|
|
22-03-2016, 22:03
|
#2781
|
Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,393
|
Per me Guerra e pace è nettamente più pesante di Anna Karenina, anche se più bello.
Quote:
Originariamente inviata da cuore grigio
Inoltre ci sono interi discorsi scritti in francese senza traduzione, che fastidio!
|
Ma hai anche tu l'edizione Mammut?
|
|
24-03-2016, 20:32
|
#2782
|
Esperto
Qui dal: Jan 2016
Messaggi: 415
|
"Mi chiamo Rigoberta Menchú" libro che descrive la situazione tragica del popolo guatemalteco, oppresso dai Conquistadores ladini. La protagonista è una contadina, Rigoberta, che fornisce uno spaccato esaustivo sulla cultura indigena e le tradizioni maya.
Davvero bello.
|
|
24-03-2016, 20:35
|
#2783
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 187
|
Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
Per me Guerra e pace è nettamente più pesante di Anna Karenina, anche se più bello.
Ma hai anche tu l'edizione Mammut?
|
Mi sono appena accorta del quote... Comunque quello che ho letto io non so che edizione sia, l'ho preso in prestito dalla biblioteca...
|
|
24-03-2016, 21:13
|
#2784
|
Principiante
Qui dal: Mar 2016
Messaggi: 73
|
|
|
26-03-2016, 00:13
|
#2785
|
Banned
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Milano
Messaggi: 14,748
|
Per ora è estraniante, è la prima volta che mi accosto al genere. Mi piace direi
|
|
26-03-2016, 00:21
|
#2786
|
Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,044
|
|
|
26-03-2016, 18:22
|
#2787
|
Esperto
Qui dal: Dec 2010
Ubicazione: Provincia di Roma
Messaggi: 585
|
Libro fantastico, oltre che per l'originalità dell'ambientazione, per la credibilità della ricostruzione storica. Azzeccata la scelta della narrazione in prima persona.
Il problema è che il seguito, "Ninive", non è mai stato ristampato...
|
|
26-03-2016, 18:25
|
#2788
|
Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 5,188
|
Amleto. Fermo a pagina 39 da tre mesi però
|
|
29-03-2016, 16:38
|
#2789
|
Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 7,640
|
|
|
30-03-2016, 18:40
|
#2790
|
Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,021
|
"Merita di essere considerato a parte Forrest Gump. È un film inquietante perché non solo oltremodo "politico", ma anche costruito con tecniche subliminali sopraffine ed atte a danneggiare. Contiene inoltre un personaggio clamoroso, che davvero dovrebbe passare alla storia del cinema, e della propaganda. Forrest è così come l'USIA vorrebbe che il mondo si immaginasse l'americano medio: forse poco intelligente e molto ingenuo, ma onesto, buono, affidabile. È propaganda, perché l'americano medio non è affatto così. È propaganda di tipo culturale. Forrest entra in contatto (tramite montaggi straordinariamente abili) con vari Presidenti americani e li accredita con poche immagini dei crismi esattamente assegnati dalla Retorica di Stato: Kennedy, giovane, democratico, bene intenzionato; Lyndon Johnson, spiritoso, democratico, bene intenzionato; Nixon, poco disinvolto, poco onesto, poco democratico. La Retorica di Stato americana ha interesse ad evidenziare ed anche esaltare le differenze di personalità dei vari Presidenti per allontanare la cognizione che i medesimi nei fatti sono tutti uguali, tutti dediti nello stesso modo e con lo stesso cinismo a servire gli interessi all'estero del loro establishment. I Presidenti sono per Forrest - e per noi spettatori - gli uomini che comandano l'America, ammantati dell'aura del mito. È ancora propaganda, perché i Presidenti americani come detto non comandano; negli Stati Uniti comanda l'establishment. Nel film la democraticità del sistema americano non viene messa in dubbio; è data per ultra scontata e non occorre accennarne. I giovani contestatori del '68 invece sono potentemente diffamati: hippies promiscui e drogati, protestatari per noia e per moda. Il ragazzo di Jenny