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03-10-2014, 16:34
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#41
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,181
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Quote:
Originariamente inviata da Complainer
Quando ho iniziato le cure psichiatriche avevo fatto il seguente ragionamento.
Premessa.
Complainer, guardati: non hai amici, non hai lavoro, non vuoi lavorare, non hai costruito nulla, non hai mai avuto un'esperienza ne amorosa ne sessuale, i tuoi sogni si sono infranti, non sei riuscito a concludere gli studi, hai paura delle persone, hai paura delle donne, tutti quelli che hai intorno ti sfottono, sei timido, introverso, asociale, passi le giornate a stare male.
Ma come? Io ho fatto il bravo bambino. Mi sono impegnato ad essere bravo a scuola. Ho sempre trattato tutti con rispetto. Non ho mai maltrattato nessuno. Cercavo di aiutare gli altri. Pensavo di essere una bella persona. Ho seguito tutti i valori di una società civile. Eppure, sto male e la società mi esclude.
Conclusione.
Tutto quello che sei è fallimento. Tu sei anormale ed inferiore. Non hai le qualità che possiedono le altre persone.
Sei sbagliato e ti devi curare, allora curati.
E così ho fatto.
E dopo anni di terapia sono come ero allora. Solo più vecchio e con la consapevolezza maggiore dei miei difetti.
Cosa ho risolto effettivamente?
Basta che arrivi una psicologa, due parole, e stai così male da voler morire.
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Non è giusto...
...questo è uno dei motivi che non digerisco gli psicologi.
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15-10-2014, 00:50
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#42
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Intermedio
Qui dal: Jan 2014
Ubicazione: Veneto
Messaggi: 136
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Allora, siamo alla terza seduta.
Abbiamo parlato di come mi sono sentito dopo la seduta precedente.
Discusso del fatto che ho purgato Facebook da 40 amici, del fatto che ho rotto con il mio migliore amico (18 anni d'amicizia). E del fatto che richiedo forse troppo dalle persone che conosco.
Riassumendo sono imprigionato dai miei pensieri negativi. Quindi lei mi consiglia di farmi una domanda quando mi arriva un pensiero di questo tipo.
La domanda è: "A cosa mi serve pensare in questo modo?".
Comunque, quando parlo con gli psichiatri, ne esco sempre a pezzi. Ricordare ogni volta il mio passato per analizzarlo e farmi capire dove ho sbagliato, come dovevo pensare, agire, o gestire la situazione... Mi fa star male.
Però non ho ancora capito il motivo per cui sono entrato nel processo mentale della profezia che si auto-avvera.
Mi manca forse l'autostima? Ho perso autostima?
Oppure il contrario. Mi do così tanto valore che non essere considerato come mi aspetto mi fa star male?
O forse ho il morbo del bambino d'oro che ha bisogno di sentirsi lodato?
Ho notato che nel momento in cui conosco una persona nuova, non vivo la nuova relazione in modo rilassato e positivo.
Ho sempre la sensazione di poter dire la cosa sbagliata, di dare l'impressione sbagliata. Vivo con l'incubo costante di essere giudicato e scartato.
Sopratutto per il mio passato schifoso.
Quindi non racconto mai nulla di me stesso, le mie idee le tengo per me. Infatti quando una persona sa che sei depresso, allora il tuo pensiero è quello di un depresso, quindi è un pensiero malato o fissato.
Invece di chiudere un problema alla volta, ho la sensazione che se ne creino sempre di nuovi.
Boh.
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15-10-2014, 03:09
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#43
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Isolationville (Limboland)
Messaggi: 5,169
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Io quando esco dalla seduta sono stanchissima ma più rilassata, in quel momento mi sembra che non serva ad alcunché , ho avuto illuminazioni a distanza di anni su cose dette da me e soprattutto a me in terapia.
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Ultima modifica di rosadiserra; 18-10-2014 a 21:51.
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18-10-2014, 20:37
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#44
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Intermedio
Qui dal: Jan 2014
Ubicazione: Veneto
Messaggi: 136
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Quote:
Originariamente inviata da Complainer
Comunque, quando parlo con gli psichiatri, ne esco sempre a pezzi. Ricordare ogni volta il mio passato per analizzarlo e farmi capire dove ho sbagliato, come dovevo pensare, agire, o gestire la situazione... Mi fa star male.
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Oggi ne ho avuta un'altra conferma. Parlare dei miei problemi mi stanca.
Ho avuto l'opportunità di chiacchierare con una persona che ha anche lei problemi di vario genere.
