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Vecchio 21-07-2014, 20:39   #2101
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Originariamente inviata da Josef K. Visualizza il messaggio
[Considerazioni su " Il processo " di Kafka]

Si nota che ti è piaciuto parecchio eh.
Comunque sì, gran bel libro. Ho particolarmente apprezzato la scelta di un protagonista particolarmente " determinato " e apparentemente non arrendevole che si ritrova ad un certo punto della sua vita ad essere estraneo a quella che fino ad ora era la sua realtà costruita ad arte. Si ritrova quindi a scontrarsi con leggi, regole ed usanze che provengono sempre " dall'alto" e risultano immutabili nonostante tutti gli sforzi ed i tentativi che egli opera per evaderle. Differentemente sembrano fare altri personaggi di contorno che hanno invece trovato la loro collocazione nella realtà accettando questi limiti ed elaborando compromessi con essi.
Sostanzialmente è come se da un determinato momento egli perdesse la capacità di interagire e comunicare col mondo circostante se non attraverso forme e modi che progressivamente lo portano all'autodistruzione - il crescente preoccuparsi di K. per il processo che lo porta a situazioni sempre più paradossali e all'incapacità di concentrarsi nelle attività quotidiane.
Qui come dici tu probabilmente il capo di accusa mai rivelato ed il processo vogliono essere una metafora della condizione umana costretta a scendere a compromessi con forze contro cui non ha strumenti per lottare ( le leggi naturali e la burocrazia radicata a livello sociale) alla pari oppure a soffrire e struggersi nel caso ad esse si opponga, poichè con tale scelta si raggiunge la consapevolezza della propria fragilità ed impotenza. Senza possibilità di avere una spiegazione o una motivazione di qualsiasi sorta se non quelle costruite da noi stessi.
Il " come un cane " finale sembra appunto completare la definizione di solitudine a cui giunge K. prima della morte.
Vecchio 21-07-2014, 21:08   #2102
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Sto leggendo L 'Eroe di Poitiers di Bernard Cornwell, ovvero il seguito della trilogia dedicata all arciere Inglese Thomas di Hookton alla guerra dei cent anni e alla ricerca del Santo Graal. L autore inserisce in questa saga in modo efficace sia elementi veri come le battaglie, gli schieramenti degli eserciti, sia elementi fantastici come il Santo Graal, il tutto con uno stile di scrittura semplice ma molto efficace nelle descrizioni delle battaglie. Per gli amanti dei romanzi storici, una lettura allo stesso tempo poco impegnativa ma appassionante e storicamente ben caratterizzata.




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Vecchio 21-07-2014, 21:51   #2103
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Originariamente inviata da tersite Visualizza il messaggio
e io concordo con voi assolutamente uno dei libri più belli che abbia mai letto
io sto leggendo "il nome della rosa" ben scritto e ricco di riferimenti culturali
ma anche un po' una pizza
Ciao, guarda caso è uno dei libri che ''dovrei'' iniziare però non trovo mai il ''coraggio'' proprio per paura che mi stanchi o altro......lo consigli? conta che a me piace moltissimo leggere ma sono amante degli autori ''diretti'' come prosa, dici che questo libro non faccia per me?

