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Vecchio 30-04-2013, 10:52   #21
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Originariamente inviata da maralgiu Visualizza il messaggio
Innanzi tutto non sono femmina ma maschio.
Non mi pareva di aver lasciato intendere il contrario

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“una che dice no per dire sì” è un comportamento storicamente determinato nel mondo femminile e all’interno del corteggiamento. Tecnica che i maschi non ansiosi conoscono molto bene e che sanno utilizzare a proprio vantaggio. Inoltre il fenomeno della femmina che si nega nella fase del corteggiamento è presente anche in altre specie animali. Tant’è che la quasi totalità degli studiosi ritengono che questo comportamento delle donne sia di origine genetica: altro che aria di disinteressata!
E se di tutto questo, con rispetto parlando, me ne impipassi? Se a me questo modo di fare non piacesse? Dove sta scritto che devo farmelo piacere per forza?

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Originariamente inviata da maralgiu Visualizza il messaggio
Detto questo, posso anche condividere con te l'auspicio di linguaggi schietti e diretti, in sostituzione di prassi comportamentali che possono creare dei problemi interpretativi. Però bisogna, nell'oggi, anche prendere atto che la realtà è molto differente da ipotesi condivisibili che che sono solo su un piano ideale.
Bisogna anche prendere atto che la realtà, per fortuna, non è sempre la stessa e le persone non sono tutte uguali. Per cui si può tranquillamente cercare di relazionarsi con donne che quando vogliono dire sì dicono sì (esistono).

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A mio parere, esprimere un parere personale non è affatto mancanza di rispetto anzi, al contrario, è un comportamento assertivo. D’altra parte non posso mica stare a dire cose in cui non credo, giusto per piacere agli altri, è semmai in quest’ultimo caso, che mancherei di rispetto ai miei interlocutori, visto che metterei in atto un comportamento ipocrita.
Credo ci sia stato un equivoco: la mancanza di rispetto di cui parlavo non sta nell'espressione del tuo pensiero, ma nel comportamento della persona (la donna dell'esempio) che non esprime chiaramente le sue intenzioni all'altro e lo sottopone a test basati su indovinelli.

Ultima modifica di Winston_Smith; 30-04-2013 a 14:34.
Vecchio 06-05-2013, 12:56   #22
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Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
E se di tutto questo, con rispetto parlando, me ne impipassi? Se a me questo modo di fare non piacesse? Dove sta scritto che devo farmelo piacere per forza?
Liberissimo di farlo. Dicevo quelle cose per invitare a non fare moralismi e critiche a comportamenti che si applicano a prescindere perché sono nel dna. Comunque a tutto c'è sempre l'eccezione.
Il mio discorso, però, va in altra direzione: fino a che punto vale la pena di mantenere comportamenti o pensieri che ci danneggiano?
Quando dobbiamo interpretare i fenomeni, le idee sono disfunzionali se pretendono di adattare la realtà alle idee, funzionali se adattano l’idea alla realtà. Qua si consuma anche quel solco teorico tra la filosofia moderna e contemporanea e quella dei secoli precedenti. C’è una bella differenza tra il teorizzare modelli sociali e di interrelazione non esistenti allo stato attuale delle cose (non recepiti dai corpi sociali umani) e i modelli sociali operanti: è la distanza che c’è tra idea e realtà.
Ora la realtà può non piacere, ma è un dato di fatto non modificabile nel presente, nel futuro immediato o a medio termine: non accettarla significa porsi nella condizione simile a quella di una specie in via d’estinzione, solo che in questi casi il prezzo è isolamento, la solitudine, la fobia, eccetera.
Varrebbe la pena di considerare se non sia meglio un’idea, forse non bella, ma che produce buoni risultati anziché una bell’idea che non funziona.
Vecchio 06-05-2013, 14:15   #23
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Liberissimo di farlo. Dicevo quelle cose per invitare a non fare moralismi e critiche a comportamenti che si applicano a prescindere perché sono nel dna.
Bah, a me questa del DNA sembra una scusa bella e buona. Giocare agli indovinelli con gli altri e pretendere che ti leggano nel pensiero è una mancanza di rispetto nei loro confronti, e nessuno obbliga a farlo, tantomeno il DNA: è una scelta personale comportarsi in quel modo ambiguo, e non si può pretendere che gli altri si adeguino al proprio codice comportamentale.