gioca a fare il rivoluzionario (la capigliatura), è comunista e segretario della tal cellula, ed è violento, la picchia provocando la reazione del vero americano Forrest, che al momento è in divisa anche se in licenza dal Vietnam (non l'ha tolta perché ne è orgoglioso, suggerisce il film). C'è un party delle Pantere Nere: elementi intolleranti, antidemocratici. C'è l'elogio del capitalismo americano. I reduci Forrest e Tenente Dan, uno semi ritardato e l'altro senza gambe, diventano miliardari con la Bubba Gump Shrimp Company: sono due meritevoli e il sistema immancabilmente li premia. Si suggerisce che è Dio stesso a guidare tale sistema: provoca una tempesta che elimina la flotta peschereccia della concorrenza. È l'idea fondamentale del Calvinismo: Dio fa arricchire i meritevoli, o gli insondabilmente prediletti, e manda a ramengo gli altri. I due arricchiscono ulteriormente investendo nella Apple Computers, Multinazionale che diventa così veicolo di positività e positiva anch'essa. Diventati capitalisti i due fanno beneficenza: donano alla parrocchia Protestante locale, alla madre dell'amico nero Bubba morto in Vietnam, e fondano un ospedale a Bayoula (il paesino di pescatori di gamberi rovinati dalla tempesta divina). Al limite della criminalità una scena di Forrest in Vietnam: la sua Compagnia perlustra una risaia mitra in pugno passando fra contadini vietnamiti che neanche sembrano accorgersene, rimanendo chini sulle piantine. Suggerisce per via subliminale che i contadini vedevano i soldati americani come amici, che si fidavano completamente di loro: evidentemente questi non avevano mai fatto loro niente di male. My Lai? Mai sentita nominare. Inoltre alla fine il reduce senza gambe Tenente Dan sposa una donna presentata nel doppiaggio italiano come latinoamericana, ma dai tratti somatici che potrebbero essere vietnamiti (messaggio subliminale: i vietnamiti non tengono rancore agli americani, appunto perché non hanno fatto loro niente di male). Nel film sono sbeffeggiati obliquamente i pensatori, gli innovatori, gli ideologhi, coloro che non ritengono soddisfacente il sistema americano e continuano a cercare. Forrest inizia a correre a piedi in lungo e in largo per il paese, senza mai parlare né fermarsi durante le tappe. Ad un certo punto la gente comincia a pensare che abbia qualche "messaggio" per l'umanità, almeno per gli americani, ed una piccola folla lo segue nelle maratone. Dopo tre anni e due mesi Forrest finalmente interrompe la corsa ed i "seguaci" pendono dalle sue labbra pensando che sia giunto il momento delle rivelazioni, ma Forrest dice "Sono un po' stanchino. Penso che tornerò a casa". Tecniche subliminali ultra sofisticate sono usate anche per la normale costruzione del film, oltre che per la propaganda. Forrest ha una vita punteggiata da contatti personali, pure fugaci, con grandi personaggi pubblici: Elvis Presley (cui ispira le caratteristiche movenze), John Kennedy, il governatore Wallace (e assisti all'attentato di cui fu vittima), Lyndon Johnson, John Lennon, Richard Nixon (ed è Forrest a provocarne la caduta). Occorre rendere in qualche modo verosimile tale sequela di eventi pubblici e si ricorre ad altri collegamenti più sotterranei, che riguardano accettabili concatenazioni di eventi sul piano privato e predispongono ad accettare anche quelle a livello pubblico. Il filo conduttore sono gli arti inferiori del corpo umano. Forrest bambino guarisce dalla poliomielite e diventa valido maratoneta. In Vietnam il Tenente Dan lo ammonisce a tenere i piedi asciutti (le risaie). Lo stesso Tenente Dan perde proprio le gambe. Il collegamento con la sfera pubblica avviene col gov. Wallace, rimasto paralizzato dall'attentato, e su una sedia a rotelle come il Tenente Dan. Il Tenente Dan alla fine cammina con delle protesi, che richiamano gli apparecchi portati da Forrest bambino."
