Sono sempre stato una persona timida e riflessiva. Ho avuto una gioventù direi poco sociale al di fuori della famiglia e dei numerosi cugini. Non ho mai fatto amicizia con facilità avendo anche spesso difficoltà a inserirmi nei discorsi degli altri.
Per diversi motivi:
guardavo poco la televisione e i programmi seguiti dai coetanei, essendo molto lento a studiare passavo poco tempo libero con altri, ho difficoltà a ricordare i nomi e le facce...
Tendo ad avere parecchi interessi che mi prendono parecchio e mi tolgono tempo libero: a volte non riesco a capire se socializzare mi interessi davvero talmente vengo assorbito dalle mie varie passioni: musica, fotografia, lavorazione dell'argilla, bonsai, lettura e altro che magari non ho neanche il tempo di iniziare visto che il tempo non è infinito!
In effetti ho grossi problemi col tempo: quando studiavo potevo dire che ero lento a studiare ma ora che lavoro (oltretutto molto vicino a casa) il tempo è comunque poco. A dire il vero ho fatto 2 conti e anche se potessi vivere di rendita (e sono ben distante!!!) e avere tutto il tempo a disposizione comunque non mi basterebbero diverse vite per fare ciò che vorrei!
Da quando è morta mia madre per tumore (avevo 20 anni) al mio pessimismo sulla vita (in un tema alle medie scrissi che eravamo condannati a non aver mai il tempo per goderci la vita e che quando saremmo arrivati alla pensione saremmo stati troppo vecchi per rimediare... la mia insegnante chiamò mia madre preoccupata!) si è aggiunta l'ansia ipocondriaca.
Pur tenendola abbastanza sotto controllo la paura che la mia vita possa essere rovinata da una brutta malattia rimane costante.
A livello sessuale potrei dire che non fosse per la paura di prendermi brutte malattie avrei avuto sicuramente qualche esperienza in più e ciò non mi avrebbe fatto male!
Vivo spesso nell'ansia di non fare le scelte giuste, di buttare via del tempo, perso nell'impegno delle mie passioni, che potrebbe essere vissuto meglio.
Faccio un esempio: i miei figli crescono e vorrei viverli meglio e questo vale anche per mia moglie. Non vorrei ritrovarmi (come succede inevitabilmente) a crogiolarmi nella nostalgia del tempo ormai passato e di ciò che ho perso!
Ma qualcosa va perso sempre e comunque. E ' sempre una questione di scelte.
Sta a noi scoprire ciò che più di tutto vogliamo vivere al meglio e a cosa dare maggior valore.
Ecco per assurdo io credo che più imparo a conoscermi, più imparo a dar valore alla vita e più cresce, insieme alla voglia di fare, l'ansia. L'ansia di dover aspettare, di non poter fare tutto, di dover lasciare qualcosa per qualcos'altro che scopo più importante per me in quel momento.
Così ad esempio mi pesa dover rinunciare a certi hobby (che rimangono quasi una nostalgia del passato) in cui ho messo molto impegno. E questo per impedire che il senso del dovere di continuare mi blocchi in nuove scoperte più significative.