Esperto
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PARTE 2
Ora mi ritrovo in questa città di periferia buia, pronta a fare le valigie per tornare da mia sorella per questo lavoro che lei mi ha trovato. Scusate ma devo scrivere ancora tanto, è lunga la storia.
Sapete che ho fatto il colloquio presso un'azienda dell'amico di mia sorella, un colloquio per cui mi sono dovuta preparare seduta stante nell'arco di una nottata. Il lavoro è un lavoro a detta stessa dell'amico e dell'azienda che mi mette in prova dequalificante, fortemente stressante, in cui mi si chiede di stare seduta 8 ora di fila con una sola ora di pausa, rimanendo lucida e sveglia per reagire attuando una serie di procedure (sempre quelle), rispondendo ad allarmi, segnalazioni e proteste di clienti incazzate per un disservizio. Vado in ordine per spiegare meglio questi giorni. Il primo colloquio ve l'ho raccontato nei precedenti post, poi vi ho raccontato di domenica, quando mia sorella è venuta qui a casa dei miei per andare a votare insieme a mio cognato. Da lì ho smesso di scrivere.
Vi avevo lasciato scrivendo che non ne potevo più, ma naturalmente sono stata messa duramente messa alla prova, ancora una volta. Tornando dal seggio e mia sorella mi dice: "Allora hai preparato le tue cose? Vieni via con noi." Le ho cercato di far capire che soffro di insonnia, che avevo dormito molto poco, (1/2 ore di notte) e che se non c'erano colloqui o formazione per il giorno dopo, l'avrei raggiunta la mattina dopo, anche perchè avevo appena fatto la doccia, avevo i capelli bagnati, e fuori c'erano pochi gradi. Inoltre non ero riuscita ad asciugare le cose perchè aveva piovuto nei due giorni a casa dai miei, non avevo un cambio, ma mia sorella davanti a miei con la faccia durissima, mi dice "non me ne frega niente, adesso vieni, avevamo preso un accordo, hai avuto due giorni per prepararti. Non me ne frega se non ti riesci ad asciugare i capelli, non me ne frega niente se non hai dormito, tutti hanno problemi. Io ora ne ho uno. Il bambino si è appena addormentato, quindi ora dobbiamo andare via.". Allora l'ho implorata anche davanti a mio cognato, l'ho pregata di lasciarmi a casa se non c'erano altri impegni. Allora mia madre mi dice " ma non fare la bambina, evidentemente se ti dice di andare, c'è un motivo, no?". Sentendomi allora in colpa e stupida per non aver intuito come tutti in quella stanza sembravano aver capito prima di me, che ci fosse qualcosa che giustificasse l'insistenza di mia sorella, mettendo subito la coda tra le gambe imbarazzata e con la sensazione di avere davvero una forma di ritardo mentale, ho detto "ok, va bene, vengo subito, mi metto un cappello e scendo, scusami". Scesa in macchina, mi veniva da piangere, sentivo che mi stavo muovendo senza capire, come comandata a 34 anni... . Mia sorella in macchina ha cominciato a canticchiare e poi ha chiamato l'altra mia sorella senza dire che stavo lì, rideva e scherzava beatamente. Finita la telefonata le ho chiesto cosa ci fosse di così importante da giustificare la sua fretta di avermi a casa sua. Mi risponde che ne avremmo parlato giunte a casa. Arriviamo a casa dopo un'ora di macchina. Non mi avevano neanche fatto cenare, mentre loro avevano mangiato qualcosa quando erano andati a votare. Io ero distrutta. Dopo le urla coi miei, le liti, l'insonnia, le condizioni di vita estreme..lo stress per il colloquio di 2 giorni prima..arrivo a casa di mia sorella che ero da buttare.
La vedo che si toglie il cappotto, mette a letto il bambino e poi inizia a canticchiare di nuovo, accende la tv e cazzeggia insieme a mio cognato. Io stavo lì come un soprammobile con i capelli quasi asciugati( da soli), mal di collo, di testa e di ossa, fame e stanchezza. Lo ho chiesto allora spazientita di dirmi qual'era il motivo che l'aveva spinta a portarmi via, praticamente con la forza da casa dei miei. Mi dice che non c'è era un motivo, non c'erano impegni per il giorno dopo, solo che mi "dovevo mettere nell'ottica del lavoro, studiare se necessario". Le ho detto che mi sembrava folle, se dovevo studiare o prepararmi, lo potevo fare da casa dei miei che avevo la connessione, emtre lei non aveva wifi. Allora lei mi dice che si stava stancando di quella polemica stupida, che stavo alzando un putiferio per due capelli bagnati. Allora io le ho detto che non ero tenuta a giustificarle il fatto che non dormissi da giorni, che avessi bisogno di stare a casa senza andarmene via in quel modo.. tanto comunque l'avrei raggiunta la mattina dopo, che senso aveva quello che aveva fatto? Le ho detto che mi sembrava solo che mi volesse muovere come una pedina assecondando una sua mania di potenza nei miei confronti, visto che ero in condizione di difficoltà...e lei approfittando della mia debolezza, mi teneva in pugno prendendomi come un giocherello. Allora lei tutta risentita mi dice "ti dovresti vergognare, ma quanto sei cattiva? Ma che persona sei? Io sto cercando di aiutarti e mi dici pure che ti voglio sopraffare? Sono senza parole". Poi è arrivato mio cognato che le ha detto di andare a letto, che sarebbe stato meglio, invitandola con una mano sulla spalla a farsi forza. Non mi hanno neanche dato la buonanotte. Mi sono ritrovata al freddo, senza un pigiama, senza coperte, con il divano letto da rifare.. Mi sono messa a dormire con i vestiti con cui ero venuta, la calzamaglia e i capelli umidi. Non me li potevo asciugare perchè il bambino dormiva. Inutile dire che ho pianto, sofferto e tremato per la tensione tutta la notte. Non ho chiuso occhio neanche un'ora. Poi col freddo addosso e debole, ho cercato il cellulare per vedere l'ora e mi sono accorta che nella fretta di andarmene l'avevo lasciato a casa dei miei.