“Audiences would be more receptive to the American message if they were kept from identifying it as propaganda. Avowedly propagandistic materials from the United States might convince few, but the same viewpoints presented by the seemingly independent voices would be more persuasive” - Dwight Eisenhower
|
Ultima modifica di Gummo; 30-03-2016 a 18:43.
|
31-03-2016, 11:58
|
#2791
|
Esperto
Qui dal: Dec 2010
Ubicazione: Provincia di Roma
Messaggi: 585
|
da Ibs.it:
"Nel 1993 Luca e Francesco Cavalli Sforza davano alle stampe "Chi siamo. La storia della diversità umana", un grande classico della divulgazione scientifica che, dimostrando l'origine comune africana dell'umanità moderna e smontando pezzo per pezzo il concetto di razza, portava con sé un messaggio di unità e tolleranza. Oggi, vent'anni dopo, quel messaggio è più attuale che mai, e "Chi siamo" ritorna in una nuova veste, rinnovata nei contenuti e nell'iconografia. Le illustrazioni e le numerose mappe a colori, ma soprattutto i numerosi scatti di Giovanni Porzio - giornalista, reporter e fotografo giramondo - diventano così l'ideale contrappunto visivo al racconto delle nostre origini, ma anche un omaggio al viaggio umano e professionale di uno dei più grandi scienziati del Novecento. "
Non è propriamente un saggio storico ma affronta molte questioni connesse: il passaggio da una società di nomadi ad una stanziale, l'emergere dell'agricoltura, la nascita della lingua, la diffusione dei popoli indoeuropei...un po' vecchiotto ma vale la pena di leggerlo.
|
|
31-03-2016, 19:29
|
#2792
|
Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
|
Sto leggendo Embassytown di China Miéville.
In un futuro remoto, gli esseri umani si sono spinti ai confini dell'universo colonizzando il pianeta Arieka. Qui i rapporti tra gli uomini e il popolo degli Ariekei, custode di una lingua misteriosa e inaccessibile, sono possibili solo grazie ai pochi ambasciatori in grado di comprenderne il linguaggio. Avice Benner Cho, una colona umana, ha fatto ritorno sul pianeta, nella città di Embassytown, dopo anni di viaggio nello spazio più profondo. Non è in grado di parlare la lingua degli Ariekei, eppure in qualche modo ne rappresenta una parte: lei, come altri esseri umani, è utilizzata dagli indigeni come una "similitudine vivente", necessaria alla formulazione di concetti altrimenti inesprimibili. A causa di oscuri intrighi politici, sul pianeta è stato inviato un nuovo ambasciatore e il fragile equilibrio tra umani e alieni subisce una violenta scossa. Una catastrofe è all'orizzonte, mentre Avice si trova divisa tra un marito che non ama più, un sistema nel quale non ha più fiducia e una lingua che non può parlare ma che comunica attraverso di lei, al di fuori della sua volontà.
|
|
31-03-2016, 20:22
|
#2793
|
Banned
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Milano
Messaggi: 14,748
|
Ho comprato 3 libri importanti oggi, tutti a prezzi stracciati (5 euro l'uno): Jude l'oscuro di Thomas Hardy, Il vino della solitudine della Nemirovsky e Mrs Dalloway di Virginia Woolf. Non so cosa iniziare a leggere perché mi attirano tutti. Forse la Woolf
|
|
02-04-2016, 03:56
|
#2794
|
Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,021
|
Dedicato a chi dice che il comunismo fa parte del passato.
"La borghesia, con il costituirsi della grande industria e del mercato mondiale, si è impadronita in modo esclusivo del potere politico nel moderno Stato rappresentativo. L’attuale potere politico dello Stato moderno non è altro se non una giunta amministrativa degli affari comuni di tutta la classe borghese."
