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Vecchio 31-03-2007, 18:21   #1
Intermedio
L'avatar di xehanort
 

Stasera ho una cena con un mio amico, e fin qui tutto bene, ma il problema è che lui porta 2 suoi amici di cui io non so niente. Spero solo che non siano persone che mi cooscano x quello che sono. Io sono ultra succcube dei pregiudizi altrui. Voi nel caso come vi comportereste?
Vecchio 31-03-2007, 18:21   #2
Intermedio
L'avatar di xehanort
 

Ah x precisare sono agitatissimo, voi lo sareste?
Vecchio 31-03-2007, 18:25   #3
Intermedio
L'avatar di andrea870
 

Cerca di stare tranquillo e rilssato.Ascolta i loro discorsi ,intervieni tranquillamente e socializza con loro.Non pensare di essere da meno per nessun motivo.
Vecchio 31-03-2007, 19:05   #4
Principiante
L'avatar di powerlove
 

sono d'accordissimo con andrea870...io prima nn riuscivo mai a dire una parola con qlkn ke nn conoscevo...specie se ragazze... :cry: nn perke avevo paura di parlarci...ma perke mi sentivo un gradino sotto di loro...nn mi sentivo all'altezza...poi,pero,ho capito ke nn esiste qst cosa...siamo ttt UGUALI...e io ke so stato x anni con qst paura...quindi...cerca di affrontare la serata come se fossero amici conosciuti...nn hai niente da perderci...magari fate anke amicizia...se poi nn ti trovi bene vorra dire ke deciderai di nn incontrarli piu...
Vecchio 31-03-2007, 19:07   #5
Principiante
L'avatar di FrankieTeardrop
 

In queste occasioni sto sempre in silenzio a meno che gli altri non mi coinvolgano in discorsi in cui mi sento a mio agio e in cui sento di poter dire qualcosa.
Siccome questo raramente capita finisce sempre che faccio la figura di quello che non ha niente da dire.
Io non conoscendo le altre due persone cercherei ora come ora di evitare di andarci a meno che non sia una cena a base di super alcolici in modo che mi possa sciogliere.
Vecchio 31-03-2007, 19:20   #6
Esperto
L'avatar di Alucard
 

In questi frangenti, prima di uscire mi sale sempre un'agitazione assurda e mi sento un groppo in gola che mi fa passare l'appetito, infatti spesso ho paura di cenare perchè non riesco a mandar giù niente e faccio brutta figura. Quello che posso dirti, per esperienza personale, è che tutta l'agitazione che viene per situazioni simili è assolutamente ingiustificata, in quanto non succederà nulla, alla fine ti divertirai anche, o ti annoierai, dipende, ma comunque non succederà niente di traumatizzante, e quando sarai tornato a casa penserai a quanto fosse inutile preoccuparsi.
Vecchio 31-03-2007, 19:39   #7
Esperto
L'avatar di calimero
 

Quote:
Originariamente inviata da xehanort
Stasera ho una cena con un mio amico, e fin qui tutto bene, ma il problema è che lui porta 2 suoi amici di cui io non so niente. Spero solo che non siano persone che mi cooscano x quello che sono. Io sono ultra succcube dei pregiudizi altrui. Voi nel caso come vi comportereste?
non ci andrei manco per 1000 euro
Vecchio 31-03-2007, 19:54   #8
Esperto
L'avatar di luca24
 

Manco io. Ma se proprio fossi costretto penserei che dopotutto tra uomini bastano pochi argomenti per parlare un'intera serata: ragazze (e dico ragazze per non dire l'altra parola), calcio (non io, ma tant'è), auto o moto. Se noti un barlume di intelligenza nei loro occhi puoi azzardare anche cinema e musica. Libri sarebbe chiedere troppo, al massimo frasi tipo: "quant'è bona la Zucconi". Attualità, politica etc. meglio di no, la serata si intristirebbe. Buon divertimento.
Vecchio 31-03-2007, 20:12   #9
Esperto
L'avatar di pisendlav
 

Non pensare a come dovresti apparire. Non ti far schiacciare da come vorresti comportarti. Non cercare di scacciare i pensieri negativi (non riuscirò ad integrarmi, percepirò che sono fuori dal gruppo, che mi cacheranno il giusto, non riuscirò a dire cose simpatiche ecc ecc). E' tutto inutile. Anni di riflessioni, fughe, evitamenti, ma desiderio di partecipare, di socializzare, di cambiare hanno portato solo una cosa nella mia vita: conflitto interno, ansia, tensioni, senso di frustrazione e problemi psicofisici.