Mi ha creato ancora più interrogativi e flussi di pensieri negativi.
Continuo ad atuo-svilire la mia persona.
Devo parlarne con qualcuno. Quando mi dicono: sei intelligente, sei educato, sei una brava persona. Il pensiero automatico è: "Sei tante qualità, ed allora?
Comunque resti il vergine-disoccupato-sociopatico."
A che pro possono portare queste decantate qualità?
Oppure questo è un pensiero negativo che non porta a nulla?
Sto sclerando.
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18-10-2014, 21:44
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#45
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,181
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Troppa confusione e "troppa carne sul fuoco" rischi di bruciare tutto.
Vai piano, datti un po' di tregua, questi pensieri liberali quando sei con lo psicologo parlandone e poi basta.
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18-10-2014, 21:58
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#46
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Isolationville (Limboland)
Messaggi: 5,169
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Quote:
Originariamente inviata da Noriko
Troppa confusione e "troppa carne sul fuoco" rischi di bruciare tutto.
Vai piano, datti un po' di tregua, questi pensieri liberali quando sei con lo psicologo parlandone e poi basta.
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Concordo
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18-10-2014, 22:22
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#47
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Intermedio
Qui dal: Jan 2014
Ubicazione: Veneto
Messaggi: 136
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Ho paura anche io.
Forse dovrei trovare delle priorità.
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24-05-2015, 17:31
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#48
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Avanzato
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: Castellammare di Stabia
Messaggi: 306
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Quote:
Originariamente inviata da Complainer
Buona notte forum!
Sto per cambiare psicoterapeuta. Quella che mi aveva in cura se ne va via dalla struttura pubblica e va nel privato.
Ora, dovrò ricominciare tutto dall'inizio, dopo tre anni di conoscenza.
Oggi ho avuto l'ultima seduta. Direi tragicomica. Ovviamente ho pianto per l'ennesima nuovamente sullo stesso argomento, ovvero: ragazze.
Mi sa che non ho perso una grande professionista del settore.
Ma tre anni sono tanti o troppi? No, me lo domando, perchè da quando ho iniziato la terapia non ho avuto miglioramenti.
Lavoro zero, ragazze zero, amici zero, e quando parlo dei soliti due argomenti caldi, mi metto a piangere. Colpa mia?
Ai posteri l'ardua sentenza.
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Il problema nelle strutture pubbliche è che gli operatori devono far fronte a una grande domanda di assistenza. A mio modo di vedere, tre anni sono troppi per certe patologie, ma normali per altre. Forse, se non hai avuto neanche minimi miglioramenti, c'è qualcosa che non funziona.
Tuttavia sono diversi i fattori che possono inficiare la psicoterapia, tra cui: l'alleanza terapeuta-paziente, quella che viene chiamata "resistenza al cambiamento" che si verifica quando il paziente fa valutazioni ambivalenti a favore e contro il cambiamento e che sono la causa della scarsa partecipazione o impegno da parte del paziente e ciò è dovuto a una motivazione non piena, l'indirizzo terapeutico non confacente al paziente, la mancanza di fiducia nella terapia o nel terapeuta.
Non è una questione di colpe. Quello che ti frega non sono le tue qualità personali, ma l'inibizione ansiogena che ti impedisce di esprimere te stesso come potresti.
Prova a ricordare a te stesso, con continuità, che i pensieri non sono né te, ne la realtà, sono solo pensieri.
Quote:
Originariamente inviata da Complainer
Prima seduta con la psicoterapeuta nuova.
Non poteva andare peggio.
Mi sono sentito uno stupido perchè praticamente ho scoperto che ho vissuto male per anni per colpa delle mie convizioni sbagliate e del modo sbagliato che ho di percepire le situazioni neutre.
Inoltre mi sono sentito colpevole di tutto quello che mi è successo sempre per il motivo sopra citato.
In pratica è tutta e sola colpa mia. Per ogni cosa.
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Le convinzioni sbagliate cui ti riferisci si formano nei primi 10-12 anni di vita, in pratica, in età in cui non si hanno gli strumenti conoscitivi e le esperienze per superarle, dopo diventano parte di un sistema automatico che, proprio per questo, non dipendono dalla tua volontà. Se sei riuscito a capire dove sta la loro disfunzionalità, prova a metterle in discussione quando ti vengono questi pensieri negativi, ma dovresti provare a essere costante nel farlo per diversi mesi.