"La borghesia non può esistere senza rivoluzionare di continuo gli strumenti della produzione, il che vuol dire i modi e i rapporti della produzione, ossia, in ultima analisi, tutto l’insieme dei rapporti sociali. L’immutata conservazione dell’antico modo di produzione era la prima condizione di esistenza delle vecchie classi industriali. Questo continuo sovvertimento della produzione, questo ininterrotto scuotimento delle condizioni sociali, questo moto perpetuo, con l’insicurezza costante che l’accompagna, contraddistingue l’epoca borghese da tutte le altre che la precedettero. Tutti gli antichi e arrugginiti rapporti della vita, con tutto il loro seguito di opinioni e credenze ricevute e venerate per tradizione, si dissolvono; e i nuovi rapporti che subentrano invecchiano ancor prima di aver avuto il tempo di fissarsi e di consolidarsi. Tutto ciò che aveva carattere stabile e che rispondeva alla gerarchia dei ceti svanisce, tutto ciò che era sacro viene profanato, e gli uomini si trovano alla fine a dover considerare le loro condizioni di esistenza con occhi liberi da ogni illusione. Spinta dal bisogno di sempre nuovi sbocchi per le proprie merci, la borghesia si spinge su tutto il globo terrestre per invaderlo. Dappertutto essa deve stabilirsi, dappertutto essa ha bisogno di estendere le linee del commercio. Sfruttando il mercato mondiale, la borghesia ha reso cosmopolite la produzione e il consumo di tutti i paesi. Con gran dispiacere di tutti i reazionari, essa ha tolto all’industria il suo carattere nazionale. Le antiche ed antichissime industrie nazionali furono, o sono, di giorno in giorno distrutte; esse vengono sostituite da industrie nuove, la cui introduzione è questione di vita o di morte per tutte le nazioni civili; le nuove industrie non impiegano più le materie prime indigene, ma quelle provenienti dalle zone più remote, e i cui prodotti si consumano non soltanto nel paese stesso, ma in tutte le parti del mondo. Ai vecchi bisogni, a soddisfare i quali bastavano un tempo i prodotti nazionali, ne succedono ora dei nuovi che esigono i prodotti dei climi e paesi più remoti. Al posto dell’isolamento locale e nazionale, per cui ciascun paese si accontentava di se stesso, subentra un commercio universale, per cui le nazioni entrano in una condizione di interdipendenza. E come per i prodotti materiali, così accade anche per quelli intellettuali. I prodotti intellettuali di ogni singola nazione divengono proprietà comune di tutte. La connotazione nazionale diviene sempre più impossibile, e dalle molte letterature nazionali e locali nasce una nuova letteratura mondiale. A causa del rapido perfezionamento di tutti gli strumenti della produzione e delle comunicazioni divenute infinitamente più facili, la borghesia trascina per forza nella corrente della civiltà anche le nazioni più barbare. I bassi prezzi delle sue merci sono l’artiglieria pesante con cui essa abbatte tutte le muraglie cinesi e con cui ha fatto capitolare i barbari più induriti nell’odio contro lo straniero; essa costringe tutte le nazioni ad adottare le forme della produzione borghese se non vogliono morire, e le costringe a ricevere ciò che chiama civilizzazione, ossia a farsi borghesi. A dirla in una sola espressione, crea un mondo a propria immagine e somiglianza. La borghesia ha fatto della città la signora assoluta della campagna. Ha creato città enormi; a confronto della popolazione rurale ha fortemente accresciuto la popolazione urbana, sottraendo così buona parte della popolazione all’idiotismo della vita contadina. Come ha assoggettata la campagna alla città, così ha reso dipendenti dai popoli civili quelli barbari o semibarbari, e ha sottoposto i popoli prevalentemente contadini a quelli a predominio borghese, e l’Oriente all’Occidente."
