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04-01-2013, 16:44
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#1
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Banned
Qui dal: Dec 2012
Messaggi: 30
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Ricordo ciò che ero una volta e lo confronto con ciò che sono ora. Forse i miei ricordi sono annebbiati dall'indulgenza con cui si guarda al passato, anzi sicuramente. Però di certe cose sono certo. Sono certo che le mie giornate, anni fa, non erano vuote. Tra la scuola, lo studio, lo sport bene o male erano abbastanza piene. Ero anche molto stressato ed ansioso, anche nei rapporti con gli altri; però mi sentivo "vivo" e comunque nutrivo una qualche speranza verso il futuro, speranza data anche dal fatto di sentirmi forte ed ostinato. Ora con gli anni ho avuto un cambiamento radicale. Se prima ero ossessionato dalla scuola -non che volessi essere il migliore, anzi, a me bastava essere alla pari, però di fatto studiando molto senza volerlo lo ero- ora non mi interessa più assolutamente. Sono all'università e credo di essere uno dei pochi che prima era bravo a scuola (liceo classico) poi all'università diventa una sega, totalmente. DI solito si sente il contrario. Io sono l'eccezione. Sono uscito dal liceo classico con 100, a pieni voti. E' che mi pare di aver perso totalmente voglia di studiare e soprattutto forza di volontà. A volte sto mesi -si, mesi- senza aprire libro. MI vergogno di me stesso anche perchè non ho altro da fare. Mi vergogno di confrontarmi coi miei coetanei che si impegnano, studiano, si appassionano, vanno avanti...io no. E mi sento moltissimo in colpa con me stesso. Perchè so che POTREI farlo. Penso che molta della mia paura di confrontarmi con gli altri dipenda da questo. Perchè se almeno fossi bravo all'università, sentirei di valere, di avere un interesse "serio" di cui posso parlare alla gente. Perchè certo non posso parlare di videogiochi, tv e cazzate varie con cui mi limito a passare il tempo nel modo più piatto ed analgesico possibile.
Credo sia la sensazione di sentirmi sconnesso dal mondo. Che non è una scusa, perchè potrei farlo ugualment, però è così. Oltre a ciò mi influenza il terrore di rendermi conto di quanto mi sono instupidito in questo periodo di piattume. La sensazione che ho quando provo a rileggere appunti o cose scritte da me tempo fa e non capirci assolutamente nulla. Come se tutto il lavoro fatto fosse stato inutile. Oppure l'insensatezza di preparare un esame, mollare una settimana prima dopo aver studiato almeno un mese, e ritrovarsi 6, o anche 12 mesi dopo su quelle stesse cose, che sai di aver fatto, ma non ricordi. Boh, ho un po' divagato. Spero che qualcuno mi capisca.
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04-01-2013, 16:55
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#2
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Banned
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Partito dell'Eterno Rancore
Messaggi: 2,833
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Quote:
Originariamente inviata da ragazzotriste91
Ricordo ciò che ero una volta e lo confronto con ciò che sono ora. Forse i miei ricordi sono annebbiati dall'indulgenza con cui si guarda al passato, anzi sicuramente. Però di certe cose sono certo. Sono certo che le mie giornate, anni fa, non erano vuote. Tra la scuola, lo studio, lo sport bene o male erano abbastanza piene. Ero anche molto stressato ed ansioso, anche nei rapporti con gli altri; però mi sentivo "vivo" e comunque nutrivo una qualche speranza verso il futuro, speranza data anche dal fatto di sentirmi forte ed ostinato. Ora con gli anni ho avuto un cambiamento radicale. Se prima ero ossessionato dalla scuola -non che volessi essere il migliore, anzi, a me bastava essere alla pari, però di fatto studiando molto senza volerlo lo ero- ora non mi interessa più assolutamente. Sono all'università e credo di essere uno dei pochi che prima era bravo a scuola (liceo classico) poi all'università diventa una sega, totalmente. DI solito si sente il contrario. Io sono l'eccezione. Sono uscito dal liceo classico con 100, a pieni voti. E' che mi pare di aver perso totalmente voglia di studiare e soprattutto forza di volontà. A volte sto mesi -si, mesi- senza aprire libro. MI vergogno di me stesso anche perchè non ho altro da fare. Mi vergogno di confrontarmi coi miei coetanei che si impegnano, studiano, si appassionano, vanno avanti...io no. E mi sento moltissimo in colpa con me stesso. Perchè so che POTREI farlo. Penso che molta della mia paura di confrontarmi con gli altri dipenda da questo. Perchè se almeno fossi bravo all'università, sentirei di valere, di avere un interesse "serio" di cui posso parlare alla gente. Perchè certo non posso parlare di videogiochi, tv e cazzate varie con cui mi limito a passare il tempo nel modo più piatto ed analgesico possibile.
