sarà un capolavoro ma non l'ho mai letto, mi spaventa in quanto finire Guerra e Pace fu un trauma e da allora ho il terrore di cominciare un altro suo libro 'consistente'. E dire che di recente ho letto Les Misérables e le infinite digressioni storiche di Hugo senza troppi problemi, ma Lev... non so, non è scoccata la scintilla tra noi due. Spero avrai più fortuna tu.
Io ho deciso che faccio come Baricco e "me lo tengo per qualche lungodegenza, augurandomi di non leggerlo mai".
Ringraziamenti da
Hazel Grace (11-10-2016)
Vecchio 11-10-2016, 21:14   #3005
Esperto
L'avatar di Yumenohashi
 

A proposito di classici.
Tempo fa vidi un video di Valter Zanardi su YT ( lui parla molto di letteratura, pubblica anche letture sue, tipo audiolibri ) in cui in soldoni sosteneva che se non riusciamo a digerire bene un classico, se un classico non ci convince o se ci pare non faccia per noi è perché 'Non ci arriviamo'. In sostanza per lui i classici sarebbero tutti oggettivamente perfetti e indiscutibilmente da apprezzare in linea di principio. Quindi è fuori discussione che un classico possa non piacere perché il problema non sta in una qualche sua qualità che non sarebbe compatibile con la nostra sensibilità ma sarebbe nostro che siamo tonti qualora non lo gradissimo.
Io stimo tantissimo quest'uomo ma questa sua riflessione mi lasciò un po' sconvolta. Sarà davvero così? Non so se sia il mio amor proprio di persona alla quale non tutti i classici che ha letto sono piaciuti a parlare per me ma mi pare un po' forzata come cosa
Vecchio 11-10-2016, 21:21   #3006
Hor
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Originariamente inviata da Headache94 Visualizza il messaggio
Vedo alcuni ''esperti'' qua quindi ho pensato di chiedere,qual è un romanzo di letteratura Giapponese che uno dovrebbe assolutamente leggere? Il piú importante/famoso/bello?
Posto che personalmente non credo esistano criterî oggettivi per definire ciò che è bello o brutto, lascio qui alcuni titoli giapponesi che personalmente ho gradito molto:
- Nakajima Atsushi: Cronaca della Luna sul monte.
- Sakaguchi Ango: Sotto la foresta dei ciliegi in fiore.
- Takehiko Fukunaga: La fine del Mondo.
- Tanizaki Jun'ichirō: L'amore di uno sciocco.
- Ōe Kenzaburō: Insegnaci a superare la nostra pazzia.
Ringraziamenti da
cancellato17797 (11-10-2016)
Vecchio 11-10-2016, 21:29   #3007
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Originariamente inviata da Headache94 Visualizza il messaggio
Vedo alcuni ''esperti'' qua quindi ho pensato di chiedere,qual è un romanzo di letteratura Giapponese che uno dovrebbe assolutamente leggere? Il piú importante/famoso/bello?
erchè devo comprarlo subito,sono lento a leggere ancora devo finire Il Milione e poi dopo ho Cent'anni di solitudine già pronto
Oddio io non sono per i libri che 'vanno letti assolutamente', dipende molto dai gusti personali. Io ti consiglierei Soseki come autore, uno dei primi scrittori moderni di una certa rilevanza che sia facilmente reperibile in Italia. Scrive per lo più romanzi di formazione spesso con protagonisti ventenni che fuggono dal paese materno nella capitale per intraprendere la propria strada. Il più 'leggero' e godibile è sicuramente Il signorino ( in questo caso il protagonista va a fare il maestro in una scuola di campagna e ne passerà di tutti i colori ), il mio preferito però è Sanshiro.
Un altro che lessi tempo fa, più di nicchia ma molto interessante è Vita sexualis di Mori Ogai, che parla di quest'uomo, credo un professore se non ricordo male, che si rende conto di non avere mai avuto un sano interesse per la sessualità e cerca di risalire ai motivi del fenomeno ripercorrendo la sua vita fin da bambino quando ebbe i primi contatti con l'altro sesso.
E ovviamente Confessioni di una maschera di Mishima, altro romanzo di formazione il cui protagonista deve scendere a patti con la propria omosessualità, ma che passerà tutta l'adolescenza a reprimersi imponendosi di rientrare a forza nei binari delle convenzioni sociali e delle aspettative altrui. Bellissimo, ovviamente detta così sembra roba già vista ma ciò che conta non è il cosa ma il come Mishima ne parla ( e io non credo Mishima sia proprio KL più grande scrittore moderno, anzi, ma in questo caso bisogna dargli merito)
Ce ne sarebbero un'infinità, non può essercene uno imprescindibile