Mi alzo direttamente alle 7...non mi reggevo in piedi. Chiedo a mia sorella di dirmi se poteva parlare con il suo amico per sapere cosa dovessi studiare, cosa e se avessi avuto degli appuntamenti in giornata. Nel caso non ci fosse nulla da fare, io avrei preferito tornare dai miei per riprendermi almeno il mio cambio ed il cellulare. Allora mia sorella si è messa a pensare un attimo e poi mi ha detto :" guarda ora mi viene in mente che il mio amico mi aveva accennato a due programmi che dovresti aver chiari, x e y..ti consiglio di andare in mediateca in zona x e di studiarli, così non perdi tempo". Allora io le ho detto " ok, facciamo così, faccio come dici tu, però a 12.30 io torno qui, tu nel frattempo chiami il tuo amico e senti se ci sono degli impegni nel pomeriggio, se non ci sono io torno su.". Lei mi dice che andava bene, poi mi da due commissioni da fare fuori..io non le dico di no, anche perchè mi aveva dato 50 euro per la settimana, mi sentivo in debito. Nel frattempo però si erano fatte le 10..e dovevo andare in mediateca. Le dico che devo per forza di cose scappare. Corro, e scopro che la mediateca da lei indicatami sta distante da casa. Una volta arrivata devo fare la registrazione per accedere alla postazione internet. Avrei voluto avvertire mia sorella della cosa, per dirle che per le 12.30 precise non ce l'avrei fatta ad arrivare, ma non avevo il mio cellulare. In compenso lei me ne aveva dato uno suo con cui però non potevo chiamare, ma solo ricevere. Vado in postazione e cerco di focalizzarmi pur con tutta la stanchezza, sui programmi che lei mi aveva indicato. Sto un'ora per cercare di fare le cose per bene. Corro poi verso casa e arrivo alle 12. 50, in ritardo di 20 minuti. Suono e mi apre la porta mia sorella incazzatissima..mi dice che aveva già il chiamato il suo amico e che aveva fissato un incontro formativo alle 14:00 (dove morì gesù cristo, un 40 minuti da casa). Mi dice contrariata e scocciata che ora doveva richiamarlo per rimandarlo alle 14.30 sempre che facessi in tempo. Allora io protesto e le dico che se eravamo rimaste d'accordo la sera precedente di incontrarci a casa alle 12.30, non avrebbe dovuto fissare un appuntamento lontano da casa alle 14.00, che sarebbe comunque stato un pò infattibile e a rischio anche se fossi tornata a casa a 12.30. Mi avrebbe potuto almeno avvisare sul cellulare in biblioteca, sarei uscita prima. Ma lei si è incavolata dicendomi che dovevo solo che stare zitta, che mi stava facendo un piacere e io facevo anche l'arrogante. Così non ho pranzato, non ho neanche tolto le scarpe e sono uscita di nuovo per andare a questo appuntamento. Alla fermata del bus mi attende un ragazzo tranquillo, alla mano. Cerco di capire a che gioco sta giocando mia sorella, e chiedo al ragazzo "per curiosità se avessi avuto problemi nell'avere l'incontro a quest'ora, nel tardo pomeriggio saresti stato libero?", lui mi ha risposto che aveva lasciato quel lavoro insopportabile e che aveva il pomeriggio libero.
Il ragazzo poi mi accompagna in una succursale dell'azienda a fare formazione.
Mi spiega il lavoro, ma mi dice che è altamente stressante e logorante. L'unico requisito che mi viene chiesto è la resistenza ad alti livelli di stress. Lui aveva lasciato avendo trovato di meglio, ma quel lavoro l'aveva logorato. La cosa che lo aveva salvato era la giovane età (23 anni) e l'avere momenti di stacco e relax extra-lavorativi. Io nel mentre pensavo che al ritorno dalle 8 ore sarei tornata a casa da mia sorella non potendo fare nulla, stando sempre sotto schiaffo, in compagnia dei miei e pure della madre di mio cognato, un'anziana donna del sud che mi ha sempre trattato come una zitella persa, pregando per me con il rosario e ogni tanto guardandomi scuotendo la testa e sospirando, mettendomi un'ansia incredibile. Sta da mia sorella per le feste.. quindi fino a dopo capodanno dovrò convivere in uno spazio ristretto anche con lei.
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