Il senso di colpa ti viene perché individui in te stesso la causa e perché hai la tendenza ad avere un comportamento giudicante e duro nei tuoi confronti. Ma come ho detto prima, il colpevole non sei tu. E non dovresti nemmeno colpevolizzarti per il fatto che ti colpevolizzi.
Hai provato con le tecniche della mindfulness?
Quote:
Originariamente inviata da Complainer
Il passato resta sempre come una macchia indelebile.
Tutti sbagliano?
Ci sono errori che sono macigni. Aver studiato per sette anni e non essersi laureati nei tempi è un errore che mi frega in ogni colloquio.
Non aver fatto esperienze lavorative da giovane è un'altro errore che mi porto sempre dietro.
Essere stato un bambino sensibile ed introverso mi ha trasformato in un adulto depresso ed ansioso.
Se non avessi subito bullismo, mobbing, isolamento, fallimenti scolastici, mi fossi comportato in altri modi non soffrirei così oggi.
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E vero, il passato resta, però si può superare, tutto dipende da come ti ci rapporti. In fondo, adesso è meglio ancorarsi al presente, poco importa se è la conseguenza del passato, è nel presente che devi vivere. Ciò che è stato è stato, non lo puoi modificare, per cui ruminare sul passato ti fa solo star male.
Prova a modificare, per quanto ti è possibile, il rapporto con le tue esperienze interne.
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26-05-2015, 02:21
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#49
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Intermedio
Qui dal: Jan 2014
Ubicazione: Veneto
Messaggi: 136
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Per caso leggendo di PNL e tipi psicologici di Jung ho riflettuto su delle cose.
Il sito che ho letto è questo: http://www.mauroscardovelli.com/PNL/.../Depresso.html
Conosco una persona che mi sta facendo fare un po' di "mindfulness"... Ma questa è un'altra storia.
Alcune cose che inizio a delineare sono che la mia depressione è dovuta ad un distacco tardivo da mia madre. Lei è iper-protettiva ed ansiogena.
Potrei aggiungere anche un padre rigido ed assente.
Al momento vivo la relazione con gli altri del tipo "io non ok - loro ok".
Quindi con senso di colpa ed inferiorità.
Ci sono altri aspetti su cui sono riusicito a riflettere, ma credo che uno dei nodi fondamentali sia che mi trovo nella situazione di rabbia repressa.
Questa rabbia è di tipo punitivo. Per sentirmi meglio io devo punire chi mi è vicino.
Punire i miei genitori facedoli sentire colpevoli del mio malessere.
Trasportare chi mi è vicino nel vortice depressivo... E molte altre cose.
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26-05-2015, 10:24
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#50
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Esperto
Qui dal: Jul 2013
Ubicazione: Provincia di Milano
Messaggi: 4,734
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Quote:
Originariamente inviata da Complainer
Non ho mai fatto terapia di gruppo. Anche se verso la fine la mia ex-terapeuta mi consigliava di farne.
Sono stato già inserito in un gruppo di persone con problematiche simili. Al mio CSM lo chiamavano "centro diurno". Due volte a settimana per 8 ore complessive. Nauseante. Una noia tremenda.
Si facevano attivita: "disegno", "ascolto musica", "problem solving", "giochi di ruolo", "giochi di carte" (tanti scoponi scientifici), "lettura di giornali". Si mangiava e poi a casa.
Personalmente l'ho percepito come tempo mai speso peggio (due anni). Nessun miglioramento. Mi avevano inserito per socializzare... Ma si faceva tanta fatica.
Purtroppo tra le persone che erano inserite con me, non c'è stato molto dialogo. Si stava in compagnia, ognuno nel suo mondo di problemi, spesso con lo sguardo spento.
Al massimo si guardava la TV insieme.
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a me il centro diurno che ormai sono quasi 3 anni che ci vado mi ha dato un paio di amici e tanti momenti belli. Non è vero che è completamente inutile. A me teatro piaceva ora è finito e ricomincerà a settembre e li ho trovato una persona meravigliosa. A fare un'amicizia nuova può servire secondo me.
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26-05-2015, 10:30
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#51
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Senza un atteggiamento propositivo e proattivo del paziente, la psicoterapia non può fare nulla.
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Se il problema della persona che va in terapia è proprio quello di non avere questo atteggiamento allora la psicoterapia a cosa servirebbe?
Se uno psicoterapeuta si aspetta che una persona con problemi di timidezza abbia un atteggiamento propositivo per me è un idiota. Se non è lo psicoterapeuta ad intavolare questi discorsi e a provare lui ad esser propositivo non si sblocca di certo la situazione. Gli atteggiamenti attivi si potrebbero suscitare in linea di principio, basta cercare qualcosa che all'altro interessa.