Ultima modifica di Yumenohashi; 11-10-2016 a 21:41.
Ringraziamenti da
cancellato17797 (11-10-2016)
Vecchio 11-10-2016, 21:35   #3008
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Guerra e pace non mi sognerei mai di leggerlo forse sono tonta o lenta nel leggere boh comunque leggo Anna Karenina perche la sua storia e' sempre attuale e mi posso forse rivedere nel personaggio. Son riuscita a finire Delitto e castigo di Dosto e finiro' anche questo

Ultima modifica di Hazel Grace; 11-10-2016 a 21:37.
Vecchio 11-10-2016, 21:39   #3009
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Vero, sotto la foresta dei ciliegi in fiore molto carino, idem come La fine del mondo.
Tuttavia per chi si avvicina per la prima volta non saprei, soprattutto non inizierei da raccolte di racconti ma come regola base ( a meno che non si tratti di Akutagawa che è forse il mio autore preferito e ha scritto solo racconti ma che valgono ognuno come un capolavoro di 1000 pagine ). La fine del mondo è molto criptico, molto visionario, deve anche piacere quel genere di racconto lì


Ah un altro capolavoro indiscusso, poco conosciuto, è Mediocrità di Futabatei Shimei.
Un altro romanzo di formazione che ripercorre la vita del narratore protagonista che sostanzialmente è una sorta di inetto Sveviano. BELLISSIMO.
Vecchio 11-10-2016, 21:42   #3010
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Originariamente inviata da Headache94 Visualizza il messaggio
Vedo alcuni ''esperti'' qua quindi ho pensato di chiedere,qual è un romanzo di letteratura Giapponese che uno dovrebbe assolutamente leggere? Il piú importante/famoso/bello?
Attento giovane Padawan, ché domande molto pericolose queste sono.
È come chiederlo per la letteratura italiana (la prendo come esempio perché ti sarà più familiare), è semplicemente impossibile trovare il libro più importante/famoso/bello.
Te ne consiglio volentieri uno, però.
Confessioni di una maschera, di Y. Mishima.

Quote:
Mica perchè devo comprarlo subito,sono lento a leggere ancora devo finire Il Milione e poi dopo ho Cent'anni di solitudine già pronto
Il Milione non mi fa impazzire, ma Cent'anni di solitudine è bellissimo.

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A proposito di classici.
Tempo fa vidi un video di Valter Zanardi su YT ( lui parla molto di letteratura, pubblica anche letture sue, tipo audiolibri ) in cui in soldoni sosteneva che se non riusciamo a digerire bene un classico, se un classico non ci convince o se ci pare non faccia per noi è perché 'Non ci arriviamo'. In sostanza per lui i classici sarebbero tutti oggettivamente perfetti e indiscutibilmente da apprezzare in linea di principio. Quindi è fuori discussione che un classico possa non piacere perché il problema non sta in una qualche sua qualità che non sarebbe compatibile con la nostra sensibilità ma sarebbe nostro che siamo tonti qualora non lo gradissimo.
Io stimo tantissimo quest'uomo ma questa sua riflessione mi lasciò un po' sconvolta. Sarà davvero così? Non so se sia il mio amor proprio di persona alla quale non tutti i classici che ha letto sono piaciuti a parlare per me ma mi pare un po' forzata come cosa
È un'opinione forte e che rischia un po' di assolutizzare ed elevare certi libri a intere categorie storiografiche, col rischio che poi tutto quello che viene dopo i classici sia nulla o poco più, ma se inteso nel senso giusto io penso di poter condividere quel pensiero. Non tutti i classici che siano riconosciuti come tali possono sedurre e appassionare ogni lettore, insomma, non siamo esseri senza limiti e le circostanze possono influenzare le nostre letture. Senza dubbio può non essere "colpa" del classico in sé, ma di fatto innamorarci di ogni singolo libro "antico e famoso" non è umanamente ragionevole (e secondo me, chi dice il contrario mente a sé stesso).
Se ammettiamo che anche libri pubblicati di recente possano di diritto diventare dei classici, se intendiamo che la "perfezione" dei classici poi debba comunque passare per la valutazione soggettiva di chi può ammettere che un libro sia scritto bene e che allo stesso tempo non gli abbia lasciato nulla, allora penso che sì, possiamo riconoscere che i classici siano dei capolavori senza tempo e che non saperli apprezzare può essere un nostro "limite". Del tutto umano, però, e che appartiene a tutti, seppure in misure diverse; conclusione che però è ben diversa dal dover amare un classico "in linea di principio". Neanche Calvino arrivava a tanto quando spiegava (in maniera superba) perché dovremmo leggere i classici (e quando rileggerli e cosa aspettarsi).
Vecchio 12-10-2016, 00:17   #3011
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L'avatar di Yumenohashi
 