Credo sia la sensazione di sentirmi sconnesso dal mondo. Che non è una scusa, perchè potrei farlo ugualment, però è così. Oltre a ciò mi influenza il terrore di rendermi conto di quanto mi sono instupidito in questo periodo di piattume. La sensazione che ho quando provo a rileggere appunti o cose scritte da me tempo fa e non capirci assolutamente nulla. Come se tutto il lavoro fatto fosse stato inutile. Oppure l'insensatezza di preparare un esame, mollare una settimana prima dopo aver studiato almeno un mese, e ritrovarsi 6, o anche 12 mesi dopo su quelle stesse cose, che sai di aver fatto, ma non ricordi. Boh, ho un po' divagato. Spero che qualcuno mi capisca.
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Eccome se ti capisco,sembra la mia storia. Sono uscito dal liceo con il voto più alto tra i ragazzi,e sono riuscito ad affrontare seriamente solo il primo anno di università. Dopo,il nulla. Da quest'anno mi sento apatico,non riesco più ad aprire libro e se lo apro noto che ho più difficoltà rispetto agli anni scorsi ad afferrarne il contenuto fin da subito,ed in più non riesco minimamente ad approcciarmi ad alcune materie,come glottologia.
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04-01-2013, 17:09
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#3
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Avanzato
Qui dal: Dec 2007
Messaggi: 388
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Ti capisco anche se non ho mai passato un cambiamento grosso come il tuo.
Penso che fin dai primi anni di vita io sono stato ansioso, emotivo, timido, e via via col tempo diventavo depresso.
Forse è una piccola fortuna se hai questi disagi fin da piccolo perchè hai modo di imparare a conviverci. Forse.
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05-01-2013, 05:02
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#4
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Intermedio
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 137
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in parte leggo me stesso...il fatto è che io non ho davvero più i neuroni funzionanti per lo studio,non ho più un aspetto che può piacere alle ragazze e dentro non ho più quello spirito per cui possa fare amicizie...7-8 anni fa stavo molto ma molto meglio che tristezza !!!!!
p.s. la scuola tanto odiata alla fine mi faceva vivere
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05-01-2013, 10:40
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#5
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Banned
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Abruzzo
Messaggi: 2,291
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Quote:
Originariamente inviata da ragazzotriste91
Ricordo ciò che ero una volta e lo confronto con ciò che sono ora. Forse i miei ricordi sono annebbiati dall'indulgenza con cui si guarda al passato, anzi sicuramente. Però di certe cose sono certo. Sono certo che le mie giornate, anni fa, non erano vuote. Tra la scuola, lo studio, lo sport bene o male erano abbastanza piene. Ero anche molto stressato ed ansioso, anche nei rapporti con gli altri; però mi sentivo "vivo" e comunque nutrivo una qualche speranza verso il futuro, speranza data anche dal fatto di sentirmi forte ed ostinato. Ora con gli anni ho avuto un cambiamento radicale. Se prima ero ossessionato dalla scuola -non che volessi essere il migliore, anzi, a me bastava essere alla pari, però di fatto studiando molto senza volerlo lo ero- ora non mi interessa più assolutamente. Sono all'università e credo di essere uno dei pochi che prima era bravo a scuola (liceo classico) poi all'università diventa una sega, totalmente. DI solito si sente il contrario. Io sono l'eccezione. Sono uscito dal liceo classico con 100, a pieni voti. E' che mi pare di aver perso totalmente voglia di studiare e soprattutto forza di volontà. A volte sto mesi -si, mesi- senza aprire libro. MI vergogno di me stesso anche perchè non ho altro da fare. Mi vergogno di confrontarmi coi miei coetanei che si impegnano, studiano, si appassionano, vanno avanti...io no. E mi sento moltissimo in colpa con me stesso. Perchè so che POTREI farlo. Penso che molta della mia paura di confrontarmi con gli altri dipenda da questo. Perchè se almeno fossi bravo all'università, sentirei di valere, di avere un interesse "serio" di cui posso parlare alla gente. Perchè certo non posso parlare di videogiochi, tv e cazzate varie con cui mi limito a passare il tempo nel modo più piatto ed analgesico possibile.
