Renato B.

Kafka sulla spiaggia, di Haruki Murakami...mi piace molto, ho già letto Norwegian wood dello stesso autore e vi consiglio entrambi i libri!

SugarPhobic

Iniziato ieri notte:

The_Sleeper

Finito oggi, mi è piaciuto parecchio, magari apro un topic dove discuterne almeno rispondo a Josef K. e ci si scambia pareri


Prossimo in lista : Pirandello

Emil

Finzioni di Borges. Vado sul sicuro.

linea77

sto cercando "come trattare gli altri e farseli amici" e dopo questo vorrei leggere "pensa e arrichisci te stesso"

Noninfluente

I quaderni di Malte Laurids Brigge di Rainer Maria Rilke.

franz90

mi sono riletto 1984 di orwell che non mi stancherò mai di consigliare a tutti (winston smith apprezzerà ) e come lettura più ''leggera'' ti prendo e ti porto via di ammaniti, altro autore che apprezzo molto.

Winston_Smith

Ovviamente

tersite

e io concordo con voi assolutamente uno dei libri più belli che abbia mai letto
io sto leggendo "il nome della rosa" ben scritto e ricco di riferimenti culturali
ma anche un po' una pizza

Winston_Smith

E' il prezzo da pagare alla ricchezza interpretativa

Josef K.

Da Kafka a Pirandello, ovvero ciò che sto leggendo ora io. Insomma, che impressione ti ha fatto? Secondo me è un testo unico, per tutta una serie di motivi. E' tremendamente semplice (nello stile di scrittura, nell'immediatezza dei contenuti e dello sviluppo, essenzialità delle caratterizzazioni, e così via), ma allo stesso tempo incredibilmente complesso, per i diversi livelli di lettura e il modo nel quale questi si "incastrano" in base alle esigenze dettate dai toni, dalle atmosfere e dai registri che conseguentemente adotta. E mentre lo si legge si resta in una dimensione intermedia tra questi livelli, che è quella di una sospensione dell'incredulità sempre messa alla prova, ma mai del tutto spezzata, grazie alla coerenza interna del seppur allucinato mondo che tratteggia. Per me è la perfetta allegoria della condizione umana e della sua capacità di auto-flagellarsi; dal singolo individuo, che si chiede perché soffre e cosa abbia fatto per meritarlo, ad una intera società che non riesce a venire a capo dei meccanismi perversi che la spingono a stagnare ed incancrenirsi, e che in un peccato originale concepito su misura, quale capro espiatorio di ogni nostro vuoto a perdere, pretende di darsi una sorta di quadratura del cerchio. Boh, è un libro fantastico: immediato, efficace, coinvolgente, profondo, unico; e merita assolutamente la considerazione che se ne ha, e cioè che sia uno dei 10 libri più belli di tutti i tempi.

Josef K.

Molto bello. Il racconto contenente l'allegoria del destino e quello che ospita quella dell'universo (proprio qualche giorno fa ho scritto un post sul paradosso delle replicazioni infinite al quale si riferisce ), sono in assoluto i miei preferiti.

Emil

Ti riferisci forse rispettivamente a La lotteria di Babilonia e Il giardino dei sentieri che si biforcano?

Comunque i racconti sono uno più bello dell'altro. Le rovine circolari rimane, per ora, al top.

Kanon

Edgar Allan Poe - Le Avventure di Gordon Pym

Bluevelvet93

Volevo prenderlo tre giorni fa e invece ho optato per L' amore ai tempi del colera, che sto leggendo ora.

Kanon

com'è ? appena finisci questo prendi l'intera raccolta di Poe...non te ne pentirai

Bluevelvet93

Sono a più di metà e per ora mi sta piacendo moltissimo. Per Poe pensavo di prendere l' edizione Mammuth.

Kanon

quella che ci sono tutti i racconti poesie e gordon pym giusto?

Bluevelvet93

Teoricamente c' è tutto, sì

The_Sleeper

Si nota che ti è piaciuto parecchio eh.
Comunque sì, gran bel libro. Ho particolarmente apprezzato la scelta di un protagonista particolarmente " determinato " e apparentemente non arrendevole che si ritrova ad un certo punto della sua vita ad essere estraneo a quella che fino ad ora era la sua realtà costruita ad arte. Si ritrova quindi a scontrarsi con leggi, regole ed usanze che provengono sempre " dall'alto" e risultano immutabili nonostante tutti gli sforzi ed i tentativi che egli opera per evaderle. Differentemente sembrano fare altri personaggi di contorno che hanno invece trovato la loro collocazione nella realtà accettando questi limiti ed elaborando compromessi con essi.
Sostanzialmente è come se da un determinato momento egli perdesse la capacità di interagire e comunicare col mondo circostante se non attraverso forme e modi che progressivamente lo portano all'autodistruzione - il crescente preoccuparsi di K. per il processo che lo porta a situazioni sempre più paradossali e all'incapacità di concentrarsi nelle attività quotidiane.
Qui come dici tu probabilmente il capo di accusa mai rivelato ed il processo vogliono essere una metafora della condizione umana costretta a scendere a compromessi con forze contro cui non ha strumenti per lottare ( le leggi naturali e la burocrazia radicata a livello sociale) alla pari oppure a soffrire e struggersi nel caso ad esse si opponga, poichè con tale scelta si raggiunge la consapevolezza della propria fragilità ed impotenza. Senza possibilità di avere una spiegazione o una motivazione di qualsiasi sorta se non quelle costruite da noi stessi.
Il " come un cane " finale sembra appunto completare la definizione di solitudine a cui giunge K. prima della morte.