Poi forse c'è anche un po' il pregiudizio di dare per scontato che oggi si scrive solo per il vile denaro, mentre un tempo gli scrittori erano mossi più dal fuoco dell'arte e della passione, per cui già ci sentiamo più propensi verso gli scrittori morti da almeno mezzo secolo
Davvero ho sentito gente affermare "Leggo solo autori morti perché mi danno più garanzia di qualità"

Sicuramente per quanto riguarda la letteratura giappa tradotta in Italia è cosa buona e giusta, ma più che altro perché selezionano coi piedi tra i contemporanei e le novità vista la merda che ci arriva sugli scaffali

Tra Gatti caduti dal cielo e Magici poteri del riordino, i più eclatanti

Ultima modifica di Yumenohashi; 12-10-2016 a 00:27.
Vecchio 12-10-2016, 12:32   #3012
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Poi forse c'è anche un po' il pregiudizio di dare per scontato che oggi si scrive solo per il vile denaro, mentre un tempo gli scrittori erano mossi più dal fuoco dell'arte e della passione, per cui già ci sentiamo più propensi verso gli scrittori morti da almeno mezzo secolo
Davvero ho sentito gente affermare "Leggo solo autori morti perché mi danno più garanzia di qualità"

Sicuramente per quanto riguarda la letteratura giappa tradotta in Italia è cosa buona e giusta, ma più che altro perché selezionano coi piedi tra i contemporanei e le novità vista la merda che ci arriva sugli scaffali
È un pregiudizio in voga, molto fastidioso perché 1) arrogante 2) è quel tipico atteggiamento per cui poi l'età dell'oro è passata e ormai la letteratura fa schifo. E invece no, perché ci sono autori contemporanei meravigliosi, basta non iniziare a leggere un loro libro pensando che dovrà per forza essere inferiore "a un classico".
Poi beh, che la letteratura commerciale oggi la faccia da padrona è un fatto incontestabile. In questo senso la letteratura è cambiata e ormai praticamente chiunque può pubblicare libri di dubbia qualità/utilità. Bisogna destreggiarsi e cercare i libri giusti in mezzo alla melma dei libri orrendi.

Quote:
Originariamente inviata da Yumenohashi Visualizza il messaggio
Tra Gatti caduti dal cielo e Magici poteri del riordino, i più eclatanti
Non li conosco, anche se il secondo mi è familiare, l'avrò visto in libreria.
Vecchio 12-10-2016, 13:16   #3013
Esperto
L'avatar di Yumenohashi
 

Avevo scritto un'altro papiro ma poi l'ho cancellato, così da solo il post ha poco senso
Oltretutto mi chiedo se sia un atteggiamento tutto nostro o fosse presente in tutte le epoche, pure nei confronti di opere che a posteriori sarebbero diventate classici. Attefgiamento giustificato appunto dal fatto che come dici oggi il mercato sia saturo e chi fosse poco pratico tende da una parte a buttarsi su ciò che campeggia negli scaffali delle classifiche ( dubbie e non certo basate su criteri qualitativi ), dall'altra limitandosi ai classici. Altro approccio che non mi convince troppo perchè per quanto un classico sia senza tempo e abbia sempre qualcosa da dirci la letteratura contemporanea, quella buona, ci serve a parlarci dell'uomo del nostro tempo che di certo ha tanto da dirci vista l'epoca frenetica e nevrotica in cui viviamo, quindi a parlarci un po' anche di noi in maniera più contestualizzata.

Poi i più fastidiosi sono quelli che leggono solo letteratura americana perché 'i romanzi italiani hanno un retrogusto scadente, che li riconosci subito' mentre d'altro canto quelli stranieri o sono troppo """"esotici"""" e quindi avrebbero poco a che fare con la nostra forma mentis ( non so in base a cosa lo si pensi ) oppure sarebbero superflui o di serie B, dato che il canone occidentale nel pensiero comune avrebbe esaurito in se stesso tutto lo scibile umano ( non credo proprio ).
Anche io ammetto leggo poca letteratura italiana perché preferisco dedicarmi per motivi di tempo e di interessi ad altro , ma ogni volta che vi torno è proprio tutta un'altra cosa. Ti rendi conto di quanto la traduzione impoverisca. Per quanto anche un libro tradotto possa essere reso divinamente un libro nella tua lingua madre ha nelle parole tutta un'altra forza immaginifica che si perde tantissimo nel 'passaggio' giocoforza