Credo sia la sensazione di sentirmi sconnesso dal mondo. Che non è una scusa, perchè potrei farlo ugualment, però è così. Oltre a ciò mi influenza il terrore di rendermi conto di quanto mi sono instupidito in questo periodo di piattume. La sensazione che ho quando provo a rileggere appunti o cose scritte da me tempo fa e non capirci assolutamente nulla. Come se tutto il lavoro fatto fosse stato inutile. Oppure l'insensatezza di preparare un esame, mollare una settimana prima dopo aver studiato almeno un mese, e ritrovarsi 6, o anche 12 mesi dopo su quelle stesse cose, che sai di aver fatto, ma non ricordi. Boh, ho un po' divagato. Spero che qualcuno mi capisca.
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Stiamo degenerando e non facciamo nulla per evitarlo.
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05-01-2013, 12:52
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#6
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
Messaggi: 1,931
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Quote:
Originariamente inviata da ragazzotriste91
Ricordo ciò che ero una volta e lo confronto con ciò che sono ora. Forse i miei ricordi sono annebbiati dall'indulgenza con cui si guarda al passato, anzi sicuramente. Però di certe cose sono certo. Sono certo che le mie giornate, anni fa, non erano vuote. Tra la scuola, lo studio, lo sport bene o male erano abbastanza piene. Ero anche molto stressato ed ansioso, anche nei rapporti con gli altri; però mi sentivo "vivo" e comunque nutrivo una qualche speranza verso il futuro, speranza data anche dal fatto di sentirmi forte ed ostinato. Ora con gli anni ho avuto un cambiamento radicale. Se prima ero ossessionato dalla scuola -non che volessi essere il migliore, anzi, a me bastava essere alla pari, però di fatto studiando molto senza volerlo lo ero- ora non mi interessa più assolutamente. Sono all'università e credo di essere uno dei pochi che prima era bravo a scuola (liceo classico) poi all'università diventa una sega, totalmente. DI solito si sente il contrario. Io sono l'eccezione. Sono uscito dal liceo classico con 100, a pieni voti. E' che mi pare di aver perso totalmente voglia di studiare e soprattutto forza di volontà. A volte sto mesi -si, mesi- senza aprire libro. MI vergogno di me stesso anche perchè non ho altro da fare. Mi vergogno di confrontarmi coi miei coetanei che si impegnano, studiano, si appassionano, vanno avanti...io no. E mi sento moltissimo in colpa con me stesso. Perchè so che POTREI farlo. Penso che molta della mia paura di confrontarmi con gli altri dipenda da questo. Perchè se almeno fossi bravo all'università, sentirei di valere, di avere un interesse "serio" di cui posso parlare alla gente. Perchè certo non posso parlare di videogiochi, tv e cazzate varie con cui mi limito a passare il tempo nel modo più piatto ed analgesico possibile.
Credo sia la sensazione di sentirmi sconnesso dal mondo. Che non è una scusa, perchè potrei farlo ugualment, però è così. Oltre a ciò mi influenza il terrore di rendermi conto di quanto mi sono instupidito in questo periodo di piattume. La sensazione che ho quando provo a rileggere appunti o cose scritte da me tempo fa e non capirci assolutamente nulla. Come se tutto il lavoro fatto fosse stato inutile. Oppure l'insensatezza di preparare un esame, mollare una settimana prima dopo aver studiato almeno un mese, e ritrovarsi 6, o anche 12 mesi dopo su quelle stesse cose, che sai di aver fatto, ma non ricordi. Boh, ho un po' divagato. Spero che qualcuno mi capisca.
