uahlim

Non vedo l'ora di andare in pensione (cit)

BadDream

Eccome!

Troppi "love", "happiness" e "play" per essere la vita di un uomo qualunque

emilio-uahlim

I play sono le seghe e le sbronze, ci stanno tutte.
happiness: ce n'è una giusto per farti star male il resto della vita così come i love.

JohnReds2

Ogni tanto(tipo oggi) mi trovo in uno stato d'animo tale che la vita mi sembra solo questo disegno: poco godimento e tanta sofferenza.
Godi da piccino, godi/soffri da giovane, fatichi inutilmente per 50 anni, aspetti la pensione per la maggior parte della tua vita e non appena finisce tutto sei vecchio e non ti diverti, e poi stianti.

un attimo, un piccolo periodo nel quale hai dovuto patire tanto per avere godimenti effimeri e sfuggevoli. In questi momenti veramente mi sembra che nulla abbia un senso, non riesco a giore di nulla perché mi sembra vuoto e sfuggevole...vedo tutti noi come animali destinati a nascere, riprodurci e morire...e mi prende un'angoscia...che tra parentesi questo disegno ha aumentato considerevolmente

Ora mi è passata, ma spesso mi succede di avere quetso stato d'animo: è depressione forse? :?:

BadDream

:lol:

Ancora più cinica e tremenda messa così, ma quant'è vera!

Mi rispecchio perfettamente nelle tue parole, compresa la domanda finale che mi sto ponendo da un po' di tempo a questa parte.
Va a momenti, ma in quei momenti tutto sembra crollare intorno a me. Ogni cosa sembra perdere senso, dalle più banali alle più importanti, e il divario fra i due estremi si fa più sottile. Tutto sembra scivolare via quasi come se non fosse mai esistito. Gli stessi valori che stanno alla base della nostra piccola esistenza umana cominciano a vacillare, e mi sembrano essere messi quotidianamente in discussione.

E' come sollevare un sipario e scrutare dentro tutto l'orrore e il caos che stanno dietro alla vita. Poi tornare a guardarsi attorno, vedere gente felice e spensierata, e provare la sensazione che questi siano soddisfatti così, accontentarsi del sipario senza preoccuparsi di ciò che nasconde.

JohnReds2

Ho iniziato ad avverire maggiormente questa sensazione con la fine delle superiori. Prima avevo un'infinito davanti a me: la scuola, un universo dove cresci, diventi grande, maturi, ma senza "scopo", una bolla spensierata e senza preoccupazioni. Lo studio lo vivevo come un'arricchimento personale e basta(facevo un liceo scientifico).
Ma sono arrivato, in quel disegno della vita postato da vetro, nel momento in cui è finito il "play"

Poi ho realizzato(o perlomeno lo sapevo anche prima, anche se riuscivo a non pensarci) che la vita era: studiare per ottenere una laurea che a sua volta serve per lavorare, lavorare, lavorare, fare figli, lavorare, morire. Aiuto!

Una terribile sensazione di "scivolamento" verso una fine che mi trovo davanti d botto: tutto il resto sono inezie di fronte all'enormità della tragedia che nella vita non c'è nulla, se non la certezza che tra poco scompariremo. Non è comunque paura della morte, è piuttosto come dici te la sensazione che tutto crolli e che nulla abbia valore.

Una cosa che mi tira su, a volte, è "crogiolarmi" in questo stato d'animo, in un impeto "leopardiano": vabbé, la vita è una merda, non aspettiamoci niente e cerchiamo di tirare avanti in qualche modo..

Nei momenti in cui sto bene invece riesco a dare importanza alle piccole cose. Il trucco del "vivere" è quello, ma purtroppo è brutto pensare(anche se in questo momento ad esempio lo dico senza angoscia) che noi godiamo per cose insignificanti...

Tristan

Comunquamente, visto e considerato che non ci sentiamo mui bien, il FORVM nella persona del Suo Principe

DELIBERA

che la nobile stirpe dei Tristi non sia ritenuta responsabile di quanto diranno per tutto il tempo della durata dei loro mal'anni, ivi inclusi quelli ancora da venire;

che eventualmente dovranno necessariamente essere tenute in conto le forti attenuanti del caso, attribuibili al travaglio, e comprensibile smarrimento, derivante dall'elaborazione del lutto in seguito all'abbandono del Foro, nella persona del FORVM, dell'utente noto col nome di Bardamu.