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Comunque a tutto c'è sempre l'eccezione.
Il mio discorso, però, va in altra direzione: fino a che punto vale la pena di mantenere comportamenti o pensieri che ci danneggiano?
Quando dobbiamo interpretare i fenomeni, le idee sono disfunzionali se pretendono di adattare la realtà alle idee, funzionali se adattano l’idea alla realtà. Qua si consuma anche quel solco teorico tra la filosofia moderna e contemporanea e quella dei secoli precedenti. C’è una bella differenza tra il teorizzare modelli sociali e di interrelazione non esistenti allo stato attuale delle cose (non recepiti dai corpi sociali umani) e i modelli sociali operanti: è la distanza che c’è tra idea e realtà.
Ora la realtà può non piacere, ma è un dato di fatto non modificabile nel presente, nel futuro immediato o a medio termine: non accettarla significa porsi nella condizione simile a quella di una specie in via d’estinzione, solo che in questi casi il prezzo è isolamento, la solitudine, la fobia, eccetera.
Varrebbe la pena di considerare se non sia meglio un’idea, forse non bella, ma che produce buoni risultati anziché una bell’idea che non funziona.
C'è da tenere in conto però, come ho già detto prima, che la realtà non è univoca, e che i modelli di interrelazione sociale non sono sempre e per tutti gli stessi (come dici tu stesso, esistono sempre eccezioni). Per qualcuno ci possono essere maggiori possibilità di successo cercando contesti e persone più congeniali al suo modo di essere, anche se non facili da rintracciare, piuttosto che cercando di adeguarsi passivamente a presunte regole universali, con possibili pesanti conseguenze per la propria stabilità psicofisica (parlo anche sulla base di esperienze concrete).
La "bella idea" può anche funzionare. L'essere umano, oltre ad adattarsi all'habitat, può anche sceglierselo.

Ultima modifica di Winston_Smith; 06-05-2013 a 14:28.
Vecchio 13-05-2013, 11:20   #24
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Bah, a me questa del DNA sembra una scusa bella e buona. Giocare agli indovinelli con gli altri e pretendere che ti leggano nel pensiero è una mancanza di rispetto nei loro confronti, e nessuno obbliga a farlo, tantomeno il DNA: è una scelta personale comportarsi in quel modo ambiguo, e non si può pretendere che gli altri si adeguino al proprio codice comportamentale.
Il dna è un dato di fatto, non una scusa

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Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
C'è da tenere in conto però, come ho già detto prima, che la realtà non è univoca, e che i modelli di interrelazione sociale non sono sempre e per tutti gli stessi (come dici tu stesso, esistono sempre eccezioni). Per qualcuno ci possono essere maggiori possibilità di successo cercando contesti e persone più congeniali al suo modo di essere, anche se non facili da rintracciare, piuttosto che cercando di adeguarsi passivamente a presunte regole universali, con possibili pesanti conseguenze per la propria stabilità psicofisica (parlo anche sulla base di esperienze concrete).
La "bella idea" può anche funzionare. L'essere umano, oltre ad adattarsi all'habitat, può anche sceglierselo.
Certo che c'è la libertà di scelta, ci mancherebbe. Infatti c'è anche la libertà di restare fobici a vita.
Vecchio 13-05-2013, 11:27   #25
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Originariamente inviata da maralgiu Visualizza il messaggio
Il dna è un dato di fatto, non una scusa
Quindi se uno va in galera è colpa del suo DNA e non si può condannarlo perché le sue azioni non sono frutto di una libera scelta? Mi pare che se qualcuno si comporta in modo ambiguo e nessuno lo costringe a farlo debba anche prendersi le responsabilità di come questo suo comportamento può essere visto e giudicato dagli altri.