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26-05-2015, 10:37
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#52
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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Se uno segue una terapia medica che prevede la somministrazione di determinati farmaci ma si rifiuta di assumerli, che senso ha per lui seguire la terapia? Stesso discorso.
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26-05-2015, 11:06
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#53
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Se uno segue una terapia medica che prevede la somministrazione di determinati farmaci ma si rifiuta di assumerli, che senso ha per lui seguire la terapia? Stesso discorso.
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Ma dev'essere un compito ben preciso e facile da eseguire come buttar giù una pillola, non è che una cura medica può chiedere al paziente la buona intenzione di guarire o che so l'"atteggiamento propositivo" o l'ottimismo, deve solo inghiottire la pillola.
L'assunzione dei farmaci in una psicoterapia è equivalente a compiere il compito "andare alle sedute all'ora x", qualcosa che la persona può fare... Se poi il compito consiste nel "non rifiutarsi di star bene e provare questo e quell'altro" la psicoterapia a cosa servirebbe?
Chiederebbe a monte di provare al paziente gli atteggiamenti psicologici che questa dovrebbe riuscire a suscitare?
Mi sembra una boiata, ribadisco.
Non bisogna avere alcun atteggiamento preliminare, bisogna solo eseguire dei compiti (e semplici da eseguire, avere un atteggiamento è già un compito complicato) in una cura medica.
Perciò non sono affatto d'accordo con questa analogia.
E' come se si sostenesse che un depresso dovrebbe andare alle sedute di buon umore affinché la terapia risulti efficace. Ma se c'è già questo atteggiamento qua la psicoterapia a cosa serve?
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Ultima modifica di XL; 26-05-2015 a 11:22.
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26-05-2015, 11:07
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#54
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Avanzato
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: Castellammare di Stabia
Messaggi: 306
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Quote:
Originariamente inviata da Complainer
Conosco una persona che mi sta facendo fare un po' di "mindfulness"... Ma questa è un'altra storia.
Alcune cose che inizio a delineare sono che la mia depressione è dovuta ad un distacco tardivo da mia madre. Lei è iper-protettiva ed ansiogena.
Potrei aggiungere anche un padre rigido ed assente.
Al momento vivo la relazione con gli altri del tipo "io non ok - loro ok".
Quindi con senso di colpa ed inferiorità.
Ci sono altri aspetti su cui sono riusicito a riflettere, ma credo che uno dei nodi fondamentali sia che mi trovo nella situazione di rabbia repressa.
Questa rabbia è di tipo punitivo. Per sentirmi meglio io devo punire chi mi è vicino.
Punire i miei genitori facedoli sentire colpevoli del mio malessere.
Trasportare chi mi è vicino nel vortice depressivo... E molte altre cose.
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Certamente l'iperprotettività o la rigidità dei genitori, genera convincimenti di inadeguatezza nel bambino.
Ma l'analisi che stai facendo è utile soprattutto per capire in che direzione cercare questi convincimenti sul sé o sugli altri non funzionali a una vita sociale soddisfacente. Ma se ti fermi su queste origini, resti incagliato nel passato. Il cambiamento deve riguardare la tua persona che è oggi, nel presente.
Ci sono diverse tipologie di depressione, ora non so di te, ma in via generale, ho i miei dubbi che la depressione sia una forma punitiva per altri. A mio parere, il disturbo depressivo è innanzitutto rivolto a se stessi ma può avere una ambivalenza e quindi essere una trasmissione ad altri del disagio che si vive.
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26-05-2015, 12:08
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#55
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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Quote:
Originariamente inviata da XL
E' come se si sostenesse che un depresso dovrebbe andare alle sedute di buon umore affinché la terapia risulti efficace. Ma se c'è già questo atteggiamento qua la psicoterapia a cosa serve?
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Mi pareva di aver scritto che la terapia non serve a nulla senza la proattività. Tu mi chiedi a cosa serve come se contestassi una mia affermazione...il bello è che ho proprio scritto che non serve a nulla senza questa caratteristica. Insomma la pensiamo allo stesso modo, eppure pare che voglia tu confutare qualcosa.
Hai davvero un problema di comprensione della comunicazione altrui.
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26-05-2015, 13:41
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#56
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Mi pareva di aver scritto che la terapia non serve a nulla senza la proattività. Tu mi chiedi a cosa serve come se contestassi una mia affermazione...il bello è che ho proprio scritto che non serve a nulla senza questa caratteristica. Insomma la pensiamo allo stesso modo, eppure pare che voglia tu confutare qualcosa.
