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cambiamento, si: in peggio, forse
Ricordo ciò che ero una volta e lo confronto con ciò che sono ora. Forse i miei ricordi sono annebbiati dall'indulgenza con cui si guarda al passato, anzi sicuramente. Però di certe cose sono certo. Sono certo che le mie giornate, anni fa, non erano vuote. Tra la scuola, lo studio, lo sport bene o male erano abbastanza piene. Ero anche molto stressato ed ansioso, anche nei rapporti con gli altri; però mi sentivo "vivo" e comunque nutrivo una qualche speranza verso il futuro, speranza data anche dal fatto di sentirmi forte ed ostinato. Ora con gli anni ho avuto un cambiamento radicale. Se prima ero ossessionato dalla scuola -non che volessi essere il migliore, anzi, a me bastava essere alla pari, però di fatto studiando molto senza volerlo lo ero- ora non mi interessa più assolutamente. Sono all'università e credo di essere uno dei pochi che prima era bravo a scuola (liceo classico) poi all'università diventa una sega, totalmente. DI solito si sente il contrario. Io sono l'eccezione. Sono uscito dal liceo classico con 100, a pieni voti. E' che mi pare di aver perso totalmente voglia di studiare e soprattutto forza di volontà. A volte sto mesi -si, mesi- senza aprire libro. MI vergogno di me stesso anche perchè non ho altro da fare. Mi vergogno di confrontarmi coi miei coetanei che si impegnano, studiano, si appassionano, vanno avanti...io no. E mi sento moltissimo in colpa con me stesso. Perchè so che POTREI farlo. Penso che molta della mia paura di confrontarmi con gli altri dipenda da questo. Perchè se almeno fossi bravo all'università, sentirei di valere, di avere un interesse "serio" di cui posso parlare alla gente. Perchè certo non posso parlare di videogiochi, tv e cazzate varie con cui mi limito a passare il tempo nel modo più piatto ed analgesico possibile.
Credo sia la sensazione di sentirmi sconnesso dal mondo. Che non è una scusa, perchè potrei farlo ugualment, però è così. Oltre a ciò mi influenza il terrore di rendermi conto di quanto mi sono instupidito in questo periodo di piattume. La sensazione che ho quando provo a rileggere appunti o cose scritte da me tempo fa e non capirci assolutamente nulla. Come se tutto il lavoro fatto fosse stato inutile. Oppure l'insensatezza di preparare un esame, mollare una settimana prima dopo aver studiato almeno un mese, e ritrovarsi 6, o anche 12 mesi dopo su quelle stesse cose, che sai di aver fatto, ma non ricordi. Boh, ho un po' divagato. Spero che qualcuno mi capisca.:testata: |
Re: cambiamento, si: in peggio, forse
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Re: cambiamento, si: in peggio, forse
Ti capisco anche se non ho mai passato un cambiamento grosso come il tuo.
Penso che fin dai primi anni di vita io sono stato ansioso, emotivo, timido, e via via col tempo diventavo depresso. Forse è una piccola fortuna se hai questi disagi fin da piccolo perchè hai modo di imparare a conviverci. Forse. |
Re: cambiamento, si: in peggio, forse
in parte leggo me stesso...il fatto è che io non ho davvero più i neuroni funzionanti per lo studio,non ho più un aspetto che può piacere alle ragazze e dentro non ho più quello spirito per cui possa fare amicizie...7-8 anni fa stavo molto ma molto meglio che tristezza !!!!! :testata:
p.s. la scuola tanto odiata alla fine mi faceva vivere |
Re: cambiamento, si: in peggio, forse
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Re: cambiamento, si: in peggio, forse
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Re: cambiamento, si: in peggio, forse
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per cosa poi? tanto vai a fare gli stesis lavori che fanno gli estroversoni palestrati. anzi loro,, avendo conoscenze sono pure raccomandati, alla faccia tua :) |
Re: cambiamento, si: in peggio, forse
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Re: cambiamento, si: in peggio, forse
stavo pensando che forse un lavoro mi aiuterebbe. Però dovrebbe essere un certo tipo di lavoro adatto a me. QUindi niente di stressante; preferisco faticoso a livello fisico, me lo posso permettere, ma non stressante mentalmente, perchè psicologicamente sono debole. Forse se lavorassi la mia giornata si organizzerebbe diversamente e non sarebbe un perenne girare attorno al fatto che Devo studiare ma non ho assolutamente voglia. Anche perchè se non studio sono il tipo che non fa assolutamente nulla di sensato e questo non va bene.