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Originariamente inviata da maralgiu Visualizza il messaggio
Certo che c'è la libertà di scelta, ci mancherebbe. Infatti c'è anche la libertà di restare fobici a vita.
Ripeto per l'ennesima volta che tra adeguarsi supinamente a schemi comportamentali altrui che si ritengono non adatti o poco corretti e rimanere fobici a vita ci possono essere anche altre strade.
Vecchio 09-07-2015, 13:01   #26
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Dilemma 1) Aprire un nuovo topic uguale o fare necroposting

Dilemma 2) Un carattere debole può diventare non dico forte ma almeno normale, compatibile con la vita odierna?
se si spiegatemi come..
Vecchio 09-07-2015, 13:12   #27
~~~
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L'avatar di ~~~
 

È quel che mi sto chiedendo anc io in questi giorni
Vecchio 09-07-2015, 13:48   #28
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

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Originariamente inviata da Inosservato Visualizza il messaggio
è chiaro che cercare di affermare un pò di più se stesso ti darebbe qualche vantaggio in più, non ho consigli da darti perchè più o meno anche io sono simile.

comunque essere un mite di per sè non è affatto un difetto, l'importante è che non si esageri troppo, nelle cose importanti della vita, in certi momenti, un pò di fermezza, o di "grinta", se la vogliamo chiamare così, è necessaria
purtroppo però temo che non esistano metodi da applicare a tavolino
è banale ma ha senso
non è che ogni volta uno debba tirar fuori la perla di originalità per far colpo sul massa
Vecchio 09-07-2015, 13:59   #29
Esperto
L'avatar di pokorny
 

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Originariamente inviata da Gladius Visualizza il messaggio
Nella vita non riesco ad impormi quando c'è una sfida che mi coinvolge con altre persone tendo a ritirarmi sempre oppure a cedere subito dopo... questo capita quando decido di corteggiare delle ragazze se vedo che non c'è subito interesse nei miei confronti ma vanno subito da uno che conosco smetto subito di considerarle e cambio, e quando si fanno sentire non rispondo nemmeno ai loro messaggi... lo stesso è a lavoro potrei dare decisamente di più ma a causa di un rifiuto di promozione faccio solo lo stretto necessario, aggiungo che a lavoro tendo a parare il didietro ai colleghi assumendomi le loro colpe.
Situazioni da superare che implicano il coinvolgimento di più persone tendo a evitarle e a rinunciarci... praticamente non riesco a tirare fuori le palle...

voi conoscete qualche soluzione a questo problema?
E' quello che sostanzialmente affligge me. Personalmente mi sono rassegnato, spero che altri ne escano fuori.
Vecchio 09-07-2015, 14:07   #30
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Originariamente inviata da Inosservato Visualizza il messaggio
è banale ma ha senso
non è che ogni volta uno debba tirar fuori la perla di originalità per far colpo sul massa
ti auto quoti?
Vecchio 20-07-2015, 11:50   #31
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Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
Un carattere debole può diventare non dico forte ma almeno normale, compatibile con la vita odierna?
se si spiegatemi come..
È possibile, ma ci vuole motivazione, impegno e perseveranza, tutti elementi non facili da reperire per una persona timida o sociofobica.
Vanno interiorizzati i principi base dell'assertività: il diritto a fare ed essere ciò che si vuol fare ed essere; l'amore per se stessi, il diritto a esprimersi a prescindere dalla qualità di ciò che si esprime; assumersi la responsabilità dei propri comportamenti (che non significa avere sensi di colpa o giudicarsi negativamente); contestualizzare gli eventi e i comportamenti senza rapportarli al sé.
Bisogna apprendere gli stili comportamentali e imparare a riconoscerli.
Altrettanto per le espressioni delle emozioni.
Dopo di che ci si esercita nelle tecniche assertive per la gestione delle relazioni interpersonali. Prima da soli, poi con l'aiuto di qualche persona amica disponibile, poi dal vivo.
Non elimini la timidezza, mala rendi gestibile.
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