Il primo passo, fondamentale, è avere piena consapevolezza di sè e accettarsi. Che tu lo voglia o no, sei così. A che serve rifiutare l'idea? Niente rimani così. Cambia qualcosa vivere male il proprio modo di essere? Forse diventi simpatico agli occhi degli altri, socievole e ti viene la parlantina? No, l'unica cosa che accade è quella che dicevo prima, cioè che focalizziamo l'attenzione sul disagio, le insicurezze, le paure, e queste creano nuove paure, tipo quella di aver paura. vediamo le cose da un solo punto di vista assolutamente negativo.

Il dato di fatto è essere quello che si è, anche stasera non sfuggirai. Quello che potrà accadere, forse oggi forse domani o forse mai, è affrontare le situazioni sociali sapendo perfettamente come andranno, essendo coscienti del nostro apparire asociali, silenziosi incapaci di manifestare emozioni. Qualunque reazione in tal senso da parte degli altri è una cosa normale, una conferma scontatissima di ciò che sappiamo molto bene. Se io mostro indifferenza (è così) gli altri faranno altrettanto. Quello che accadrà stasera non può crearti ansia, perchè il finale già lo conosci.

Dai miei discorsi sembra che la piena consapevolezza di sè non serva poi a molto, finisce come sempre. Forse è vero. ma questo non è importante, anzi la voglia di guarire crea tanti meccanismi che si oppongono alla guarigione stessa. Noi siamo totalmente succubi del pensiero, non ragioniamo più con la pancia, non sentiamo più gli impulsi. Desiderare di guarire riporta solo i pensieri del nostro stato, di quanto siamo infelici. Invece di pensare a guarire, pensiamo di accettare come siamo, è una cosa furba, per lo meno avremo un po' di sofferenza in meno!

Con il tempo credo che le cose cambieranno, perchè faremo un bello sgambetto all'origine delle nostre paure (qualunque esse siano). Non dobbiamo vergognarci di nulla, noi siamo così e se qualcuno ci mostra indifferenza non è una sconfitta, ma il nostro destino che ci ha fatti così. ma qualcosa sarà cambiato, cioè il voler esprimere ciò che siamo senza paure. Scopriremo di essere uguali agli altri in questo. Socializzare è questo. Nel momento stesso in cui ti esprimi, non sei più totalmente indifferente, ma ti caratterizzi, ti fai conoscere, compresi i tuoi limiti la tua timidezza, la tua ansia.

Finalmente apparirà anche il lato positivo. Non importa se ho dei difetti (sicuramente avrò anche dei pregi), ma quello che è meraviglioso è che io esisto e in questo sono uguale a tutti gli altri. Manifestiamoci con tutte le nostre paure, non ci chiudiamo in noi stessi. E' solo mostrandosi che possiamo partecipare, non c'è altro modo.

Senti, e con questo chiudo, ho incontrato una ragazza molto carina la settimana scorsa, non da solo ma con mio fratello e la sua presto moglie, hanno organizzato loro. Negli ultimi anni queste situazioni o le evitavo direttamente, oppure le vivevo malissimo. Questa volta è diversa. Addirittura il pensiero è contrario, cioè non vedo l'ora di rivederla. Non sono diventato sicuro o brillante, come dicevo è solo illusione e inganno. Il pensiero nuovo è accettare di essere così e mostrarmi per come sono, senza pensare al fallimento (pensiero del tutto fuorviante), ma osservando lei il suo modo di essere, così come lei starà facendo con me. L'amore nasce se deve nascere, se c'è affinità empatia. Se io per come sono non le piaccio, non vuol dire che sia un fallito, che debba vergognarmi di me, ma solo che non eravamo fatti per stare insieme, perchè io sono così. L'importante però è che questo pensiero mi sta liberando, mi sento meno soffocato dall'ansia, più sereno. Tutta questa serenità si vede, dallo sguardo, dai sorrisi che sono più frequenti, da un maggior equilibrio. Non sono gli altri a renderci insicuri, siamo noi che lo siamo; non sono gli altri a giudicarci, lo facciamo da soli.