ciao grazie!
Vecchio 21-07-2014, 22:18   #2104
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Strangers - Dean Koontz
Vecchio 21-07-2014, 22:37   #2105
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Originariamente inviata da The_Sleeper Visualizza il messaggio
Si nota che ti è piaciuto parecchio eh.
Comunque sì, gran bel libro. Ho particolarmente apprezzato la scelta di un protagonista particolarmente " determinato " e apparentemente non arrendevole che si ritrova ad un certo punto della sua vita ad essere estraneo a quella che fino ad ora era la sua realtà costruita ad arte. Si ritrova quindi a scontrarsi con leggi, regole ed usanze che provengono sempre " dall'alto" e risultano immutabili nonostante tutti gli sforzi ed i tentativi che egli opera per evaderle. Differentemente sembrano fare altri personaggi di contorno che hanno invece trovato la loro collocazione nella realtà accettando questi limiti ed elaborando compromessi con essi.
Sostanzialmente è come se da un determinato momento egli perdesse la capacità di interagire e comunicare col mondo circostante se non attraverso forme e modi che progressivamente lo portano all'autodistruzione - il crescente preoccuparsi di K. per il processo che lo porta a situazioni sempre più paradossali e all'incapacità di concentrarsi nelle attività quotidiane.
Qui come dici tu probabilmente il capo di accusa mai rivelato ed il processo vogliono essere una metafora della condizione umana costretta a scendere a compromessi con forze contro cui non ha strumenti per lottare ( le leggi naturali e la burocrazia radicata a livello sociale) alla pari oppure a soffrire e struggersi nel caso ad esse si opponga, poichè con tale scelta si raggiunge la consapevolezza della propria fragilità ed impotenza. Senza possibilità di avere una spiegazione o una motivazione di qualsiasi sorta se non quelle costruite da noi stessi.
Il " come un cane " finale sembra appunto completare la definizione di solitudine a cui giunge K. prima della morte.
Bella analisi. K. è un personaggio magnifico, il suo modo di affrontare la situazione è piaciuto molto anche a me (il mio nick voleva essere K., ma sarebbe stato troppo breve, per cui ho scelto quello del protagonista de "Il castello" sempre di Kafka, che comunque lo ricorda ). Ed è interessante constatare, come fai notare, che sia il suo crescente preoccuparsi attorno alle ragioni dell'accusa la vera causa della sua sofferenza; come capita a chi, colpito da una disgrazia, si maceri nei perché del suo dolore, piuttosto che accettarlo ed andare avanti. Atteggiamento assai umano, come noi del forum per primi possiamo confermare . Orson Welles ci ha fatto un film su "Il processo", che stando alle critiche dovrebbe esser anche bello. La nostra prossima chiacchierata potrebbe riguardare quello. Cosa vorresti leggere di Pirandello, invece?

Ultima modifica di Josef K.; 21-07-2014 a 22:39.
Vecchio 21-07-2014, 22:42   #2106
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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
Ti riferisci forse rispettivamente a La lotteria di Babilonia e Il giardino dei sentieri che si biforcano?

Comunque i racconti sono uno più bello dell'altro. Le rovine circolari rimane, per ora, al top.
La lotteria di Babilonia e La biblioteca di Babele. Molto bello anche Le rovine circolari, come tutti gli altri racconti, peraltro. Se questo ti sta piacendo, comunque, ti consiglio di leggere anche L'Aleph sempre di Borges, che è praticamente identico come stile, ma forse persino più bello.

Ultima modifica di Josef K.; 21-07-2014 a 22:51.
Vecchio 21-07-2014, 23:03   #2107
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Certo ci vuole un po' ad abituarsi allo stile di Borges...l'estate scorsa ho letto l'Aleph e di alcuni racconti ho capito ben poco però ho intenzione di rifarmi con Finzioni, che ho già comprato e sarà il prossimo libro che leggerò...
Vecchio 21-07-2014, 23:27   #2108
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Originariamente inviata da Renato B. Visualizza il messaggio
Certo ci vuole un po' ad abituarsi allo stile di Borges...l'estate scorsa ho letto l'Aleph e di alcuni racconti ho capito ben poco però ho intenzione di rifarmi con Finzioni, che ho già comprato e sarà il prossimo libro che leggerò...
Eheh, hai ragione, non è una lettura molto "estiva", nel senso che se non ti concentri al massimo, in certi passaggi rischi di perderti. E al ventesimo racconto che inizia tipo: "Nel paese X, nell'anno Y, il signor Tizio, su consiglio di Caio, che aveva letto in un antico manoscritto scoperto a Z tre secoli prima, che l'antica parola Vattelapesca volesse dire in realtà Vaiaquelpaese, decise che era venuto il momento di chiedere a Sempronio se per caso non avesse ancora il manoscritto che Caio gli aveva prestato", l'attenzione comincia a ricevere bei contraccolpi.
Vecchio 21-07-2014, 23:35   #2109
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L'Aleph l'ho letto un po' di tempo fa: mi è piaciuto molto un racconto, di cui non ricordo il titolo, in cui il protagonista cerca dei significati nel pattern delle macchie di un leopardo (o un'altra bestia del genere).
Vecchio 22-07-2014, 00:21   #2110
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Originariamente inviata da anahí Visualizza il messaggio
L'Aleph l'ho letto un po' di tempo fa: mi è piaciuto molto un racconto, di cui non ricordo il titolo, in cui il protagonista cerca dei significati nel pattern delle macchie di un leopardo (o un'altra bestia del genere).
E' uno dei migliori, in effetti. Le macchie di leopardo e i granelli di sabbia
Vecchio 22-07-2014, 12:50   #2111
Principiante
 

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Originariamente inviata da The_Sleeper Visualizza il messaggio
Finito oggi, mi è piaciuto parecchio, magari apro un topic dove discuterne almeno rispondo a Josef K. e ci si scambia pareri

Prossimo in lista : Pirandello
Io dovrei finirlo oggi, il topic non era una cattiva idea, c'è proprio tanto da dire su questo libro, ormai però a lui hai risposto e io dopo domani non entrerò per parecchio tempo. Comunque sì è sicuramente un bellissimo libro.