Hai davvero un problema di comprensione della comunicazione altrui.
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Ma se prima hai fatto l'esempio "Se uno segue una terapia medica che prevede la somministrazione di determinati farmaci ma si rifiuta di assumerli, che senso ha per lui seguire la terapia?"...
Volevi dire che questo atteggiamento era e doveva essere propedeutico per intraprendere una terapia e che non poteva essere incentivato dalla terapia stessa. Per me questo è l'obiettivo della terapia non uno dei compiti che il paziente deve eseguire per poter affermare che la sta seguendo.
Io solo questo sto contestando, che questa roba qua non si può assumere come propedeutica nelle psicoterapie perché è proprio quello che queste psicoterapie dovrebbero produrre e incentivare (ammesso che funzionino).
Una psicoterapia per la depressione non richiede come atteggiamento propedeutico che il paziente sia di buon umore, perché dovrebbe produrlo la terapia stessa questo atteggiamento seduta dopo seduta. Se non lo produce non funziona... Ma non si può poi dire al paziente... "Eh ma non ti impegni ad essere di buon umore e senza questo buon umore come vuoi che funzioni questa terapia!"... E' un argomento imbecille questo... Se il paziente ci riusciva già da solo a far questo perché avrebbe dovuto seguire una terapia?
Quel che propedeuticamente il paziente deve fare è andare alle sedute e parlare con lo psicoterapeuta. E normalmente questo si intende, anche quando poi verificano l'efficacia questi sono i compiti che deve eseguire un paziente generico.
Che tu volessi intendere che era e doveva essere propedeutico l'atteggiamento è chiaro dall'esempio che hai fatto dell'assunzione dei medicinali (Se non li prendi non stai seguendo la cura).
Ora senza che fai finta di non capire ed attribuisci pure a me un'incomprensione che non c'è affatto.
L'essere propositivi per te è un atteggiamento propedeutico o no? Perché è su questo che non siamo d'accordo secondo me. Per me questi atteggiamenti più complicati, umorali e così via, non si può assumere che siano propedeutici nelle psicoterapie, perché queste forme di cura esistono proprio per modificare e produrre questi atteggiamenti qua. Se le persone devono già esserne dotate, prima della psicoterapia, per essere idonee a seguire la terapia stessa, viene a mancare il motivo per cui dovrebbero fare uso dello strumento "psicoterapia".
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Ultima modifica di XL; 26-05-2015 a 14:19.
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26-05-2015, 17:48
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#57
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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Quote:
Originariamente inviata da XL
L'essere propositivi per te è un atteggiamento propedeutico o no? Perché è su questo che non siamo d'accordo secondo me. Per me questi atteggiamenti più complicati, umorali e così via, non si può assumere che siano propedeutici nelle psicoterapie, perché queste forme di cura esistono proprio per modificare e produrre questi atteggiamenti qua. Se le persone devono già esserne dotate, prima della psicoterapia, per essere idonee a seguire la terapia stessa, viene a mancare il motivo per cui dovrebbero fare uso dello strumento "psicoterapia".
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Ho scritto ciò che penso, e cioé che dovrebbe esserci un atteggiamento proattivo alla base, dal che si deduce che non credo alla psicoterapia come strumento per la cura di forme depressive gravi. Non so in che altra lingua dovrei spiegartelo. Tu dici, e allora a cosa serve la psicoterapia per certe forme di disagio? Io dico che non serve, non la vedo come strumento valido per il trattamento di stati emotivi fortemente problematici. Punto e basta.
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26-05-2015, 21:49
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#58
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Ho scritto ciò che penso, e cioé che dovrebbe esserci un atteggiamento proattivo alla base, dal che si deduce che non credo alla psicoterapia come strumento per la cura di forme depressive gravi. Non so in che altra lingua dovrei spiegartelo. Tu dici, e allora a cosa serve la psicoterapia per certe forme di disagio? Io dico che non serve, non la vedo come strumento valido per il trattamento di stati emotivi fortemente problematici. Punto e basta.
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E allora parla della psicoterapia e del fatto che risulta inefficace in certi contesti la prossima volta e non fare esempi in cui ci sono terapie in cui si devono assumere pillole lasciando intendere che il paziente non sta seguendo adeguatamente la terapia ed è a causa di questo che non risulta efficace.
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Ultima modifica di XL; 26-05-2015 a 21:53.
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