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Ciao ti capisco perfettamente anch'io,se sei del '91 avrai la mia stessa età,comunque anch'io dopo essermi diplomato mi sono iscritto all'università,ora certo non ero un genio a scuola però mi sono diplomato con 81/1oo ed è stato il migliore voto in quella classe,credevo che all'università mi sarei adattato come alle superiori ma mi sbagliavo di grosso:dopo i primi mesi che frequentavo le lezioni mi accorsi di come fosse tutto diverso dalle superiori,niente compagni di classe,niente professori,ambiente freddo,ambiente confusionario devi stare attento a carpire le informazioni utili sennò sei fottuto,devi studiare da solo,nessuno ti aiuta,nessuno ti conosce,lì invece sei solo una matricola,poi 3000 materie,libri enormi che costano un casino di soldi e ti devi fare le fotocopie,per dare una materia ci sono molti libri da studiare eppoi li devi sapere tutti eppoi anche se ne dai 1 sola a semestre non basta perchè nel secondo semestre spuntano altre 2-3 materie nuove che prima non c'erano quindi sei sempre sotto con lo studio è come se quell'esame non l'hai dato,almeno devi dare 2-3 materie a semestre che secondo me per una mente normale è impossibile(circa 3000-4000 pagine totali di studio),mentre alle superiori era meglio perchè studiavi piccole pagine per volta,era più alla giornata. Inoltre non avevo più voglia di studiare,non è che prima mi piacesse,lo facevo come un dovere mentre arrivato all'uni mi sentivo che questo dovere era finito come se andare all'università era una cosa facoltativa,nessuno nella mia famiglia è laureato.Ho provato a dare un esame ma appena aprivo libro non riuscivo a focalizzare i concetti,ero scarico,senza voglia,mi scocciavo,volevo far altro,leggevo una pagina sottolineavo ma non la sapevo,leggevo solamente;inoltre siccome la mia vita è sempre stata una schifezza zero amici e ragazze e pochissima vita sociale mi sentivo chiuso in gabbia,non bastava essere asociale e non scopare in più dovevo pure studiare come un cornuto sui libri fino a 30 anni,magari se avessi avuto una vita sociale migliore avrei avuto gli stimoli per continuare gli studi ma così com'ero e sono ora assolutamente no,era una punizione eccessiva,non me la sentivo proprio eppoi c'è anche un fatto di futuro sbocco occupazionale perchè dopo che uno va all'università si impegna come un porco,spende centinaia di migliaia di euro alla fine tanto non è detto che troverà un lavoro,io ho fatto svariati corsi e sentivo storie di gente con lauree e master,dottorati di ricerca che restavano disoccupati oppure al massimo call center outbound e quindi preferisco essere disoccupato fin da subito ed affrontare di petto il problema,che prendermi in giro,iscrivermi all'università per spostare,di fatto,il problema di inserimento occupazionale fra 5-10 anni. Così dopo tutte queste riflessioni fatte all'epoca a pochi mesi dall'iscrizione,senza dare nemmeno 1 esame presentai la richiesta di rinuncia agli studi e mi ritirai dal corso di laurea. Non mi sono assolutamente pentito di questa scelta.
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Ultima modifica di Fallito91; 05-01-2013 a 12:59.
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05-01-2013, 13:28
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#7
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 2,097
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Quote:
Originariamente inviata da Fallito91
Ciao ti capisco perfettamente anch'io,se sei del '91 avrai la mia stessa età,comunque anch'io dopo essermi diplomato mi sono iscritto all'università,ora certo non ero un genio a scuola però mi sono diplomato con 81/1oo ed è stato il migliore voto in quella classe,credevo che all'università mi sarei adattato come alle superiori ma mi sbagliavo di grosso:dopo i primi mesi che frequentavo le lezioni mi accorsi di come fosse tutto diverso dalle superiori,niente compagni di classe,niente professori,ambiente freddo,ambiente confusionario devi stare attento a carpire le informazioni utili sennò sei fottuto,devi studiare da solo,nessuno ti aiuta,nessuno ti conosce,lì invece sei solo una matricola,poi 3000 materie,libri enormi che costano un casino di soldi e ti devi fare le fotocopie,per dare una materia ci sono molti libri da studiare eppoi li devi sapere tutti eppoi anche se ne dai 1 sola a semestre non basta perchè nel secondo semestre spuntano altre 2-3 materie nuove che prima non c'erano quindi sei sempre sotto con lo studio è come se quell'esame non l'hai dato,almeno devi dare 2-3 materie a semestre che secondo me per una mente normale è impossibile(circa 3000-4000 pagine totali di studio),mentre alle superiori era meglio perchè studiavi piccole pagine per volta,era più alla giornata. Inoltre non avevo più voglia di studiare,non è che prima mi piacesse,lo facevo come un dovere mentre arrivato all'uni mi sentivo che questo dovere era finito come se andare all'università era