"Ogni crisi distrugge regolarmente non solo una gran fetta di prodotti, ma molte di quelle forze produttive che erano state create. Un’epidemia, che in ogni altra epoca storica sarebbe parsa un controsenso, un’epidemia nuova si rivela nelle crisi, ed è quella della sovrapproduzione. La società ricade inaspettatamente in uno stato transitorio di vera barbarie. Si direbbe che la carestia, o una guerra generale di sterminio, l’abbia privata dei mezzi d’esistenza: il commercio e l’industria paiono annientati, e perché? Perché la società ha troppa civiltà, troppi mezzi di sussistenza, troppa industria, troppo commercio. Le forze produttive di cui essa dispone non giovano più a favorire lo sviluppo dei rapporti di proprietà borghese; anzi, sono diventate troppo potenti per tali rapporti, che divengono per ciò degli impedimenti; e tutte le volte che queste forze superano l’impedimento creano disordine nell’intera società, minacciando l’esistenza della stessa proprietà borghese. Le condizioni del mondo borghese sono diventate ormai troppo anguste per contenere la ricchezza che esse stesse producono. Con quali mezzi riesce la borghesia a vincere le crisi? Da un lato, distruggendo, a seconda delle circostanze, una grande quantità di forze produttive; dall’altro, conquistando nuovi mercati e sfruttando più intensamente quelli già esistenti. Con quali mezzi dunque? Preparando nuove, più estese e più formidabili crisi, e riducendo i mezzi per ovviare a quelle future. Quelle stesse armi con cui la borghesia riuscì ad abbattere il feudalismo, si rivolgono ora contro di essa."
"Ogni società, come abbiamo già visto, ha poggiato sinora sull’opposizione fra le classi degli oppressi e degli oppressori. Ma, per poter opprimere una classe, bisogna che le siano assicurate condizioni entro le quali vivere almeno la misera vita degli schiavi. Il servo della gleba giungeva, in piena feudalità, a farsi faticosamente membro del Comune, come il piccolo borghese protetto raggiungeva il grado di pieno borghese sotto il dominio dell’assolutismo feudale. L’operaio moderno, invece, anziché migliorare coi progressi dell’industria, cade sempre più in basso, perfino al di sotto delle condizioni della sua propria classe. L’operaio diventa il povero, e il pauperismo si sviluppa più rapidamente che non la popolazione o la ricchezza. È dunque per tutto ciò evidente che la borghesia è incapace di rimanere più a lungo nella posizione di classe dominante nella società e d’imporre alla società, come suprema legge, le sue condizioni di esistenza in quanto classe. Essa è incapace di regnare perché non è adatta ad assicurare ai suoi schiavi l’elementare esistenza nemmeno nei limiti della stessa schiavitù, e perché essa è costretta a farli cadere in una tale condizione da doverli poi nutrire, anziché essere da essi nutrita. La società non può più vivere sotto il suo dominio; il che implica che la sua esistenza è incompatibile con quella della società."
|
Ultima modifica di Gummo; 02-04-2016 a 04:02.
|
02-04-2016, 12:31
|
#2795
|
Intermedio
Qui dal: Jan 2013
Ubicazione: Milano
Messaggi: 183
|
Oggi vorrei iniziare
|
|
02-04-2016, 14:25
|
#2796
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 574
|
Lasciatemi in pace di Paola Zannoner
|
|
07-04-2016, 10:28
|
#2797
|
Banned
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: care a lot
Messaggi: 9,237
|
La giornata d'uno scrutatore di Calvino.
Consigliato a tutti i fobici, tocca tematiche care agli utenti
|
Ultima modifica di Abuela; 07-04-2016 a 10:42.
|
11-04-2016, 22:14
|
#2798
|
Banned
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Milano
Messaggi: 14,748
|
Jude l'oscuro, l'ultimo romanzo di Thomas Hardy (infatti dopo averlo pubblicato non scrisse più in prosa, a causa di molte critiche) fu praticamente messo al rogo dalla chiesa del suo tempo per via di certe tematiche un po anticonformiste e moderne. Mi piace molto, parla di questo ragazzo di umili origini che aspira a grandi cose e riesce ad uscire dal suo paesino di campagna per inseguire i suoi sogni nella grande città (che lui vede come una sorta di paradiso di cultura e studio) dove ritrova una sua cugina, anche lei da sempre bistrattata. Immagino combinerà un casotto.
|
|
14-04-2016, 20:15
|
#2799
|
Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
|
Sto leggendo Gli insetti preferiscono le ortiche di Tanizaki Jun'ichirō.
|
|
16-04-2016, 19:42
|
#2800
|
Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
|
Sto leggendo Picnic a Hanging Rock, il libro da cui deriva l'omonimo celebre film.
Per ora è molto piacevole, molto ben scritto...
|
|
|
|
|