Visto, approvato e firmato

Del Foro Principe

BadDream

@JohnReds: perfettamente d'accordo su tutto anche nel tuo ultimo post :wink: (con l'unica differenza che io ho fatto il classico anziché lo scientifico)

Anche oggi è una giornata piuttosto triste e vuota, il tempo là fuori non aiuta di certo. Cielo grigio, nebbia, brina, freddo.

Lottando contro la mia indolenza, sono andato a comprarmi un paio di jeans e a fare un po' di spesa, giusto per non restare sempre chiuso in casa (sto cominciando a diventare agorafobico o qualcosa del genere?).
Negli ultimi tempi avevo fatto notevoli passi avanti, ero diventato più sicuro e spigliato con il mondo esterno. Ma è bastata qualche settimana di isolamento e solitudine per farmi tornare al punto di partenza, se non più indietro ancora. Sono tornato impacciato, cupo, introverso, complessato, freddo.

Sono questi i momenti che ti fanno perdere la speranza verso il futuro, che la rivelano come un'illusione destinata inevitabilmente a infrangersi, presto o tardi. Sembra una lotta persa in partenza, dalla quale al massimo si può sperare in qualche breve e fugace successo.
Migliori, peggiori, migliori, peggiori... sali e scendi, ma la media resta sempre la medesima.

Oggi mi sono reso conto che ho ancora moltissima strada da percorrere, prima di poter essere quel che vorrei essere!

: (

Tristan

Etciù! Come sto bale...

calitelo

per avere l'influenza devi essere uscito
e per essere uscito devi essere estroverso!!!

Tristan

In verità ti dico che sto scontando i postumi di un attentato alla mia persona messo in atto da estroversoni impenitenti, i quali credevano di riuscire a portare me medesimo, moi!, fuori.
Mi sono battuto e queste sono le conseguenze...e...etciù!

Tristan

Sempre sia lodato il paracetamolo, finché fa effetto. Stamaddina ero un disasdro.

calineo

Domani!

Redman

Bastano pochi giorni per capire quanto io mi senta fuori luogo nel posto di lavoro...giornalmente "violento" la mia natura senza ottenere quasi risultati, non ci so fare nel rapporto con la "clientela", ogni giorno sembra di ripartire da capo, i soliti disagi, le solite sensazioni, i soliti imbarazzi immotivati.
Di solito si arriva ad un punto in cui certi meccanismi diventano automatici, vengono assorbiti e dovrebbero diventare naturali...e invece *************** ********** *******

MESSAGGIO MODIFICATO DALLA MODERAZIONE 8)

BadDream

Mi dispiace. Io coltivo una certa speranza proprio nella prospettiva di vita lavorativa.
Credo infatti che buona parte della persistenza dei miei problemi/fobie/limiti derivi proprio dalla scarsa esposizione che ho verso il mondo esterno, quindi delle rare occasioni di "allenarmi" per superarli. E' una situazione stagnante, il che rende più difficile l'impresa di tirarsene fuori. Di conseguenza i piccoli miglioramenti che riesco a ottenere sono sostanzialmente effimeri, finiscono ben presto per essere corrosi dalla routine (come può essere il fatto di restare chiuso in casa per diversi giorni, senza esporsi al mondo esterno) e mi rendo conto di essere tornato indietro, al punto di partenza.

Al contrario, in ambito lavorativo sarei esposto quotidianamente e per la maggior parte della giornata al mondo esterno, il che mi consentirebbe una certa costanza nel mio "allenamento" e nei miglioramenti che ne possono derivare. Sarei costretto a darmi una svegliata, onde evitare di soccombere, a vincere le mie fobie o quantomeno a combatterle quotidianamente. Ed è appunto l'esperienza la via principale per crescere e migliorare se stessi. O almeno così spero. Spero non si riveli anche questa un'illusione

ricca75

...

UltraFobic

forza red, i worker sono con te
magari un giorno ci metteremo in proprio tra di noi e risolveremo i nostri problemi con i normaloni

fuxia82

ommioddio ho qualcosa in comune con redman 8O
l'unica differenza è che la mia clientela non la vedo...
è nascosta.
nell'ombra.
che ascolta.

animaSola

Ma è possibile mai sentirsi tristi...perchè si avverte la tristezza di un altra persona... :roll:

calinero

solo se c'è superempatia