una cosa facoltativa,nessuno nella mia famiglia è laureato.Ho provato a dare un esame ma appena aprivo libro non riuscivo a focalizzare i concetti,ero scarico,senza voglia,mi scocciavo,volevo far altro,leggevo una pagina sottolineavo ma non la sapevo,leggevo solamente;inoltre siccome la mia vita è sempre stata una schifezza zero amici e ragazze e pochissima vita sociale mi sentivo chiuso in gabbia,non bastava essere asociale e non scopare in più dovevo pure studiare come un cornuto sui libri fino a 30 anni,magari se avessi avuto una vita sociale migliore avrei avuto gli stimoli per continuare gli studi ma così com'ero e sono ora assolutamente no,era una punizione eccessiva,non me la sentivo proprio eppoi c'è anche un fatto di futuro sbocco occupazionale perchè dopo che uno va all'università si impegna come un porco,spende centinaia di migliaia di euro alla fine tanto non è detto che troverà un lavoro,io ho fatto svariati corsi e sentivo storie di gente con lauree e master,dottorati di ricerca che restavano disoccupati oppure al massimo call center outbound e quindi preferisco essere disoccupato fin da subito ed affrontare di petto il problema,che prendermi in giro,iscrivermi all'università per spostare,di fatto,il problema di inserimento occupazionale fra 5-10 anni. Così dopo tutte queste riflessioni fatte all'epoca a pochi mesi dall'iscrizione,senza dare nemmeno 1 esame presentai la richiesta di rinuncia agli studi e mi ritirai dal corso di laurea. Non mi sono assolutamente pentito di questa scelta.
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meglio starsene fuori all'aria aperta e conoscere gente che perdere ore a studiare
per cosa poi?
tanto vai a fare gli stesis lavori che fanno gli estroversoni palestrati.
anzi loro,, avendo conoscenze sono pure raccomandati, alla faccia tua
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05-01-2013, 14:26
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#8
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
Messaggi: 1,931
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Quote:
Originariamente inviata da Belindo
meglio starsene fuori all'aria aperta e conoscere gente che perdere ore a studiare
per cosa poi?
tanto vai a fare gli stesis lavori che fanno gli estroversoni palestrati.
anzi loro,, avendo conoscenze sono pure raccomandati, alla faccia tua
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Si si è vero anzi loro conoscendo un mucchio di gente è facile che vengano raccomandati in buoni posti mentre uno come noi,che non conosce nessuno,resta a spasso. Comunque hanno tutti i culi loro:cioè sono belli,hanno uno splendido carattere solare,sono di ricca famiglia,conoscono gente che li raccomanda facilmente mentre io ad esempio sono brutto,fobico,famiglia di operai e non conosciamo nessuno che potrebbe raccomandarmi.
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05-01-2013, 14:50
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#9
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Banned
Qui dal: Dec 2012
Messaggi: 30
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stavo pensando che forse un lavoro mi aiuterebbe. Però dovrebbe essere un certo tipo di lavoro adatto a me. QUindi niente di stressante; preferisco faticoso a livello fisico, me lo posso permettere, ma non stressante mentalmente, perchè psicologicamente sono debole. Forse se lavorassi la mia giornata si organizzerebbe diversamente e non sarebbe un perenne girare attorno al fatto che Devo studiare ma non ho assolutamente voglia. Anche perchè se non studio sono il tipo che non fa assolutamente nulla di sensato e questo non va bene.
Poi certo rimane il problema: che caxxo di lavoro farei, visto che non so fare assolutamente nulla? però almeno vado in quella direzione.
Ad ogni modo ho capito una cosa: la vita universitaria da solo, senza passione per quel che fai, senza un progetto reale e concreto sul futuro, su cosa vuoi essere, non ha alcun senso. Hai voglia a costringerti sui libri: certo, un minimo puoi fare a quel modo, proprio di sfinimento, ma secondo me non è sulla sola forza di volontà che va impostata la vita, sennò che palle di vita è? (lo dice uno che fino a qualche anno fa credeva ciecamente nella forza di volontà)
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05-01-2013, 14:54
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#10
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Banned
Qui dal: Dec 2012
Messaggi: 30
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Ad ogni modo ho realizzato una cosa: stavo meglio quando (credevo che) stavo peggio. Era faticoso, molto faticoso lavorare sodo per mantenere delle aspettative che gli altri avevano su di te e che tu sapevi di non meritare. Non certo piacevole. Ma almeno avevo uno scopo, un senso, una aspettativa. Adesso non ho nessuno che posso deludere, avendo già deluso tutti compreso me stesso, quindi non ho l'ansia, ma neanche la soddisfazione.