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Originariamente inviata da The_Sleeper Visualizza il messaggio
Ho particolarmente apprezzato la scelta di un protagonista particolarmente " determinato " e apparentemente non arrendevole che si ritrova ad un certo punto della sua vita ad essere estraneo a quella che fino ad ora era la sua realtà costruita ad arte. (...)
Il " come un cane " finale sembra appunto completare la definizione di solitudine a cui giunge K. prima della morte.
Infatti il protagonista ricorda un po' un eroe tragico alla fine, manca giusto il bivio. Poi anche per quello che hai scritto tu sto trovando il libro piuttosto nichilista come visione dell'esistenza in generale, dall'arresto inizia non solo a mutare e perdere importanza l'ordine iniziale della vita del protagonista(attività quotidiane, ordine sociale), ma la sua stessa identità non ha più valore( il rifiuto dell'atto di nascita da parte dei custodi, il fatto che il giudice ignorasse chi fosse..*) finché poi non arriva ad annullarsi completamente con la morte. Anche nella cancelleria si vede come gli accusati perdano identità, viene proprio evidenziato il fatto che si imitino a vicenda e la perdita di dignità. Poi non so magari cambierò idea, in realtà non dovrei dire niente non essendo appena a un quarto del libro..
*Anche se questo in realtà potrebbe essere solo un modo per rendere meglio la metafora.

Comunque domani inizio "Uno nessuno e centomila" di Pirandello.
Vecchio 22-07-2014, 14:52   #2112
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L'avatar di Josef K.
 

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Originariamente inviata da Aria. Visualizza il messaggio
Io dovrei finirlo oggi, il topic non era una cattiva idea, c'è proprio tanto da dire su questo libro, ormai però a lui hai risposto e io dopo domani non entrerò per parecchio tempo. Comunque sì è sicuramente un bellissimo libro.



Infatti il protagonista ricorda un po' un eroe tragico alla fine, manca giusto il bivio. Poi anche per quello che hai scritto tu sto trovando il libro piuttosto nichilista come visione dell'esistenza in generale, dall'arresto inizia non solo a mutare e perdere importanza l'ordine iniziale della vita del protagonista(attività quotidiane, ordine sociale), ma la sua stessa identità non ha più valore( il rifiuto dell'atto di nascita da parte dei custodi, il fatto che il giudice ignorasse chi fosse..*) finché poi non arriva ad annullarsi completamente con la morte. Anche nella cancelleria si vede come gli accusati perdano identità, viene proprio evidenziato il fatto che si imitino a vicenda e la perdita di dignità. Poi non so magari cambierò idea, in realtà non dovrei dire niente non essendo appena a un quarto del libro..
*Anche se questo in realtà potrebbe essere solo un modo per rendere meglio la metafora.

Comunque domani inizio "Uno nessuno e centomila" di Pirandello.

Perdita d'identità che in qualche modo coinvolge anche i soggetti che esercitano il potere, non per meriti specifici, ma piuttosto come strumenti attraverso il quale questo ha scelto occasionalmente di manifestarsi (ne è la conferma il fatto che loro, per primi, non comprendono il funzionamento della macchina della quale fanno parte). Quando le cose accadono senza un perché, non è più possibile distinguere le vittime dai carnefici. E le parti si invertono facilmente, come avrai occasione di notare più volte. La cosa curiosa è che Kafka ha sviluppato questo punto di vista sulla vita e sul mondo partendo dal rapporto con suo padre. In un passo di Lettera al padre, descrivendo l'aspetto più opprimente del suo rapporto con il genitore, afferma che di fronte all'insoddisfazione che questo nutriva sempre e comunque per lui, non aveva più senso obbedire o meno ai suoi comandi, perché qualsiasi condotta non sarebbe comunque valsa a rabbonirlo.

Uno, nessuno e centomila è stato, fino a 22 anni, il mio libro preferito.
Quando lo hai finito dimmi cosa ne pensi, sono curioso.
Vecchio 22-07-2014, 16:08   #2113
Esperto
L'avatar di Josef K.
 