Chiedo scusa per la lunghezza dell'intervento. Sono idee che sento ben chiare in me, non so se sono riuscito a comunicarle. Sono più sereno, perchè accetto anche le mille situazioni in cui continuo a scappare, le insicurezze che continuo ad avere, insomma mi odio di meno nonostante tutto, e questo sta allentando la tensione e l'ansia, con tutti i benefici che ne conseguono. Non penso a guarire, è inutile, penso solo a stare bene.
Vecchio 31-03-2007, 21:22   #10
Esperto
L'avatar di fenicenanto
 

Quote:
Originariamente inviata da luca24
Manco io. Ma se proprio fossi costretto penserei che dopotutto tra uomini bastano pochi argomenti per parlare un'intera serata: ragazze (e dico ragazze per non dire l'altra parola), calcio (non io, ma tant'è), auto o moto. Se noti un barlume di intelligenza nei loro occhi puoi azzardare anche cinema e musica. Libri sarebbe chiedere troppo, al massimo frasi tipo: "quant'è bona la Zucconi". Attualità, politica etc. meglio di no, la serata si intristirebbe. Buon divertimento.
sicuramente anch'io(se proprio dovessi) mi troverei meno a disagio in compagnia di altri maschietti...una cena con donne,magari pure conosciute pochissimo,mi ucciderebbe 8O
Vecchio 01-04-2007, 11:46   #11
Esperto
 

Complimenti , ottime rislessioni , le condivido anche se non nascondo le difficoltà nell'uscire dal buco che mi ( ci?) siamo scavati da soli .
Vecchio 01-04-2007, 11:58   #12
Principiante
L'avatar di stella90
 

Ciao a tutti, sono nuova qui. Ho 26 anni e mi sto accrogendo ora di quanto questo problema della timidezza mi limiti. Dico ora perchè
forse ho più vita sociale e mi capitano più spesso rossori ops: e senso di inadeguatezza in gruppo... sto anche insieme ad un ragazzo da anni, lui non dà troppa importanza a questo mio problema, ma io sono arrivata al limite, non ne posso più! Mi sono posta maggiormente il problema quando, 2 settimane fa, sono andata con il mio ragazzo ad una festa di suoi amici, che vedo solo molto poco, e appena ero al centro dell'attenzione (ad esempio qualche suo amico mi chiedeva "Ehi ciao come va?") sono diventata rossissima e di conseguenza non sono riuscita molto a socializzare... insomma, durante la festa mi sono sempre più chiusa in me, depressa, fino al mio ritorno a casa... dove sono scoppiata in un pianto di sfogo... dopo questo episodio, ho deciso che DEVO fare qualcosa... perchè questa situazione mi mette troppi ostacoli! mi fa perdere molte possibilità e mi fa sentire uno schifo... cmq penso che abbia perfettamente ragione pisendlav...però, diventare rossi e sentirsi a disagio con gli altri è una cosa involontaria, io non riesco a controllarla, quindi cosa devo fare?
Voi cosa ne pensate?
Grazie!
Vecchio 01-04-2007, 14:35   #13
Intermedio
L'avatar di xehanort
 

Dunque la serata non è ne andata bene ne troppo male. La cena è stata piacevole e mi pareva che un po' fossi riuscito a socializzare. Poi xò siamo andati in giro per pub e ho cominciato a sentirmi escluso. Quindi mi sono ubriacato x cercare di rendermi + simpatico (errore molto grave, devo smettere di bere x piacere agli altri) In + voplevo cercare a tutti i costi di risultare simpatico a questo ragazzo che non conoscevo(altro mio grosso errore che faccio spesso)
Vecchio 01-04-2007, 14:37   #14
Intermedio
L'avatar di xehanort
 

Comunque mi sono detto una cosa, se continuo a fare queste esperienze e a fare questi errori prima o poi capirò il modo giusto di stare in compagnia(concludo dicendo che sono arrivato a casa esausto)
Ah, non è ancora niente di ufficiale ma forse ho trovato una ragazza a cui interesso.
Vecchio 01-04-2007, 16:22   #15
Esperto
L'avatar di Alucard
 