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05-01-2013, 15:05
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#11
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Banned
Qui dal: Jun 2012
Messaggi: 1,206
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Quote:
Originariamente inviata da ragazzotriste91
stavo pensando che forse un lavoro mi aiuterebbe. Però dovrebbe essere un certo tipo di lavoro adatto a me. QUindi niente di stressante; preferisco faticoso a livello fisico, me lo posso permettere, ma non stressante mentalmente, perchè psicologicamente sono debole. Forse se lavorassi la mia giornata si organizzerebbe diversamente e non sarebbe un perenne girare attorno al fatto che Devo studiare ma non ho assolutamente voglia. Anche perchè se non studio sono il tipo che non fa assolutamente nulla di sensato e questo non va bene.
Poi certo rimane il problema: che caxxo di lavoro farei, visto che non so fare assolutamente nulla? però almeno vado in quella direzione.
Ad ogni modo ho capito una cosa: la vita universitaria da solo, senza passione per quel che fai, senza un progetto reale e concreto sul futuro, su cosa vuoi essere, non ha alcun senso. Hai voglia a costringerti sui libri: certo, un minimo puoi fare a quel modo, proprio di sfinimento, ma secondo me non è sulla sola forza di volontà che va impostata la vita, sennò che palle di vita è? (lo dice uno che fino a qualche anno fa credeva ciecamente nella forza di volontà)
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La vita lavorativa, con queste basi, ha ancora meno senso e procura ulteriori problemi, temo...
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05-01-2013, 15:30
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#12
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Ciao Ragazzotriste91,
mi sono trovato molto nella tua descrizione e nel tuo uso lessicale.
Quando hai parlato di "sconnessione" ho pensato: ecco, uno che sta vivendo ció che vivetti io!
La mia fortuna fu di avere un tracollo in relativa giovane età, ai tempi delle superiori. Non andavo splendidamente ma un po' per predisposizione e un po' per rendita mi prendevo i miei 7 e 8 senza praticamente studiare.
Poi avvenne il tracollo. Tutto mi diventó così irrilevante. La dimensione delle cose che facevo era nulla dinnanzi al vuoto che stavo provando.
Mi resi conto della mia totale incapacità sociale, e di quanto questa mi penalizzasse, e nelle amicizie e nell'ambito amoroso.
Fu veramente una bella botta, e dovetti prendermi un periodo sabbatico per uscirne.
Ne parlavo a un utente in chat qualche giorno fa. Uscirne è possibile. Servono solo due cose: volontá e un buon piano.
L'uomo è un animale sociale e chiunque si illuda di trovare felicità senza costruirsi una rete sociale di amicizie, per quanto piccola, sta ingannandosi da solo.
La volontá quindi è prendere atto che questa é la chiave per riuscire a dare un senso alla propria esistenza, e non dover sopravvivere, per inerzia e incapacitá di porre un termine a questa avventuta.
La volontá la trovi prendendo atto della tua sofferenza (il tuo nick é un buon punto di partenza!) e realizzando che senza un cambio strategico le cose non potranno che andare peggio.
Poi serve il piano.
Il piano ti permette di elaborare una strategia volta a recuperare con gradualitá quelle capacitá sociali che ti permettono di "connetterti" agli altri.
Il piano puoi costruirtelo da solo, iniziando ad esplorare con gradualità i tuoi limiti e ricavandone per induzione un modello descrittivo delle dinamiche sociali. Oppure puoi rivolgerti ad un bravo specialista in tcc che possa aiutarti in ció.
L'importante è che comunque tu faccia qualcosa e che non finisca per identificarti nel tuo malessere, perché poi diventa davvero difficile uscirne! Ti auguro davvero di trovare la tua strada e grazie a quella di riuscire a riprendere in mano le redini della tua vita, puoi farlo, dipende solo da te!
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