E a proposito di classici, altrettanto discutibili le persone che considerano i classici un genere letterario al pari dei gialli o dei fantasy e li leggono quasi perché 'ogni tanto va fatto'. Di solito sono quelle che per non sbagliare sostengono che i propri favoriti siano o 'Il ritratto di Dorian Gray' o 'Orgoglio e pregiudizio'. Pare si siano messi tutti d'accordo, chissà perché proprio sempre sti due non l'ho mai capito

Probabilmente non bazzichi tanto le librerie
Sono titoli recenti che hanno spopolato. Del genere che fa comodo per restituire l'idea di un Giappone abitato da poveri deficienti nevrotici e stucchevoli.
Stesso lavoro fa la Yoshimoto, tanto famosa proprio perché ci riporta per iscritto proprio ciò che vogliamo vederci confermato riguardo il nostro stereotipo. I suoi romanzi sono tutti uguali, pieni fino al midollo di 'giapponesità' per come qui la si intende, sono palesemente orientati verso l'estero e non verso l'interno. E secondo me già di base una letteratura che in primis pensa a piacere allo straniero è scadente, poi la Yoshi lo è di principio ma dettagli. Purtroppo la letteratura giappa contemporanea che viene tradotta è un po' così, pare di leggere fumetti. Semplici fino alla'esasperazione, stereotipati, puerili e senza contenuti. Per fortuna ci sono anche sorprendenti eccezioni.

Ultima modifica di Yumenohashi; 12-10-2016 a 13:19.
Ringraziamenti da
cancellato17797 (12-10-2016)
Vecchio 13-10-2016, 16:24   #3014
Esperto
L'avatar di Antonius Block
 

Iniziato stamattina e finito una mezz'oretta fa.
Vecchio 13-10-2016, 17:33   #3015
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Arms Races in International Politics From the Nineteenth to the Twenty-First Century, T. Mahnken, J. Maiolo e D. Stevenson (eds).

Quote:
Originariamente inviata da Antonius Block Visualizza il messaggio
Iniziato stamattina e finito una mezz'oretta fa.
E cosa ne pensi?
Vecchio 13-10-2016, 18:06   #3016
Esperto
L'avatar di ocelot83
 

finito qualche giorno fà Vlad III, adesso pro a riprendere Notre Dame de Paris
Riguardo a libri giapponesi, l'unico che abbia mai letto è stato Battle Royale di Koushun Takami, però dopo aver letto il manga tratto da esso
Vecchio 13-10-2016, 20:10   #3017
Esperto
L'avatar di Yumenohashi
 

Ho finito 'La lezione del maestro' di James, mi è piaciuto con riserve. Sicuramente meglio di 'La morte dell'idolo che affronta grossomodo la stessa tematica attraverso focus divers chi.
Li ci si concentrava sul rapporto Artista e pubblico, qui sulle conseguenze che comporta lo scendere a parti con le convenzioni sociali e la vita mondana in genere per l'Artista.
In particolare la 'Lezione' che il nostro protagonista ( giovane scrittore di talento ) si vede impartire dal suo idolo, da lui letteralmente venerato, è quella di tenersi lontano dalle briglie sociali del matrimonio, dalla ricerca di una stabilità economica data dalla scrittura, perchè è questo smettere di produrre arte per se stessi ed iniziare a farlo per un altro fine che fiacca il genio e rende l'arte volgare.

Ora sto leggendo 'Una notte in cui la luna non è sorta' di Dai Sijie, un autore che adoro. Regista oltre che scrittore e si vede un sacco dal piglio cinematografico dei suoi romanzi che sono particolarissimi grazie alla verve inconfondibile che vi imprime.

Ultima modifica di Yumenohashi; 13-10-2016 a 22:35.
Ringraziamenti da
cancellato17797 (13-10-2016)
Vecchio 16-10-2016, 12:45   #3018
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L'inconveniente di essere nati, E.M. Cioran.

È, come dire, bellissimo.
Vecchio 16-10-2016, 19:27   #3019
Hor
Esperto
L'avatar di Hor
 

Sto leggendo Genocidio. Una passione europea, di Georges Bensoussan.
È una ricerca genealogica sulle cause ideali del genocidio degli ebrei attuato dai nazisti, di cui ne rintraccia le origini sul periodo della "lunga durata" nella storia europea.
Bel volume da quasi quattrocento pp., scrittura complessa, autore molto dotto.

Ringraziamenti da
minunmaailmass (16-10-2016)
Vecchio 17-10-2016, 09:02   #3020
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Gli audiolibri di Natalia Ginzburg mi fan tanta compagnia e mi rasserenano.
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