Poi certo rimane il problema: che caxxo di lavoro farei, visto che non so fare assolutamente nulla? però almeno vado in quella direzione. Ad ogni modo ho capito una cosa: la vita universitaria da solo, senza passione per quel che fai, senza un progetto reale e concreto sul futuro, su cosa vuoi essere, non ha alcun senso. Hai voglia a costringerti sui libri: certo, un minimo puoi fare a quel modo, proprio di sfinimento, ma secondo me non è sulla sola forza di volontà che va impostata la vita, sennò che palle di vita è? (lo dice uno che fino a qualche anno fa credeva ciecamente nella forza di volontà) |
Re: cambiamento, si: in peggio, forse
Ad ogni modo ho realizzato una cosa: stavo meglio quando (credevo che) stavo peggio. Era faticoso, molto faticoso lavorare sodo per mantenere delle aspettative che gli altri avevano su di te e che tu sapevi di non meritare. Non certo piacevole. Ma almeno avevo uno scopo, un senso, una aspettativa. Adesso non ho nessuno che posso deludere, avendo già deluso tutti compreso me stesso, quindi non ho l'ansia, ma neanche la soddisfazione.
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Re: cambiamento, si: in peggio, forse
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Re: cambiamento, si: in peggio, forse
Ciao Ragazzotriste91,
mi sono trovato molto nella tua descrizione e nel tuo uso lessicale. Quando hai parlato di "sconnessione" ho pensato: ecco, uno che sta vivendo ció che vivetti io! La mia fortuna fu di avere un tracollo in relativa giovane età, ai tempi delle superiori. Non andavo splendidamente ma un po' per predisposizione e un po' per rendita mi prendevo i miei 7 e 8 senza praticamente studiare. Poi avvenne il tracollo. Tutto mi diventó così irrilevante. La dimensione delle cose che facevo era nulla dinnanzi al vuoto che stavo provando. Mi resi conto della mia totale incapacità sociale, e di quanto questa mi penalizzasse, e nelle amicizie e nell'ambito amoroso. Fu veramente una bella botta, e dovetti prendermi un periodo sabbatico per uscirne. Ne parlavo a un utente in chat qualche giorno fa. Uscirne è possibile. Servono solo due cose: volontá e un buon piano. L'uomo è un animale sociale e chiunque si illuda di trovare felicità senza costruirsi una rete sociale di amicizie, per quanto piccola, sta ingannandosi da solo. La volontá quindi è prendere atto che questa é la chiave per riuscire a dare un senso alla propria esistenza, e non dover sopravvivere, per inerzia e incapacitá di porre un termine a questa avventuta. La volontá la trovi prendendo atto della tua sofferenza (il tuo nick é un buon punto di partenza!) e realizzando che senza un cambio strategico le cose non potranno che andare peggio. Poi serve il piano. Il piano ti permette di elaborare una strategia volta a recuperare con gradualitá quelle capacitá sociali che ti permettono di "connetterti" agli altri. Il piano puoi costruirtelo da solo, iniziando ad esplorare con gradualità i tuoi limiti e ricavandone per induzione un modello descrittivo delle dinamiche sociali. Oppure puoi rivolgerti ad un bravo specialista in tcc che possa aiutarti in ció. L'importante è che comunque tu faccia qualcosa e che non finisca per identificarti nel tuo malessere, perché poi diventa davvero difficile uscirne! Ti auguro davvero di trovare la tua strada e grazie a quella di riuscire a riprendere in mano le redini della tua vita, puoi farlo, dipende solo da te! :bene: |
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