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Originariamente inviata da Headache94 Visualizza il messaggio
Io ancora devo finire la Coscienza di Zeno da una vita,ma ci sono quasi.
Forse dopo inizio il Ciclo delle fondazioni di Asimov.
Poi ne ho anche altri da leggere.

Cavolo, noi del forum siamo messi proprio bene a letture, sono tutte bellissime.
Vecchio 22-07-2014, 16:32   #2114
Principiante
 

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Originariamente inviata da Josef K. Visualizza il messaggio
Perdita d'identità che in qualche modo coinvolge anche i soggetti che esercitano il potere, non per meriti specifici, ma piuttosto come strumenti attraverso il quale questo ha scelto occasionalmente di manifestarsi (ne è la conferma il fatto che loro, per primi, non comprendono il funzionamento della macchina della quale fanno parte). Quando le cose accadono senza un perché, non è più possibile distinguere le vittime dai carnefici. E le parti si invertono facilmente, come avrai occasione di notare più volte. La cosa curiosa è che Kafka ha sviluppato questo punto di vista sulla vita e sul mondo partendo dal rapporto con suo padre. In un passo di Lettera al padre, descrivendo l'aspetto più opprimente del suo rapporto con il genitore, afferma che di fronte all'insoddisfazione che questo nutriva sempre e comunque per lui, non aveva più senso obbedire o meno ai suoi comandi, perché qualsiasi condotta non sarebbe comunque valsa a rabbonirlo.
In effetti se i "carnefici" sono in quella condizione non possono che essere vittime a loro volta, quasi quanto K, dell'esistenza in generale. Anche i custodi all'inizio dicono di star solo facendo il loro lavoro alla fine, a questo punto sembra che nessuno sappia da dove viene ne dove sta andando, ma alla fine nemmeno se ne cura, fatta eccezione forse per il protagonista. Ok, forse è meglio se vado avanti a leggere così posso dare un'interpretazione convincente u.u.

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Originariamente inviata da Josef K. Visualizza il messaggio
Uno, nessuno e centomila è stato, fino a 22 anni, il mio libro preferito.
Quando lo hai finito dimmi cosa ne pensi, sono curioso.
D'accordo =), magari cerco di sintetizzare un po', tendo a fare analisi particolarmente lunghe, proprio tanto.

Ultima modifica di Aria.; 22-07-2014 a 16:41.
Vecchio 22-07-2014, 16:36   #2115
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

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Originariamente inviata da Josef K. Visualizza il messaggio
Uno, nessuno e centomila è stato, fino a 22 anni, il mio libro preferito.
E a 22 anni poi cosa hai letto?
Vecchio 22-07-2014, 16:46   #2116
Esperto
L'avatar di Josef K.
 

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Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio
E a 22 anni poi cosa hai letto?
Indovina. Che nostalgia, compivo gli anni in quei giorni: che gran regalo che mi ha fatto il caso! Anche se a ben vedere l'ho individuata a posteriori questa data, dal momento che all'epoca li misi più o meno sullo stesso piano, e fu in base al tipo di sensibilità che sviluppai in seguito che li collocai diversamente.

Ultima modifica di Josef K.; 22-07-2014 a 16:49.
Vecchio 22-07-2014, 16:50   #2117
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Storia di una ladra di libri
Vecchio 22-07-2014, 16:51   #2118
Esperto
L'avatar di Emil
 

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Originariamente inviata da Josef K. Visualizza il messaggio
La lotteria di Babilonia e La biblioteca di Babele. Molto bello anche Le rovine circolari, come tutti gli altri racconti, peraltro. Se questo ti sta piacendo, comunque, ti consiglio di leggere anche L'Aleph sempre di Borges, che è praticamente identico come stile, ma forse persino più bello.
L'Aleph naturalmente l'ho già letto. Ecco perché con Borges si va sul sicuro.

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Originariamente inviata da anahí Visualizza il messaggio
L'Aleph l'ho letto un po' di tempo fa: mi è piaciuto molto un racconto, di cui non ricordo il titolo, in cui il protagonista cerca dei significati nel pattern delle macchie di un leopardo (o un'altra bestia del genere).
Si intitola La scrittura del dio. Se non ricordo male era un giaguaro. E' uno dei miei preferiti.
Vecchio 22-07-2014, 17:50   #2119
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iniziato ieri notte

Vecchio 22-07-2014, 18:36   #2120
Avanzato
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Una fortuna pericolosa di Ken Follett
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