Quote:
Originariamente inviata da xehanort
Dunque la serata non è ne andata bene ne troppo male. La cena è stata piacevole e mi pareva che un po' fossi riuscito a socializzare. Poi xò siamo andati in giro per pub e ho cominciato a sentirmi escluso. Quindi mi sono ubriacato x cercare di rendermi + simpatico (errore molto grave, devo smettere di bere x piacere agli altri) In + voplevo cercare a tutti i costi di risultare simpatico a questo ragazzo che non conoscevo(altro mio grosso errore che faccio spesso)

Comunque non è stata traumatizzante, o no? Tornato a casa, hai avvertito la sensazione che l'agitazione che avevi era eccessiva?
Vecchio 02-04-2007, 03:33   #16
Esperto
L'avatar di pisendlav
 

Quote:
Originariamente inviata da stella90
diventare rossi e sentirsi a disagio con gli altri è una cosa involontaria, io non riesco a controllarla, quindi cosa devo fare?
Voi cosa ne pensate?
Grazie!
Ci puoi fare poco, lo sai, tutti i tentativi di controllarla non ti aiutano. Lascia che tu diventi rossa, quando senti che avviene pensa che lo sapevi che dovesse accadere, ti conosci benissimo, sei fatta così. Poi se ti prende male, non ti odiare troppo, questa fase della tua vita è così, fa parte di te. Più che costringerti a cambiare pensa ad accettare la realtà: tu hai queste difficoltà, non le puoi evitare.
Lentamente potrebbe accadere (come anche no, a me sta accadendo), che è come se smonti una parte della paura che è quella di negare a tutti i costi come siamo perchè ci vergognamo di mostrarci per quello che siamo. Questa vergogna non ha senso nel momento in cui togli significato al rifiuto. Se ti sembro un morto perchè sono poco estroverso, non mi tocca perchè io sono introverso, timido e non cambio (anche volendolo).

Assorto ha descritto bene quella sensazione di libertà, quella serenità che si inizia a percepire pensandola così.
Quote:
Originariamente inviata da Assorto
Piano piano mi sono rilassato, tanto che anche il mio modo di stare in silenzio è cambiato...sì, perché sono passato dal silenzioso che è a disagio, al silenzioso che è interessato a capire e conoscere l'ambiente.
E' esattamente quello che mi sta accadendo. Vivo il mio disagio, la frustrazione nel parlare molto meno di quanto vorrei, ma nella piena consapevolezza che queste sensazioni sono parte di me oggi, non le combatto più, le lascio uscire. Stella tu dici che non riesci a controllarla, ma è proprio qui che sbagliamo, nel voler controllare. Non pensiamo più al dialogo con le altre persone, smettiamo di vivere la realtà. Quando vogliamo controllare un impulso inconscio, pensiamo solo all'ansia, oppure al rossore, o a quanto sia zitto, al giudizio degli altri. Tutto questo non accade se ce ne sbattiamo, se accettiamo i nostri difetti, tanto non cambia il risultato.
"Silenzioso a disagio" è chi invece di seguire i discorsi serenamente, si estranea tutto preso da pensieri di vergogna di sè, senso di inferiorità, frustrazione ecc. "Silenzioso interessato a capire e conoscere l'ambiente" è chi sa che bene che vada riuscirà a dire poco, sa che non può far nulla per cambiare le cose, e questa serena consapevolezza limita tutti quei pensieri negativi sul nascere, e magicamente è più attento ai discorsi, proprio perchè il cervello è meno ingolfato dai pensieri.
Vecchio 05-04-2007, 14:12   #17
Intermedio
L'avatar di ste_
 

ciao, scusa pisendlav se sono cocciuto, ma se io, mettiamo ad una cena con amici amiche e gente sconosciuta, so già che cmq nn parlerò (perchè mi conosco), se nn qualche banalità con un mio amico, e dico tra me e me, pazienza chissenefrega io sono cosi, nn parlo, nn mi importa cosa pensano gli altri di me; il risultato è sempre cmq quello di stare zitto, il che nn è tanto appagante e rimane sempre deprimente. Alla fine della serata concludo che sarebbe stato meglio starmene a casa.
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